In mostra a Palazzo Prampolini in Via Garibaldi a Reggio Emilia dal 18 Marzo al 30 Aprile gli scatti di Gabriele Savi. I proventi, in accordo con Grade Onlus, sosterranno il progetto Pet puzzle.
Reggio Emilia, 14 Marzo 2017
Sabato 18 marzo sarà inaugurata la mostra fotografica "La ferrovia nel paesaggio della Bonifica", a cura del fotografo Gabriele Savi. La mostra sarà visitabile dal 18 marzo fino al 30 aprile 2017 presso il Salone "Natale Prampolini" all'interno del palazzo del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, a Reggio Emilia in corso Garibaldi 42. L'iniziativa è organizzata dal Consorzio per la Bonifica dell'Emilia Centrale e Grade Onlus e ha lo scopo di valorizzare il ricco patrimonio storico-ferroviario della regione Emilia-Romagna, nell'ottica della costituzione di un vero e proprio nucleo di rotabili storici Fer atti al servizio, a partire dal treno con locomotiva a vapore, restaurato dall'Act di Reggio Emilia circa 25 anni fa.
La mostra conta su 35 scatti di rotabili ferroviari storici in carico di Fer/Tper e Trenitalia, ripresi proprio nei paesaggi tipici e rappresentativi della nostra pianura, in particolare nelle province di Reggio Emilia e Parma e al confine con il mantovano nell'area del Po. Le immagini sono state scattate tra il 2005 ed il 2010. Tra gli elementi più interessanti oltre alle locomotive ci sono automotrici, carrozze d'epoca che hanno contribuito, proprio attraverso le ferrovie regionali (poi confluite in FER), a influenzare il tessuto sociale e produttivo della regione in un viaggio lungo oltre 130 anni. Tra i vari soggetti immortalati da non perdere è la locomotiva a vapore CCFR7 delle ferrovie reggiane, una rarità per gli appassionati e cultori della materia: un gioiello del 1907 che ancora oggi ci affascina con le sue volute di bianco vapore, le ruote rosse ed il fischio acuto e potente.
In Italia, da alcuni anni a questa parte, c'è una nuova sensibilità in merito alla storia delle ferrovie, anche attraverso il ripristino di convogli ferroviari d'epoca e la Regione Emilia-Romagna, depositaria di una storia dei trasporti ferroviari di grande interesse, si è inserita in questo percorso e sta facendo la sua parte. L'autore delle foto è il quarantenne Gabriele Savi, ingegnere e storico delle ferrovie italiane; la sua attività di ricerca si incentra principalmente sulle ferrovie locali di Reggio Emilia e sulle produzioni ferroviarie delle Officine Reggiane. Ha all'attivo oltre venticinque pubblicazioni sulle maggiori testate nazionali di storia e tecnica del trasporto ferroviario. Le fotografie esposte saranno messe in vendita ad offerta libera (offerta minima 25 euro) ed i proventi, in comune accordo con il direttore di Grade Onlus Roberto Abati, andranno a finanziare il progetto Pet puzzle, ovvero la ricerca di fondi sul territorio per l'acquisto di una apparecchiatura Pet (Positron Emission Tomography): si tratta di una metodica di diagnostica per immagini che consente di individuare precocemente i tumori e di valutarne la dimensione e la localizzazione.
La Fondazione Grade Onlus si pone come capofila nella raccolta di 2 milioni di euro in 3 anni per l'acquisto di una nuova Pet da donare all'Arcispedale Santa Maria Nuova – Irccs di Reggio Emilia. L'autore delle foto desidera in questo modo ringraziare l'equipe ematologica dell'Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, diretta dal Dott. Francesco Merli, di cui in passato è stato paziente.
(Fonte: Consorzio Bonifica Emilia Centrale)
Fino al 23 marzo la mostra fotografica "Un mondo di donne" di Pier Luigi Montali presso l'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Università di Parma.
Parma, 8 marzo 2017
Nella sua carriera di fotografo freelance, il parmigiano Pier Luigi Montali, viaggiatore curioso e infaticabile, punta il suo obiettivo su brani sociali e culturali di vita vissuta e apre il nostro sguardo a diversi luoghi del pianeta, su squarci di quotidianità, in cui la donna è protagonista assoluta.
Concentrando la sua attenzione sulla figura femminile, delinea con garbata festività una universalità del pianeta donna e istituisce delle corrispondenze inaspettate tra esistenze vicine e lontane.
La mostra fotografica "Un mondo di donne" è stata inaugurata ieri, nell'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università 12). Presenti la Pro Rettrice dell'Ateneo a Didattica e Servizi agli Studenti Maria Cristina Ossiprandi, la Delegata del Rettore alle iniziative per studenti con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e fasce deboli Emilia Caronna, l'esperta d'arte Eles Iotti e l'autore Pier Luigi Montali.
L'iniziativa è stata ideata dal CSU – Centro Sociale Universitario dell'Ateneo con la collaborazione di Avis di Base, CUG - Comitato Unico di Garanzia e le Eli-Che nell'ambito del progetto congiunto "Con gli occhi delle donne", promosso da Università di Parma e Comune di Parma per celebrare il settantesimo anniversario del suffragio femminile in Italia.
La mostra, che si inserisce all'interno delle iniziative che si svolgono a Parma nel mese di marzo sulla figura femminile, sarà visitabile fino al 23 marzo presso l'Atrio delle Colonne del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università 12) dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 10 alle 12.
Pier Luigi Montali
Pier Luigi Montali, parmigiano di nascita, ha imparato a guardare da vicino il mondo, osservandolo dal fianco per raccogliere i segnali che parlano dell'uomo, sapendo catturare i valori che costruiscono le comunità, i gesti e le storie che costruiscono la vita dell'uomo, le similitudini molto più delle differenze che rendono il suo soggetto d'elezione – l'uomo, nelle sue varie attività quotidiane – se non un eroe un assoluto protagonista. Nato a Parma nel 1962, vive a Colorno (Parma) dal 1986. Qui con alcuni amici fonda il Gruppo Fotografico Color's Light di cui è il presidente. La fotografia è una passione che gli ha fatto ottenere diversi riconoscimenti sia in Italia che all'estero. Da alcuni anni opera come free-lance, ha all'attivo diverse collaborazioni con la Provincia di Parma, con diversi Comuni della provincia, nonché alcune testate giornalistiche. La sua fotografia semplice ma non banale ha la capacità di cogliere particolari e quei momenti apparentemente "normali" che in realtà danno un senso preciso ad ogni scatto. Ama il reportage e fotografare il paesaggio e l'architettura; gli piace documentare il territorio in cui è nato e vive, ma sa apprezzare anche i luoghi lontani dove con la fotografia cerca di interpretarne la cultura. Negli ultimi anni ha arricchito la propria esperienza fotografica avvicinandosi alla tecnica del diaporama (audiovisivi fotografici), con cui si è fatto apprezzare anche oltre confine; è stato infatti invitato ad importanti festival del settore.
Tutte le foto dell'inaugurazione qui sotto, clicca a lato di ogni foto per scorrere la galleria - Ph. Francesca Bocchia
La mostra fotografica dedicata al Palio di Parma è stata inaugurata giovedì presso l'Oratorio Sant'Ilario di via D'Azeglio e resterà aperta tutti i giorni fino al 19 marzo. Trentacinque gli scatti esposti, visibili tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
Le premiazioni e gli attestati per le migliori fotografie saranno consegnati il 19 marzo durante la festa di San Giuseppe.
Prosegue il progetto artistico intrapreso a Parma da Marco Nereo Rotelli. La mostra "Costruire con la luce" è in corso alla Galleria San Ludovico fino al 18 marzo, ad ingresso gratuito.
Parma, 6 febbraio 2017
Alla Galleria San Ludovico di Parma, fino al 16 marzo, si può visitare la mostra personale di Marco Nereo Rotelli a cura di Gloria Bianchino, "Costruire con la luce". Un progetto artistico intrapreso a Parma alla fine del 2016 che ha già coinvolto molti luoghi della città, fra cui piazza Garibaldi durante la celebrazione del primo anniversario del riconoscimento Unesco 'City of Gastronomy', con una brillante performance di luci e parole. Un percorso articolato iniziato tre anni fa con l'illuminazione della Pilotta, a cui ha fatto seguito nel 2015 l'illuminazione del complesso del Duomo.
"Marco è un architetto che non costruisce ma semmai "de-costruisce" - ha spiegato la curatrice: "La sua luce blu, colore dell'anima e della spiritualità, segna simbolicamente tanti edifici della nostra città, spesso dimenticati. Il prossimo appuntamento riguarderà il WoPa, per un progetto che si inserisce in un forte dialogo tra centro storico e periferia".
Costante, tra tutti gli eventi del progetto "Costruire con la Luce", il momento della performance inaugurale, tenutasi sabato scorso, durante la quale sono stati invitati ad intervenire poeti ed attori che hanno dato voce alla parola luminosa. Per la mostra alla Galleria San Ludovico è intervenuto all'inaugurazione Roberto Mussapi, poeta, scrittore e traduttore e figura significativa del panorama culturale internazionale.
Nella mostra vengono esposte opere fondamentali per la ricerca di Rotelli come le "Porte d'oro" presentate per la prima volta a Parigi lungo gli Champs Élysées, i "Libri di marmo" scolpiti per la 54. Esposizione internazionale d'Arte La Biennale di Venezia e una serie inedita di acciai colorati chimicamente con una tecnica innovativa ed estraniante. E' inoltre visibile una videoinstallazione dedicata alle principali opere luminose di Rotelli: dal Field Museum di Chicago, a Palazzo Ducale a Venezia, alla Cattedrale di Santiago de Compostela.
La mostra alla Galleria San Ludovico, organizzata dall'Associazione Art Project con il sostegno di CePIM, il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma e il patrocinio della Provincia di Parma, è arricchita anche da un'installazione dell'artista ospitata all'interno del chiostro della Pinacoteca Stuard.
L'esposizione, visitabile ad ingresso gratuito, è aperta tutti giorni, tranne il martedì, con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17.30, sabato e domenica dalle 10:30 alle 18:30.
Inaugurata la mostra "Le 100 facce della musica italiana": ideata e realizzata dal team di Rolling Stone con 100 ritratti firmati Giovanni Gastel. A Palazzo del Governatore fino al 19 marzo.
Parma, 4 febbraio 2017
100 volti di grandi interpreti della musica italiana, ritratti d'autore firmati Giovanni Gastel. Un viaggio nella cultura popolare italiana che vede artisti quali Vasco e Paolo Conte, Ligabue e Francesco De Gregori, Mario Biondi e i Negramaro, Elisa e Giorgia, Zucchero, ma anche star dell'hip hop e del rap Emis Killa, Club Dogo, Fedez, J- Ax e Fabri Fibra. Decine gli artisti, i cantautori, i musicisti, i cantanti, ma tra loro anche gli autori, come Mogol e i dj, su tutti Claudio Cecchetto.
Il progetto ideato e realizzato dal team di Rolling Stone, punto di riferimento della pop culture contemporanea, con la produzione esecutiva di Ankamoki, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma è stato inaugurato ieri nelle sale del primo piano di Palazzo del Governatore di Parma è sarà visibile fino al 19 marzo prossimo.
Sguardi profondi, sorrisi luminosi, la semplicità di un gesto, il lavoro di Gastel racconta ed esprime l'anima e la personalità di ognuno dei personaggi immortalati: dalla popstar al rapper, dal discografico al gruppo rock, 100 ritratti che compongono il mappamondo artistico e definitivo della musica del nostro paese. Quello di Gastel non è un semplice progetto fotografico ma un vero e proprio atto di amore per la musica italiana, i volti e il suono di un paese meraviglioso come non si è mai visto.
La mostra si avvale della supervisione di Denis Curti che racconta come la produzione non sia stata semplicissima considerando anche i tempi assai ristretti di realizzazione. "Gastel ha voluto riprendere tutti i suoi 100 soggetti in studio.
Ha voluto guardarli negli occhi, parlare con loro ed essere certo che la sua luce a led, progettata per l'occasione, riflettesse negli occhi di ognuno. Ha voluto un segno distintivo e coerente. Ha voluto raccogliere i pensieri sparsi. I sorrisi precari. Ha cercato la fascinazione nella curiosità degli sguardi." ha raccontato.
Un numero speciale di Rolling Stone dedicato alla mostra è in vendita al prezzo speciale di € 1 al Bookshop di Palazzo del Governatore e verrà regalato ai primi 250 visitatori che da oggi, 4 febbraio, si recheranno alla Casa della Musica.
LE 100 FACCE DELLA MUSICA ITALIANA
Palazzo del Governatore - Piazza Giuseppe Garibaldi , Parma
4 febbraio 2017 – 19 marzo 2017
Orari di apertura: giovedì-domenica ore 11.00/ 19.00 - martedì e mercoledì su prenotazioni per gruppi e scolaresche (min.18 pp)
Informazioni e prenotazione al pubblico
t. 0521 218035
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www.facebook.com/Parmale100facce
Costo biglietti:
Intero € 5,00
Ridotto € 4,00 per gruppi e scolaresche (min.18 pp)
Ingresso gratuito, under 6, accompagnatori gruppi scolastici, accompagnatore disabile che presenti necessità, accompagnatore o guida per i gruppi prenotati, giornalisti iscritti all'albo, altre categorie o promozioni per sponsor convenzionati.
Tutte le foto dell'inaugurazione nella galleria in fondo alla pagina, ph. Francesca Bocchia
Uno di quei luoghi che rendono ricco il nostro Paese grazie all'intuizione e alla volontà di una grande imprenditrice quale è Miuccia Prada a cui si deve la creazione di uno spazio d'arte d'eccellenza, la Fondazione Prada a Milano.
di Federica Fasoli
Milano, 4 febbraio 2017
Vecchio e nuovo, aperto e chiuso, verticale ed orizzontale: vive di ossimori e di (apparenti) contraddizioni la struttura architettonica della Fondazione Prada a Milano, istituzione dedicata all'arte e alla cultura contemporanea presieduta da Miuccia Prada e dal marito Patrizio Bertelli.
Sita in Largo Isarco e sviluppata su ben 19.000 metri quadri di spazio, la sede milanese, ideata dallo studio OMA, nasce dalla riqualificazione di un'antica distilleria degli anni dieci del Novecento, arricchita da tre nuovi edifici (di cui uno, la Torre, ancora in via di completamento) volti a rappresentare nell'insieme una coesistenza continua tra passato e presente, dialogo attivo tra la conservazione di opere preesistenti e l'innovazione dell'arte volta al futuro.
All'interno dell'intera struttura la parola d'ordine è avanguardia: i progetti in esposizione, suddivisi tra installazioni permanenti e mostre temporanee, hanno come obiettivo quello di dimostrare l'importanza dell'impegno culturale odierno, di come l'arte sia estremamente utile, necessaria e, al tempo stesso, didascalica ed attrattiva. Per mezzo di diverse discipline, che spaziano dalla pittura al cinema rivisitate in chiave contemporanea e quasi postmoderna, il messaggio che la Fondazione Prada intende mandare è uno solo: il bisogno di intersezione quotidiana tra le idee creative e la vita di tutti i giorni, generando imprevedibili collegamenti e sovrapposizioni.
Carica di particolare suggestione è la cosidetta Haunted House, uno degli edifici della distilleria del primo Novecento ristrutturato mantenendo la sua conformazione originale. Rivestita esternamente con uno strato di foglia d'oro, la "casa degli spiriti" domina con il suo inconfondibile riverbero il paesaggio urbano circostante, celando al suo interno quattro piani espositivi di forte impatto emotivo: ai piani superiori le opere di Robert Gober, la cui arte reinventa elementi di vita quotidiana generando oggetti ibridi, collegate attraverso una stretta scala in pietra al primo piano e a due lavori di Louise Bourgeois.
Non meno interessante è il caffè presente all'interno della struttura, il Bar Luce, progettato dall'eclettico regista Wes Anderson: arredi, sedute, mobili di formica, pavimento, pannelli di legno impiallacciato e colori ricordano in maniera inconfondibile la tipica atmosfera della vecchia Milano, romanticamente riportata alla mente anche attraverso la riproduzione "in miniatura" della copertura in vetro del soffitto della Galleria Vittorio Emanuele II.
Ed è proprio in Galleria Vittorio Emanuele che la Fondazione Prada, circa un mese fa, ha inaugurato il suo nuovo spazio espositivo: Osservatorio, un panoramico museo di 800 metri quadrati "sospeso" sul cuore di Milano ed interamente dedicato alla fotografia e ai linguaggi visivi.
With the Courtesy of: fondazioneprada.org – ilpost.it – arte.sky.it – hal1974.com – adspazio.it – wikipedia.org – gamberorosso.it – fuoriposto.com
A Maggio tre giorni dedicati alla poetessa del rock: laurea ad honorem, il concerto al Regio e la mostra a Palazzo del Governatore. Le iniziative coordinate da Università e Comune di Parma.
Parma, 31 gennaio 2017
Il 3, 4 e 5 maggio una "tre giorni" di iniziative con la poetessa del rock coordinata da Università e Comune di Parma.
Patti Smith, grande icona del rock, cantante, compositrice, poetessa, fotografa e scrittrice riceverà la laurea magistrale ad honorem in "Lettere Classiche e Moderne" su proposta del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali.
Si prospetta dunque una "tre giorni" densa di avvenimenti coordinata da Università e Comune di Parma con la collaborazione del Teatro Regio, volta in primis a essere un tributo all'eccellenza di una delle più innovative e poliedriche artiste contemporanee, che ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale americano e internazionale durante una carriera di oltre quarant'anni.
Mercoledì 3 maggio alle ore 17 l'Ateneo conferirà la laurea magistrale ad honorem - prima laurea ad honorem per l'artista in Europa - in una cerimonia che si terrà all'Auditorium Paganini e che si annuncia ricca di fascino. La tradizionale lectio del laureato ad honorem, infatti, si arricchirà in questo caso di alcune letture scelte dall'artista, che prenderà la parola appena dopo la tradizionale consegna della pergamena e del tocco da parte del Rettore Loris Borghi.
Concerto al Teatro Regio in programma poi per giovedì 4 maggio alle ore 21, organizzato da International Music in collaborazione con il Teatro Regio. "Patti Smith – Grateful" il titolo scelto dall'artista, che arriva a distanza di due anni dal tour acustico "The Smiths' Family" e nel quale Patti Smith sarà accompagnata sul palco dai figli Jackson e Jesse e dal chitarrista Tony Shanahan. Con questo spettacolo la Smith intende esprimere il suo profondo senso di gratitudine nei confronti dell'Italia, con la quale ha un legame particolare. "Grateful" ricorda l'omonima canzone presente nell'album "Gung Ho" del 2000, ed è il sentimento scelto dalla poetessa del rock per esprimere una vicinanza speciale verso chi da sempre la ama e la sostiene. Per il pubblico sarà un'occasione da non perdere per apprezzare ancora una volta lo spessore di un'artista che, dopo oltre quarant'anni di carriera, riesce a esibirsi con la stessa grinta degli esordi.
L'ultimo appuntamento di Patti Smith a Parma sarà la presenza, venerdì 5 maggio, alla sua mostra fotografica "Higher Learning" sviluppata appositamente per Parma e per l'occasione, aperta dall'8 aprile al secondo piano del Palazzo del Governatore. La mostra, promossa da Università e Comune di Parma, è una rivisitazione di "Eighteen Stations", presentata a New York ed esposta in questo momento al Kulturhuset Stadsteatern di Stoccolma. Quella di Parma sarà l'unica tappa italiana dell'esposizione, che rimarrà aperta al Palazzo del Governatore fino al 16 luglio 2017. Saranno esposte più di 100 opere scattate in bianco e nero da Patti Smith durante i suoi viaggi per il mondo, con una macchina fotografica vintage Land 250 Polaroid della fine degli anni Sessanta.
All'interno della mostra sarà allestita anche la Patti Smith Library, con un centinaio di opere letterarie che hanno ispirato e guidato il lavoro dell'artista nel corso della sua vita.
È possibile rivedere la conferenza stampa di questa mattina, trasmessa in diretta streaming, sul canale Youtube dell'Università di Parma, al seguente link.
I biglietti del concerto saranno in vendita dal 1° febbraio presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma: tel. +39 0521 203999 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Dopo il successo ottenuto dalle precedenti collaborazioni tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea, il nuovo evento sarà la mostra fotografica "Da Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat. Dalla Pop Art alla Street Art". L'esposizione è curata da ONO arte contemporanea e sarà inaugurata da Daniela Sogliani, storica dell'Arte, domenica 8 gennaio alle ore 16.30.
Parma, 28 gennaio 2016
Trentasei fotografie in diversi formati protagoniste della mostra nata dalla collaborazione tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea. Un percorso che attraversa la fotografia racconta due icone dell'arte contemporanea come Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat.
Dopo aver studiato arte pubblicitaria nel corso degli anni Cinquanta ed aver capito l'impatto che poteva avere sui media e sul pubblico, Andy Warhol, nel corso del decennio successivo sarà uno degli artisti che rivoluzionerà per sempre il mondo dell'arte, facendosi portatore di un'idea di estetica "bassa", che dalle sale dei musei doveva necessariamente uscire e fondersi con il mondo massmediatico e soprattutto con il grande pubblico.
Concetti come la serialità, l'esposizione di sé, la ripetizione e il prodotto di fabbrica diventano le chiavi di volta per leggere la Pop Art che, sebbene fosse nata nel 1956 a Londra con Richard Hamilton, esploderà poi a New York nel decennio successivo, proprio grazie alle intuizioni di Andy Warhol. Le sue operazioni estetiche, a colpi di serigrafie seriali, ponevano sullo stesso livello mercificatorio lattine di zuppa di pomodoro, riproduzioni di Marylin e immagini di incidenti stradali riprese dai giornali. Warhol era riuscito insomma a campionare la maggior parte delle icone della musica, della moda e dello star system in generale, arrivando ad offrirci quasi un compendio dei vari prodotti della pop culture, che proprio in quegli anni sta raggiungendo il suo apice. Ma quella stessa cultura popolare Warhol non si accontenta di prenderla "già fatta", dal di fuori, ma vorrà contribuire lui stesso a crearla. Così nasce la Factory, paradiso artificiale di sperimentazione che aveva aperto i battenti all'inizio degli anni sessanta ed era stata una vera e propria fucina di talenti e macchina di creazione di "Superstar". L'arte era così diventata popolare e in questo processo si era trasformata definitivamente. Musica, pittura, fotografia, performance: ora tutto concorre a dare vita ad una nuova sinestesia, alla ricerca dell'opera d'arte totale. Man mano che gli anni passano, la carica travolgente di Warhol rimane invariata: la Factory e tutti i personaggi che la popolano, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, si riversano nelle strade di New York, sia quella più "estroversa", fatta di glam, feste e di lustrini, così come quella più legata al sotterraneo, che si sviluppa tra le metropolitane e tra i vicoli di Manhattan. Inevitabile è quindi l'incontro con un altro grande artista, Jean-Michel Basquiat. La sua attività come graffitista era iniziata nel 1977. All'epoca Basquiat aveva 17 anni e insieme all'amico Al Diaz - un giovane che operava sui muri della Jacob Riis, a Manhattan – inizia a realizzare graffiti per le strade di New York firmandosi come SAMO, acronimo di "SAMe Old shit" (letteralmente sempre la stessa merda). Nel 1978, dopo aver lasciato gli studi, comincia a guadagnarsi da vivere vendendo delle cartoline illustrate da lui. E sarà proprio questa attività a farlo notare da Andy Warhol che, avvicinato in un ristorante di SoHo comprerà alcune delle sue opere.
Dopo aver frequentato per anni gli stessi locali – come il Club 57 ed il Mudd Club, frequentati anche da Madonna (con la quale avrà una relazione) e da Keith Haring, con il quale stringerà un'amicizia che durerà fino alla morte -, sarà proprio Warhol che lo aiuterà a sfondare nel mondo dell'arte, attraverso il trampolino di lancio che all'epoca era la sua Factory. I loro rapporti si intensificano al punto da iniziare a lavorare fianco a fianco nella produzione di alcune opere a quattro mani, in cui Basquiat inseriva tratti espressionisti, slogan e scritte. Una pittura istintuale e primitiva che si andava a miscelare a quella serigrafica, seriale di Warhol. Il loro rapporto era diventato quasi simbiotico, ma come spesso accade, due caratteri così dominanti, non saranno destinati a durare a lungo. Quando Warhol muore nel 1987, Basquiat ne sarà profondamente toccato. In breve, l'abuso di droga unita ai problemi mentali, lo portano ad una morte prematura: il 12 agosto del 1988 Basquiat muore di overdose nel suo appartamento newyorkese. Da molti considerato il padre della Street Art insieme a Keith Haring, è stato colui che ha saputo portare alla ribalta il graffitismo e ha chiuso l'epoca d'oro dell'arte contemporanea che negli anni '90 sposterà il proprio epicentro da New York a Londra.
ONO arte è particolarmente lieta di collaborare con Mantova Outlet Village. I risultati ottenuti nelle precedenti mostre sono talmente positivi da consolidare la nostra partnership e programmare nuove esposizioni legate sempre alla fotografia e alla cultura.
Mantova Outlet Village, inaugurato nel 2003, attualmente conta oltre 110 punti vendita dei brand di moda più famosi. Di proprietà del Gruppo Blackstone e gestito da Multi Outlet Management Italy Srl e di recente oggetto di riqualificazione, rappresenta insieme a Franciacorta, Valdichiana, Palmanova e Molfetta Outlet Village, uno dei principali Network italiani del settore. È meta ambita di un importante numero di visitatori (3.000.000/anno) e turisti - vista la vicinanza con il Lago di Garda e la città di Verona, oltre che al posizionamento strategico sull'A22, uscita di Mantova Sud.
L'Outlet, che nasce per essere una realtà commerciale, si caratterizza ed è noto sul mercato, come struttura promotrice e attiva nell'organizzare al suo interno grandi eventi di carattere artistico (mostre d'arte), culturale (rassegne cinematografiche e incontri letterari con autori di spicco), musicale (grandi concerti, opere liriche, circo contemporaneo) e molti altri. L'influenza e la collaborazione con la città di Mantova, famosa per i grandi Festival, oltre che per il patrimonio culturale (quest'anno ha ricevuto al nomina di Capitale Italiana della Cultura 2016) hanno sicuramente promosso lo sviluppo di queste caratteristiche da parte del Village.
La mostra (8 gennaio – 5 marzo 2017) è composta da 36 fotografie in diversi formati, l'ingresso è libero.
DOVE:
Mantova Outlet Village
Via Marco Biagi
Bagnolo San Vito (MN)
Per info e orari: 0376/25041
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.mantovaoutlet.it
"La seconda generazione" di Michel Kichka inaugura al Museo ebraico di Bologna le celebrazioni in ricordo delle vittime della Shoah. In prima assoluta la mostra di uno dei più grandi caricaturisti e illustratori israeliani. Il presidente della Regione Bonaccini: "Sanare la frattura dell'Olocausto attraverso la memoria e il riconoscimento per non sottrarsi alla responsabilità del male".
Bologna, 23 gennaio 2017
La Shoah raccontata attraverso gli occhi dei figli dei sopravvissuti e trasformata in tavole grafiche in bianco e nero. Un lavoro che ha occupato per dieci anni Michel Kichka, celebre illustratore e caricaturista israeliano, professore di Belle arti a Gerusalemme e membro di Cartooning for peace (la fondazione svizzera creata nel 2006 dall'allora segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, per sostenere i vignettisti della carta stampata nel loro lavoro in difesa dei diritti umani, della libertà d'espressione e della tolleranza).
Ora, al Museo ebraico di Bologna, in prima assoluta, è possibile ripercorrere la storia del maggiore di due figli maschi di un padre sopravvissuto alla Shoah: un'esperienza che permea tutta la famiglia, un trauma 'indiretto' che invade però totalmente silenzi, racconti e vissuti. La mostra "La seconda generazione" di Kichka, è stata inaugurata ieri alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e della Comunità ebraica bolognese. L'appuntamento apre la serie di eventi previsti nel capoluogo regionale e in tutta l'Emilia-Romagna per il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dello sterminio nazista, fissato il 27 gennaio di ogni anno, la data che nel 1945 vide la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
Dopo il successo ottenuto dalle precedenti collaborazioni tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea, il nuovo evento sarà la mostra fotografica "Da Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat. Dalla Pop Art alla Street Art". L'esposizione è curata da ONO arte contemporanea e sarà inaugurata da Daniela Sogliani, storica dell'Arte, domenica 8 gennaio alle ore 16.30.
Parma, 5 gennaio 2016
Trentasei fotografie in diversi formati protagoniste della mostra nata dalla collaborazione tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea. Un percorso che attraversa la fotografia racconta due icone dell'arte contemporanea come Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat.
Dopo aver studiato arte pubblicitaria nel corso degli anni Cinquanta ed aver capito l'impatto che poteva avere sui media e sul pubblico, Andy Warhol, nel corso del decennio successivo sarà uno degli artisti che rivoluzionerà per sempre il mondo dell'arte, facendosi portatore di un'idea di estetica "bassa", che dalle sale dei musei doveva necessariamente uscire e fondersi con il mondo massmediatico e soprattutto con il grande pubblico.
Concetti come la serialità, l'esposizione di sé, la ripetizione e il prodotto di fabbrica diventano le chiavi di volta per leggere la Pop Art che, sebbene fosse nata nel 1956 a Londra con Richard Hamilton, esploderà poi a New York nel decennio successivo, proprio grazie alle intuizioni di Andy Warhol. Le sue operazioni estetiche, a colpi di serigrafie seriali, ponevano sullo stesso livello mercificatorio lattine di zuppa di pomodoro, riproduzioni di Marylin e immagini di incidenti stradali riprese dai giornali. Warhol era riuscito insomma a campionare la maggior parte delle icone della musica, della moda e dello star system in generale, arrivando ad offrirci quasi un compendio dei vari prodotti della pop culture, che proprio in quegli anni sta raggiungendo il suo apice. Ma quella stessa cultura popolare Warhol non si accontenta di prenderla "già fatta", dal di fuori, ma vorrà contribuire lui stesso a crearla. Così nasce la Factory, paradiso artificiale di sperimentazione che aveva aperto i battenti all'inizio degli anni sessanta ed era stata una vera e propria fucina di talenti e macchina di creazione di "Superstar". L'arte era così diventata popolare e in questo processo si era trasformata definitivamente. Musica, pittura, fotografia, performance: ora tutto concorre a dare vita ad una nuova sinestesia, alla ricerca dell'opera d'arte totale. Man mano che gli anni passano, la carica travolgente di Warhol rimane invariata: la Factory e tutti i personaggi che la popolano, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, si riversano nelle strade di New York, sia quella più "estroversa", fatta di glam, feste e di lustrini, così come quella più legata al sotterraneo, che si sviluppa tra le metropolitane e tra i vicoli di Manhattan. Inevitabile è quindi l'incontro con un altro grande artista, Jean-Michel Basquiat. La sua attività come graffitista era iniziata nel 1977. All'epoca Basquiat aveva 17 anni e insieme all'amico Al Diaz - un giovane che operava sui muri della Jacob Riis, a Manhattan – inizia a realizzare graffiti per le strade di New York firmandosi come SAMO, acronimo di "SAMe Old shit" (letteralmente sempre la stessa merda). Nel 1978, dopo aver lasciato gli studi, comincia a guadagnarsi da vivere vendendo delle cartoline illustrate da lui. E sarà proprio questa attività a farlo notare da Andy Warhol che, avvicinato in un ristorante di SoHo comprerà alcune delle sue opere.
Dopo aver frequentato per anni gli stessi locali – come il Club 57 ed il Mudd Club, frequentati anche da Madonna (con la quale avrà una relazione) e da Keith Haring, con il quale stringerà un'amicizia che durerà fino alla morte -, sarà proprio Warhol che lo aiuterà a sfondare nel mondo dell'arte, attraverso il trampolino di lancio che all'epoca era la sua Factory. I loro rapporti si intensificano al punto da iniziare a lavorare fianco a fianco nella produzione di alcune opere a quattro mani, in cui Basquiat inseriva tratti espressionisti, slogan e scritte. Una pittura istintuale e primitiva che si andava a miscelare a quella serigrafica, seriale di Warhol. Il loro rapporto era diventato quasi simbiotico, ma come spesso accade, due caratteri così dominanti, non saranno destinati a durare a lungo. Quando Warhol muore nel 1987, Basquiat ne sarà profondamente toccato. In breve, l'abuso di droga unita ai problemi mentali, lo portano ad una morte prematura: il 12 agosto del 1988 Basquiat muore di overdose nel suo appartamento newyorkese. Da molti considerato il padre della Street Art insieme a Keith Haring, è stato colui che ha saputo portare alla ribalta il graffitismo e ha chiuso l'epoca d'oro dell'arte contemporanea che negli anni '90 sposterà il proprio epicentro da New York a Londra.
ONO arte è particolarmente lieta di collaborare con Mantova Outlet Village. I risultati ottenuti nelle precedenti mostre sono talmente positivi da consolidare la nostra partnership e programmare nuove esposizioni legate sempre alla fotografia e alla cultura.
Mantova Outlet Village, inaugurato nel 2003, attualmente conta oltre 110 punti vendita dei brand di moda più famosi. Di proprietà del Gruppo Blackstone e gestito da Multi Outlet Management Italy Srl e di recente oggetto di riqualificazione, rappresenta insieme a Franciacorta, Valdichiana, Palmanova e Molfetta Outlet Village, uno dei principali Network italiani del settore. È meta ambita di un importante numero di visitatori (3.000.000/anno) e turisti - vista la vicinanza con il Lago di Garda e la città di Verona, oltre che al posizionamento strategico sull'A22, uscita di Mantova Sud.
L'Outlet, che nasce per essere una realtà commerciale, si caratterizza ed è noto sul mercato, come struttura promotrice e attiva nell'organizzare al suo interno grandi eventi di carattere artistico (mostre d'arte), culturale (rassegne cinematografiche e incontri letterari con autori di spicco), musicale (grandi concerti, opere liriche, circo contemporaneo) e molti altri. L'influenza e la collaborazione con la città di Mantova, famosa per i grandi Festival, oltre che per il patrimonio culturale (quest'anno ha ricevuto al nomina di Capitale Italiana della Cultura 2016) hanno sicuramente promosso lo sviluppo di queste caratteristiche da parte del Village.
La mostra (8 gennaio – 5 marzo 2017) è composta da 36 fotografie in diversi formati, l'ingresso è libero.
DOVE:
Mantova Outlet Village
Via Marco Biagi
Bagnolo San Vito (MN)
Per info e orari: 0376/25041
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www.mantovaoutlet.it