Con la sottoscrizione dell'accordo con i creditori si è conclusa, il 22 dicembre scorso, una parte importante del complesso iter che porterà all'omologa del Piano di Risanamento del debito della società partecipata dal Comune di Parma.
Parma 23 dicembre 2015 -
E' stato sottoscritto presso lo Studio del Notaio Canali l'accordo con i creditori del Centro Agroalimentare e Logistica, società di gestione a maggioranza di capitale pubblico, i cui soci di riferimento sono il Comune di Parma, la Regione Emilia-Romagna, la Camera di Commercio di Parma, Cariparma Crédit Agricole, Banca del Monte (ora Banca Intesa) e la Provincia di Parma.
Facendo seguito al deposito in Tribunale della richiesta di sospensiva di tutte le azioni di carattere esecutivo contro il Cal, avvenuto il 23 novembre scorso, e all'udienza del 17 dicembre con creditori e debitori, in vista della presentazione del Piano di Ristrutturazione del debito, si è conclusa il 22 dicembre una parte importante del complesso iter che porterà all'omologa del Piano di Risanamento del debito della società partecipata.
"L'obiettivo del piano – precisa l'assessore Marco Ferretti - è quello di valorizzare il core business della società stessa, il Mercato Agroalimentare, prevedendo la ristrutturazione del debito attraverso la vendita delle proprietà immobiliari non strumentali all'attività di mercato, in un arco temporale di 5 anni.
Con questo atto, si aggiunge pertanto un ulteriore e fondamentale tassello nella messa in sicurezza delle società partecipate: dopo l'omologa dei piani di ristrutturazione di STT Holding SpA, Alfa e STU Authority e la messa in sicurezza dei conti di Parma Infrastrutture SpA, prende avvio il percorso volto a garantire un futuro certo anche al Centro Agroalimentare e Logistica".
L'approvazione del Piano di Risanamento del debito è volta a garantire il pagamento di tutti i creditori, tra cui diverse Cooperative Sociali del territorio.
L'Assessore Ferretti, al termine della sottoscrizione dell'atto presso il notaio, ha voluto ringraziare i membri del Consiglio di Amministrazione, che con spirito di servizio hanno seguito la complicata vicenda, e senza il cui prezioso lavoro difficilmente si sarebbe trovata una soluzione.
Secondo la analisi del CERVED il 2015 ha registrato un lieve calo dei procedimenti. Meno chiusure volontarie ma più fallimenti. Dal Governo un inasprimento del quadro sanzionatorio penale nella disciplina dell'accordo di ristrutturazione del debito.
di Redazione economica Parma 27 dicembre 2015
Come è ormai consuetudine, in chiusura d'anno, cerchiamo di fotografare la crisi attraverso l'analisi delle procedure fallimentari. Ci corre in aiuto il CERVED segnalando che nel terzo trimestre del 2015 "è proseguito, rafforzandosi, il calo delle chiusure aziendali, in atto dall'inizio del 2014. Il miglioramento è dovuto soprattutto alla forte diminuzione delle liquidazioni volontarie, un dato che riflette aspettative più ottimistiche da parte degli imprenditori, mentre è tornato ad aumentare il numero dei fallimenti."
Un dato che sta a indicare come stia crescendo la fiducia degli imprenditori verso un più roseo futuro. Nel periodo luglio - settembre infatti, si sono registrate liquidazioni volontarie inferiori dell'11% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, aziende in bonis, i cui imprenditori invece di decidere di tirare i remi in barca scommettono per il futuro.
"Nei primi nove mesi del 2015 - segnala CERVED - sono state chiuse da soci e imprenditori 41 mila società in bonis, cui corrisponde un netto calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-9,1%) e il livello più basso tra gennaio e settembre dal 2006."
Già nel primo trimestre dell'anno i primi segnali di un miglioramento si erano manifestati.
In media nel primo periodo dell'anno, erano fallite 43 imprese ogni giorno, quasi due imprese ogni ora. Dal 2009 a aprile 2015 inoltre si contarono 78.978 imprese che abbandonarono il campo portando i libri in tribunale.
In questo contesto, dove è indispensabile raccogliere ogni timido segnale di positività, il 2015 verrà ricorderà anche per l'inasprimento delle pene introdotte dal DL 83/2015.
Le novità introdotte dal DL 83/2015.
A partire da giugno di quest'anno però, sugli amministratori delle società, potrebbe cadere una nuova tegola in forza del decreto legge 83/2015 che va a integrare la disciplina dell'accordo di ristrutturazione dei debiti, che può essere concluso se vi aderiscono creditori finanziari che rappresentano il 75% del credito, fermo restando l'integrale pagamento dei creditori non finanziari.
La nuova disciplina va a integrare anche il quadro sanzionatorio penale estendendone la rilevanza alle ipotesi di illecito anche ai nuovi istituti di ristrutturazione del credito e non soltanto per i consueti reati fallimentari come il Concordato Preventivo e l'Amministrazione Controllate.
Con il DL 83/2015 vengono pertanto estesi a "ristrutturazione" e "convenzione" i reati di Bancarotta fraudolenta, bancarotta semplice, simulazione di crediti o distrazione di beni, mercato di voto.
Il Quadro fallimentare dell'Emilia Occidentale
Piacenza: 79 fallimenti e 7 altre procedure nel 2015.
In complesso: n. 521 fallimenti di cui 370 aperti e 151 chiusi. n. 77 procedure di cui 64 aperte e 13 chiuse
Parma: 176 fallimenti e 40 altre procedure aperte nel 2015.
Complessivamente: n. 255 procedure di cui 146 aperte e 109 chiuse e n. 1128 fallimenti di cui 790 aperti e 338 chiusi
Reggio Emilia: 106 fallimenti e 17 altre procedure nel 2015.
In complesso: 1457 fallimenti di cui 813 aperti e 644 chiusi e n. 235 procedure di cui 114 aperte e 121 chiuse
Modena: 210 fallimenti e 48 altre procedure nel 2015
Complessivamente: n. 2292 fallimenti di cui 1077 aperti e 1215 chiusi. n. 207 procedure di cui 184 aperte e 23 chiuse
La speciale classifica vede quindi in testa Modena seguita da Parma, Reggio Emilia infine Piacenza. Significativo il divario tra la prima e l'ultima classificata. A Modena infatti si sono registrati quasi il triplo di fallimenti rispetto alla quasi "lombarda" Piacenza, forse una coda ai disastri naturali che hanno investito la patria delle ceramiche e dei motori, dal terremoto alla tromba d'aria e per finire l'alluvione. Una terra martoriata che, in silenzio e con orgoglio, sta cercando di rialzarsi per tornare a svettare tra i distretti più efficaci e produttivi d'italia.
Buone notizie per il Centro Agroalimentare e Logistica di Parma. Il Comune, dopo il piano di risanamento della Holding Stt e la messa in sicurezza dei conti di Parma Infrastrutture Spa, ha avviato il percorso per garantire un futuro certo anche al Centro Agro Alimentare attraverso un Piano di Risanamento del debito volto a garantire il pagamento di tutti i creditori.
di Redazione economica Parma 22 dicembre 2015 -
Il 23 novembre scorso è stata depositata in tribunale la richiesta di sospendere tutte le azioni di carattere esecutivo contro il Cal (centro Agroalimentare e Logistico), in attesa della presentazione di un Piano di Ristrutturazione del Debito, indicativamente di 16 milioni di euro, che verrà sottoposto alla riunione dei creditori.
"L'obiettivo del piano, scrive in una nota stampa il Comune di Parma, è quello di valorizzare il core business della società stessa: il Mercato Agroalimentare.
Il Cal conta 5 dipendenti e detiene la proprietà del Mercato Agroalimentare dove operano una dozzina di società del territorio. Il Mercato Agroalimentare di Parma si pone come realtà importante anche a fronte delle criticità di alcune realtà limitrofe. Il Piano di Ristrutturazione del debito prevede la vendita delle proprietà immobiliari non strumentali al mercatale."
I tre principali creditori – Cariparma, Banca Monte e la cooperativa Colser –, i primi due appartengono alla classe dei creditori finanziari, secondo quanto scrive "PQ Parma Quotidiano, sempre ben informato sui fatti di cronaca fallimentare parmense, avrebbero espresso l'intenzione di accettare la ristrutturazione del debito: da soli attendono oltre 13 milioni di euro. Ci sono poi circa 400mila euro dovuti al Comune per varie tasse arretrate, che Cal pagherà solo a fine 2017.
In sostanza, fatto salvo che la vendita degli immobili si concluda secondo le aspettative dei redattori del piano di risanamento (circa 8 milioni di euro è stimata la vendita del complesso immobiliare), il CAL risorgerà dalle ceneri concentrando la sua azione sul Core Business, l'attività mercatale, e imprimendo una maggiore pressione sulla Mission Agroalimentare.
Per effetto del DL 83/2015, del giugno scorso, si applicano, a questo tipo di procedure, le disposizioni penali in materia di delitti fallimentari.
Altre offerte potrebbero ancora arrivare entro il prossimo mese di giugno.
Parma 22 novembre 2014 --
L'Elettrogamma srl di Bedonia e Compiano, dichiarata fallita alcuni mesi fa con 11,8 milioni di debiti, interessa ad altre due aziende che hanno manifestato il loro interesse a rilevarla al curatore fallimentare nominato dal Tribunale, Marco Ziliotti. Prima di fallire la società aveva proposto ai suoi creditori un concordato ma la proposta è stata bocciata da i due terzi dei creditori. Per l'attività di costruzione e assemblaggio di motori elettrici fatta a Bedonia, ramo di azienda ora affittato alla Sefal Production srl, sono stati offerti 365mila euro. Per l'attività di lavorazione meccanica con sede a La Villa di Compiano, ramo già affittato alla Tor.Mec srl, l'offerta è di 73mila euro. Altre offerte potrebbero ancora arrivare entro il prossimo mese di giugno, quando scadrà il termine ultimo.