AUSL Parma

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Str. Quartiere, 2/a 43125, Parma 43125 - Centralino AUSL: 0521 393111

Sito ufficiale: www.ausl.pr.it

Dal 18 al 21 aprile incontri con gli specialisti in dermatologia, reumatologia, endocrinologia, diabetologia, senologia, ostetricia e ginecologi. Prenotazioni da martedì 11 a giovedì 13 aprile, dalle 9 alle 13, al numero 0521.703015.

Parma, 11 aprile 2017

Un Ospedale a misura di donna. Il Maggiore di Parma partecipa offrendo colloqui informativi gratuiti alla seconda Giornata nazionale della salute della donna, promossa dall'osservatorio nazionale Onda e riservata agli ospedali italiani premiati con i bollini rosa per l'attenzione alle patologie femminili.

Si parte martedì 18 aprile, dalle 14 alle 16, con 5 colloqui uro-ginecologici presso l'ambulatorio 2 al primo piano del Padiglione Maternità, a cura della dott.ssa Daniela Viviani, dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia.

Mercoledì 19 aprile l'équipe di Dermatologia diretta da Claudio Feliciani offre venti consulti gratuiti, tenendo aperti dalle 15.30 alle 19 gli ambulatori al 3° piano del padiglione Cattani. Nella stessa giornata, dalle 15.30 alle 17, gli ambulatori di Reumatologia, con gli specialisti Flavio Mozzani e Daniele Santilli, offrono 10 colloqui gratuiti presso l'ambulatorio al 2° piano del Padiglione Farmacia. Sempre mercoledì 19 sono disponibili 5 appuntamenti, dalle 14 alle 16, presso il Centro di Procreazione medicalmente assistita con il responsabile del Centro Lorenzo Barrusi e 10 colloqui a cura della dottoressa Cecilia D'Aloia, responsabile del Centro senologico del Maggiore per illustrare, alle donne di età inferiore ai 40 anni che non abbiano ancora eseguito lo screening per la prevenzione, il percorso diagnostico terapeutico sulla patologia mammaria.

Gli appuntamenti proseguono giovedì 20 aprile, dalle 15.30 alle 17, con 5 colloqui presso la struttura semplice di Endocrinologia metabolica e geriatrica con gli specialisti Adriano Ceresini, responsabile del servizio, e Marina Michela al primo piano del Padiglione Barbieri. L'open week si concluderà venerdì 21 con 5 colloqui diabetologici a cura di Maria Grazia Magotti, presso l'ambulatorio A del piano rialzato del Cattani.

Le donne interessate potranno prenotare il colloquio telefonando da martedì 11 aprile a giovedì 13 aprile, dalle 9 alle 13, al numero 0521.703015 specificando all'operatore dell'Ufficio Relazioni con il pubblico dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria la specialità di interesse.
Con questa iniziativa l'Ospedale di Parma attraverso i propri medici vuole avvicinare la popolazione femminile alle principali patologie che la riguardano, informandola sui percorsi di diagnosi e cura più appropriati, a testimonianza dell'impegno continuo nella promozione della medicina di genere e nella personalizzazione della cura al fine di garantire appropriatezza diagnostica e terapeutica.

Nel biennio 2016-2017, il Maggiore è stato premiato con tre "Bollini Rosa", il massimo premio a cui può aspirare un'azienda sanitaria, per i servizi offerti e per l'alto livello di attenzione verso le patologie femminili. Il numero di Bollini Rosa (da 0 a 3) viene assegnato sulla base di tre criteri valutativi: presenza di servizi nell'ambito delle specialità di maggior rilevo clinico ed epidemiologico per la popolazione femminile; appropriatezza del percorso diagnostico-terapeutico, in relazione alle esigenze e alle caratteristiche psico-fisiche della donna; presenza di servizi per l'accoglienza della paziente e per la tutela della sua dignità. Per l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma referenti del progetto "Bollini Rosa" sono Giovanna Campaniello, responsabile del Governo Clinico, Gestione del Rischio e Coordinamento Qualità e Accreditamento e Gabriella Raise, dirigente medico del Governo clinico.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Parma)

Un trattamento sempre più mirato sulle cellule tumorali che viene utilizzato a scopo curativo. Testimonianze e riflessioni all'incontro organizzato all'Ospedale Maggiore di Parma.

Parma, 13 marzo 2017

Che cos'è la moderna radioterapia? E' questa la domanda al centro del convegno organizzato sabato 11 marzo dal direttore della Unità operativa di Radioterapia dell'Ospedale Maggiore di Parma Nunziata D'Abbiero a cui sono stati chiamati a rispondere professionisti ed esperti del settore, affiancati dalla preziosa testimonianza di donne coraggiose che hanno affrontato il percorso terapeutico. Perché la moderna Radioterapia è un trattamento curativo sempre più mirato a colpire le cellule tumorali il cui utilizzo viene consigliato sia in abbinamento con farmaci chemioterapici sia in esclusiva, con risultati sempre più incoraggianti.
Dopo i saluti di Massimo Fabi, direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e di Maurizio Falzoi dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Parma, ha aperto l'incontro il presidente della Società Italiana di Radioterapia Oncologica Elvio Russi mentre lo stato dell'arte è stato tracciato dal professor Umberto Ricardi, presidente della Società Europea di Radioterapia ESTRO, che ha approfondito le nuove modalità terapeutiche della Radioterapia nella lotta ai tumori ricordando come il 70% dei malati oncologici necessiti del trattamento radioterapico, nel duplice ruolo di unico trattamento di cura o supporto ad un intervento chirurgico o a terapie farmacologiche. Intensa quanto inusuale la chiusura del convegno durante il quale "donne coraggiose", come la ha definite la dottoressa D'Abbiero, hanno raccontato il loro viaggio nella malattia e soprattutto il percorso verso la guarigione perché la Radioterapia non deve fare paura. A testimonianza della stretta collaborazione con le associazioni di volontariato che seguono i pazienti oncologici della Radioterapia di Parma la presenza al convegno di Avoprorit e di Munus Onlus.

(Fonte: Ospedale di Parma)

Interventi in urgenza per tre bimbi di 10 mesi e 2 anni con una grave insufficienza respiratoria causata dall'inalazione di frammenti di cibo. 

Parma, 10 marzo 2017

Tre bimbi salvati dal soffocamento nel giro di 24 ore. Succede all'Ospedale Maggiore di Parma, più precisamente nella struttura di Pneumologia ed Endoscopia Toracica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Il primo, nel pomeriggio di martedì, ad un bimbo di 2 anni di Salsomaggiore, poi, ieri mattina alle 6, a una bimba, sempre di 2 anni, di Reggio Emilia e infine l'ultimo intervento, attorno all'una di mercoledì pomeriggio, ad un bimbo di Parma di 10 mesi.
Tutti e tre i piccoli pazienti, arrivati in urgenza all'Ospedale dei Bambini di Parma, presentavano una grave insufficienza respiratoria causata dalla involontaria inalazione di frammenti di cibo. Ora sono tutti in buone condizione, il bimbo di Salsomaggiore ha già fatto ritorno a casa, mentre gli altri due piccoli pazienti saranno dimessi a breve.

A raccontare la straordinarietà di quanto accaduto è la dottoressa Maria Majori, da oltre 15 anni pneumologo interventista della struttura, diretta da Angelo Gianni Casalini, che ha effettuato tutti e tre gli interventi.

"I bambini - spiega Majori - presentavano evidenti segni di distress respiratorio -con un polmone escluso dalla ventilazione e siamo quindi dovuti intervenire in urgenza in sala operatoria utilizzando un broncoscopio rigido con specifici strumenti vista l'età dei pazienti".
L'intervento più delicato proprio ieri nel primo pomeriggio ad un bimbo di Parma di 10 mesi che aveva inalato un seme di girasole due giorni prima. "Più delicato – prosegue Majori- perché le vie aere di un paziente di 10 mesi sono estremamente ridotte e gli strumenti da usare sono di dimensione quasi minuscola, bisogna quindi intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente. E' stato necessario portare il piccolo in sala operatoria, procedere all'anestesia, anch'essa molto delicata su paziente di questa età, e infine rimuovere il seme di girasole finito nel polmone".

lastra-bambino-soffocamento 

Il primo bambino aveva, invece, inalato dei frammenti di arachidi circa venti giorni fa e col passare dei giorni i genitori hanno riscontrato un problema respiratorio via via sempre più evidente che alla fine li ha portati a recarsi in visita specialistica pediatrica al Maggiore. "Chiamati ad in intervenire – continua Majori- abbiamo provveduto immediatamente all'intervento". Sintomi più improvvisi invece, per la seconda giovanissima paziente, in questo caso, la piccola residente a Reggio Emilia aveva ingoiato dei pezzi di carota cruda circa 6 ore prima manifestando fin da subito segni di grave difficolta respiratoria. Anche in questi due casi è stato necessario portare i piccoli in sala operatoria.
Insieme a Majori sono intervenuti in sala operatoria Emanuele Sani, Luca Cattani Solange Risolo, Daniele Barantani, Federico Martello e Davoud Ghasempour, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, il personale infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell'Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.

Più a rischio i bimbi fra 1 e 3 anni

L'età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. L'oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l'estrazione. In alcuni casi il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all'osservazione medica.

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