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Nei mesi scorsi, nel periodo soggetto alle restrizioni governative conseguenti alla diffusione pandemica del virus Covid 19, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero dell’Ambiente ha avviato anzitempo una ricerca scientifica volta ad analizzare la qualità delle acque del Fiume Po alla luce del mutato impatto ambientale sulla risorsa idrica.

Pubblicato in Ambiente Parma

Che cosa c’entra l’emergenza sanitaria con il rapporto tra la preghiera e la politica? Oggi, con la quasi totale assenza della religione dalla scena politica - intendendo quest’ultima nel suo aspetto mediatico – rischiamo di vivere in una società profondamente scristianizzata, senza dimensione religiosa, senza orazione, incapace di assicurare il bene comune. Sembra quasi che evocare il legame con la regione, relativamente alla vita eterna ma anche a quella terrena, sia di cattivo gusto.

Pubblicato in Cultura Emilia

Come già da tempo richiesto al Governo, CNA torna a ribadirlo forte e chiaro: è indispensabile introdurre una misura legislativa che escluda la responsabilità degli imprenditori nel caso in cui un dipendente contragga il Coronavirus.

"Apprezziamo l’intervento del Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha confermato un principio sul quale ci siamo battuti in queste settimane, ribadito peraltro dall’Inail nella circolare pubblicata ieri – ha affermato il Presidente di CNA Parma, Paolo Giuffredi - e cioè che non esiste alcuna automatica correlazione tra il riconoscimento dell'infortunio e l'accertamento di una responsabilità civile o penale dell’imprenditore. Riteniamo ingiusto, inoltre, che la causa dell’eventuale contagio possa essere attribuita esclusivamente all’ambiente di lavoro, visto che la fonte di contatto con il virus può provenire anche dall’ambiente esterno, pertanto non può essere definito un infortunio sul lavoro, in quanto il contagio è frutto di fattori di rischio non direttamente e pienamente controllabili dal datore di lavoro".

"Altro principio importante messo nero su bianco dall’Istituto è che le imprese hanno dunque la sola responsabilità del rispetto dei protocolli condivisi tra Governo e Parti Sociali e delle indicazioni regionali, protocolli di sicurezza – afferma il Presidente Paolo Giuffredi - che devono essere soggetti a verifiche costanti da parte delle autorità competenti e prevedere sanzioni per chi non si attiene alla normativa di sicurezza idonea. Un intervento normativo rimane comunque l’unica via per risolvere in maniera chiara e definitiva questa vicenda. Una via che ci auguriamo il Governo imbocchi in tempi brevi".

Pubblicato in Comunicati Lavoro Parma

La coordinatrice infermieristica: “A giudicare dall'apprezzamento dei colleghi, si meriterebbero una stella Michelin conquistata sul campo”.

Ogni giorno, per oltre un mese hanno consegnato pasti a tutti i reparti Covid dell’Ospedale Maggiore secondo una turnazione coordinata dal settore Alberghiero dell’Azienda.

Il Presidente dell’Associazione Italiana Formatori (AIF) Maurizio Milan ha indirizzato una lettera aperta alla Ministra Azzolina offrendo al MIUR la collaborazione dell’associazione per far fronte alle sfide che la scuola si trova oggi ad affrontare. 

Pascal La Delfa: "Nei prossimi mesi potrà essere uno strumento utile per combattere gli effetti psicologici della quarantena da Covid-19".

"L'OMS e il Ministero della Salute hanno recentemente pubblicato notizie sugli effetti psicologici della quarantena e del post pandemia da Covid-19: paure, perdite di controllo, stigma sociale per soggetti particolarmente vulnerabili. Parliamo di anziani, stranieri, individui con predisposizioni psicologiche, nonché conseguenze 'di ritorno' per i soggetti che sono (stati) in prima linea nel combattere la pandemia (infermieri, medici, sanitari in generale) e di conseguenza visti come possibili "untori" dalla gente comune. Il Teatro sociale potrà essere nei prossimi mesi uno strumento importante di inclusione, partecipazione ed integrazione sociale".

La Provincia di Reggio Emilia non richiederà alle società che hanno in gestione le palestre di proprietà dell'ente (ovvero quelle delle scuole superiori) il pagamento del canone relativo al periodo compreso tra il primo marzo e il 31 maggio, data tradizionale di conclusione della stagione sportiva. "E' una decisione che abbiamo preso per ribadire il nostro pieno sostegno a movimento sportivo reggiano, che da sempre svolge un servizio fondamentale per le nostre comunità, ma anche per aiutare le famiglie dei tanti giovani iscritti a corsi o società - spiega il presidente della Provincia, Giorgio Zanni -

Pubblicato in Sport Reggio Emilia

Bologna 20 maggio 2020 - UniCredit conferma il proprio impegno nella gestione dell'emergenza legata alla diffusione epidemiologica del virus COVID-19. La banca ha deciso infatti di donare 50mila euro all’Università di Bologna per potenziare il laboratorio allestito dall’Ateneo per effettuare i test di sicurezza sulle mascherine.

Una cascata di piccoli cuori colorati, l’uno diverso dall'altro, è il modo nel quale l’Associazione Reggio Ricama ha desiderato riconoscere la professionalità e la dedizione prestate dagli operatori impegnati nei settori Covid dell’Arcispedale Santa Maria Nuova.

La consegna di 470 cuori di stoffa ricamata si è svolta questa mattina nella sede dell’ex-ospedale Spallanzani. A ricevere la presidente dell’associazione Sandra Cosmi, insieme ad alcune socie, erano il Direttore del Presidio Ospedaliero Provinciale Giorgio Mazzi e i direttori dei reparti alle cui equipe la donazione è destinata: Marco Massari per la Struttura di Malattie Infettive, Nicola Facciolongo per quella di Pneumologia, Pierpaolo Salsi per quella di Rianimazione, Maria Luisa Davoli per quella di Geriatria, insieme ad altri operatori.

Come ha spiegato Sandra Cosmi, presidente dell’associazione: “L'emergenza sanitaria ha sconvolto le vite di tutti, obbligando a rivoluzionare gli stili di vita e riflettere sul proprio ruolo in questa società. Si sono riscoperti nei confronti degli altri una sensibilità e un interesse che sembravano perduti. Non hanno destato sorpresa l'impegno, la dedizione, il sacrificio con cui il personale medico e sanitario si è adoperato e tuttora continua a fronteggiare questa situazione faticosa e imprevedibile. È questo il loro lavoro, certo, ma ci si rende conto di quanto sia realmente importante soltanto davanti alle grandi emergenze. Il nostro è un piccolo gesto ma è fatto con il “cuore” per esprimere l'enorme riconoscenza dovuta a chi ha combattuto in prima linea durante questo lungo periodo”.

Nata 30 anni fa, Reggio Ricama è una scuola di ricamo che conta oltre 200 allieve le quali, sotto la guida di maestre esperte, riprendono un'arte antica fatta di pazienza e perseveranza e in cui si fondono il gusto del bello, la creatività e l'eleganza. Durante il periodo di isolamento maestre e allieve hanno preparato i piccoli manufatti che esprimono le capacità piccole o grandi di ogni ricamatrice.

In questi mesi abbiamo ricevuto numerose attestazioni di stima, di affetto, di apprezzamento per il nostro lavoro, in diverse forme” ha commentato Giorgio Mazzi nel ringraziare le donatrici “Sapere, però, che nelle settimane del massimo contenimento oltre 200 persone abbiano dedicato il proprio tempo a realizzare con cura delle piccole opere d’arte da destinare ai professionisti impegnati nell’assistenza, stupisce e gratifica tutti noi”.

Martedì, 19 Maggio 2020 13:09

Sperimentazione Tocilizumab

Sono positivi i riscontri che si hanno dalle analisi preliminari relative allo studio clinico di Fase 2 del Tocilizumab, il farmaco specifico per artrite reumatoide, sperimentato nel contrasto a COVID-19 presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e l’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia. Le speranze sono legittimate, soprattutto dai risultati di letalità a 30 giorni con riduzione della mortalità senza effetti collaterali significativi sui pazienti.

Nel contrasto a COVID-19 uno speranza per la cura arriva dall’impiego del Tocilizumab, il farmaco normalmente utilizzato per la terapia della artrite reumatoide, autorizzato dall’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) per uno studio clinico di Fase 2 coordinato dal Pascale di Napoli, fornito gratuitamente dal produttore Roche.

Lo studio è stato promosso dall'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia, l'Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena e l'Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia oltre che con la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA.

Il Prof. Carlo Salvarani di UNIMORE, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia, direttore della S.C. Reumatologia, è uno tra i quattro autori del protocollo nazionale, ed è co-investigatore principale. Allo studio di TOCIVID-19 hanno fornito un apporto significativo e fondamentale i ricercatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena: Prof.ssa Cristina Mussini, Direttrice della Struttura Complessa d Malattie Infettive; Prof. Enrico Clini, Direttore della Struttura Complessa Malattie dell’Apparato Respiratorio; Prof. Massimo Girardis, Direttore della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione I – Policlinico; Prof. Antonello Pietrangelo, Direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna Dott.ssa Elisabetta Bertellini, Direttrice della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione II – Ospedale Civile di Baggiovara; Dott. Lucio Brugioni, Direttore della Struttura Complessa Medicina Interna e Area Critica; Dott. Giovanni Pinelli, Direttore della Struttura Complessa Medicina Interna d’Urgenza e Area Critica – Ospedale Civile di Baggiovara.

Il protocollo è stato attivato anche negli ospedali dell’Azienda USL di Modena - Carpi, Mirandola, Vignola, Pavullo - e l’Ospedale di Sassuolo grazie alla collaborazione tra Unimore e Ausl e all’azione di coordinamento tra gli ospedali della rete hub and spoke è stata garantita a tutti i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere territoriali la possibilità di accedere, se in possesso dei requisiti clinici richiesti dalla sperimentazione, allo studio TOCIVID19.

"Il Tocilizumab - spiega il prof. Carlo Salvarani di UNIMORE - è un farmaco biotecnologico, inibitore specifico dell'interleuchina 6, una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie in cui vi è una importante risposta infiammatoria, in particolare le malattie autoimmuni. Ebbene, nelle più gravi polmoniti da COVID19, quelle che hanno la prognosi più severa, si è notato che il problema principale non è il virus ma l'abnorme risposta del sistema immunitario, una vera e propria “tempesta citochimica”. Questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina-6 e la sua inibizione può quindi ridurre questa risposta immunitaria abnorme con eccessiva infiammazione, e quindi ridurre il danno polmonare".

Il farmaco ha superato la prova. I risultati evidenziano una riduzione della mortalità a 30 giorni. Ora lo studio sarà presto pubblicato su una rivista internazionale in modo da consentire una revisione approfondita da parte della comunità scientifica.

L’analisi primaria ha riguardato 301 pazienti registrati per lo studio di Fase 2 (in 20 ore tra il 19 e il 20 marzo) e 920 pazienti registrati successivamente tra il 20 e il 24 marzo, provenienti da 185 centri clinici distribuiti su tutto il territorio italiano, inseriti nell’analisi con l’obiettivo di confermare i risultati osservati nello studio di Fase 2.

Questi pazienti – racconta la Prof.ssa Cristina Mussini, Principal Investigator locale dello studio su Tocilizumab - erano stati tutti ricoverati in ospedale a causa di un quadro di polmonite insorto in corso di infezione da coronavirus, e presentavano segni di insufficienza respiratoria. Sono stati invece esclusi da questa analisi i pazienti intubati da oltre 24 ore, che saranno oggetto di ulteriore approfondimento”.

A causa della limitata disponibilità iniziale di farmaco, e della rapidissima richiesta da parte dei centri, in entrambi i gruppi, solo il 60% dei pazienti è stato trattato con Tocilizumab, in qualche caso anche a rilevante distanza di tempo dalla registrazione. Inoltre, verosimilmente a causa di una selezione operata nei centri, i pazienti trattati erano clinicamente peggiori di quelli non trattati, con insufficienza respiratoria più grave e forme di assistenza respiratoria più intensiva.

Nel corso dei 30 giorni successivi, nello studio di Fase 2 sono stati registrati 67 decessi. Come definito dal protocollo, l’analisi primaria è stata condotta sul tasso di letalità a 14 e a 30 giorni. In particolare, a 14 giorni il tasso di letalità riportato nella fase 2 è risultato 18.4%, considerando tutti i pazienti, e 15.6%, considerando solo quelli che hanno ricevuto il farmaco, entrambi inferiori, ma in maniera non statisticamente significativa, al 20% previsto a priori sulla base dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità nel corso dell’epidemia.

Invece, i risultati sono statisticamente significativi a 30 giorni, quando i valori di letalità sono 22.4% in tutti i pazienti e 20.0% nei soli trattati (rispetto al 35% che ci si aspettava a priori).

Il gruppo di validazione di 920 pazienti è caratterizzato da una prognosi decisamente migliore rispetto alla Fase 2, sia per i pazienti trattati con Tocilizumab che per quelli non trattati. Infatti, a 14 giorni la letalità risulta dell’11.4% in tutti i pazienti e 10.9% nei soli trattati, e a 30 giorni del 18.4% in tutti i pazienti e del 20.0% nei soli trattati.

Questi risultati – afferma il professor Carlo Salvarani di Unimore - da una parte confermano quelli riportati nella Fase 2, ma dall’altra introducono un necessario elemento di cautela nella interpretazione. L’analisi degli eventi avversi condotta nella popolazione congiunta di 708 pazienti trattati non ha mostrato segnali rilevanti di tossicità specifiche, diverse cioè dagli eventi avversi attesi nella condizione patologica di base”.

Complessivamente, quindi, lo studio TOCIVID-19, pur con i limiti di uno studio a singolo braccio, reso più complesso dalla rapidità di arruolamento e dalla corrispondente limitata disponibilità di farmaco, suggerisce che Tocilizumab possa ridurre significativamente la mortalità a un mese, ma che il suo impatto sia meno rilevante sulla mortalità precoce. “Ci si augura che gli studi di Fase 3 randomizzati tutt’ora in corso – conclude il professor Carlo Salvarani - possano nelle prossime settimane confermare questi risultati”.

Intanto AIFAvaluta positivamente questo studio realizzato in condizioni di emergenza con alcune limitazioni e problematicità legate all’accesso al farmaco” e si afferma in una loro nota che “lo studio non fornisce una prova definitiva di efficacia del Tocilizumab in pazienti con polmonite da Covid19, trattandosi di uno studio non comparativo (di fase II). L’analisi congiunta di questo studio, assieme agli studi randomizzati in corso, consentirà quindi di ottenere una stima affidabile della entità del possibile beneficio”.

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