Costante ascesa dei consumi, 8,8%. Secondo Ismea Gfk-Eurisko, il secondo semestre registra addirittura una accelerazione
09 settembre 2013 -
Nell'ell'ambito della 25ma edizione del Sana di Bologna, il convegno "I numeri che raccontano il biologico" organizzato da Ismea e Sinab. La ripresa, nel 2012, delle superfici investite, dopo un triennio di stagnazione, e il maggior numero degli operatori certificati, tra agricoltori, trasformatori e importatori, dimostrano la vitalità di un settore che ha raggiunto in ambito nazionale un'incidenza di oltre il 9% rispetto alla superficie agricola utilizzata, toccando uno dei valori più alti a livello mondiale. Per superfici dedicate l'Italia è sesta, sempre nella classifica globale, mentre figura in ottava posizione per numero di aziende agricole biologiche, che insieme rappresentano circa il 3% delle aziende totali. La dinamicità del settore è anche testimoniata dall'andamento sostenuto dei consumi. In tempi di crisi, numeri come quelli del bio, che nella prima metà del 2013, attestano all'8,8% la crescita della spesa domestica, rappresentano una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso. Ancora più significativo l'ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Eurisko che segnala addirittura un'accelerazione rispetto alla dinamica del primo semestre. I dati, a tutto il mese di luglio 2013, attestano la crescita della spesa in prodotti biologici in un più 9,2%, grazie agli ottimi risultati riscontrati in tutti i comparti più rappresentativi.
(Fonte Ismea)
Il 9 settembre al Sana Ismea e Sinab presentano i numeri del Biologico in Italia: superfici, operatori, colture e dinamiche del mercato nel primo semestre del 2013.
Roma, 04 settembre 2013 - -
Il mercato del bio continua a registrare tassi di crescita significativi anche in Italia, muovendosi in netta controtendenza rispetto al resto del settore alimentare. Mentre il food nel suo complesso sconta una crisi dei consumi con pochi precedenti (-3,7% la flessione in termini di spesa nel primo semestre del 2013 secondo il Panel famiglie Ismea GFK-Eurisko), gli acquisti di prodotti biologici mantengono un trend positivo mettendo a segno un progresso dell'8,8%. Alla buona performance sul mercato interno, si affianca anche un crescente orientamento all'export degli operatori nazionali. Gli ultimi dati indicano un fatturato oltre frontiera superiore al miliardo di euro, importo che rappresenta più di un terzo del giro d'affari complessivo del biologico italiano (pari a 3,1 miliardi). L'espansione del bio è anche confermata dall'incremento del numero degli operatori certificati, 49.709 nel 2012 tra produttori, preparatori e distributori, in crescita del 3% su base annua, e dall'aumento della superficie coltivata secondo il metodo biologico, che risulta pari a 1.167.362 ettari (+6,4% rispetto al 2011). L'indagine, condotta da Sinab e Ismea, verrà presentata integralmente nell'ambito del convegno "I numeri che raccontano il biologico" in programma il 9 settembre alle ore 15.30 al Sana di Bologna (Sala Melodia - Centro servizi 1, piano Blocco B). All'evento, interverranno anche il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, lo IAMB e l'Università di Ancona.
(Allegato il Programma del 9 settembre)
Roma, agosto 2013 -
- Su base annua il divario si restringe al +9,8% .
I prezzi agricoli invertono la marcia a luglio. L'indice Ismea delle quotazioni all'origine, dopo due mesi di rialzi, ha ripiegato a 139,5 (base 2000=100), facendo segnare rispetto a giugno una flessione del 4,8%. Il calo piuttosto netto, determinato da una caduta dei prezzi dell'8,2% per le coltivazioni (+0,4% le produzioni zootecniche), ha imposto un freno anche alla dinamica tendenziale. Su base annua (vale a dire rispetto a luglio 2012) il divario delle quotazioni resta positivo, ma l'aumento del 9,8% (+16,2% i prodotti vegetali; +2,2% la zootecnia) risulta più attenuato rispetto al +13,5% di giugno. Gli sviluppi congiunturali rivelano un calo generalizzato dei prezzi tra le coltivazioni. Nel caso della frutta fresca, che in un mese ha ceduto il 17,5%, l'andamento negativo di luglio riflette il progressivo ampliamento dell'offerta stagionale, seppure in un'annata di raccolti più scarsi rispetto al 2012. Quest'ultimo fattore spiega il forte divario tendenziale dei prezzi, che su luglio dell'anno scorso risultano in aumento del 43,2%. Negativa anche l'evoluzione mensile dei prezzi degli ortaggi (-6,1%), che su base tendenziale spuntano invece un più 17,9%. Per i cereali - spiega l'Ismea - i prezzi in Italia, che rispetto a giugno hanno perso il 6,2%, risentono del generale clima di distensione sui mercati internazionali. Il calo ha riguardato soprattutto frumento tenero e mais, mentre è apparso complessivamente più stabile il listino del grano duro. Rispetto a luglio 2012 le quotazioni segnano in generale una flessione del 3,7%, con perdite fino al 15,5% per il frumento tenero. In controtendenza solo risone e grano duro, in aumento rispettivamente del 10,4% e di quasi il 5% su base annua. Tra i prodotti di origine vegetale è proseguito il graduale assestamento al ribasso dei vini (-0,9%), i cui valori restano però superiori del 21,9% a quelli dell'anno scorso. In leggera contrazione a luglio anche oli di oliva (-0,4% il dato mensile), ma in un anno le quotazioni spuntano un forte aumento, calcolato mediamente da Ismea in un più 31,4%. Nel comparto delle produzioni animali a un incremento dei prezzi dello 0,8% mensile per il bestiame vivo, determinato essenzialmente dal forte rincaro dei suini da macello (negativa invece la dinamica congiunturale delle quotazioni di bovini e avicoli), ha corrisposto un meno 0,1% dei lattiero-caseari, in un mercato più debole soprattutto per i formaggi grana. Il dato tendenziale rivela una crescita dei prezzi del 2,9% per latte e derivati, riconducibile soprattutto ai forti rincari del burro (+56% circa rispetto a luglio 2012). Più elevate anche le quotazioni del bestiame vivo (+1,6%), con aumenti prevalenti nell'avicoltura (+10,7%).
(Fonte Ismea)
Roma, luglio 2013 –.
L'indice Ismea dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli si è portato a giugno a 146,3 (l'indice è calcolato in base 2000=100), toccando uno dei valori più alti degli ultimi anni.
Su base mensile l'indicatore ha fatto segnare un incremento del 5,8%, mentre rispetto al giugno 2012 si è registrata una crescita del 13,3%.
Alla base di questa dinamica i forti rincari nell'aggregato delle coltivazioni (+8,4% l'aumento mensile), in ulteriore accelerazione anche nel dato tendenziale (+22,2% su giugno 2012). Più in dettaglio si rileva, a livello congiunturale, un balzo in avanti di quasi il 20% per gli ortaggi, da ascrivere prevalentemente al cambiamento stagionale del paniere dei prodotti monitorati, con l'entrata in produzione delle principali ortive a pieno campo. Quotazioni in lieve aumento anche per oli di oliva (+1%), mentre frutta, cereali e vini chiudono con un adeguamento al ribasso rispettivamente del 2%, dello 0,3%, e dell'1,2%.
Su base annua emergono andamenti sostenuti per tutti i settori, in particolare per l'olio di oliva e la frutta, che presentano prezzi più elevati di oltre il 30% rispetto al giugno 2012. A trainare i rincari della frutta sono i listini delle varietà estive, in primis albicocche e nettarine che, complice una produzione in forte calo, stanno beneficiando di aumenti anche del 70%. Ampio il divario positivo con lo scorso anno per gli ortaggi (+23,6%), con aumenti altrettanto significativi per vini (+22,5%), cereali (+12,4%) e sementi (+8,6%).
Nel comparto zootecnico i prezzi risultano complessivamente allineati ai valori di maggio, mentre segnano un più 2,3% su base annua. Tra i lattiero-caseari, che cedono in un mese lo 0,7%, mantengono un trend al ribasso Parmigiano reggiano e Grana padano; in controtendenza il Pecorino romano. Per il bestiame vivo emergono andamenti contrapposti, con rialzi mensili per suini (+4,5%), avicoli (+2,3%) e ovi-caprini (+1,7%) e flessioni per bovini (-0,4%) e uova (-0,5%).
L'andamento tendenziale dell'indice evidenzia un incremento del 3% per i lattiero-caseari, con punte del +55% del burro (un dato che riflette le dinamiche internazionali, tra cui la riduzione degli stock globali di materie grasse) e del 17,3% del Pecorino romano, che sta vivendo da inizio anno una fase positiva grazie soprattutto alla spinta della domanda estera.
Per il bestiame vivo il confronto con giugno 2012 ha fatto emergere aumenti del 12,7% per gli avicoli, del 2,5% per i bovini e dell'1,2% per i suini. Segnano il passo, invece, le uova (-6,1%), in accoppiata con ovi-caprini e conigli (entrambi in calo del 6,7%).
(fonte ismea)