Riduzione Irap. Arrivate oltre 6 mila richieste dalle imprese montane. Prorogato al 31 dicembre il termine per presentare la domanda di contributo regionale. Costi: "Misura fiscale per agevolare le attività economiche in aree più svantaggiate. Dal 2020 verrà allargata la platea dei beneficiari ad altri comuni delle zone appenniniche e del ferrarese"
Più tempo per richiedere la riduzione della tassa per le aziende, i commercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi delle aree montane
Bologna – Ci sarà più tempo per richiedere la riduzione dell’Irap per le aziende, i commercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi dei circa 100 comuni montani individuati dall’attuale bando varato dalla Regione Emilia-Romagna, per cui è stata prorogata la scadenza al 31 dicembre 2019. Le richieste arrivate finora sono oltre 6.000, di cui 329 imprese di nuova costituzione, che vedranno completamente azzerata la tassa. Il bando infatti prevede la riduzionedell’Irap alle imprese e l’azzeramento per quelle nuove e le startup.
“Questa misura è stata concepita appositamente per incentivare nuove attività, per le aziende medio-piccole e piccole e per i lavoratori autonomi della montagna– dice l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi- e merita di essere conosciuta e pienamente utilizzata da tutti coloro che ne abbiano diritto. Dal prossimo anno si allargherà la platea dei beneficiari ad altri comuni montani e alle aree svantaggiate nel ferrarese. Un ampliamento doveroso per un investimento regionale molto importante, che deve includere il maggior numero di zone fragili del territorio, riconoscendo così lo svantaggio in cui si trovano a operare determinate attività economiche dell’Emilia-Romagna. Tutti parlano di ridurre le tasse, noi, per quanto ci compete, lo facciamo a favore soprattutto del mondo produttivo e dei lavoratori”.
Il contributo
Il contributo riguarda tre anni di competenza Irap: 2019, 2020 e 2021. Sarà assegnato tramite il meccanismo del credito d’imposta, in accordo con l’Agenzia delle Entrate. La Regione ha stanziato 12 milioni di euro l’anno per il triennio 19-20-21, per un totale di 36 milioni di euro. In sostanza, la misura regionale consente il dimezzamento dell'Irap e l'azzeramento per tre anni per quelle nuove e le startup.
Il Bando Irap
A oggi, per disposizioni nazionali, non è consentito alla Regione ridurre direttamente e semplicemente le aliquote dell’imposta. Per questo, volendo assicurare un equivalente beneficio alle aziende, la regione ha deciso di attivare un sistema di “rimborso” della stessa: in particolare, con apposita legge regionale, è previsto un contributo pari al 100% del valore dell’imposta lorda dovuta nel 2017 fino a 1.000 euro, al 50% per gli importi maggiori di 1.000 euro e fino ad un massimo di 5.000 euro; infine, le nuove imprese, insediate a partire dal 1 gennaio 2018, potranno godere di una esenzione totale fino ad un massimo di 3.000 euro l’anno di imposta dovuta, per tre anni. Un quadro normativo nel quale si sono cercate di facilitare le procedure quanto più possibile: con unica domanda si accederà direttamente al beneficio per i tre anni individuati. A seguito del bando, già varato nei giorni scorsi, ciascuna impresa o lavoratore autonomo potrà quindi presentare la propria richiesta per il periodo indicato.
Informazioni e dettagli online sul portale dedicato www.bandoirap.it.
Maltempo. Domani allerta Arancione per le piene dei fiumi e frane. Attenzione su Idice, Reno, Secchia e Panaro. A Budrio ancora 121 volontari al lavoro. Allerta con codice Giallo per vento sui crinali, sulla collina e pianura occidentale e per le mareggiate in tutto il litorale.
Bologna -
Resta alta l’attenzione in Emilia-Romagna, dove è attesa una nuova ondata di maltempo per il week end.
Il nuovo evento si innesta sulla coda di quello appena concluso con alcuni corsi d’acqua, interessati dalle piene nei giorni scorsi, ancora strettamente monitorati, in particolare Idice e Reno nel bolognese, Panaro e Secchia in provincia di Modena.
Nel dettaglio le previsioni meteo del Centro funzionale Meteo Arpae segnalano per domani sabato 23 novembre piogge persistenti, a tratti intense, sull'Appennino centro-occidentale con valori medi attorno ai 40-50 mm in 24 ore. I picchi sul crinale appenninico potranno però raggiungere gli 80-100 mm generando piene moderate nei corsi d'acqua.
Sul fiume Secchia e sull'asta principale del Reno, potranno verificarsi superamenti di soglia 2 (codice arancione) anche nei tratti di valle, già nella notte fra sabato 23 e domenica 24, giornata in cui sono previste altre piogge proprio in pianura.
Il quadro idrologico si completa con la situazione del fiume Po nella pianura di Bologna e Ferrara che nelle prossime ore, come segnalato da Aipo, sarà in piena ordinaria (sopra la soglia 1) a Pontelagoscuro (Fe) e sopra la soglia 2 nell’area del Delta.
Sui crinali appenninici è previsto un aumento della ventilazione meridionale, con vento medio attorno ai 65-70 km/h e raffiche prossime ai 90 km/h. Si segnalano inoltre venti sostenuti orientali anche sulle zone di pianura occidentali, con vento medio compreso tra 50-60 km/h e frequenti raffiche prossime ai 70 km/h. Sul mare Adriatico si instaurerà nel corso della giornata una moderata ventilazione da sud-est che determinerà un aumento del moto ondoso fino a mare molto mosso in serata, con possibilità di mareggiate a causa di condizioni di alta marea in tutto il litorale (codice Giallo).
In particolare, la nuova Allerta prevede un codice Arancione per il rischio idraulico nella pianura emiliana orientale e costa ferrarese e nei bacini emiliani orientali e centro-occidentali (zone C, D, E, G) e il Codice Giallo sulla pianura emiliana centrale e sulla pianura e bassa collina occidentale (zone F, H).
Per quanto il vento è codice Giallo sul crinale appenninico da Piacenza a Bologna, oltre alla collina e pianura occidentale (sottozone C1, E1, G1, G2, H1, H2).
Infine, quanto al rischio idrogeologico (frane), è codice Arancione sui crinali e sulla collina centro occidentale (zone E, G) mentre è codice Giallo sulla montagna e collina emiliana centrale e in pianura e bassa collina emiliana occidentale (zone C e H).
L’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in raccordo con Arpae E-R, seguirà l’evoluzione della situazione. Si consiglia di consultare l’Allerta e gli scenari di riferimento sulla piattaforma web: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it.
Il quadro della situazione sul territorio
Sulla costa, si segnalano situazioni di vulnerabilità in provincia di Forlì-Cesena nel comune di Cesenatico, dove in spiaggia le dune arginali sono state rafforzate ma restano due varchi aperti a Valverde e Villamarina. Il Comune sta valutando la chiusura delle porte Vinciane per mettere al riparo il centro storico da eventuali allagamenti. Dopo gli ultimi fenomeni di erosione, nel Riminese sono state rimodellate le dune preesistenti, col materiale disponibile sul posto. Sulla costa ferrarese le difese in spiaggia al Lido di Volano sono state ripristinate in regime di somma urgenza; è in corso l’intervento a Lido di Spina mentre è programmato quello a Lido delle Nazioni.
Dissesti vari, riattivati dalle recenti piogge, sono presenti sull’Appennino piacentino (in particolare a Corte Brugnatella e Bobbio, con interessamento della viabilità), parmense e modenese.
Di fronte a nuove piogge in vista, in provincia di Modena va prestata attenzione anche al reticolo dei corsi pedemontani e dei canali per l’impossibilità di scaricare acqua nel Secchia e nel Panaro. In provincia di Bologna i fiumi da monitorare sono soprattutto l’Idice nel territorio comunale di Budrio, dove il tamponamento della falla è recente, il Reno e il Savena Abbandonato.
I volontari ancora al lavoro sono concentrati in provincia di Bologna. All’opera nella giornata odierna ci sono 32 squadre (121 volontari) impegnati nella pulizia di locali privati, strade, cantine e spazi allagati a Budrio, nel supporto dei Comuni e dei Vigili del fuoco e nell’assistenza alla popolazione e gestione delle attività emergenziali.
In tutto il territorio sono in corso sopralluoghi tecnici per verificare le conseguenze delle piene dei giorni scorsi, con schede di rilevazione dei danni che serviranno a sostanziare la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza per tutta la regione.
Presentato il Rapporto 2019 dell'Associazione produttori di caravan. Degli 8,7 milioni di turisti che nel 2017 hanno visitato il Belpaese a bordo di un camper o un caravan, una quota del 7,6% ha avuto come destinazione il territorio regionale. In crescita anche il mercato dei veicoli destinati al turismo all'aria aperta. Cesenatico è l'ultimo dei nove Comuni in regione premiati con un contributo economico per le iniziative a favore dello sviluppo del settore.
Bologna
Cresce in Italia l’attrazione per il turismo all’aria aperta. Un trend positivo che coinvolge anche l’Emilia-Romagna, una delle principali mete dei vacanzieri ‘on the road’, sia italiani che stranieri, grazie anche all’attrattività delle località balneari della Riviera adriatica, le tante città arte e gli itinerari per andare alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche e culturali del territorio.
A certificarlo è il Rapporto Emilia-Romagna 2019 sul turismo all’aria aperta, un’indagine frutto della collaborazione tra Associazione produttori caravan e camper (Apc) e Regione, su dati elaborati dal Ciset, il Centro internazionale di studi sull’economia turistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Sono circa 8,7 milioni i turisti, italiani e stranieri, che nel 2017 hanno visitato il Belpaese, spostandosi a bordo di un camper o un caravan. Un dato che equivale al 7,6% degli arrivi totali nella Penisola (+ 4,3% sul 2016) e corrisponde a circa 56 milioni di pernottamenti in campeggi e aree di sosta (+4,3%), per un giro d’affari complessivo che s’aggira intorno ai 2,6 miliardi di euro (+3,4%).
E di questi 8,7 milioni il 7,6% ha avuto come destinazione l’Emilia-Romagna, con 4,3 milioni di pernottamenti in campeggi e aree di sosta e un fatturato che sfiora i 200 milioni di euro.
La fotografia del comparto delle vacanze en plein air in Emilia-Romagna, dell’industria italiana del caravanning e le iniziative della Regione per sostenere lo sviluppo di un segmento di mercato turistico in costante espansione, sono state illustrate oggi in Regione dall’assessore al Turismo, Andrea Corsini e il direttore marketing di Apc, Gianni Brogini.
“Siamo tra le Regioni- ha dichiarato Corsini- che in questi ultimi quattro anni hanno saputo innovare di più la propria offerta turistica, con risultati decisamente brillanti. Dati alla mano, in Emilia-Romagna le presenze totali sono cresciute dai 45 ai 60 milioni registrati lo scorso anno e il peso del Pil settoriale sull’economia è aumentato dall’8 al 12%. In questo scenario sono sempre più i turisti che scelgono di trascorrere le proprie vacanze on the road, un comparto che via via pesa in misura sempre maggiore a livello nazionale e che senz’altro può registrare ulteriori progressi anche nella nostra regione”.
“Dalla Riviera adriatica all’Appennino, passando per le città d’arte, i castelli e i borghi storici, ma anche i 14 cammini per viandanti e pellegrini, il viaggiatore itinerante che sceglie l’Emilia-Romagna per le proprie vacanze- prosegue Corsini- ha solo l’imbarazzo della scelta. Ricca anche l’offerta ricettiva del territorio, con moltissime aree di sosta attrezzate. E per incentivare e aprire nuove prospettive di sviluppo al settore, la Regione con un bando ad hoc ha messo a disposizione degli operatori 25 milioni di euro per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle strutture ricettive, campeggi inclusi”.
Il turismo all’aria aperta in Emilia-Romagna
Proprio l’alto grado di specializzazione dell’offerta e l’eccellente sistema turistico-ricettivo sono tra i punti di forzadell’Emilia-Romagna per capacità di attrazione del turismo all’aria aperta. Non a caso la regione è al primo posto in Italia nella speciale classifica per numero di punti di sosta (17% del totale nella Penisola) e si piazza seconda per le aree di sosta totali (9,9%) e per i camper service (17,5%).
Va poi tenuto conto dell’ottimo posizionamento dell’Emilia-Romagna nella casistica del bando promosso ogni anno da Apc per premiare con un contributo di 20.000 euro le amministrazioni locali che s’impegnano a predisporre e realizzare servizi per i turisti ‘on the road’, come area di sosta attrezzata. Dalla sua nascita nel 2001,infatti, ben 9 Comuni emiliano-romagnoli se lo sono aggiudicato: Montefiore Conca (Rn) nel 2002, Berceto (Pr) nel 2004, Migliarino (Fe) nel 2010, Sasso Marconi (Bo) nel 2011, Lesignano de’ Bagni (Pr) nel 2013, Salsomaggiore Terme (Pr) nel 2014, Riolo Terme (Ra) e Santarcangelo (Rm) nel 2016 e, infine, Cesenatico (Fc), premiato lo scorso settembre in occasione dell’ultima edizione del Salone del Camper a Parma. Con questi risultati, l’Emilia-Romagna è al terzo posto della speciale classifica dei territori più premiati dopo Toscana e Piemonte.
“L’Emilia-Romagna- aggiunge Simone Niccolai, presidente di Apc- si è confermata negli anni come una Regione particolarmente attenta all’esplosione del turismo in libertà, sia per quanto riguarda il mercato delle immatricolazioni dei veicoli cosiddetti “ricreazionali” (camper e roulotte) sia, soprattutto, in relazione alla capacità di attrazione e realizzazione di un’efficiente rete di servizi di accoglienza. L’Emilia-Romagna, tra l’altro, svetta per la presenza di numerosissime aree di sosta e ben 9 Comuni della regione si sono aggiudicati il nostro bando annuale per contribuire al potenziamento e riqualificazione delle strutture ricettive. Questa sua attenzione al movimento del turismo on the road, anche a livello legislativo e promozionale, la rende una delle Regioni più ‘camper friendly’ in assoluto”.
Un portale web dedicato
Tra le iniziative della Regione per la promozione e valorizzazione le potenzialità del turismo in libertà c’è anche la creazione all’interno del portale EmiliaRomagnaTurismo.it di un’apposita sezione, “En Plein Air: Emilia-Romagna in camper”, per fornire indirizzi e dare consigli utili per poter vivere nel miglior modo possibile un’esperienza di viaggio ‘on the road’.
Il portale suggerisce 28 itinerari su tutto il territorio regionale e che, accanto ai luoghi più noti, offrono anche mete meno battute. Organizzati per temi di interesse - storico-culturale, naturalistico-escursionistico ed enogastronomico - e visualizzati direttamente sulle mappe on line, gli itinerari propongono un viaggio tra storia, natura e quanto di meglio la tavola offre ai buongustai. Ogni itinerario è inoltre corredato di schede illustrative che informano sui luoghi, sulle aree e sui servizi segnalati dalle mappe.
Il mercato dei veicoli per il turismo all’aria aperta
L’Emilia-Romagna è un ottimo mercato di sbocco anche per l’industria italiana del caravanning. Sono una cinquantina le case costruttrici aderenti all’Apc che operano in Italia, con circa 2.000 dipendenti diretti, ai quali si aggiungono altri 5.000 addetti dell’indotto. Il tutto mette in moto un giro d’affari che supera il miliardo di euro all’anno.
In particolare, in Emilia-Romagna si sono registrate nel 2018 798 nuove immatricolazioni di camper (13% sul totale nazionale) e 2772 trasferimenti netti di proprietà. A questi numeri vanno aggiunti 79 nuove immatricolazioni di caravan (10,2), oltre a 952 trasferimenti netti di proprietà. Bene in regione l’andamento del mercato dei veicoli destinati alle vacanze all’aria parte anche nel primo semestre 2019, con 537 nuove immatricolazioni e 1.455 compravendite di camper e 69 nuove immatricolazioni e 455 compravendite di caravan.
Il primato provinciale di vendite nei primi sei mesi del 2019 è appannaggio di Bologna, con 132 autocaravan e 21 caravan nuovi di zecca. Seguono nell’ordine Modena (105 + 15), Rimini (68 + 3), Reggio Emilia (57 + 10), Forlì-Cesena (51 + 6), Ferrara (31 + 7), Parma (27 + 4) e Piacenza (26 + 2). /G.Ma
Fonte: Regione ER
Agriturismi e fattorie didattiche, la Regione investe oltre 7 milioni di euro per ristrutturazioni e riqualificazioni di locali, fabbricati e aree attrezzate anche a campeggio, acquisto macchinari e attrezzature per accoglienza turistica e attività educative sui saperi e valori del mondo rurale
L'assessore Caselli: "Risorse per rafforzare le strutture ricettive nelle aziende agricole, un tassello fondamentale dell'offerta turistica regionale legata all'enogastronomia e al territorio". Via libera dalla Giunta regionale ad un bando con contributi in conto capitale dal 40% al 50% sul costo dei progetti secondo le zone geografiche. Domande da giovedì 28 novembre al 30 aprile 2020
Bologna – Cresce l’interesse per gli oltre 1.160 agriturismi dell’Emilia-Romagna censiti nel 2018 sul territorio regionale da Piacenza a Rimini e premiati da circa 154.000 ospiti (+8% sul 2017) con un vero e proprio balzo in avanti degli stranieri (+16,6%).
Un trend positivo che la Regione vuole consolidare grazie a un apposito bando varato dalla Giunta che stanzia oltre 7,1 milioni di euro per investimenti indirizzati a incentivare la nascita di nuovi agriturismi e favorire la riqualificazione e l’ampliamento delle strutture ricettive e di servizio degli agriturismi esistenti e delle fattorie didattiche. Il tutto in un‘ottica di diversificazione produttiva e integrazione del reddito delle aziende agricole.
Le risorse arrivano dal Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e sono destinate al finanziamento di progetti finalizzati, tra l’altro, alla ristrutturazione e ampliamento di locali e fabbricati rurali, qualificazione degli spazi aziendali esterni come realizzazione di aree attrezzate per il campeggio e altre strutture fisse per attività ricreative e sportive, acquisto di macchinari e attrezzature specifiche per servizi di accoglienza turistica e/o attività didattiche legate alla riscoperta dei valori e dei saperi del mondo rurale, comprese le tradizioni enogastronomiche locali.
Destinatari del bando sono le aziende agricole, singole e associate, iscritte negli appositi elenchi regionali degli operatori agrituristici e di fattoria didattica e che rientrano nella definizione di micro e piccola impresa (Regolamento Ue n. 702/2014), ovvero che impiegano fino a 50 addetti (10 per le micro) e con un giro d’affari annuo non superiore ai 10 milioni di euro (2 milioni per le micro).
Le domande potranno essere presentate da giovedì 28 novembre al 30 aprile 2020, secondo le modalità indicate dall’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (https://agrea.regione.emilia-romagna.it/).
“L’agriturismo- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- è un settore con ottime prospettive di crescita, vista la domanda crescente, in particolare dall’estero, di un turismo esperienziale, legato al cibo e all’ambiente rurale, che vuole conoscere da vicino le nostre produzioni tipiche e il territorio da cui nascono. È la stessa Lonely Planet, una delle guide più diffuse al mondo, ad avere indicato nel 2018 l’Emilia-Romagna come la meta numero uno in Europa per le sue eccellenze eno-gastronomiche”.
“Con questo bando, che mette a disposizione un consistente pacchetto di risorse per investimenti- chiude l’assessore-, vogliamo quindi rafforzare, a livello regionale, l’offerta turistico ricettiva nel contesto degli itinerari eno-gastronomici e, al tempo stesso, offriamo un aiuto concreto alle aziende agricole che hanno intenzione di diversificare l’attività produttiva, attrezzandosi anche per offrire servizi come fattoria didattica”.
Cosa prevede il bando
I progetti di investimento devono essere di importo non inferiore ai 20.000 euro e i contributi saranno concessi in conto capitale, con percentuali che variano dal 40% al 50% a seconda dell’area geografica. Nel dettaglio gli aiuti raggiungono il 50% sulla spesa ammissibile per gli interventi che ricadono nelle zone rurali con problemi di sviluppo (aree montagna e collinari), si abbassano al 45% in quelle “rurali intermedie” e si riducono ulteriormente al 40% nella fascia ad “agricoltura intensiva e specializzata” di pianura e nelle aree “urbane e periurbane”.
Il contributo non può superare in ogni caso la soglia dei 200.000 euro per azienda, tetto massimo fissato dalle norme europee sugli aiuti “de minimis” ricevuti nell’ultimo triennio. Gli imprenditori che sono iscritti ad entrambi gli elenchi – operatori agrituristici e di fattoria didattica – possono accedere ad entrambe le tipologie di intervento, presentando un’unica domanda, senza però superare il limite dei 200.00 euro di contributo incassato.
Nell’attribuzione dei punteggi in vista della graduatoria finale si terrà conto, oltre ai requisiti territoriali, anche di una serie di parametri aziendali come la presenza di giovani, oppure la coltivazione con metodo biologico. Corsia preferenziale anche ai progetti che affiancano l’attività di pernottamento alla ristorazione; a quelli finalizzati all’avvio di attività sociali o servizi a favore di accoglienza a favore di persone fragili; all’ allestimento di locali per la vendita dei prodotti agrituristici oppure per lavori di ristrutturazione di immobili di particolare pregio storico, culturale e architettonico.
Quello varato dalla Giunta regionale è il secondo bando del genere nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Con quello precedente, che risale al 2016, sono stati finanziati 106 progetti che hanno beneficiato di contributi pari a circa 12 milioni di euro, per un investimento complessivo di oltre 30 milioni di euro./G.Ma
Emilia-Romagna plastic free. Il Piano della Regione - condiviso con le parti sociali - per liberare dalla plastica uffici, strutture pubbliche, mense, sagre, eventi sportivi e spiagge. Bonaccini: "Incentivi, non aumento delle tasse, perché non vogliamo perdere un solo posto di lavoro. Lavoriamo insieme a enti locali, imprese, sindacati, associazioni e comunità scientifica per crearne di nuovi, per la tutela dell'ambiente e un futuro davvero sostenibile". Cabina di regia collegata al Patto per il lavoro per monitoraggio impatto economico e fondi necessari alla riconversione dei processi produttivi. Le 15 azioni della strategia regionale per ridurre drasticamente e poi superare l'utilizzo di plastica monouso, fatta eccezione per i presidi medico-sanitari, oltre a favorire la raccolta in mare e nei fiumi. Via i prodotti, bottigliette comprese, a partire dalle sedi della Regione, delle Agenzie regio nali e delle società in house. Apposite clausole in bandi e procedure di Intercent-ER, l'Agenzia unica regionale per gli acquisti nella pubblica amministrazione e nella sanità. L'assessore Gazzolo: "Ridurre gli effetti delle plastiche è un dovere di civiltà". Da subito pronti 2 milioni di euro, cifra che potrebbe aumentare già in sede di esame del bilancio 2020 in Assemblea legislativa.
Bologna –
Stoviglie, posate e bottiglie, grandi e piccole. Plastica monouso il cui utilizzo, ormai così massiccio, l’Emilia-Romagna vuole ridurre drasticamente e superare. Con l’obiettivo di passare gradualmente a soli materiali alternativi ed ecocompatibili. Unica eccezione, i presidi medico-sanitari. “PlasticFreER” è il Piano della Regione approvato dalla Giunta nell’ultima seduta per una strategia condivisa con enti pubblici, imprese, sindacati, associazioni e comunità scientifica per liberare dalla plastica usa e getta uffici, mense, sagre e feste e ripulire spazi pubblici, fiumi, mare e spiagge. Un percorso comune in 15 azioni per un’economia sempre più circolare e sostenibile.
Riconvertire, ridurre e ripulire.Sono tre i pilastri della norma approvata dalla Giunta regionale che si traducono in sostegno, con fondi e incentivi, per la riconversione delle imprese che producono plastica con particolare riferimento a quella monouso; aiuti agli enti pubblici e ai privati che decidono di ridurne l’uso e un progetto speciale di puliziaper rimuovere i rifiuti - in particolare quelli plastici - dai letti dei corsi d’acqua, dal mare e negli spazi pubblici.
Pronti da subito quasi 2 milioni di euro, ma l’auspicio è che giànell’ambito dell’esame del bilancio 2020 della Regione – la manovra ha iniziato in questi giorni l’iter in Assemblea legislativa con l’arrivo in Aula a inizio dicembre – si possano aumentare le risorse disponibili, soprattutto per il settore produttivo. Il Piano non segue infatti una logica sanzionatoria bensì punta alla gestione condivisa della fase che si apre: collegata al Patto per il Lavoro con tutte le parti sociali, verrà istituita una Cabina di regia che dovrà stabilire modi e tempi di attuazione delle azioni previste, valutando gli impatti dal punto di vista ambientale ed economico e quindi definire i fondi necessari.
“In Emilia-Romagna, con un provvedimento inedito, ci diamo l’obiettivo di liberare dalla plastica usa e getta tutto il territorio regionale: in modo progressivo, con fondi e incentivi, e sostenibile per le imprese e per i lavoratori. Lo facciamo- sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- con una strategia condivisa con le attività produttive, i sindacati, gli enti pubblici e le associazioni di categoria, senza mettere un euro di tasse in più, anzi, con premi per chi sceglierà di riconvertire la propria produzione in un’ottica di economia circolare e per chi deciderà di liberarsi dalla plastica nella propria attività”.
“Vogliamo sostenere una filiera, quella del packaging- prosegue- fondamentale non solo per la nostra regione ma per il Paese, in una transizione verso un futuro più sostenibile e in grado di rispondere alle sfide del cambiamento climatico”.
“Stiamo analizzando in un tavolo tecnico- chiude Bonaccini- l’impatto reale delle misure al vaglio del Parlamento e, parallelamente, faremo altrettanto per definire azioni di sostegno alle imprese impegnate nella transizione. Siamo convinti che lavorando insieme riusciremo a condividere una crescita a misura d’ambiente, senza perdere un solo posto di lavoro”.
Alcune azioni, in sintesi
Tra le azioni previste, in primo luogo un’azione capillare all’interno della Regione e nelle sedi delle agenzie regionali e delle società in house per la sostituzione progressiva di tutti i prodotti in plastica monouso, bottigliette comprese, oltre che nelle mense e nei bar interni di ospedali, scuole e aziende, sulle spiagge, negli stabilimenti balneari, nelle aree protette, nelle sagre, feste e manifestazioni pubbliche, eventi sportivi.
Con un sistema di premi e incentivi per tutte le realtà, pubbliche e private, che sostituiranno il monouso con oggetti riciclabili e riutilizzabili.
E poi un progetto speciale di raccolta delle plastiche abbandonate nell’ambiente per limitare l’inquinamento, oltre che dei fiumi e degli spazi pubblici, anche del mare con la possibilità di un accordo agricolo di filiera specifico per le associazioni dei pescatori e degli acquacoltori, oltre al sostegno alla progettazione di nuovi prodotti che rispondano alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio nei settori agricolo, agroalimentare e della miticoltura.
E ancora, allo studio incentivi per promuovere la vendita di prodotti sfusi negli esercizi commerciali, in linea con le azioni previste dal Governo nazionale.
E per i Comuni contributi del ‘fondo d’ambito’ legati ad azioni di prevenzione e riduzione di imballaggi in plastica, utilizzando ad esempio le cosiddette “casette dell’acqua”, i “kit di lavastoviglie” e le stoviglie riutilizzabili.
Per il mondo dell’impresa e del lavoro, è previsto il sostegno alla riconversione industriale dei processi e dei prodotti nell'ottica dell'economia circolare, anche attraverso progetti di ricerca e sperimentali che portino verso soluzioni eco-compatibili in sostituzione delle attuali plastiche o all’utilizzo di plastiche riutilizzabili; si prevede poi la possibilità di percorsi di riqualificazione professionale con l'obiettivo di tutelare e riqualificare l'occupazione.
E un Portale della prevenzione sul web per raccogliere divulgare le iniziative realizzate sul territorio per la riduzione della produzione dei rifiuti urbani e speciali.
“Ridurre gli effetti delle plastiche-spiega l’assessore regionale all’ambiente, Paola Gazzolo- è un dovere di civiltà che la nostra Regione intende assumere nei confronti delle generazioni future, con una grande azione di squadra tra Istituzioni, operatori economici, associazioni e cittadini perché ciascuno fornisca un contributo concreto per la transizione verso modelli di consumo più sostenibili”.
“La chiave dell’approccio regionale- prosegue Gazzolo- sta proprio nel decidere insieme, con tutti i soggetti coinvolti, le modalità e l’agenda delle azioni per politiche capaci di far compiere un salto di qualità importante al territorio in materia ambientale, rendendo al tempo stesso l’economia regionale sempre più competitiva e più resiliente”. /BB
Pronto il piano della Regione, si parte con il ritorno del professor Antonio Daniele Pinna. Bonaccini e Venturi: "Un programma ambizioso, che punta su ricerca e innovazione per far fare un ulteriore salto di qualità a un sistema già di altissimo livello". Il rettore Ubertini: "Un'ulteriore sfida per il sistema sanitario regionale, che vanta già molti professionisti di fama internazionale". Oggi in viale Aldo Moro la presentazione alla stampa. Si investe su organizzazione e risorse umane per mettere a disposizione dei cittadini le migliori tecniche e i migliori professionisti. Tra i trapianti del futuro, quelli d'utero, multiviscerali, combinati toracici e addominali, e l'incremento dei trapianti da vivente. Pinna: "Regione già leader nell'attività di trapianto, darò il mio contributo per farla crescere ancora".
Bologna -
Una Rete, quella delle donazioni e dei trapianti dell’Emilia-Romagna, già solida e ben organizzata, che la Regione vuole rafforzare e sviluppare ulteriormente, consolidando la struttura organizzativa e gestionale e puntando sempre più sull’innovazione.
Il piano si chiama “Percorsi innovativi per il potenziamento della Rete trapiantologica regionale e trapianti sperimentali”, i contenuti generali erano stati definiti lo scorso luglio da una delibera di Giunta ed ora è pronto a partire.
Per vincere questa sfida, la Regione ha voluto al fianco un nome d’eccellenza, il professor Antonio Daniele Pinna, pronto a rientrare da Abu Dhabi in Emilia-Romagna; a lui è affidato il compito di supervisionare e guidare la Rete nella realizzazione del programma, sviluppando e valorizzando l’attività dei Centri trapiantologici affinché l’intero sistema possa compiere un ulteriore salto di qualità. Guardando sempre più al futuro sul fronte della ricerca - in particolare l’utilizzo dell’immunoterapia per ridurre gli effetti indesiderati dei farmaci immunosoppressivi sui pazienti trapiantati - e delle tecniche di trapianto.
In previsione ci sono l’incremento e l’organizzazione dei trapianti di fegato e di rene da vivente; i trapianti combinati toracici ed addominali; i trapianti multiviscerali e di utero, e il cosiddetto ‘split liver’, la suddivisione del fegato del donatore in due parti, per poterle utilizzare su due pazienti diversi. Interventi da un lato altamente innovativi e di massima complessità, dall’altro già consolidati ma che richiedono uno sviluppo nell’ottica di garantire standard sempre più elevati, che solo un sistema donativo-trapiantologico strutturato e organizzato, dotato delle migliori tecnologie e professionalità, può assicurare.
Oggi, in viale Aldo Moro a Bologna, la presentazione alla stampa del Programma regionale, con lo stesso Pinna, il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini, e Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.
Principali novità del Piano regionale
Il Programma su cui punta la Regione passa attraverso l’organizzazione dipartimentale della Rete trapiantologica, ovvero di una maggiore strutturazione delle relazioni clinico-organizzative tra i Centri e di un potenziamento delle funzioni trasversali - ricerca, formazione, governo clinico - a supporto della rete. Un modello di relazioni funzionali che da un lato vede i Centri della rete donativo-trapiantologica regionale mantenere la propria autonomia, indipendenza e responsabilità, e dall’altro riconosce la loro interdipendenza in funzione del raggiungimento di obiettivi comuni - clinico assistenziali, etici ed economici - in ragione dei quali vanno individuati percorsi collaborativi interaziendali.
Il Piano guarda a specifici obiettivi: individuare le necessità relative ad innovazione dei modelli assistenziali, delle tecniche trapiantologiche e delle dotazioni tecnologiche, con particolare attenzione ai trapianti sperimentali; definire programmi di aggiornamento tecnologico continuo e di acquisizione, qualificazione e formazione delle risorse umane, anche attraverso master per il perfezionamento delle attività di studio, selezione e trapianto e per il follow up dei pazienti; mettere a punto proposte di riassetto di rete, garantendo l’autonomia gestionale di ciascun Centro. E ancora, prevedere percorsi clinico-assistenziali trasversali a livello regionale, anche mediante un più equilibrato bilanciamento tra la mobilità dei pazienti e quella delle equipe assistenziali, grazie a collaborazioni interprofessionali e interaziendali che favoriscano l’utilizzo delle migliori competenze cliniche.
Tra gli ulteriori elementi innovativi, la ridefinizione dell’assetto organizzativo e funzionale del Centro regionale trapianti (la struttura operativa-gestionale della Regione che ha attribuzioni di supporto, collaborazione e attuazione della programmazione sanitaria regionale) e del Comitato regionale trapianti, di cui viene mantenuta la suddivisione in Comitato, Esecutivo del Comitato e Commissioni tecniche, ma le cui attribuzioni sono ripensate in modo sostanziale.
Aumentano i trapianti in Emilia-Romagna
384 trapianti (24 cuore, 154 fegato, 198 rene, 8 polmone) effettuati in Emilia-Romagna dall’1 gennaio all’11 novembre 2019, in netto aumento rispetto all’intero 2018, in cui ne furono effettuati 319. E sale il numero dei donatori utilizzati: 149, contro i 114 dello scorso anno. Un incremento consistente, legato anche all’utilizzo della donazione di organo a cuore fermo, che da gennaio a novembre ha potuto contare su 18 donatori (erano 10 nel 2018). Una tecnica di donazione altamente complessa, che da quando fu introdotta in Emilia-Romagna mostra una crescita costante: nel 2016 furono 11 i trapianti effettuati da donatore a cuore fermo, divenuti 43 nei mesi gennaio-novembre 2019. /EC
Sanità: l'Emilia-Romagna prima in Italia per qualità dell'offerta e capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione. Bonaccini e Venturi: "Riconoscimento importante, che rappresenta una conferma del livello del nostro servizio sanitario pubblico, ma anche lo stimolo a fare ancor meglio e di più". Il 'voto' ai sistemi sanitari regionali nel rapporto Meridiano Sanità Regional Index, elaborato da The European House - Ambrosetti e presentato oggi a Roma. Nella comparazione con le altre Regioni valutati 26 indicatori di performance. "Va detto grazie per l'impegno quotidiano ai tanti operatori, infermieri, medici e dirigenti che lavorano nel sistema sanitario regionale".
Bologna -
L’Emilia-Romagna prima Regione in Italia per capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione e per indice di mantenimento dello stato di salute.
Ad attestarlo Meridiano Sanità Index, lo studio elaborato da The European House- Ambrosetti che misura le performance del sistema sanitario italiano mettendolo a confronto con quello di altri Paesi, per fotografare gli effetti degli interventi di politica sanitaria sullo stato di salute della popolazione. Nell’ambito di questa rilevazione, presentata oggi a Roma, la sezione Meridiano Sanità Regional Index è dedicata alla valutazione e al confronto dei sistemi sanitari regionali, che vengono misurati con 26 indicatori di performance.
Con 7,4 punti (a fronte della media nazionale di 5,7), l’Emilia-Romagna guida dunque la classifica nazionale per capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione, precedendo Toscana (6,9) e, con 6,5 punti a parimerito, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Veneto. Una voce che valuta quanto il sistema sanitario regionale sia stato capace di organizzarsi per rispondere alle sfide della prevenzione, della gestione dei pazienti anziani sul territorio e dell’offerta di soluzioni terapeutiche innovative; in una parola, la capacità che ha di soddisfare le aspettative dei cittadini.
Regione al vertice anche per quanto riguarda l’indice di mantenimento dello stato di salute: Emilia-Romagna (7,9), Lombardia (7,1) e Toscana (7,1) occupano le prime tre posizioni, con un punteggio che supera ampiamente la media nazionale di 6,0. Un secondo posto (7,4 punti) a parimerito con la Toscana e dopo la Provincia Autonoma di Trento l’Emilia-Romagna lo conquista in quanto ad efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria; una voce che tra gli altri elementi considera l’appropriatezza di prescrizioni, prestazioni e ricoveri, i tempi di attesa per gli interventi chirurgici e i numeri sulla mobilità sanitaria. Infine, per quanto riguarda gli investimenti in sanità, emerge una significativa disomogeneità tra le Regioni nell’utilizzo dei fondi assegnati dallo Stato: rispetto a una media nazionale di risorse sottoscritte del 75,7%, l’Emilia-Romagna è tra le 10 che sono riuscite ad utilizzarne il 100%.
“Un altro, importante riconoscimento del livello del servizio sanitario pubblico della nostra regione, raggiunto grazie all’impegno quotidiano dei tanti operatori, infermieri, medici e dirigenti che ci lavorano e ai quali va il nostro grazie- affermano il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Un riconoscimento che al tempo stesso ci offre lo stimolo a fare ancor meglio e di più per soddisfare le aspettative, giustamente alte, dei cittadini. Il nostro impegno è andato proprio in questa direzione, con gli investimenti fatti per l’edilizia sanitaria, l’innovazione tecnologica e l’assunzione di nuovo personale; ma anche la legge sull’obbligo vaccinale, l’abbattimento delle liste d’attesa e, da gennaio di quest’anno, l’eliminazione del superticket per le famiglie con reddito fino a 100mila euro e del ticket base sulle prime visite per le famiglie con più di un figlio. Siamo orgogliosi- concludono presidente e assessore- che ancora una volta il nostro modello organizzativo sia preso come riferimento a livello nazionale, assieme a quello di altre Regioni che raggiungono con noi le posizioni di vertice, ma continuiamo a guardare avanti consapevoli che l’asticella possa e debba posizionarsi sempre più in alto”. /EC
Sciopero nazionale dal 6 all'8 novembre 2019 dei distributori di carburanti sulle autostrade: ecco dove sarà garantito il servizio in Emilia-Romagna. La lista degli impianti che dovranno rimanere aperti sulla rete autostradale, compresi tangenziali e raccordi, durante l'astensione dal lavoro del settore.
Bologna –
Ecco la lista dei distributori di carburante, disponibile anche on line sul portale della Regione Emilia-Romagna, aperti in occasione dello sciopero nazionale degli impianti della rete autostradale, compresi tangenziali e raccordi, indetto per i giorni dal 6 all’8 novembre 2019. Gli impianti che nella regione devono garantire il servizio per tutta la durata dello sciopero, che andrà esattamente dalle ore 6 di mercoledì 6 novembre alle ore 6 di venerdì 8 novembre.
Autostrada |
Direzione |
Area di servizio |
A1 |
da Milano a Napoli |
Arda Ovest |
A1 |
da Milano a Napoli |
Cantagallo Ovest |
A1 |
da Napoli a Milano |
Cantagallo Est |
A1 |
da Napoli a Milano |
Arda Est |
A13 |
da Bologna a Padova |
Castel Bentivoglio Est |
A13 |
da Padova a Bologna |
Castel Bentivoglio Ovest |
A14 |
da Bologna a Taranto |
La Pioppa Ovest |
A14 |
da Bologna a Taranto |
Santerno Ovest |
A14 |
da Bologna a Taranto |
Montefeltro Ovest |
A14 |
da Taranto a Bologna |
Bevano Est |
A14 |
da Taranto a Bologna |
Sillaro Est |
A15 |
da Parma a La Spezia |
Medesano Ovest |
A15 |
da La Spezia a Parma |
Tugo Est |
A22 |
da Modena a Brennero |
Campogalliano Est |
Una proposta educativa, realizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Sport Invernali, che offre agli studenti l'opportunità di valorizzare la pratica sportiva nell'ambito del loro processo formazione e di crescita
Una nuova proposta educativa, realizzata in collaborazione con la FISI – Federazione Italiana Sport Invernali, che partirà nell’anno scolastico 2020/2021 e che offrirà agli studenti l’opportunità di valorizzare la pratica sportiva nell’ambito della programmazione didattica, mettendo d’accordo la pratica agonistica degli sport invernali con il raggiungimento degli obiettivi formativi.
Il nuovo liceo è stato presentato oggi in occasione di Skipass, la manifestazione fieristica dedicata agli sport invernali in corso in questi giorni a Modena Fiere, dal sindaco di Pievepelago, Corrado Ferroni, dall’assessore del Comune di Fiumalbo, Gabriele Nizzi, dal sindaco di Riolunato, Daniela Contri, da Luciana Serri, presidente della I Commissione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Fabio Braglia, consigliere delegato per la Scuola della Provincia di Modena, Silvia Menabue, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e dirigente dell’Ambito territoriale di Modena, Angelo Dalpez e Stefano Lungo, rispettivamentevicepresidente della Federazione Italiana Sport Invernali e consigliere federale. Presente il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
“Da inizio legislatura, con l’approvazione della legge sullo sport, abbiamo investito 58 milioni di euro per portare sempre più persone nei campi da gioco, nelle palestre, nelle piscine e sulle piste di sci- ha detto il presidente Bonaccini-. Altre risorse importanti, circa 26 milioni di euro, sono state stanziate per qualificare le nostre stazioni e i nostri impianti sciistici. E quasi un miliardo di euro è poi statoinvestito per rilanciare la nostra montagna negli ultimi cinque anni, per evitare fenomeni di abbandono, cercando di attrarre in queste terre giovani e famiglie”.
“La nascita del liceo sportivo a Pievepelago- ha aggiunto Bonaccini - è una grande notizia perché mette insieme passione per lo sport, valorizzazione della montagna e opportunità di formazione di qualità per i giovani. Tre temi per me e per questo territorio decisivi. È un grande progetto di valenza nazionale che abbiamo sostenuto per permettere a ragazze e ragazzi appassionati di sport di scegliere la montagna perché motore di crescita, di innovazione e di progetti di vita. Ed è un ulteriore e bellissimo esempio di come si possa valorizzare l’identità dei luoghi montani, per farne un’opportunità di formazione e di sviluppo sociale ed economico”.
“L’iniziativa formativa presentata- ha dichiarato Stefano Versari, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna- rappresenta un esempio di raccordo virtuoso tra Ministero dell’istruzione, Regione Emilia-Romagna, istituzioni pubbliche e private, territorio. Nasce oggi una sperimentazione scolastica innovativa, ben strutturata, unica a livello regionale. L’obiettivo che ci poniamo - come sempre - è che la scuola consenta l’istruzione dei nostri giovani con proposte formative radicate nel contesto territoriale. Perché la scuola è per sua natura parte integrante della comunità in cui opera: questa sperimentazione ne costituisce un esempio virtuoso. Confido che l’innovativa sperimentazione oggi presentata susciti l’interesse che merita a livello nazionale, divenendo occasione di mobilità studentesca”.
I Comuni di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato vantano una lunga tradizione in diverse discipline sportive ma in particolare nello sci alpino e nordico, con atleti di fama internazionale nati in questa zona, come Palmiro Serafini, ed altri che qui sono cresciuti sportivamente e che hanno scelto le piste dell’Abetone e del Cimone per gli allenamenti preparatori alle gare di coppa del mondo, come Zeno Colò, Celina Seghi, Alberto Tomba e Giuliano Razzoli.
Le amministrazioni locali hanno lavorato all’obiettivo del liceo per gli sport invernali fin dal 2016, insieme ai docenti e ai dirigenti scolastici, all’Ufficio scolastico provinciale e regionale, alle associazioni di categoria e alla Federazione degli sport invernali e la Provincia di Modena, costruendo un progetto ricco e dettagliato di liceo sperimentale. La Regione Emilia-Romagna ha fortemente creduto in tale progetto fin dall’inizio, e ha stanziato risorse pari a 300mila euro annuali per tre anni per sostenerne l'avvio e il funzionamento attraverso contributi finalizzati a sostenere gli studenti nel coniugare lo studio e la pratica sportiva permanendo nei territori montani, contrastandone lo spopolamento in coerenza alle politiche di arricchimento dell'offerta di istruzione e alle strategie di sviluppo economico e turistico del territorio.
Il percorso di studio del liceo
L’orario annuale delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti è di 891 ore nel primo biennio, corrispondenti a 27 ore medie settimanali e di 990 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 30 ore medie settimanali.
Al superamento dell’esame di Stato sarà rilasciato il diploma di liceo scientifico, con l’indicazione “sezione ad indirizzo sport invernali”, come previsto dal provvedimento del MIUR di autorizzazione alla sperimentazione (D.M. 314/2019).
Le discipline sportive previste sono lo sci alpino e nordico. Una convenzione con la FISI permetterà di interfacciarsi con i vari sci club di riferimento e di coordinare e programmare allenamenti, trasferte e gare.
Per sostenere la preparazione degli studenti la sperimentazione prevede l’utilizzo di una piattaforma e-learning e l’integrazione fra la didattica, la preparazione atletica e lo svolgimento degli allenamenti, in collaborazione fra gli operatori sportivi, i tutor e i docenti. Lo svolgimento dell’attività scolastica, almeno per il biennio, si svolgerà in 5 giorni anziché in 6, modulando l’orario scolastico in base agli impegni sportivi degli alunni.
Particolare attenzione verrà prestata agli studenti atleti di alto livello agonistico.
La struttura residenziale
Gli studenti fuori sede saranno ospitati presso una struttura alberghiera organizzata come servizio educativo convittuale.Ogni camera sarà dotata di bagno, televisore e connessione internet, con servizi di pulizie quotidiane, cambio biancheria settimanale e servizio di lavanderia/stireria.
Le stanze assegnate resteranno a disposizione dei ragazzi sia nei week end sia durante le vacanze natalizie e pasquali. La struttura sarà dotata di una sala studio ricreativa.
Il servizio educativo residenziale garantisce la relazione continuativa con le famiglie per un raccordo educativo, l’organizzazione del tempo extrascolastico, sia per quanto riguarda il sostegno allo studio e le attività per il tempo libero, la presenza dei tutor al momento dei pasti e il presidio notturno.
Gli studenti dovranno compartecipare economicamente agli oneri per le attività sportive aggiuntive e, per coloro che usufruiranno dei servizi residenziali, anche degli oneri convittuali. /BM
Fonte: Regione ER
Vertenza 'La Perla'. Via libera del Ministero del Lavoro all'intesa raggiunta la notte scorsa in Regione tra sindacati e proprietà. Il presidente Bonaccini e l'assessore Costi: "Il lavoro e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori prima di tutto. Ora si apre una fase nuova, vigileremo sul rilancio dello storico stabilimento di Bologna"
"La Regione pronta a mettere in campo azioni e misure per la ricollocazione delle lavoratrici"
Bologna -
“Il lavoro, la dignità delle lavoratrici, dei lavoratori e il futuro delle loro famiglie. Questo prima di tutto. Siamo soddisfatti per i risultati raggiunti fino a qui, ora si apre una fase nuova per il rilancio dell’azienda. Restiamo a fianco delle lavoratrici de La Perla e dei sindacati che in questi mesi si sono battuti per trovare la migliore delle soluzioni possibili, che ora dovrà essere concretizzata, e le istituzioni locali con loro. Continuiamo a seguire da vicino la vicenda e a impegnarci per il futuro dello storico stabilimento di Bologna che rappresenta un pezzo importante del Made in Italy”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, dopo il via libera del Ministero del Lavoro all’intesa sulla vertenza de La Perla raggiunta ieri a tarda sera in Regione, a Bologna, tra lavoratori e azienda. Accordo che apre la strada della Cassa integrazione guadagni straordinaria e degli incentivi all’esodo. A ciò si affianca l’impegno della Regione, attraverso l’Agenzia regionale per il Lavoro, a mettere in campo azioni e misure di accompagnamento al lavoro per le lavoratrici al fine di raggiungere l’obiettivo della ricollocazione professionale.
La vicenda dell’azienda di lingerie bolognese si era aperta all’inizio dell’estate scorsa, quando la proprietà aveva avviato una procedura per l’esubero di 126 lavoratori. L’accordo, approvato oggi formalmente in sede ministeriale, ricalca il risultato raggiunto, dopo ore di confronto tra le parti, nella riunione convocata in viale Aldo Moro dall’assessore Costi, tra Regione, rappresentanti della proprietà, Agenzia regionale per il Lavoro, Città metropolitana di Bologna, sindacati di categoria e rappresentanti dei lavoratori.
“La firma di oggi al ministero è anche il frutto del lavoro svolto in questi mesi dall’azienda, i lavoratori, i sindacati e le istituzioni. Come già fatto in altre vertenze, la Regione si è impegnata a fare ciò che servirà per la ricollocazione delle lavoratrici che ne avranno bisogno", chiudono Bonaccini e Costi.