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I parchi nazionali d’Italia sono aree protette perfette per una passeggiata e per godersi un panorama mozzafiato. Si tratta di luoghi idilliaci, dove la natura è rimasta intatta e quasi completamente incontaminata dalla presenza dell’uomo. Ecco perché Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, ha deciso di stilare una lista dei Parchi Nazionali d’Italia più belli, dove passare un pomeriggio e scattare tante foto indimenticabili!

 

1. Parco Nazionale dello Stelvio - 4,8 ★ su 9.982 recensioni
Il Parco Nazionale dello Stelvio, che si estende tra Trentino e Lombardia, si aggiudica la medaglia d’oro in questa classifica mozzafiato, con ben 4,8 stelle su quasi 10mila recensioni. Considerato tra i parchi nazionali più antichi d’Italia, venne istituito nel 1935 per preservare la caratteristica flora e fauna, e occupa un’area di più di 130.000 ettari. Questo paradiso per gli esploratori offre panorami suggestivi, specialmente per gli amanti delle alte quote: la maggior parte del parco si trova, infatti, oltre i 2000 m di quota. Ricchissimo sia per flora che per fauna, nonostante le basse temperature e i venti rapidi, questo è un vero e proprio gioiello naturale. stelviopark.it

2. Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena - 4,8 ★ su 8.201 recensioni
Al secondo posto si trova il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, in Sardegna, con più di 8mila recensioni e una votazione media di 4,8 stelle. Istituito nel 1994, questo bellissimo parco è la ciliegina sulla torta del famosissimo arcipelago, composto da tantissime isolette, che affacciano sul mare cristallino. Il parco ingloba “tutte le isole e gli isolotti appartenenti al territorio del comune di La Maddalena, nonché le aree marine circostanti”, come spiegato nel decreto del Presidente della Repubblica, nonché un’ampia varietà di fauna e flora, caratteristici del posto. lamaddalenapark.it


3. Parco Nazionale del Gran Paradiso - 4,8 ★ su 6.931 recensioni
Chiude il podio il Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra Val D’Aosta e Piemonte, che si aggiudica una valutazione media di 4,8 per un totale di quasi 7mila recensioni. La sua superficie di circa 70mila ettari comprende anche il monte Gran Paradiso (4.061 m), oltre che ghiacciai e boschi. Istituito nel 1922, questo bellissimo parco è il più antico d’Italia ed è stato inizialmente pensato per la protezione dello stambecco alpino, ora suo animale simbolo, che dopo la Seconda Guerra Mondiale rischiava l’estinzione. Oltre alla bellezza dei suoi spazi rocciosi, i vari torrenti, che si inerpicano tra le insenature, creano anche meravigliose cascate. pngp.it

4. Parco Nazionale delle Cinque Terre - 4,7 ★ su 37.343 recensioni
Al quarto posto si trova lo spettacolare Parco Nazionale delle Cinque Terre con una valutazione media di 4,7 stelle e un più di 37mila recensioni! Nonostante si tratti di uno dei più piccoli parchi nazionali, soli 3.863 ettari, è anche uno dei più densamente popolati, ospitando ben cinque borghi: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. Considerato “Il Parco dell’Uomo”, qui si può assistere ad un territorio molto antropizzato, dati i lavori che sono stati fatti nel corso degli anni, per rendere le colline coltivabili. Di fronte ai borghi, si trova anche un’Area Marina Protetta, con un’enorme varietà di specie animali e vegetali. parconazionale5terre.it

5. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga - 4,7 ★ su 12.263 recensioni
Al quinto posto si trova il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che si estende tra Abruzzo, Marche e Lazio, e si aggiudica una valutazione media di 4,7 stelle su 12.263 recensioni. Istituito nel 1991, si tratta di un parco montuoso dell’ampiezza di più di 140mila ettari. Per i più curiosi la Strada maestra è una strada statale, che attraversa tutto il parco, mentre per chi si trova a piedi o a cavallo, c’è la possibilità di percorrere anche delle ippovie. All’interno è possibile trovare anche il lago artificiale più grande d’Italia (Lago di Camposanto) e due borghi, tra questi il borgo di Amatrice, tra i più belli d’Italia. gransassolagapark.it

6. Parco Nazionale dei Monti Sibillini - 4,7 ★ su 8.550 recensioni
Al sesto posto si trova il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che si estende tra Marche e Umbria per quasi 70mila ettari. Il parco si aggiudica una valutazione media di 4,7 su un totale di più di 8.500 recensioni. I monti che danno il nome al parco, prendono a loro volta ispirazione dalla profetessa Sibilla, che si diceva vivesse proprio sull’omonimo monte. Le pareti impervie delle montagne creano gole impressionanti, mentre c’è spazio anche per il famosissimo Altopiano del Castelluccio. Purtroppo alcune zone del parco non sono accessibili a causa del forte terremoto del 2016. sibillini.net

7. Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - 4,7 ★ su 8.291 recensioni
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si aggiudica il settimo posto, con più di 8mila recensioni e una valutazione media di 4,7 stelle. Famoso a livello internazionale per la preservazione di alcune specie tra cui: il lupo, l’orso bruno marsicano e il camoscio d’Abruzzo, questo parco comprende monti, che vanno fino ai 2.200 m e laghi, di cui uno artificiale e uno naturale. La posizione centrale del parco fa sì che qui vengano conservate specie di flora e fauna molto varie, tra cui più di 200 specie di uccelli. parcoabruzzo.it

 

8. Parco Nazionale della Sila - 4,7 ★ su 6.140 recensioni
Il Parco Nazionale della Sila, che si estende fra tre province calabresi, si aggiudica l’ottavo posto in classifica con più di 6mila recensioni. Tra Cosenza, Crotone e Catanzaro si trovano i quasi 74 mila ettari di parco. Considerata il “Gran Bosco d’Italia”, la Sila offre paesaggi davvero suggestivi e unici e quasi la sua totalità è ricoperta da boschi e foreste. La superficie del parco è inoltre ricca d’acqua e ospita ben tre laghi artificiali. Qui è possibile trovare anche alcuni monti, tra i più alti il Botte Donato e il Gariglione. parcosila.it

9. Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu - 4,7 ★ su 3.832 recensioni
Al penultimo posto troviamo il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, in Sardegna, che si aggiudica 4,7 stelle per un totale di 3.832 recensioni. In quest’area protetta, istituita nel 1998, è possibile vedere un incontro armonioso tra l’uomo e la natura. Qui è possibile osservare territori molto differenti l’uno dall’altro e tra le montagne più alte del territorio, di cui la più alta è Punta La Marmora (1.334 m). Nel parco è possibile trovare anche alcuni rettili e mammiferi rari, oltre che specie endemiche. parcogennargentu.it

10. Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi - 4,7 ★ su 2.601 recensioni
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna occupa l’ultima posizione in questa classifica, con una valutazione media di 4,7 su un totale di più di 2.600 recensioni. Istituito nel 1993, questo parco si trova sugli Appennini, tra Toscana e Emilia-Romagna e occupa un’area di circa 36mila ettari. Le vette più alte all’interno del parco sono il Monte Falco e il Monte Falterona: da qui sorge anche il fiume Arno. Oltre alla bellezza e alla ricchezza della vegetazione, qui è possibile osservare la più grande colonia di lupi dell’Appennino settentrionale e moltissime specie di invertebrati. parcoforestecasentinesi.it

 

Metodologia:
Questa classifica è stata creata a novembre sulla base dei dati di Google. Tutti i parchi nazionali contrassegnati come tali su Google sono stati presi in considerazione. La lista dei primi 10 è stata creata sulla base delle valutazioni di Google.

 

Riguardo a Holidu
La missione di Holidu è di rendere finalmente facile la ricerca e la prenotazione di case vacanza. Il suo motore di ricerca di case vacanza permette ai viaggiatori di prenotare l'alloggio ideale al prezzo più basso. L'azienda aiuta anche i proprietari di case vacanza a moltiplicare le loro prenotazioni con meno lavoro attraverso il suo software e la sua soluzione di servizio sotto il marchio Bookiply. I fratelli Johannes e Michael Siebers hanno fondato Holidu nel 2014. La startup in forte crescita ha sede a Monaco di Baviera e ha uffici locali nelle destinazioni di viaggio più interessanti d'Europa.

Per ulteriori informazioni, consultare https://www.holidu.it/ e https://www.bookiply.it. 

 

 

 

 

 

 

 

Due giorni di laboratorio partecipato promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per migliorare la capacità di reagire a fenomeni naturali da parte di territorio e società a livello europeo.
 
In questi giorni le cronache sono piene di notizie su eventi anche drammatici dovuti al maltempo e legati al rischio idraulico e idrogeologico.
Il dito viene spesso puntato sulla carenza di prevenzione e ancora sull’inevitabile incertezza nella previsione degli eventi resa ancora più preoccupante da una situazione climatica in cambiamento.
Fattori determinanti che spesso riducono gli effetti degli eventi sono la consapevolezza e la preparazione dei cittadini e ancora di più la capacità di reagire positivamente a eventi naturali a volte drammatici. Questa ultima dote è nota come resilienza.


Questo è il tema centrale dell’INNOVATION CAMP RISKILIENCE, un laboratorio innovativo di partecipazione organizzato dall’Autorità distrettuale del fiume Po con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dell’iniziativa “La Scienza incontra le Regioni” promossa dal Parlamento Europeo attraverso il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (JRC), che riunisce esperti di vari settori chiave per un concreto ragionamento guidato, facilitato e partecipato.


L’Innovation Camp Riskilience ha come obiettivo la creazione di comunità resilienti ai rischi naturali attraverso l'identificazione di nuovi linguaggi e comportamenti che promuovano l’interazione positiva fra tutte le parti dell’organismo sociale (istituzionali ed enti, mondo scientifico e della ricerca, mondo delle imprese e società civile).
Le sfide che vengono affrontate nei quattro gruppi dell'Innovation Camp sono: Rischio e Resilienza, promossa dal Dipartimento della Protezione Civile; Rischio e Comunicazione, promossa da ARPAE; Rischio e Memoria, promossa dal CNR e Rischio e Governance, promossa dalla Regione Lombardia.


Alla fine dei due giorni i partecipanti avranno definito idee e soluzioni per un piano di azione immediato, a breve e lungo termine a livello locale, nazionale ed europeo.
L'Innovation Camp è un metodo interattivo di prototipazione strategica messo a punto dal JRC in collaborazione con il Comitato europeo delle Regioni, Educore (Olanda) e FUTOUR (Italia) per trovare soluzioni efficaci alle sfide globali.
 
In allegato il programma Riskilience  www.riskilience.adbpo.gov.it


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Life Claw progetto per la conservazione del gambero di fiume, cofinanziato dall’Unione Europea attraverso lo strumento life

Al via il progetto LIFE CLAW (LIFE18 NAT/IT/000806) per la conservazione dei gamberi di fiume autoctoni della specie Austropotamobius pallipes. Il progetto, che avrà durata quinquennale, raccoglie diversi partner scientifici e non: Il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano - coordinatore del progetto - il Consorzio di Bonifica di Piacenza, Acquario di Genova-Costa Edutainment, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Comune di Fontanigorda, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Comune di Ottone, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia.
L’obiettivo principale del progetto è quello di conservare e migliorare le popolazioni attuali del gambero A. pallipes in declino nell’area dell’Appennino nordoccidentale delle regioni italiane Emilia-Romagna e Liguria, attraverso un programma di conservazione a lungo termine.
Il progetto si pone come obiettivi specifici:
- creare quattro strutture di allevamento ex situ per la reintroduzione e il ripristino delle popolazioni del gambero di fiume autoctono, al fine di garantire la sopravvivenza a lungo termine di questa specie.
- proteggere e aumentare gli stock delle popolazioni di A. pallipes più significativi per la conservazione della variabilità genetica della specie nell’Appennino nordoccidentale.
- contrastare la dispersione di gamberi alloctoni invasivi e la conseguente diffusione della “peste dei gamberi” da questi veicolata, che costituisce una delle principali cause di estinzione di specie autoctone negli ecosistemi di acqua dolce, mediante la rimozione intensiva e continua delle specie alloctone invasive e la costruzione di barriere fisiche per fermarne la diffusione a monte, nelle aree dove ancora vivono i gamberi autoctoni.
- stabilire una mappa per identificare i corsi d’acqua più idonei per la sopravvivenza dei gamberi di fiume autoctoni e per promuovere il divieto del rilascio continuo di salmonidi, che alterano drasticamente l’equilibrio dell’ecosistema acquatico.
- promuovere, con una campagna di comunicazione, la conoscenza della specie e l’importanza della sua conservazione. Oltre ad aumentare la consapevolezza, il progetto punta a scoraggiare l’introduzione sconsiderata di specie alloctone invasive.
- costituire una rete tra le parti interessate e le comunità locali per la conservazione delle specie.
- elaborazione di “buone pratiche” tecniche e sviluppo di un piano strategico di conservazione concreta per i gamberi autoctoni, da trasferire in altri contesti italiani ed europei.


Durante il 1° e il 2° anno alcune azioni preliminari rafforzeranno la base di informazioni e forniranno lo studio di fattibilità, prima della reintroduzione. Sarà realizzata un’ampia indagine per aggiornare la descrizione dello stato attuale dei gamberi autoctoni e alloctoni; sia nelle specie native che invasive sarà verificata la presenza dell’agente che provoca la “peste” tra le popolazioni di gamberi; saranno identificate le popolazioni native più significative per la conservazione della variabilità genetica della specie. Allo stesso tempo, verrà progettato un piano per il controllo delle popolazioni di gamberi invasivi. Un’azione preliminare prevedrà la formazione degli operatori delle associazioni ittiche e delle guardie ecologiche volontarie, con l’obiettivo di creare un team stabile preparato a supportare i partner del progetto durante le attività di allevamento e le catture dei gamberi invasivi, per tutto il periodo del progetto e negli anni successivi. Lo sviluppo di una consapevolezza della conservazione della biodiversità nelle comunità locali è un passo fondamentale per raggiungere gli obiettivi del progetto.
Le azioni concrete di conservazione saranno sviluppate nei successivi tre anni del progetto: saranno istituite quattro strutture interne ed esterne per l’allevamento dei gamberi presso i Comuni di Ottone, Fontanigorda, Corniglio e Monchio delle Corti. La prevenzione delle malattie sarà assicurata dal monitoraggio diagnostico per rilevare l’agente responsabile dell’epidemia dei gamberi, applicando tecniche di campionamento non invasive. Le azioni di conservazione in situ prevedono il potenziamento dell’habitat per aumentare la disponibilità di rifugi e la creazione di aree idonee alla riproduzione.


Situazione attuale
Le popolazioni autoctone di A. pallipes hanno subito un notevole declino negli ultimi 50 anni in Europa. In Italia il calo è stato del 74% circa negli ultimi 10 anni. Le popolazioni residue di A. pallipes sono ora confinate nelle zone sorgive, o vicine ad esse, di piccoli corsi d'acqua, dove i gamberi alloctoni non si sono ancora espansi e l’habitat è meno influenzato dalle attività umane.
Per la prima volta in Italia, due popolazioni di nuova costituzione del gambero invasivo di acqua fredda Pacifastacus leniusculus (gambero della California) sono state recentemente rilevate all’interno di uno dei siti del progetto “Lago del Brugneto”, nel bacino del fiume Trebbia (1.070 km2), e ai margini del sito “Rocca dell’Adelasia”; entrambi i siti ospitano ancora alcune popolazioni residue di A. pallipes. Sebbene queste due popolazioni di gambero della California siano ancora limitate, la loro presenza rappresenta una minaccia concreta dal momento che questi animali sono caratterizzati una maggior capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali, che consente loro di colonizzare nuovi habitat, relegando il gambero di fiume in zone marginali. Inoltre, le specie alloctone più diffuse in Italia, il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e il gambero americano (Orconectes limosus), sono presenti nei territori della Pianura del Po e rappresentano una potenziale minaccia nell’ area del progetto, in particolare nella fascia collinare. Nei dintorni del Basso Trebbia A. pallipes è scomparso di recente dall’area a causa della colonizzazione da parte di P. clarkii.


Tutte e tre le specie alloctone invasive sono forti concorrenti per il gambero di fiume e portatrici della “peste dei gamberi”, che è responsabile della rapida contrazione delle popolazioni di A. pallipes. Rappresentano pertanto una delle minacce più pericolose per le specie autoctone e sono anche responsabili di danni da erosione alle sponde dei canali, dell’ostruzione di griglie poste in corrispondenze di canali intubati e di impianti e dell’occlusione di attrezzature necessarie per la gestione delle derivazioni delle acque irrigue (ad esempio paratoie).

Editoriale:  - Editoriale:  - Io querelo te, tu quereli me, noi quereliamo loro...,- Lattiero caseario. Latte in positivo, burro e crema stabili - Cereali e dintorni. Mercato praticamente immobile - Maltempo, in attesa del colmo di piena del Po - Intitolato a Pierluigi Ferrari l'Agrilab di Giarola - Ore 11,00: previsto il passaggio del colmo di piena del Po in territorio parmense -


cibus-48-1dic19.jpgSOMMARIO Anno 18 - n° 48 01 dicembre 2019
1.1 editoriale
Io querelo te, tu quereli me, noi quereliamo loro...
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte in positivo, burro e crema stabili
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato praticamente immobile
5.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 maltempo e colmo di piena del po Ore 11,00: previsto il passaggio del colmo di piena del Po in territorio parmense
7.2 FOOD EVenti Espressioni che abbinano sogni
8.1 maltempo emilia Maltempo, in attesa del colmo di piena del Po.
8.2 ambiente educazione  Intitolato a Pierluigi Ferrari l'Agrilab di Giarola.
10.1 Parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: il Consorzio lancia il progetto premium “40 mesi”
11.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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Sabato, 30 Novembre 2019 07:47

Le api per salvare l’ambiente

Le api per salvare l’ambiente: nella sede di Confagricoltura parma la prima arnia smart. Marini: “creiamo una rete in tutto il parmense”

Un’arnia smart per salvare, insieme alle api, il nostro ambiente e contrastare l’inquinamento. Ha questo fine l’installazione nella sede di Confagricoltura Parma in via Magani, zona San Pancrazio, della prima “arnia smart” del Parmense nell’ambito di una partnership tra Confagricoltura Parma e Beesmart Italy che coinvolge anche l’Azienda agraria sperimentale Stuard, per la corretta conduzione della famiglia di api.

“L’arnia – spiegano gli ideatori Lorenzo Ovrezzi, Luigi D’Ovidio e Stefano Sarti – è dotata di una stazione meteorologica e di una serie di sofisticati sensori che permettono di raccogliere ed elaborare numerosi dati: tra questi l’umidità, il peso, la temperatura interna ed esterna, il particolato in atmosfera (Pm10 e Pm2,5) oltre ad effettuare il conteggio della popolazione attiva in volo”.

“Le api, – commenta Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma – oltre ad essere il garante essenziale della biodiversità del nostro pianeta, sono degli affidabilissimi organismi di monitoraggio dell’ambiente. Poter analizzare la loro opera in modo puntuale e preciso permette di utilizzarle come indicatori multispettro di dati ambientali. La nostra idea, contando sull’adesione dei soci di Confagricoltura Parma e di tutti gli agricoltori interessati, è quella di installare le arnie smart in differenti luoghi della provincia in modo da creare una rete di misurazione indipendente in grado di garantire un monitoraggio costante e raffinate mappe dell’inquinamento dell’aria a livello locale. Collegando i sensori ad un cloud sarà possibile raccogliere una mole notevole di dati sulla qualità ambientale di una determinata zona aiutando i decisori e noi agricoltori ad adottare le migliori pratiche”.

Pieno appoggio all’iniziativa da parte del Comune di Parma. “Avere un’installazione di questo tipo in città – commenta Sebastiano Pizzigalli, consigliere comunale delegato alle Politiche agricole e ai rapporti con il territorio - è sicuramente un valore aggiunto. Le funzioni hanno risvolti potenzialmente interessanti sia per il settore pubblico che privato. In particolare l’analisi dei dati da remoto permette all’imprenditore di capire quando e come intervenire in modo oggettivo e mirato, mentre per un’amministrazione pubblica sono preziosi i dati atmosferici e quelli relativi all’inquinamento così da indirizzare parte delle proprie politiche ambientali. Fa molto piacere che questa idea di progetto sia nata e sia stata portata avanti proprio da tre giovani tecnici del territorio”.

A sostenere l’iniziativa anche la Regione Emilia-Romagna. “L’arnia smart – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli – è un passo importante per il settore con una sensoristica che è uno strumento prezioso per un’apicoltura in grado di resistere al cambiamento climatico. La nostra Regione ha investito molto sull’apicoltura che è un settore fondamentale per vivere. Abbiamo approvato, di recente, una nuova legge che punta molto sulla biodiversità. Da tempo abbiamo un osservatorio per evitare che ci sia una moria di api e si possa tenere monitorato tutto il territorio. Si sono previsti anche dei contratti di filiera, con i sementieri, per fare in modo che si possano arginare i problemi che possono derivare alle api da alcune colture ed abbiamo investito anche nell’ambito dell’Ocm. Spero che l’arnia smart possa diventare una delle buone pratiche da diffondere nel Parmense ed in tutto il territorio regionale

Roberto Reggiani (direttore Azienda agraria sperimentale Stuard e presidente dell’Associazione apicoltori di Parma, Reggio e Modena) si è detto “contento che anche l’apicoltura sperimenti certe progettualità” ed ha aggiunto “sarà importante sapere che tipo di polline avranno le api al momento di rientrare nell’arnia”.

L’arnia smart collocata nella sede di Confagricoltura sarà gestita dall’Azienda agraria sperimentale Stuard che metterà in atto i protocolli veterinari ed effettuerà le periodiche e basilari operazioni di pulizia al fine di garantire un’efficace lettura dei sensori di bordo. L’arnia smart sfrutta l’energia solare ed è dotata di una batteria di riserva che mantiene il dispositivo in carica anche senza luce solare diretta.

FOTO ALLEGATE: Da sinistra Riccardo Reggiani, Eugenio Zedda, Lorenzo Ovrezzi, Mario Marini, Stefano Sarti e Luigi D’Ovidio. L’arnia smart.

La panca intelligente con centralina meteo e monitoraggio inquinanti, pronta per progettare bellezza negli spazi urbani insieme alle Pubbliche Amministrazioni

Molto più di una panca. La novità in casa BioStile, marchio di Sipla ProSGM si chiama Surfà ed è la postazione intelligente ispirata alla natura accolta tra le innovazioni della 68^ SIA Hospitality Design vetrina dell’ospitalità Made in Italy tutti gli anni al polo fieristico di Rimini.


Surfà nasce per accogliere le sfide della città intelligente proponendosi come arredo autonomo sul piano dell’illuminazione, mettendo a disposizione degli utenti ricarica wireless e, per la prima volta, una centralina meteo e monitoraggio inquinanti per rilevare i livelli di qualità dell’aria intorno.
Si tratta di tecnologie innovative che rendono BioStile sempre più “amico” dell’ambiente e delle smart city, un modello di città che mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente attraverso la gestione delle risorse in modo intelligente.


“Il design made in Italy e le soluzioni ingegneristiche sono alla base di Surfà, l’arredo che mixa nel suo nome la tavola da surf ed il sofà” - spiega Roberto Ghisellini ideatore di BioStile e del nuovo concept. Anche in questo caso, come per tutti i pannelli montati su arredi Biostile, è stata data rilevanza al pannello fotovoltaico, che è la panca stessa e si declina in celle dalla forma ellittica e dal colore verdeblu ispirato all’azzurro del mare e del cielo. Stiamo lavorando alla linea completa “urban & smart” ed entro il 2020 saremo pronti con nuovi arredi intelligenti da proporre alle pubbliche amministrazioni per quartieri e città”.
Ideale per spazi pubblici - parchi e piazze ad esempio - con una installazione che non richiede cablaggio elettrico aggiuntivo, Surfà riflette nel suo concept la filosofia di città positiva e sostenibile. L’arredo intelligente è realizzato in collaborazione con Sunergy, leader nella produzione di moduli fotovoltaici.


Queste sono le sue caratteristiche tecniche: raccolta dati connessioni utenti, dimensioni(190x62x41cm), due caricabatterie wireless, due caricabatterie USB (+2 opzionali), illuminazione notturna, connessione internet, raccolta dati potenza 80Wp, possibilità di riscaldamento seduta per offrire maggiore comfort nella stagione invernale.


Essenzialità, sicurezza e sostenibilità sono le carte vincenti della nuova panca BioStile. Dal punto di vista strutturale si compone dei due piedi che sorreggono la piastra in vetro composta a sua volta da rivestimento antisfondamento e sostituibile. Ciò consente di collocare panca in uno spazio all’aperto anche sprovvisto di videosorveglianza.


Surfà, infine è un arredo sostenibile in quanto rileva i parametri inquinanti grazie alla presenza di sensori. Si tratta di una nuova funzione, quella del rilevamento, da ora in avanti applicata a tutti i futuri arredi.
L’ essenza di Surfà rimane la tecnologia smart che integra ricariche wireless (senza fili) per dispositivi quali smartphone e tablet. Con il supporto strategico di VerdeBlu e AD Communications, partners per la promozione, l’obiettivo è aumentare nelle città i livelli di benessere, comfort e sicurezza, per l’uomo e per l’ambiente.

Pubblicato in Ambiente Emilia
L'esperienza di Parma, le politiche e le innovazioni introdotte nel settore Mobilità e la continua innovazione tecnologica per rendere la nostra città sempre più Smart sono le tematiche che il Sindaco Federico Pizzarotti ha affrontato al Forum di Parigi City Life.  
 
Anche a Parigi Parma è diventata un esempio virtuoso in tema di mobilità sostenibile e rispetto dell'ambiente
 
In particolare, il Sindaco Pizzarotti è intervenuto nella tavola rotonda sul tema "Nuova Mobilità nelle città a zero emissioni di carbonio" e ha dialogato con Anne Hidalgo Sindaco di Parigi, Jean Jouzel Climatologo e glaciologo, Anibal Gaviria Presidente di Cities Alliance et Gouverneur d'Antioquia Colombia, Dr. Gilles Dixsaut Presidente della Foundation du Souffle, Catherine Lescure Delegata Regionale Ile-de-France d'EDF e con Christian Nibourel Presidente de Paris-Ile-de-France Capitale Economique.
 
"La candidatura e l’ammissione tra le città in lizza per il titolo di Capitale Eropean Green 2020 premia il lavoro messo in atto in questi ultimi anni. Parma ha introdotto innovazioni importanti sulla mobilità green diventando un vero e proprio punto di riferimento. Potersi confrontare con altre città europee è una occasione per apprendere strategie e condividere nuovi percorsi " ha commentato il sindaco Pizzarotti.

 Editoriale:  - Sardine e gattini, ma prima erano "girotondi", "No Global"e ""V Day. La piazza perde valore. -  Lattiero caseario. Il grana padano ha arrestato la  discesa, non così per il “parmigiano" - Sugar Tax, un’aberrazione che crea un doppio danno alla filiera agroalimentare italiana - Ecovillaggio Montale, esempio di adattamento ai cambiamenti climatici - Ritirata la farina per allergene non dichiarato - -


SOMMARIO Anno 18 - n° 47 24 novembre 2cibus-47-24nov19-COP.jpg019


1.1 editoriale
Sardine e gattini, ma prima erano "girotondi", "No Global"e ""V Day. La piazza perde valore.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Il grana padano ha arrestato la discesa, non così per il “parmigiano"
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stagnanti..
5.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 Sugar Tax Sugar Tax, un’aberrazione che crea un doppio danno alla filiera agroalimentare italiana
7.2 Wine eventi Merano – “Excellence is an attitude”.
8.1 ecovillaggio resiliente Ecovillaggio Montale, esempio di adattamento ai cambiamenti climatici
8.2 Ambiente e dissesto Distretto del fiume Po: investimenti straordinari di 5 milioni di euro in zone nevralgiche contro il dissesto idrogeologico
10.2 nomine Mario Marini confermato Presidente di Confagricoltura Parma
11.1 sicurezza alimentare Ritirata la farina per allergene non dichiarato.
13.1promozioni “vino” e partners
14.1 promozioni “birra” e partners

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Specie aliene invasive. Fenomeno eccezionale nel Salento: migliaia di pesci rossi riversati nelle campagne adiacenti ai Bacini di Ugento dopo l'ultima grande ondata di maltempo. Lo "Sportello dei Diritti": uno spettacolo preoccupante per l'ambiente - VIDEO

Un fenomeno che senz'altro farà discutere, non solo gli ambientalisti, quello accaduto negli scorsi giorni e manifestatosi dopo l'ultima grande ondata di maltempo che ha colpito con eccezionale intensità il Salento ed in particolare la costa jonica. Migliaia e migliaia di pesci rossi (Carassius auratus) - come segnalatoci e documentatoci fotograficamente dal consigliere comunale Gianfranco Coppola, referente per Ugento dello “Sportello dei Diritti” - si sono riversati nelle campagne dal sistema dei Bacini di Ugento dopo che questi sono esondati a causa della mareggiata di scirocco e delle fortissime ed intense piogge.

Mentre molti continuano a nuotare nelle pozze ancora non prosciugatesi, tanti, tantissimi sono morti e stanno morendo d'asfissia. Ma il problema principale emerso a seguito di questo fenomeno eccezionale e mai documentato prima, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è solo la triste fine cui sono destinati questi pesci rossi man mano che le ampie pozzanghere si seccheranno, è però la presenza infestante di questa specie non autoctona e perciò aliena che ha letteralmente invaso la zona umida che ricade nel Parco naturale regionale Litorale di Ugento proliferando in maniera esponenziale come è documentato dall'evento straordinario di questi giorni. La presenza così massiccia di una specie estranea ai nostri territori, infatti, non può non indurre forte preoccupazione perché potrebbe aver già danneggiato irreparabilmente l'equilibrio autoctono di un intero ambiente palustre.

La clip è visionabile sul link di Youtube : https://youtu.be/bKKiExWPvwo

(18 novembre 2019)

 

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Pubblicato in Ambiente Emilia

Il maltempo non molla la presa in Emilia Romagna e la provincia di Modena è stata colpita domenica 17 novembre da un forte nubifragio.


Oltre il contrasto, l’adattamento ai cambiamenti climatici è fondamentale per garantire sicurezza e comfort abitativo. L’esempio concreto di Ecovillaggio Montale, ecoquartiere sostenibile, che “risponde bene” alla nuova bomba d’acqua grazie ad una progettazione urbanistica che tiene conto della frequenza ravvicinata di eventi meteoclimatici estremi.
In Ecovillaggio la capacità di resilienza e le misure di prevenzione attuate limitano i rischi e i danni che potrebbero verificarsi come conseguenza di alluvioni o nubifragi.


COSA SUCCEDE IN ECOVILLAGGIO SE ARRIVA UN NUBIFRAGIO?
Grazie alla meticolosa realizzazione di una rete di regimentazione delle acque in Ecovillaggio l’acqua viene mantenuta in loco dandole il tempo di fitodepurarsi e di raggiungere la falda sottostante per alimentarla. Questa riserva di liquido prezioso, che mitiga il microclima e mantiene viva la vegetazione che disinquina, sarà utilizzata nei periodi siccitosi. In questo modo l’acqua non si disperde e pertanto non si spreca ma viene restituita all’ambiente quando esso stesso ne avrà bisogno.


SILVIA PINI – IDEATRICE DI ECOVILLAGGIO MONTALE
“Dopo le intense precipitazioni di questi giorni abbiamo potuto costatare come la progettazione urbanistica del nostro ecoquartiere, frutto di uno studio e lavoro multidisciplinare, e la realizzazione in termini di raccolta acque piovane con permeabilità dei suoli e rinvio in falda FUNZIONANO. Ciò garantisce due cose:
• maggiore sicurezza per i residenti e per l’ambiente
• mantenimento di abbondante flusso d’acqua piovana in falda da utilizzare nei periodi siccitosi per irrigare, senza sprechi, tutte le essenze che provvedono al disinquinamento e alla regolazione del microclima”.


VIDEOPILLOLA “L’ACQUA BENE PREZIOSO IN ECOVILLAGGIO”
Gli eventi climatici estremi sono destinati a diventare sempre più frequenti, per questo è necessario agire prima possibile ed intervenire in soluzione coordinata e sistematica per ridurre i rischi connessi al verificarsi di tali eventi.

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