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I Carabinieri di Sorbolo sono intervenuti, nel tardo pomeriggio di ieri, per arrestare cittadino italiano classe 61 nato a Reggio Emilia residente a Bolzano in quanto aveva sottratto capi di abbigliamento per un valore di circa 200 € in un negozio di via Mazzini.

Il malvivente, per assicurarsi la fuga, spintonava e malmenava un addetto alla sicurezza che era intervenuto una volta accortosi delle intenzioni dell'uomo. I carabinieri, tempestivamente intervenuti a seguito della allerta disposta dai commessi, riuscivano a trarre in arresto il malvivente e ospitarlo quindi presso le celle di sicurezza, in attesa del rito per direttissima.

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Arrestati due cittadini albanesi per furto in abitazione. Denunciato un terzo connazionale per ricettazione

I Carabinieri del NORM di Fidenza e gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Parma hanno eseguito due misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti cittadini albanesi ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di un furto in abitazione compiuto in orario notturno, nel mese di novembre 2018, a Polesine Zibello.

Le indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, sono partite dall'analisi delle immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza installate presso il Comune di Polesine Zibello grazie a cui è stata individuata l'autovettura utilizzata dagli autori del reato.

Con i successivi servizi di pedinamento e controllo i Carabinieri del NORM di Fidenza hanno individuato gli utilizzatori del mezzo ed avviato attività tecniche nel corso delle quali sono stati acquisiti riscontri dai quali è emersa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai fatti delittuosi ipotizzati. Nei giorni successivi al furto in argomento, nel corso di una perquisizione locale in un'abitazione di Sorbolo, gli investigatori della Sezione Antirapine della Squadra Mobile hanno rinvenuto, occultati all'interno di un borsone, numerosi pezzi di argenteria di sicura provenienza furtiva per cui i cittadini albanesi che si trovavano nell'abitazione sono stati indagati in stato di libertà per il reato di ricettazione.

Nella circostanza, nell'abitazione veniva, altresì, rintracciata una donna (NIKA Ornela cl. 1992, anch'essa albanese), che risultava esser rientrata in Italia con un falso documento dopo esserne stata espulsa e, pertanto, veniva tratta in arresto per reingresso abusivo ed uso di documento falso e, all'esito del giudizio direttissimo, nuovamente espulsa coattivamente dal territorio nazionale.

Nel consueto scambio info-investigativo tra i vari comandi delle Forze dell'Ordine e, in particolare, con la Compagnia Carabinieri di Fidenza, è emerso che l'argenteria sequestrata dall'Antirapina della Squadra Mobile, fosse proprio il provento del furto in abitazione perpetrato il 12 novembre scorso a Polesine-Zibello. Il compendio delle risultanze investigative dei due Uffici investigativi ha consentito alla Procura della Repubblica di Parma di chiedere ed ottenere l'emissione da parte del G.I.P. presso il Tribunale di Parma di una ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di: HASA Ardit cl. 1987 nato in Albania (alias SHKAMBI Ardit) e RYSTEM Sokol cl. 1988 nato in Albania. In considerazione del fatto che HASA Ardit era senza fissa dimora, gli investigatori del NORM di Fidenza e della Squadra Mobile di Parma hanno iniziato a perlustrare le zone notoriamente frequentate da pregiudicati albanesi, riuscendo a rintracciarlo nella tarda mattinata di lunedì scorso, mentre RYSTEM Sokol, nella stessa giornata, è stato rintracciato presso la sua abitazione.
Entrambi, all'esito delle formalità di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Parma.
Al momento del rintraccio, l'HASA era in compagnia di un connazionale, L. G. classe 1989, trovato in possesso di un piccolo crocefisso in oro, di un anello in metallo color argento, per cui è stato indagato

in stato di libertà per ricettazione e, il giorno seguente, espulso con accompagnamento coattivo alla frontiera.

 

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E' sempre molto alto il livello di attenzione delle forze dell'ordine di Parma per contrastare il fenomeno di spaccio e smercio di droga.

Di Lamberto Colla Parma 28 marzo 2019 - E' lo stesso Capo della Procura Alfonso D'Avino a rimarcare come a Parma il livello del fenomeno dello spaccio sia di notevole "Allarme", per la quantità e per diffusione sul territorio cittadino che va oltre le tradizionali e note "zone dello spaccio". Un altro fattore di preoccupazione nasce dalla qualità delle sostanze immesse sul mercato che, pare da intercettazioni, gli spacciatori, pur di fare "cassa" consigliavano di consegnare una "dose meno pura", più tagliata, ogni due.

Ma se è alto il livello d'allarme è altrettanto elevato l'impegno al contrasto e al presidio del territorio.

IMG_2576.jpgProprio questa mattina, come era stato annunciato, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito questa mattina un provvedimento coercitivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo: nove gli indagati coinvolti a cui è stato contestato il reato di detenzione illecita e vendita di sostanze stupefacenti in continuazione.

Ad uno di essi, il Pubblico Ministero ha altresì contestato il reato di evasione continuata. Complessivamente, cinque sono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, due le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari e le restanti due sono ordinanze non custodiali (una relativa al divieto di dimora nella provincia di Parma e l'altra relativa all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

I Carabinieri hanno eseguito la misura con il supporto delle unità cinofile antidroga, in Parma e provincia, a Milano, a Vicenza e a Riccione.
Allo stato, le persone raggiunte dall'attività esecutiva sono quelle elencate in foglio separato.

L'indagine ha preso le mosse nel gennaio 2018, allorquando i militari di Parma hanno ricevuto la segnalazione di un plico contenente 206 grammi di cocaina sequestrato presso l'aeroporto di Lima in Perù. Lo stupefacente era stato nascosto all'interno di un pacco contenente coperte di lana pregiata e bottoni diretto a PREDA CATALIN Gabriel residente a Salsomaggiore Terme (PR).

Il mittente peruviano (non coinvolto nel provvedimento) indicava anche il recapito telefonico mobile del destinatario.
Gli accertamenti preliminari avviati dai carabinieri di Parma consentivano di verificare che, effettivamente, nel comune di Salsomaggiore Terme risultava censito tale PREDA CATALIN Gabriel, rumeno, disoccupato, gravato – peraltro – da plurimi precedenti giudiziari, alcuni recenti e anche per reati di spaccio. L'utenza telefonica era invece intestata a tale ODORE Luca, originario di Napoli, ma domiciliato a Parma, anch'egli con plurimi precedenti tra i quali lo spaccio di stupefacenti.
I successivi approfondimenti investigativi, sviluppati anche mediante attività tecnica, facevano emergere un rilevante quadro indiziario a carico di PREDA CATALIN e di ODORE che, in concorso con AHUMADA AYALA Juan Carlos, detto "Carlos", colombiano, con numerosi pregiudizi di polizia per reati concernenti gli stupefacenti, residente a Parma, avevano tentato di approvvigionarsi di cocaina direttamente dalle aree di produzione, nella fattispecie il Perù.
Il prosieguo delle attività ha fatto luce quindi su un articolato reticolo dedito allo spaccio di varie tipologie di sostanze stupefacenti nelle piazze di Parma.
In particolare AHUMADA AYALA, in concorso con un connazionale residente a Milano, curava l'approvvigionamento della cocaina diventando il fornitore di riferimento di un gruppo di italiani dediti allo spaccio nel capoluogo (dipendenti di un'impresa di spedizione che però è estranea all'indagine), costituito da ODORE Luca sopra menzionato, AMATO Nicola, incensurato, e RESCIGNO Gennaro.

Tali venditori hanno palesato un forte senso degli affari, tant'è che nel corso di una conversazione telefonica AMATO spiega ad ODORE che bisogna tagliare la cocaina in modo da raddoppiare lo stupefacente, fornendone agli assuntori solo metà di buona qualità.
Approccio pragmatico alle contingenti difficoltà finanziarie evidenziato anche allorquando, per saldare un debito maturato nei confronti del colombiano per una partita di droga, ODORE gli aveva consegnato una bicicletta del valore di 6 mila euro, sottratta da un carico che, come corriere della ditta di spedizioni, avrebbe dovuto consegnare ad una azienda.

L'attività di monitoraggio di ODORE ha consentito di individuare altri due indagati responsabili del medesimo reato – vendita di sostanze stupefacenti – attivi prevalentemente nel settore dell'eroina e dell'hashish, tra cui, in particolare:
- MESSAOUDI Abdelbasset, tunisino, già arrestato dai Carabinieri il 26 febbraio 2018 del Nucleo Investigativo poiché, nel corso di un controllo presso la Stazione ferroviaria di Parma, era stato trovato in possesso di 55 grammi di eroina ed 8 grammi di hashish. Il giorno successivo era stato sottoposto dal Tribunale alla misura degli arresti domiciliari, sostituita, il 19 giugno seguente, con quella del divieto di dimora nel comune di Parma.

Le indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari per ritenere che il tunisino, in dispregio alle prescrizioni di legge, aveva continuato a svolgere imperterrito l'attività di spaccio durante il periodo di sottoposizione ad entrambe le misure cautelari.
Per tali ragioni, oltre allo specifico delitto di violazione della normativa sugli stupefacenti, a carico dell'indagato viene contestato anche il reato di evasione continuata, in relazione alle attività illecite svolte, al di fuori dell'abitazione, nel periodo in cui era ristretto agli arresti domiciliari.
L'altro indagato, Ghezzi Vincenzo, sarebbe stato in contatto costante con AHUMADA AYALA Juan Carlos, suo fornitore abituale di cocaina, utilizzata poi per lo spaccio al minuto.

Nel corso delle indagini sono emersi indizi per ritenere che, in un periodo ricompreso tra luglio 2017 ed agosto 2018, vi siano state complessivamente oltre un migliaio di cessioni, in prevalenza di eroina, ma anche in numero significativo di cocaina e di hashish.

Con questa operazione, l'ufficio di Procura evidenzia ancora una volta l'impegno profuso nell'attività di coordinamento dei vari organi di Polizia nel contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti che, specialmente nel capoluogo, sta assumendo livelli sempre più preoccupanti.
Ciò ha determinato, di converso, un moltiplicarsi delle iniziative investigative finalizzate ad arginare tale attività illecita, per rispondere alla domanda di sicurezza che proviene dalla cittadinanza.

 

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Carabinieri Parma: importavano cocaina dal Peru'. Arrestati per traffico di stupefacenti.

I Carabinieri di Parma hanno tratto in arresto, nelle prime ore di questa mattina, sei individui, italiani e stranieri (Colombia, Tunisia e Romania i Paesi di origine), ritenuti responsabili di traffico di stupefacenti: cocaina, eroina, hashish e marijuana.

I militari hanno eseguito il provvedimento in Parma, Milano, Riccione e Vicenza. La cocaina veniva spedita in Italia celata in plichi postali.

I particolari dell'operazione saranno resi noti in mattinata nel corso di una conferenza stampa, presso la Procura della Repubblica di Parma.

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Nella mattinata del 12.3.19, i Carabinieri della Compagnia di Salsomaggiore Terme – Aliquota Radiomobile- hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto, gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia e di lesioni gravi. A Parma è attivo il gruppo di lavoro specializzato sul tema delle fasce deboli L'ordinanza è stata emessa dal GIP in accoglimento della richiesta della Procura della Repubblica di Parma – gruppo fasce deboli.

 

Salsomaggiore Terme 14 marzo 2019 - L'indagine ha avuto inizio nei giorni immediatamente precedenti, allorquando i Carabinieri di Salsomaggiore Terme intervenivano nei pressi dell'abitazione della vittima sulla scorta di una richiesta di aiuto da parte dei genitori della predetta.

Invero l'operatore della Centrale Operativa aveva ricevuto segnalazione che la donna era stata aggredita con violenza dal convivente.

Giunti sul posto i militari trovavano gli ambienti dell'abitazione completamente devastati, rinvenendo con tracce ematiche ovunque, mentre la donna si trovava adagiata su una lettiga del 118 con il volto tumefatto.

Nell'immediatezza si accertava che il grave episodio in realtà era avvenuto il 05/03/19 e che, a seguito delle percosse ricevute e del conseguente stato di infermità, la donna non era riuscita neppure a chiedere aiuto.

Trasportata al pronto soccorso, i sanitari refertavano lesioni consistenti in traumi policontusivi con fratture costali multiple, frattura seno mascellare, ematomi multipli, distorsione rachide cervicale e frattura ossa nasali, lesioni che giudicavano guaribili in oltre 40 giorni.

Dalle indagini avviate gli inquirenti raccoglievano ulteriori indizi; emergeva in particolare che il rapporto sentimentale era iniziato da circa 7 mesi, periodo durante il quale l'uomo si era palesato sin da subito soggetto violento ed aggressivo e proprio a causa di questi atteggiamenti, in un momento di disperazione, la vittima aveva persino tentato il suicidio.

In occasione dell'ultimo episodio la donna, impaurita, non voleva consentire al convivente l'ingresso nell'abitazione, ma l'uomo riusciva a sfondare la porta d'ingresso e, trovando alcuni suoi effetti personali in terra, andava in escandescenza mettendo tutto a soqquadro, spaccando mobili e suppellettili.

Nonostante il tentativo della donna di calmarlo, l'aggressore cominciava a percuoterla dapprima utilizzando le mani e sferrandole calci e pugni e poi, non soddisfatto, cominciava a colpirla con tutto ciò che gli capitava fra le mani: bastoni, assi di legno o di metallo, ed altresì brandendo un coltello che però non utilizzava.

in un attimo di lucidità, resosi evidentemente conto delle condizioni in cui versava la donna, l'aggressore le consentiva di medicarsi senza però darle la possibilità di contattare il 118, in quanto nel frattempo, le aveva distrutto il telefono cellulare.

L'indomani mattina, dopo aver recuperato i suoi effetti personali, l'uomo lasciava l'abitazione.

La vittima, in stato confusionale e a seguito delle lesioni riportate, trascorreva tutta la giornata del 6 marzo a letto senza la possibilità di chiedere aiuto. Solo la mattina seguente, il giorno 07, riusciva a mettersi in contatto con i vicini di casa.

Raccolti gli elementi indiziari innanzi esposti, i Carabinieri trasmettevano il tutto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che, assunta la direzione delle indagini, richiedeva al G.I.P. l'applicazione della misura custodiale.
L'uomo, espletate le formalità di rito, veniva quindi condotto nel carcere di Parma a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

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L'iniziativa giudiziaria si inquadra nell'ambito del grave fenomeno della violenza di genere, che, nel nostro circondario, ha assunto nel tempo proporzioni sempre più preoccupanti, con molteplici denunzie per maltrattamenti in famiglia, stalking, lesioni, violenze sessuali.

Su tale complessivo fenomeno in data 29.10.2018, sotto il coordinamento della Prefettura di Parma, è stato sottoscritto un articolato protocollo che ha visto impegnati molteplici enti a vario titolo interessati all'argomento.

Presso la Procura della Repubblica di Parma già da diverso tempo è stato costituito un gruppo di lavoro specializzato sul tema delle fasce deboli, gruppo che è quotidianamente impegnato a fronteggiare, ed a valutare con la massima attenzione ma anche con la massima rapidità, il gran numero di denunzie che vengono raccolte dai vari organi di Polizia Giudiziaria presenti sul territorio.

La presente vicenda –sulla quale, ovviamente, la difesa potrà replicare con gli strumenti che l'ordinamento mette a disposizione- dimostra proprio l'attenzione che gli inquirenti prestano a questo tipo di vicende, tanto che, a fronte di una denunzia pervenuta in data 8.3.19, in appena quattro giorni si è riusciti ad ottenere la pronunzia del Giudice che, con altrettanta rapidità, ha vagliato il materiale offerto dalla Procura, disponendo l'adozione della misura di massimo rigore, proprio in considerazione della strema gravità del fatto, peraltro documentato anche fotograficamente.

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Martedì, 12 Marzo 2019 10:17

Nigeriano abusava di una connazionale di 8 anni

I Carabinieri di Parma Oltretorrente hanno dato esecuzione ad un'ordinanza del Gip di Parma dell'08.03.2019 di applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti del cittadino nigeriano I. A., classe 82, residente a Parma, poiché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avrebbe abusato sessualmente di una minore connazionale.

In particolare, le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, sono scaturite dalla querela dello scorso dicembre della madre della minore cl. 2010, che, in tre distinte occasioni, avrebbe subito violenze dall'arrestato. La min ore è riuscita a descrivere in modo inequivocabile, seppur utilizzando un linguaggio sibillino, le azioni perpetrate nei suoi confronti dal connazionale all'interno del bagno del negozio di cui è proprietario. La bambina sarebbe anche stata minacciata di non riferire alla madre quanto accaduto per evitare una ramanzina.

Il consulente tecnico nominato dal PM della Procura ha espresso un giudizio positivo in merito alle capacità cognitive superiori della minore e del suo narrato, che "non nppnre organizzato in script narrative e risulta informatvo in amerito a episodi spazialmente e temporaneamente definiti".

In particolare, condividendo in pieno l'impostazione della Procura di Parma, il Giudice ha ritenuto che, "le condotte poste in essere dall' indngato nei confronti delan minore integrano il delitto di cui all'art. 609 bis c.p., posto che l'indagato in essere atti repentini, compiuti improvvisamente all'insaputa della minore, in modo da poterne prevenire la manifestazione di dissenso e comunque ha continuato a compiere atti sessuali nnclte a fronte del dissenso manifestato dalla bambina"
Inoltre l'arrestato non ha mostrato alcuna remora nel compiere più volte atti sessuali nei confronti di una bambina di soli anni 8, approfittando del rapporto di fiducia instauratosi con la minore, giu ngendo più volte a portarla in bagno per compiere gli abusi sessuali.

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I Carabinieri della Stazione di Parma Oltretorrente hanno dato esecuzione ad un'ordinanza del Gip di Parma del 26.02.2019 di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Hussaini Suliman, originario dell'Afghanistan, richiesta dal PM della Procura della Repubblica di Parma in considerazione delle reiterate violazioni alle prescrizioni a lui imposte relative al divieto di dimora nella provincia di Parma.

Nonostante i numerosi precedenti per furto e rapina a suo carico dal 2017 ad oggi, il cittadino afgano aveva richiesto presso il commissariato di Melfi la protezione internazionale si sensi del regolamento Eurodac.
Già arrestato lo scorso 6 agosto 2018 per furto dal Reparto operativo dei Carabinieri di Parma, successivamente arrestato il 5 febbraio scorso, sempre dal medesimo reparto, per traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope in fragranza di reato.
Nella circostanza, il 05.02.2019 in viale Toschi, nei pressi della pensilina ubicata sul marciapiede opposto rispetto all'omonimo liceo cedeva una bustina in cellophane contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso complessivo lordo grammi sei ricevendo quale corrispettivo pari a 6,78 grammi ottenendo come corrispettivo la somma di euro 20. La cessione avvenuta in prossimità della scuola superiore consentiva di poter applicare l'aggravante specifico di cui all'articolo 80 comma 1 lettera G.
Il cittadino è stato rintracciato dei carabinieri di Parma Oltretorrente all'interno del Parco Ducale, ove è stata data esecuzione all'ordinanza.

Analoga misura è stata adottata anche nei confronti di Rarhib Tarik, originario del Marocco, su richiesta dal PM della Procura della Repubblica di Parma poiché, pur essendo sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari Parma, se ne allontanava senza essere autorizzato.
Attualmente detenuto presso la casa circondariale San Vittore di Milano, ove è stata data materialmente esecuzione all'ordinanza, la misura è scaturita dalla valutazione del GIP, pienamente condivisa dalla Procura di Parma, oltre che per la gravità del reato e la non possibile applicazione della misura degli arresti domiciliari, anche dalla manifesta indisponibilità dei familiari dell'indagato a riaccoglierlo presso la propria abitazione, come dichiarato dallo stesso, nonché dall'assenza di altri luoghi ove disporre gli arresti domiciliari.

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I Carabinieri del N.O.R. di Parma hanno dato esecuzione ad un'ordinanza del Gip di Parma del 26.02.2019 di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due fratelli di origine dominicana, Garda Guerrero David William e Garda Guerrero John William David, in relazione ad un traffico illecito di cocaina, ceduta ad una pluralità di soggetti in un arco temporale che va dal 2009 sino al gennaio 2019.

In particolare, le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno preso le mosse da un controllo su strada effettuato in data 12.11.2018 e volto all'identificazione dell'indagato Garda Guerrero David William, il quale, percorrendo in bicicletta via Grola, alla vista dei Carabinieri si era dato alla fuga, durante la quale si era disfatto di un involucro poi risultato contenere sostanza stupefacente del tipo cocaina di grammi 5,90.

Nella circostanza, per guadagnare la fuga, l'indagato aveva scagliato la sua bicicletta contro l'auto di servizio e veniva trovato in possesso anche di pochi grammi di marijuana.
Le indagini sono poi proseguite con l'analisi dei tabulati telefonici dell'utenza trovata in possesso dell'uomo.

I numerosi intestatari delle utenze con le quali lo stesso era entrato in contatto sono stati escussi a sommarie informazioni.
Si tratta di venti soggetti, per lo più giovani (dai 18 ai 50 anni, tutti residenti a Parma), i quali tutti hanno riferito i dettagli, i tempi e i modi con cui avevano, nel corso degli anni acquistato la droga, indicando periodi, quantità e somme pagate per le illecite vendite, ed altresì riconoscendo anche i loro pusher tra le fotografie che sono state loro mostrate.
Ciò ha consentito di ritenere sussistenti, a carico dei due odierni indagati, sia i gravi indizi di colpevolezza sia l'attualità delle esigenze cautelari (posto che l'attività illecita era ancora pienamente in atto), necessari per l'adozione della misura cautelare.

In particolare, condividendo in pieno l'impostazione della Procura di Parma, il Giudice ha ritenuto che nella fattispecie, pur a fronte di singole cessioni per piccoli quantitativi di droga, non fosse applicabile il disposto di cui al quinto comma dell'art. 73 DPR 309/90 (fatto di lieve entità), in quanto, per la continuità dell'attività, la durata nel tempo (le ultime cessioni sarebbero state effettuate a gennaio 2019), ed il numero delle cessioni fatte a ciascuno degli acquirenti (anche 150- 200 cessioni allo stesso acquirente) il fatto fosse connotato da intrinseca gravità, tanto da indurre il GIP a parlare di "svolgimento di attività di detenzione e cessione di stupefacenti di quantitativi complessivamente rilevanti, in modo sostanzialmente professionale, con notevoli guadagni ed elevata disponibilità di droga da parte degli indagati (evidentemente dotati di sicura fonte di approvvigionamento)".

La mole di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina documentata dai Carabinieri del N.O.R. di Parma dal 2016 al gennaio 2019 è pari ad oltre 1800 dosi, per un valore economico stimato in circa 74.000,00 euro.

I due fratelli erano già noti alle forze dell'ordine per i numerosi precedenti di polizia a loro carico; in particolare Garda Guerrero David William dal 2004 al 2018 era stato coinvolto in episodi di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e furto; mentre Garda Guerrero John William David dal 2004 al 2013 era stato coinvolto in episodi di ricettazione, guida sotto l'effetto di sostanza stupefacente, lesioni ed era stato altresi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Si tratta dell'ennesima indagine che non si è fermata alla mera attività di sequestro occasionale, ma che ha impegnato la Polizia giudiziaria nel tentativo di ricostruire in maniera più capillare e scientifica possibile l'attività di spaccio effettuata nel territorio di Parma.

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di LGC Parma 26 novembre 2018 - L'Istituto Comprensivo di Traversetolo ha vissuto una mattinata decisamente movimentata, erano da poco passate le 8 del mattino e gli alunni era appena entrati all'interno della scuola quando la madre di un alunna ha iniziato ad urlare, rifugiandosi poco dopo all'interno nell'androne all'entrata dell'edificio scolastico.

Asseriva di essere in pericolo e che il coniuge, col quale aveva avuto un alterco poco prima, volesse farle del male. Bidelli e docenti non sapendo come poter intervenire, hanno preferito chiamare i carabinieri. I militari giunti poco dopo hanno riportato la calma restituendo serenità all'ambiente scolastico. Il fatto risale a venerdì scorso.

Non è la prima volta che azioni compiute riconducibili a genitori interrompono la normale quotidianità scolastica, qualche anno fa il dirigente scolastico dovette allontanare delle donne che dopo aver accompagnato i figli a scuola si erano messe a parlare a voce alta nel cortile della scuola disturbando le lezioni, un'altra volta una docente fu costretta a presentare una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale contro una donna che la insultava, in un'altra occasione la verbalizzazione "insolita" di un'altra signora fu oggetto di una segnalazione alle autorità scolastiche.

Non mancano anche gli episodi più brutti come quello due genitori condannati a 1 anno e 8 mesi dal Tribunale per le presunte violenze inflitte al figlio che si era lamentato a scuola.

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Corruzione, falso, truffa e peculato: i carabinieri di Parma hanno dato esecuzione a una misura cautelare, conseguente a un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma, nei confronti dei vertici del Comune di Polesine-Zibello. Sequestrati 40.000€.

Di LGC 23 ottobre 2018 - Diversi i soggetti coinvolti a vario titolo nel terremoto giudiziario che ha colpito il Comune di Polesi Zibello. Oltre a Andrea Censi, posto agli arresti domiciliari, sono stati colpiti da misure cautelari anche altri 3 ruoli apicali dell'amministrazione comunale.

Come confermato dal Procuratore Capo Alfonso D'Avino, in occasione della conferenza stampa odierna, anche i responsabili di alcune attività, che hanno disposto servizi a favore del Comune, sono sotto indagine e un imprenditore Avicolo della zona, favorito in occasione dell'ampliamento dello stabilimento, è stato chiamato a rispondere del reato di corruzione.

Un'indagine molto complessa, condotta dalla stazione locale dei Carabinieri, e coordinata dalla Procura di Parma, che ha preso avvio nel 2016 sulla base di una serie di "voci di corridoio".
"Colpisce di questa vicenda, dichiara il Procuratore Capo Alfonso D'Avino, come sottolineato dal GIP, l'uso della struttura comunale come fatto personale e lo si capisce da tutta una serie di atti pubblici e un uso indebito e continuativo di mezzi dell'amministrazione."

Corruzione, falso, truffa e peculato, questi i reati contestati. Addirittura sarebbero decine la delibere falsificate, mentre alcuni contributi, destinati a enti privati del territorio, sarebbero stati, in parte destinati a ulteriori terzi soggetti creditori "privati" di uno dei soggetti coinvolti.

Insomma una massa di operazioni che non potevano passare inosservate tant'è che alcuni dipendenti "infedeli" sarebbero stati "isolati".

Andrea Censi è uno degli amministratori provinciali da più tempo in carica, prima venne eletto Sindaco di Zibello, quindi di Polesine e infine primo cittadino dei due Comuni giunti a fusione.

 

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