La nota stampa del Movimento 5 Stelle di Correggio sulla mozione che verrà presentata al Consiglio Comunale. Il "Baratto amministrativo" offrirebbe la possibilità, ai cittadini in difficoltà, di avere una riduzione sulle tasse grazie a lavori socialmente utili. -
Reggio Emilia, 17 settembre 2015 -
Come sappiamo il reddito di cittadinanza, benché attivo sotto diverse definizioni in in tutti i paesi fondatori della Unione Europea, non è ancora stato introdotto in Italia.
Per aiutare i cittadini con un reddito insufficiente, il Movimento 5 Stelle di Correggio proporrà al Consiglio Comunale la mozione sul "Baratto amministrativo": uno strumento che introduce la possibilità di ridurre la pressione della tassazione locale (IMU, TASI, TARI) ai cittadini in difficoltà economica che vogliano dedicare il proprio tempo ad attività di pubblica utilità.
Si tratta di istituire la possibilità di barattare ore di lavoro in cambio della riduzione dei tributi comunalidelle tariffe per i servizi comunali erogati.
Le ore di lavoro dei cittadini sarebbero utilizzate per lavori di interesse generale e cura del territorio come ad esempio:
Il Comune di Correggio beneficerebbe così di un doppio vantaggio:
Il Movimento 5 Stelle è sempre dalla parte dei cittadini, perché nessuno deve rimane indietro!
Correggio 5 Stelle
Prima Parma-Territorio & Autonomia: "Ora almeno si invitino i firmatari a partecipare alla discussione della mozione." -
Parma, 16 settembre 2015 -
Riceviamo e pubblichiamo la replica a Marco Vagnozzi, Presidente del Consiglio Comunale, dopo la denuncia al Prefetto, di Giampaolo Lavagetto e Cecilia Zanacca per la mancata risposta in merito alla petizione "Città Sicura" che aveva raccolto oltre 200 firme. -
"Caro Presidente del Consiglio Comunale di Parma,
La sua "repentina" risposta alla nostra richiesta di intervento da parte del Prefetto di Parma al fine di vedere tutelate le richieste di oltre 2000 cittadini di Parma relativamente alla petizione "Città Sicura", più che da portavoce dei cittadini ( ci sembra che sia questo il modo in cui si facciano chiamare gli eletti del M5S), rischia di apparire come una stizzita replica stile Prima Repubblica. E' davvero questo il punto cui il logorio dell'amministrazione vi ha portato ? Speriamo davvero di no! Diversamente tutti i proclami che vi hanno portato ad amministrare la città, sarebbero svaniti nel nulla come una bolla di sapone!
Caro Presidente, a noi non interessa la polemica pretestuosa, ne tanto meno gli attacchi personali, ma il rispetto dei diritti dei Cittadini di Parma. Quello ci sta davvero molto a cuore!
Ci siamo infatti rivolti al Prefetto di Parma semplicemente perchè non avevamo avuto alcun riscontro da chi di dovere; soprattutto non l'avevano avuto più di 2000 parmigiani che, confidando nell'attuale amministrazione, avevano scelto un modo da voi caldeggiato (vedi attuale statuto comunale) per risolvere questioni particolarmente urgenti. Un anno di totale silenzio avrebbe scatenato reazioni ben più energiche di quelle da noi seguite, assolutamente in linea con quanto previsto dalla legge. Soprattutto perchè ci era parso che il suo movimento facesse di questo tema un cavallo di battaglia; non è forse vero?
Da 12 mesi le viene gentilmente chiesto dai primi firmatari della petizione di fare chiarezza sull' iter della medesima, visto che lo Statuto impone all'Ente di fornire agli interessati, risposta ai quesiti posti. Solo ora, purtroppo a seguito di quello che abbiamo ritenuto dover fare per tutelare la fiducia ricevuta da oltre 2.000 Parmigiani, ci si risponde che la responsabilità del ritardo sembra essere dell' intero Consiglio Comunale. Soprattutto, apprendiamo che in modo unilaterale si è deciso, senza interpellare gli interessati, di sciogliere la petizione in una unica seduta con altre iniziative dei Consiglieri, cosa che non ci sembra rispettosa dei cittadini firmatari ne dello stesso Statuto.
Naturalmente agendo nell'interesse dei cittadini di Parma, siamo ancora assolutamente pronti a riprendere il discorso in modo costruttivo con lei e con tutto il Consiglio Comunale, a patto che tutto si svolta con la massima urgenza e condivisione. A tale proposito, ci sembra doveroso che i primi firmatari della petizione siano invitati nella sede di quella che lei ha annunciato essere la prossima discussione della mozione, al fine di potere illustrare ai consiglieri il punto di vista degli oltre 2.000 parmigiani firmatari.
E' forse pretendere troppo?
Cecilia Zanacca - Giampaolo Lavagetto
Denuncia al Prefetto di Parma per mancato rispetto dello Statuto Comunale relativamente alla petizione "Città Sicura" da parte del Consiglio Comunale. -
Parma, 14 settembre 2015 -
Il movimento PRIMA PARMA - TERRITORIO & AUTONOMIA informa in una nota di aver presentato denuncia questa mattina al Prefetto di Parma relativamente al "comportamento grave e scorretto tenuto dal Presidente del Consiglio Comunale di Parma" per la petizione "Città Sicura" - si legge.
"Il Consiglio Comunale infatti a distanza di più di un anno deve ancora dare risposta agli oltre 2000 parmigiani che hanno sottoscritto la petizione di cui sopra.
Questo comportamento oltre al mancato rispetto dei cittadini firmatari, non tiene conto di quanto stabilito in materia dallo Statuto stesso del Comune di Parma.
Questa denuncia vuole essere un ulteriore tentativo perché le autorità competenti prendano in seria considerazione quanto denunciato / proposto dai cittadini di Parma e, senza ulteriori ritardi, si facciano carico dell'attuale grave situazione della nostra città per quanto riguada la SICUREZZA."
Alleghiamo lettera inviata al Prefetto di Parma
Cecilia Zanacca - Gianpaolo Lavagetto
La nota stampa di Cecilia Zanacca, leader di Prima Parma-Territorio & Autonomia sulla petizione per Parma "Città Sicura": "Bene la raccolta firme sulla differenziata. Ora, però, il Consigliere Ghiretti coerentemente si attivi i affinché il consiglio comunale dia risposta agli oltre 2.000 parmigiani che hanno sottoscritto la petizione." -
Parma, 14 settembre 2015 -
Da ormai oltre 1 anno, più di 2.000 parmigiani attendono che il Consiglio Comunale di Parma dia una risposta alla petizione sul progetto "Città Sicura". Nel settembre dello scorso anno, infatti, il Presidente del Consiglio Comunale, in chiusura della discussione, si era impegnato a trasformare in mozione la petizione affinché, come da Statuto, fosse data una risposta ai firmatari. Da allora numerosi appelli ai consiglieri sono stati fatti affinché venisse mantenuto l'impegno preso. Non ultimo, l' appello di oltre 10 consiglieri di quartiere inviato a giugno di quest'anno a tutti i capigruppo, ma anche questo toltalmente ignorato dai destinatari. Prendiamo atto che il consigliere Ghiretti, con il suo gruppo Parma Unita, in questi giorni ha avviato una condivisibile raccolta firma sulla petizione per un miglioramento della raccolta differenziata. Augurandogli il buon esito dell' iniziativa e complimentandoci per la meritoria iniziativa, ritenendo assolutamente condividibile il fatto che non esistano firme di cittadini di Parma di serie A e di serie B, chiediamo al Consigliere Ghiretti di attivarsi al fine di stimolare il Consoglio Comaunale a dare la doverosa risposta, ormai attesa troppo a lungo.
Ci auguriamo pertanto che, finalmente tutti i parmigiani sottocrittori della petizione "Città Sicura" abbiano la dovuta attenzione e risposta.
Cecilia Zanacca
Prima Parma - Territorio & Autonomia
Siamo tornati ad essere un grande Paese. Abolizione dell'IMU e della Tasi, maggiori risorse ai comuni, crescita industriale pari alla Germania (o forse è vero il contrario) e aumento dei contratti a tempo indeterminato. Come non si può riaccendere la fiducia godendo di condizioni così favorevoli. E allora fiato alle trombe di regime. Come rimpiangere la libertà di espressione degli anni 60 e settanta.
di Lamberto Colla - Parma, 13 settembre 2015 -
"Bisogna ridare fiducia" è il Renzi pensiero che nei giorni scorsi ha attraversato l'etere e si è diffuso nei milioni di tubi catodici degli italiani. E se qualcuno fosse stato distratto nel seguire i suoi amici su facebook, tranquilli, l'informazione di regime lo raggiunge anche lì.
Il premio per tanto penare di questi anni di crisi e per le politiche economiche poco efficaci messe in campo dal governo Renzi è l'annullamento della tanto odiata tassa sulla casa. Ecco che l'annuncio a sorpresa di Matteo Renzi squarcia il cielo e giura che l'IMU e la Tasi saranno rimosse e il 16 dicembre sarà l'ultima volta che saranno iscritte nel calendario dei pagamenti degli italiani.
L'annuncio del taglio dell'odiate imposte avviene una quindicina di giorni dopo il garbuglio della pubblicazione dei dati del Ministero del Lavoro che avrebbero dovuto sostenere il precedente claim ottimistico di Renzi "I segnali di ripresa ci sono ma vanno colti"
Dopo il pasticcio del 25 agosto - giorno della pubblicazione di dati del Ministero del Lavoro sbagliati del 100% - scorso c'era quindi Bisogno di una nuova iniezione di fiducia ed ecco che con la "sparata" del taglio dell'IMU il premier sale in cattedra nel talk show più visto da grandi e piccini, quel "Porta a Porta" che è sempre stato il rifugio sicuro per ogni nostro primo ministro.
Ma l'euforia alle volte gioca brutti scherzi e il nostro pirotecnico Capo del Governo si lancia in regali, premi e ricchi cotillon per tutti, Comuni compresi: "togliamo Imu e Tasi e daremo ai sindaci un assegno corrispondente".
Una frase che si può interpretare solo in modo, a meno che non si vada rubare all'estero, magari sul PIL della Germania, l'IMU e la Tasi saranno tolte ma, c'è da esserne certi, gli strateghi del ministero delle Finanze riusciranno nell'impresa di inventarne di altre o di fare qualche aggiustamento qua e là di qualche aliquota (già pronta l'Iva al 24% per il 2016), incrementando l'accise sui carburanti o qualche altra diavoleria.
Altrimenti con cosa si potranno alimentare i Comuni? Non certo con il maggior gettito d'Iva che tra riduzione dei consumi e evasione fiscale l'Italia si colloca ai vertici d'europa preceduta solo da Romania Lituania, Slovacchia e Grecia.
La fiducia che tanto si vorrebbe insufflare negli italiani non può venire così rapidamente depressa da incidenti di percorso che, seppure leggeri, sono stati colti da qualche giornalista, vorace di trovare notizie diverse dalle solite e a caccia di ogni dettaglio, sfumatura o inflessione dei rappresentanti del Governo.
Serve una bomba! E bomba sia.
L'ISTAT riesce, scavando a fondo, a tirare fuori il coniglio dal cappello a cilindro. A luglio La produzione industriale segna il +1,1%.
Finalmente una notizia positiva che non verrà smentita. La fiducia nel Governo e nelle sue politiche economiche tornerà a crescere perché, e qui il tocco di classe dell'improvvisazione scenica, "L'Italia è in ripresa, cresciamo come la Germania".
Peccato che ormai sia la Germania crescere come l'Italia e che il Bluff della ripresa Europea presto o tardi verrà a galla.
Un paio d'anni fa venne introdotto l'artificio contabile di inserire al bilancio nazionale dei Paesi UE, ovviamente nella quota attiva, le presunzioni di ricavi derivanti dal lavoro nero, dalla attività di prostituzione e altre amenità illecite, prossimamente saranno i profughi a dare un'aiutino ai bilanci potendo, stando alle anticipazioni dei giorni scorsi, gli Stati defalcare i costi sostenuti per l'accoglienza dei profughi.
Purtroppo c'é poco da essere ottimisti.
Nonostante gli slogan di fiducia del Premier, ridondati dai media come fossero degli uffici stampa presidenziali, ci sono due dati inquietanti che raccontano di una Italia diversa:
1. siamo il Paese OCSE che registra il maggior numero di crisi aziendali. Mentre gli altri Paesi hanno avviato un processo di arretramento l'Italia ha visto incrementare del 66,3% i fallimenti dal 2009 al 2014.
2. l'ISTAT dal 2012 ha interrotto la registrazione, o meglio la divulgazione, dei dati relativi al numero di suicidi. L'ultimo dato risale al 2010 con 187 casi e 245 tentativi. (121 suicidi nel primo semestre 2015 secondo l'Osservatorio dei Suicidi)
Rimpiango la libertà di espressione degli anni 60 e settanta. Una libertà all'epoca non percepita ma che, a ben guardare (vedi foto di copertina) la rassegna di manifesti esposti nell'archivio del CSAC (Centro Studi e Archivio di Comunicazione) dell'Università di Parma, la maggior parte di quelli oggi non sarebbero tollerati, gli autori denunciati e perseguiti con enormi ammende economiche stratosferiche.
Se questo è il prezzo della modernità ne farei volentieri a meno.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 36 06 settembre 2015 - Cereali potenzialmente verso la stabilità. Previsioni non confortanti per il settore lattiero caseario. Rischio maltempo per le ultime vendemmie e per il mais. Nasce il colosso del pomodoro.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Apocalisse
3.1 cereali Commodities: verso la stabilità ma alcune nubi potrebbero oscurare nuovamente il cielo
4.1 cereali Materie prime. La tempesta sta passando
5.1 Lattiero caseario Latte spot in altalena. Cede un euro.
6.1 eventi Prosciutto in vigna 2015
7.1 frodi latte NAS Cremona, bloccato un vasto traffico di farmaci utili a aumentare la produzione lattiera.
7.2 mercato del latte Latte, prezzi in depressione. Le previsioni non sono confortanti per i prossimi mesi
7.3 meteo e raccolti Rischio maltempo
8.1 lavoro Caporalato, misure severe per gli sfruttatori e premi per le imprese virtuose
8.2 raccolti Caldo, le due facce della medaglia
9.1 pomodoro e concentrazione Il colosso del pomodoro nasce dalla fusione Casalasco - ARP
10.1 maltempo Danni da maltempo a Reggio Emilia
11.1 promozioni "vino" e partners
In fuga dall'inferno. Una crisi migratoria senza precedenti. La doppia responsabilità del'Europa: dai bombardamenti all'accoglienza, l'UE ha mostrato i lati peggiori di questo continente che da culla delle civiltà sta rapidamente virando a culla delle inciviltà.
di Lamberto Colla - Parma, 6 settembre 2015 -
Dal giorno in cui tutti popoli dell'Unione Europea festeggiarono, in contemporanea, l'introduzione dell'Euro a oggi sembra sia trascorso qualche secolo invece di soli 13 anni.
Era il primo gennaio 2002. Sembrava venisse realmente suggellato il definitivo processo di integrazione di diversi popoli che, solo poco meno di sessant'anni prima, si erano confrontati con le armi. La moneta unica europea che avrebbe dovuto fare da catalizzatore delle politiche comuni, faceva finalmente il suo ingresso trionfante nei salotti buoni della finanza.
Alla mezzanotte di tredici anni fa i fuochi artificiali illuminarono il cielo della Banca Centrale Europea a Francoforte; il Pont Neyf a Parigi venne illuminato di blu con 12 raggi di luce che simboleggiavano le dodici nazioni in cui l'Euro era divenuto la valuta corrente. Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica, spendeva i suoi primi 154 centesimi di euro per pagare due caffè, uno per sé e uno per la moglie al Caffé Gambrinus di Napoli e il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, a Vienna, comprava un mazzo di rose per la moglie Flavia. Pagando in euro, ovviamente. Le abitudini di spesa cambiavano, quella notte, per 300 milioni di persone.
Dopo Shenghen, l'introduzione della moneta unica rappresentava l'ultimo passaggio per condurre l'UE verso quell'unificazione capace di fare definitivamente dimenticare gli orrori delle due guerre mondiali e con la forza del collettivo porsi come autorevole interlocutore internazionale ergendosi quindi a grande superpotenza.
Su Repubblica, Ezio Mauro scriveva un'editoriale che pur celebrando l'importanza dell'evento metteva in luce le debolezze con le quali l'Euro faceva il suo ingresso nella buona società elencando quelle previsioni che poi non si sono realizzate:
"La moneta appare nuda perché nasce senza uno Stato che possa batterla, senza un esercito che sappia difenderla, senza un governo che riesca a guidarla, e infine senza un sovrano capace di rappresentarla e politicamente di "spenderla" nel mondo. Ma la stessa moneta creerà da sola, e impetuosamente, identità europea, coscienza comune, sovranità."
Solo 5 anni dopo si manifestarono i primi effetti negativi di una operazione venuta alla luce senza il reale consenso politico e senza una chiara e forte politica condivisa. E' il 2007 e fa il suo ingresso in scena una crisi finanziaria senza precedenti alla quale segue quella economica che tutto travolge, compresi i valori etici, aprendo le porte a spinte nazionaliste e arroganze imperialiste che sembravano sopite. Invece, come un cancro, il male si è infiltrato a tutti i livelli andando rapidamente a distruggere, negli otto anni successivi, quanto costruito nei 50 anni precedenti falcidiando i Paesi Euro (da 12 a 19 con il regno Unito sempre fuori) e il sogno di identità europea, di coscienza comune e sovranità tanto auspicata da Ezio Mauro.
Il culmine però si è raggiunto con la questione mediorientale e del nord africa. Dalla complicità nei bombardamenti in Iraq ai diretti bombardamenti in Libia, dal non intervento (politico) in Siria alla posizione sanzionatoria e di appoggio militare della questione Ucraina - Russia, l'Europa è riuscita a esprime il peggio e il contrario delle aspettative di ciascuno di noi.
L'effetto di questa antipolitica europea l'abbiamo davanti a noi tutti i giorni con popolazioni intere che spingono alle frontiere degli Stati membri capaci di respingere, murare da un lato o accogliere e lasciare transitare senza ordine dall'altro migliaia di disperati in fuga dagli inferni creati dal mondo occidentale (USA e Europa).
Il risultato è morte e distruzione. Dapprima furono le carrette del mare a portare sul vecchio continente attraverso il più vicino approdo, l'isola di Lampedusa barconi di profughi.
Un fenomeno che da quel giorno si è mostrato in costante evoluzione e che l'Ue non ha assolutamente voluto osservare lasciando all'Italia il compito di soccorre e arginare, malamente, quei primi anni di esodo.
Il mediterraneo è perciò diventato un cimitero accogliente per migliaia di bambini, donne e uomini in fuga dai territori di guerra ma ancora nulla. L'Ue è sorda e, oltre a deridere l'Italia, non promuove nessuna azione di analisi e previsione del fenomeno nè tantomeno delle politiche condivise per intervenire e arginare questo esodo biblico che si stava annunciando e impietosamente materializzato a metà estate alle frontiere orientali e del sud europa prendendo alla "sprovvista" coloro che hanno la presunzione di governare l'UE.
Ormai la pressione umanitaria alle frontiere è incontenibile e non ci sono nè muri, nè filo spinato nè cordoni militari in grado di arrestarla e è di poche ore fa la dichiarazione del Pentagono che il fenomeno migratorio non si arresterà prima di vent'anni.
Un fenomeno fuori controllo come fuori controllo è la lucidità delle donne e degli uomini di governo.
Basti pensare che il premier Cameron nell'arco di 48 ore ha dichiarato la chiusura delle frontiere anche per gli europei sneza lavoro e in seguito ha affermato la disponibilità illimitata ai richiedenti asilo, altrettanto la Merkel prima mette in discussione Shengen e il trattato di Dublino poi chiede il sostegno di tutti a favore dell'Italia che non può essere lasciata sola sul fronte sud.
Ora è tardi per una politica estera e dell'accoglienza. Al massimo si potranno arginare e prevenire effetti ancor più nefasti ma niente più.
E pensare che il preambolo alla carta dei diritti dell'uomo del 2000 annunciava che "l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; (...) Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell'Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia."
E invece è l'apocalisse e il simbolo di questo sta nell'immagine di copertina del Manifesto e dal suo titolo, discutibile ma sicuramente d'effetto e comunque in sintonia con il cinismo europeo, che accompagna l'immagine: "Niente Asilo".
Già, niente asilo per quel bimbo, dell'apparente età di tre anni, con i calzoncini blu e maglietta rossa che a faccia in giù sembra dormire sulla spiaggia turca.
Calzoncini blu e maglietta rossa sono una divisa per i bambini di quell'età che dovrebbero solo pensare a giocare, mangiare e rincorrere le coccole dei genitori e dei nonni e invece...
D'altra parte è sempre stato così abbiamo fatto finta di non accorgerci delle miserie dell'altro mondo e ora che approdano sulle coste e spingono ai confini di stato si ergono barriere e si dà in isteriche escandescenze solo perchè la miseria non la si osserva più ma la si tocca con mano.
Mi auguro che il sacrificio di quel bimbo abbia realmente smosso le coscienze dei grandi della terra e chissà che un giorno si possa scoprire che il nome di quel bimbo fosse Salvatore.
Possa oggi Salvatore correre e giocare spensierato in Paradiso raccogliendo per sempre quanto in terra gli è stato negato.
Pino Agnetti promotore della campagna "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", che tramite la pagina Facebook ha già raggiunto 1.700 firme, denuncia la situazione di degrado urbano dovuta al problema rifiuti e la mancata risposta del Sindaco Pizzarotti al confronto pubblico. -
Parma, 3 settembre 2015 -
"Credo che i bambini della foto (i cui volti sono stati volutamente oscurati) abbiano diritto, almeno a Parma, a non giocare fra i rifiuti. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa anche il sindaco Pizzarotti... Impresa per altro impossibile, a giudicare dal silenzio assoluto – complimenti per l'educazione – seguito alla mia proposta di un confronto pubblico sul tema che oggi sta più a cuore ai parmigiani. Non che mi fossi illuso, sia chiaro. Sta di fatto che, ancora una volta, il "primo cittadino" ha mostrato il più completo disinteresse per i propri cittadini. Segnatamente, per gli oltre 1.700 firmatari del mio appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!". Proprio oggi, in una intervista pubblicata su un quotidiano nazionale, lo stesso Pizzarotti ha dichiarato che "Occorre che si apra un dibattito a livello locale. Bisogna conoscere chi andiamo a votare. Altrimenti finisce, come è capitato, che ci ritroviamo in lista persone che non abbiamo mai visto né conosciuto, solo grazie ai voti online". Parole sante, signor sindaco. Infatti, sempre più spesso a Parma ci si domanda chi siamo andati a votare tre anni fa! Anche se va detto che il suo silenzio sprezzante la dice lunga in proposito. Motivo in più per andare avanti in questa battaglia di civiltà dietro cui non ci sono né partiti, né lobbies o interessi di parte. Solo il desiderio e la speranza di non vedere più i bambini di Parma giocare fra i rifiuti!".
Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"
Numero dei firmatari dell'appello: 1.715
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Cecilia Zanacca, leader di Prima Parma sull'assegnazione degli alloggi ERP. -
Parma, 1 settembre 2015 -
A breve si aprirà il nuovo bando per l'assegnazione degli alloggi ERP a Parma.
Sono oltre 1600 le domande arrivate all'ufficio competente con la richiesta di assegnazione di detti alloggi.
Il regolamento che detta le condizioni ed il punteggio per avere queste case, è stato negli anni più volte fonte di polemiche e malcontento.
Indubbio che si debba dare priorità a quei cittadini di Parma che, da più tempo vi risiedono e che, con il loro lavoro, impegno ed attaccamento al territorio, hanno contribuito in modo importante al nostro benessere comune. Il regolamento in vigore certamente non assicura tutto questo.
Chiediamo quindi che chi incaricato per legge, metta mano immediatamente ad una revisione integrale di questo regolamento e che ne modifiche quelle parti che risultano decisive per rispettare la priorità di noi Parmigiani.
In primis modificare i punti B8 (relativo ai nuclei famigliari che rientrano in Italia) e B10 (anni di residenza nel Comune di Parma alla data di presentazione della domanda).
Non è più il caso di prendere sottomano questo problema; è invece obbligatorio portare rispetto ai nostri concittadini in evidente ed accertata difficoltà.
Si sa che in tempi di crisi come quello che tutti noi stiamo attraversando, ogni risorsa è preziosa; questi alloggi possono consentire una vita dignitosa a coloro che al momento davvero non riescono a farcela!
Lavoro, assistenza sanitaria, wellfare: tante cose dovrebbero essere migliorate!
Iniziamo allora da qui: diamo le case disponibili ai Parmigiani!
Cecilia Zanacca
Nell'interrogazione rivolta alla Giunta, la consigliera afferma che "le numerose crisi aziendali, che colpiscono segmenti chiave del manifatturiero emiliano-romagnolo, testimoniano purtroppo il perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e sull'occupazione regionale". -
Bologna, 31 agosto 2015 -
"Rivedere le politiche in materia di lavoro" alla luce dei dati Inps dei primi sei mesi del 2015, da cui emerge che l'Emilia-Romagna, seppure aumentino i contratti a tempo indeterminato, è lontana da aver superato la crisi.
E, inoltre,"intervenire con politiche mirate per dare impulso alla crescita di imprese giovanili sul territorio regionale" e "attivare un piano diretto alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori adulti espulsi e a forme di impegno condiviso, a livello territoriale, per il loro rientro al lavoro".
Sono queste alcune delle richieste rivolte alla Giunta regionale dalla consigliera Giulia Gibertoni (M5s), che, in un'interrogazione, afferma come i dati rivelino "l'inefficacia delle costosissime politiche di sostegno attuate dalla Regione per le imprese interessate, drenando per anni fondi europei, regionali e statali, senza centrare l'obiettivo di salvataggio delle aziende e dei posti di lavoro".
La consigliera sollecita quindi il governo regionale a richiedere, in particolare nella Conferenza Stato-Regioni, la revisione delle politiche per il lavoro che poggiano su azioni dirette a salvaguardare i servizi esistenti (Garanzia giovani) o sulla convinzione che il lavoro si crei con nuove norme (Jobs Act) per indirizzare queste politiche su strategie di investimento e di riqualificazione dei servizi.
La Giunta dovrà anche richiedere, nelle sedi di confronto fra Regioni, "l'adozione di strumenti condivisi, trasparenti, chiari e non mendaci per la misurazione dei fenomeni in corso nel campo dell'occupazione, evitando le clamorose smentite del ministero".
Gibertoni, infine, invita l'esecutivo regionale a sostenere il progetto di legge del M5s 'Misure regionali denominate Reddito di Cittadinanza', finalizzato a "promuovere reinserimenti lavorativi, nuova occupazione e sostegno economico a chi è in difficoltà".
Nel testo, la consigliera sostiene che "la scommessa del Presidente della Regione di creare 120.000 posti di lavoro in cinque anni, con un abbassamento al 4,5% della disoccupazione (oggi all'9%), sembra lontana dalla sua realizzazione" e che dai dati emergerebbe come la tendenza in regione a una contrazione sia delle imprese giovanili che delle altre sia "più pesante di quella nazionale".
"Le numerose crisi aziendali che colpiscono segmenti chiavi del manifatturiero emiliano-romagnolo, sono purtroppo una testimonianza- afferma- del perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e l'occupazione regionale, segnata da difficoltà strutturali anche nel comparto agricolo ed in quello turistico" e che gli strumenti messi in campo, come il Patto per il lavoro, recentemente siglato, o come le ultime leggi regionali di riordino o sulle persone con fragilità e vulnerabilità, non concorreranno a superare.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )
(cr)
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)