Leggera flessione del Grana Padano mentre il Parmigiano recupera altri 5 centesimi. Prezzi stabili invece per il burro e per i derivati del latte. Guidi (confagricoltura): "folle produrre di più senza aver prima conquistato il mercato"
di Virgilio Parma 6 aprile 2016 - "Gli agricoltori dovrebbero rendersi conto che è folle produrre di più senza aver prima conquistato il mercato". Così il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, ha risposto all'ANSA sul continuo aumento della produzione di latte in Europa nonostante la crisi, a margine della sua partecipazione ad un dibattito all'Europarlamento sulla riforma della Politica agricola comune.
LATTE SPOT Invariati i listi del latte intero spot estero (22,68-23,71€/100 litri latte) mentre il latte spot crudo nazionale cede quasi il 4% posizionandosi tra 23,71 e 26,81€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA Finalmente stabili i listini milanesi riguardo al burro nelle diverse declinazioni merceologiche. Leggero aggiustamento al ribasso (-2 centesimi) limitatamente alla crema a uso alimentare quotata a Milano. Invariati tutti gli altri listini presi a riferimento dall'indagine.
Borsa di Milano 04 aprile: (=)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,18€/Kg. (-)
Borsa Verona 04 aprile:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,12-1,17 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 01 aprile 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 05 aprile 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Prosegue, per la seconda ottava consecutiva, la flessione dei listini del Grana Padano. 6,40-6,50 €/kg. il listino del 9 mesi di stagionatura e 7,15-7,80 €/Kg. relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Nuovo rimbalzo del Parmigiano Reggiano relativamente al minimo di stagionatura. Contrariamente al "cugino Padano", il Re dei Formaggi dimostra una insperata tenuta. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi di stagionatura è stato quotato tra 8,40-8,80€/kg. Fermo tra 9,30 e 9,70 €/kg il 24 mesi di invecchiamento.
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Piano produttivo del Parmigiano Reggiano: per la Cia reggiana si poteva osare di più. Il presidente Cia Antenore Cervi: siamo a favore, ma avevamo chiesto di introdurre una modulazione più ampia.
Mercoled́ prossimo 6 aprile i produttori di Parmigiano Reggiano sono chiamati in assemblea per decidere l'importantissimo Piano di regolazione dell'offerta, "Un passaggio chiave nell'attuale congiuntura del settore – afferma il presidente di Cia Agricoltori italiani di Reggio Emilia Antenore Cervi -, perché l'adozione di misure in grado di seguire le tendenze del mercato, è un fattore indispensabile per riuscire a 'governare' l'andamento produttivo ed a disincentivarne gli eccessi. Peraltro, la possibilità di regolare la produzione è quanto chiedono all'Unione europea i produttori di latte alimentare per fronteggiare l'attuale crisi dei prezzi; dato che come Dop possiamo già adottare un piano in tal senso, non farlo sarebbe un'opportunità sprecata".
"Proprio i dati dei primi mesi del 2016 – segnala Cervi – dimostrano che dopo un lungo periodo di depressione delle quotazioni del Re dei formaggi, la ripresa dei prezzi degli ultimi mesi, seppur limitata, sta innescando un aumento produttivo tale da far già prevedere future crisi per eccesso di offerta. Proprio quello che il Piano dovrebbe evitare, ma per poterlo fare deve poter contare su entrate extra, che da un lato disincentivino gli aumenti eccessivi di prodotto, dall'altro rastrellino risorse per cercare di promuovere nuovi sbocchi sui mercati".
"Della proposta che il Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano ha elaborato – prosegue il presidente Cia – condividiamo la necessità di un piano, perché questo consente in primo luogo una valorizzazione delle quote formaggio; atteso peṛ che il piano non scatta fino ad un aumento produttivo del 4%, ci sembra percị uno strumento poco efficace nel disincentivare l'aumento di produzione".
"Avremmo preferito – aggiunge Cervi – l'introduzione di una modulazione che chiedesse una maggiore contribuzione a chi supera la produzione attuale, fornendo maggiori risorse per andare alla conquista di nuove quote di mercato".
"In ogni caso non possiamo permetterci – conclude Cervi – sia per l'espansione della produzione, sia per la delicata situazione istituzionale del Consorzio, una non decisione, che metterebbe il comparto del nostro formaggio allo sbando: per questo rivolgiamo un invito a tutte le rappresentanze ed ai produttori per una scelta responsabile, anche se non la si ritiene la migliore, come è nel nostro caso".
(Fonte CIA Reggio Emilia 1 aprile 2016)
La soddisfazione del Consorzio unita alla prudenza: rispettare l'equilibrio tra domanda e offerta. Il balzo negli Usa agevolato anche dall'andamento del dollaro.
Reggio Emilia, 1 aprile 2016
Anno d'oro, il 2015, per le esportazioni di Parmigiano Reggiano. In dodici mesi, infatti, i flussi sono aumentati del 13,2%, facendo segnare il più rilevante incremento dell'ultimo decennio.
La quota di prodotto destinato ai mercati internazionali è così salita al 35% sul totale, collocandosi a 46.700 tonnellate, corrispondenti a 1.150.000 forme.
"In un solo anno - spiega il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - abbiamo registrato un incremento pari a 130.000 forme, con il prodotto grattugiato che ha fatto segnare un + 15,4%".
Un autentico exploit che si è registrato nonostante il problema delle imitazioni e dei falsi continui a permanere in diversi paesi extraeuropei e gli inganni che continuano a perpetuarsi soprattutto negli Usa, dove il ricorso ad elementi di "italian soounding" su confezioni di prodotto denominato "parmesan" induce il 67% dei consumatori a ritenere di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano.
"L'orientamento dei consumatori verso prodotti di elevata qualità e assolutamente naturali, unitamente ai nuovi accordi con diverse primarie catene distributive e alle azioni di educazione al consumo messe in atto dal Consorzio - spiega Deserti - hanno generato questa crescita senza precedenti e superiore a molti altri prodotti del made in Italy di qualità".
Nonostante i dati particolarmente positivi, sul futuro il Consorzio mantiene però una certa prudenza.
"Abbiamo ampi spazi di crescita - sottolinea il direttore Deserti - ma non dobbiamo sottovalutare alcuni elementi congiunturali favorevoli che nel 2015 hanno pesato su questo rilevante aumento dell'export, soprattutto in relazione all'andamento del dollaro, che ha reso decisamente conveniente l'acquisto di Parmigiano Reggiano".
Non a caso, dunque, proprio verso gli Usa si è registrato un aumento dell'export del 34% (le forme finite negli States sono state 225.000), tanto che oggi gli Stati Uniti si sono collocati al secondo posto della classifica dei Paesi importatori di Parmigiano Reggiano, scavalcando la Germania e collocandosi già a ridosso della Francia, che resta in vetta alla graduatoria.
Dopo la fase più acuta della crisi economica, che aveva determinato un sensibile calo dei flussi, anche la Grecia è tornata a crescere a doppia cifra (+15%), andando a collocarsi - per percentuale di incremento - alle spalle di Olanda (+20%) e Spagna (+18%).
"Sono dati, ovviamente, molto soddisfacenti - afferma il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - che non debbono però far sottovalutare anche l'incidenza del fattore prezzo sull'andamento dei flussi: sebbene da anni l'export sia in costante aumento, le basse quotazioni all'origine - che solo negli ultimi mesi hanno imboccato la via della ripresa - hanno evidentemente impresso una maggiore spinta agli acquisti da parte degli operatori esteri, ed ora occorre concentrare ogni sforzo affinché nel 2016 si consolidi una fidelizzazione di catene e consumatori stranieri anche in condizioni più favorevoli ai nostri allevatori".
L'altro aspetto sul quale vigilare in prospettiva - osserva Deserti - resta l'andamento dei flussi produttivi, che sono apparsi in sensibile ripresa tra fine 2015 e in questi primi mesi del 2016, proprio in coincidenza con il recupero avvenuto e ancora in corso sulle quotazioni all'origine".
"Le azioni del Consorzio - conclude il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - hanno assicurato una costante crescita della domanda dall'estero in questi ultimi dieci anni, ma è evidente che il principio della salvaguardia dell'equilibrio dell'offerta è fondamentale per assicurare una crescita reale dei redditi dei produttori".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Alleanza delle Cooperative scrive al Commissario Phil Hogan per interventi urgenti. Calzolari: "Si potrebbero utilizzare tali ritiri per produrre formaggi e latte per la distribuzione agli indigenti, considerando anche l'enorme richiesta proveniente dall'emergenza immigrazione".
di Virgilio Parma, 30 marzo 2016.
E' un vero proprio grido d'allarme quello lanciato nei giorni scorsi da Gianpiero Calzolari, coordinatore del settore lattiero caseario dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, che rappresenta e raccoglie circa il 70% della materia prima nazionale. L'invito della cooperazione è di un cambio di passo in grado di salvare il salvabile, diversamente, sottolinea Calzolari, "le nostre cooperative rischiano di non poter più tutelare la filiera senza il pronto intervento della Commissione europea". In una lettera indirizzata al Commissario Phil Hogan, Alleanza delle Cooperativa l'esigenza di intervenire con forza per poter assorbire ancor più latte di quello previsto in quanto "L'intera struttura della filiera del settore lattiero caseario è a rischio e con essa gli allevamenti."
La proposta indirizzata al Commissario è perciò quella di "attuare ulteriori misure straordinarie e urgenti, a partire dall'attivazione già nei prossimi giorni dei ritiri delle produzioni non collocate sul mercato, da finanziare con il fondo anti crisi previsto dall'OCM unica". "Si potrebbero utilizzare, sottolinea Calzolari, tali ritiri per produrre formaggi e latte per la distribuzione agli indigenti, considerando anche l'enorme richiesta proveniente dall'emergenza immigrazione.
LATTE SPOT Non Quotato - Listini confermati causa festività Pasquali.
in sintesi: Latte crudo spot nazionale: tra 25,26 e 27,32 €/100 litri di latte. Latte intero pastorizzato estero tra 22,68 e 23,71€/100 litri latte.
BURRO E PANNA Non Quotato - Listini confermati causa festività Pasquali.
Borsa di Milano 21 marzo: (=)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 21 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,12-1,17 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 25 marzo 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 marzo 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Non Quotato - Listini confermati causa festività Pasquali. Nello specifico il 9 mesi di stagionatura si colloca tra 6,45 e 6,55€/kg mentre il 15 mesi e oltre rimane tra 7,20 e 7,85 €/Kg.
PARMIGIANO REGGIANO nella seduta borsistica che ha preceduto il week end pasqua (25 marzo) i listini del Parmigiano Reggiano non hanno subito variazioni. Alla borsa merci di Parma il 12 mesi è stato confermato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg.
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Una Pasqua ben poco serena. Cereali, tra alti, bassi e alti ancora in attesa di USDA. E' nato il Parmigiano Reggiano di Montagna. Mucca pazza: scoperto un caso sospetto di BSE in una mucca in Francia. cereali, mais e soia- tendenze.
SOMMARIOAnno 15 - n° 12 27 marzo 2016
1 .1 editoriale Pasqua ben poco serena.
2.1 buona pasqua! Gli Auguri di una Serena Pasqua a tutti i nostri affezionati lettori.
3.1 cereali Cereali. Tra alti e bassi in attesa dell'USDA del 31 marzo
4.1 Lattiero Caseario Latte sempre più in rosso.
5.1 cereali tendenze Ismea, tendenze e dinamiche recenti dei cereali
5.2 mais soia tendenze Ismea, mais, soia. Tendenze e dinamiche recenti
6.1 Novità Parmigiane E' nato il Parmigiano Reggiano di Montagna.
6.2 biologico italiano Valfrutta, lancia la nuova alinea di legumi italiano Bio
7.2 mucca pazza Mucca pazza: scoperto un caso sospetto di BSE in una mucca in Francia
8.1 mais e soia Mais e Soia: marzo 2016 - USDA rivede al ribasso le scorte del Brasile
9.1 Cereali Cereali. Balzo in avanti dei prezzi in attesa dell'USDA.
10.1 pomodoro Pomodoro da industria. Export record per 1,5 miliardi.
11.1 promozioni "vino" e partners
(in allegato il file completo scaricabile - pdf)
Il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna: buoni riscontri economici e di adesioni al "Progetto Qualita'" Del Consorzio.
Reggio Emilia, 24 marzo 2016
Si sta facendo strada tra i caseifici di montagna - ma anche in termini di riscontri commerciali ed economici - il nuovo "Progetto qualità" messo a punto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dedicato in modo specifico al formaggio prodotto nelle aree appenniniche di montagna.
In queste aree si concentra una produzione che si attesta oltre le 700.000 forme su un totale di 3.300.000, ed è una cifra che evidenzia che il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna, per un valore al consumo superiore ai 380 milioni di euro e 3,5 milioni di quintali di latte destinati alla trasformazione.
"Proprio grazie a questi valori - sottolinea il direttore dell'Ente di tutela, Riccardo Deserti - le zone appenniniche delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte del bolognese hanno mantenuto un sistema agroalimentare dinamico e in grado di garantire reddito a 1.200 allevatori e attività a 102 caseifici che assicurano migliaia di posti di lavoro in aree tra le più svantaggiate proprio in termini di economia e occupazione". "Questo sistema, tuttavia, sopporta condizioni di fragilità e costi produttivi superiori, che mettono a rischio la filiera di montagna al confronto della nuova concorrenza globale".
"Proprio per assicurare possibilità di tenuta e di ulteriore sviluppo a questo sistema - spiega Deserti - dopo aver ottenuto dalla UE (regolamento comunitario 1151) la possibilità di utilizzare la denominazione "prodotto di montagna", il Consorzio ha definito lo scorso anno "Progetto qualità", che mira a selezionare le migliori forme di Parmigiano Reggiano prodotte dai caseifici certificati e proporle al consumatore puntando ad ottenere un riscontro di valore e, quindi, di reddito, andando così a colmare quel gap sui costi che oggi è a svantaggio di questa produzione".
"Il Progetto - prosegue il direttore del Consorzio - ha assunto una rilevanza ulteriore dopo la liberalizzazione delle quote comunitarie e la crisi del latte sia a livello nazionale che internazionale, che espone proprio le produzioni di montagna al rischio di essere "spazzate via" da una concorrenza che, sui prodotti generici, è sicuramente avvantaggiata da costi di produzione decisamente più contenuti".
La risposta dei caseifici non si è fatta attendere. A marzo 2016 hanno aderito al "Progetto qualità" varato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per il prodotto di montagna già 14 caseifici, e ben 100.000 forme di "prodotto di montagna" sono già state prodotte nel 2015 e saranno disponibili per la commercializzazione e stagionate almeno 24 mesi nel 2017.
"Un risultato - sottolinea Deserti - decisamente importante, anche perchè l'adesione al progetto comporta importanti impegni da parte dei produttori, che si traducono proprio in quel valore aggiunto che viene assicurato ai consumatori e che può generare una maggiore redditività al prodotto di montagna".
Per ottenere la certificazione il latte trasformato deve provenire esclusivamente dagli allevamenti della montagna, le bovine debbono essere alimentate prevalentemente con erba e fieno (vale anche qui il divieto assoluto dell'uso di insilati e additivi) che per oltre il 60% debbono avere un'origine locale (la parte rimanente può comunque essere acquisita esclusivamente in altre aree del comprensorio del Parmigiano Reggiano), e al ventiquattresimo mese di stagionatura (cioè un anno dopo la prima espertizzazione con la quale si classifica ufficialmente il prodotto come "Parmigiano Reggiano") il formaggio è oggetto di una ulteriore selezione qualitativa che include anche un panel di assaggio che ne verifica l'identità sensoriale".
"L'adesione dei caseifici - sottolinea Deserti - è un chiaro indice della volontà di investire su questa differenziazione e valorizzazione, rispetto alla quale vi sono anche i primi riscontri commerciali ed economici. Alcune primarie catene distributive hanno già manifestato un interesso specifico per la vendita di questa produzione certificata di montagna, e il prodotto che già rientra nel percorso di certificazione del "Progetto qualità" del Consorzio nell'ultimo mese ha ricevuto un riconoscimento di 40 centesimi in più al kg rispetto alle quotazioni ordinarie, apportando un incremento di circa 3 centesimi in più sul valore di un quintale di latte".
"Si tratta - conclude Deserti - di una spinta in più sul reddito dei produttori che già indistintamente si sono visti riconoscere un nuovo valore dall'attribuzione delle quote latte da destinare a Parmigiano Reggiano dopo la cessazione del regime e che ora, in queste aree svantaggiate, possono avvalersi di una nuova opportunità rispetto ai problemi che scontano coloro che mantengono viva tanta parte dell'economia dell'Appennino tra Parma e Bologna".
Sul sito www.parmigianoreggiano.it è presente la pagina Progetto Qualità - Prodotto di Montagna, in cui vengono fornite le informazioni sul progetto e l'elenco aggiornato dei caseifici certificati.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Continua il crollo del valore del latte spot. Si arresta la caduta del burro ma il Grana Padano cede 5 centesimi, forse di riflesso al problema aflatossine. Si arresta la risalita del "parmigiano".
di Virgilio Parma 23 marzo 2016
LATTE SPOT Ormai la strada della crisi del latte non ha ritorno salvo qualche intervento d'emergenza che venga messo a disposizione degli allevatori. L'ipotesi di un nuovo piano di battimento, si racconta di circa 3.500 euro per animale abbattuto, potrà mettere in sicurezza qualche azienda che avrà l'opportunità di "pensionarsi" con il minor danno ma non sarà certo la miglior soluzione per il settore lattiero nazionale già di per sé deficitario del prezioso prodotto alimentare. Ancora una settimana di passione si deve registrare per il latte spot. Nello specifico il latte crudo spot nazionale cede il 5,46% atterrando, nella settimana che precede la Pasqua tra 25,26 e 27,32 €/100 litri di latte. Non è di molto inferiore il cedimento dell'intero pastorizzato estero che scende sotto i 23 € (tra 22,68 e 23,71€/100 litri latte) lasciando sul campo il 4,26%.
BURRO E PANNA Settimana di tregua per il burro che vede confermati tutti i listini milanesi. unica eccezione il calo, peraltro prevedibile dello zangolato parmense (0,85€/kg). I listini delle creme a uso alimentare hanno registrato la tenuta della milanese e il cedimento della panna alla borsa di Verona.
Borsa di Milano 21 marzo: (=)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 21 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,12-1,17 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 18 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 marzo 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Parrebbe finito il periodo di stasi dei listini del Grana Padano. Un cedimento di 5 centesimi alla borsa di Milano, forse da mettere in relazione all'emersione del problema "Aflatossine", che certamente non farà bene a tutto il comparto caseario. In particolare il 9 mesi di stagionatura si colloca tra 6,45 e 6,55€/kg mentre il 15 mesi e oltre tra 7,20 e 7,85 €/Kg.
PARMIGIANO REGGIANO Non arretra ma si arresta il prezzo del Parmigiano Reggiano. Dopo la lunga e poderosa cavalcata, avviata lo scorso ottobre, alla borsa di Parma i listini non hanno subito variazioni rispetto l'ottava precedente, nonostante una buona vivacità del mercato. Nello specifico il 12 mesi è stato confermato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg
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De Castro: la loro tutela in ambito TTIP è interesse comune in Europa e Stati Uniti. Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo.
Reggio Emilia, 15 marzo 2016 - "Questa ricerca non lascia dubbi: oltre i due terzi dei consumatori americani sono indotti in inganno, ed è proprio sul comune terreno della tutela del consumatore che è allora necessario si orientino gli impegni delle delegazioni europea e statunitense in ambito TTIP, perché se sul versante produttivo si possono scontare interessi diversi e contrapposti, la difesa del consumatore, invece, è sicuramente un oggetto di lavoro comune".
Paolo De Castro, parlamentare europeo e relatore per il TTIP (il negoziato aperto tra Usa e UE che trova nella tutela delle Dop uno dei temi più scottanti) al Parlamento Europeo, si è espresso così a Bruxelles nell'ambito della presentazione della ricerca (curata da Aicod) dalla quale emerge con chiarezza che per la stragrande maggioranza dei consumatori americani il "parmesan"caratterizzato nelle confezioni da elementi di "italian sounding" è di sicura provenienza italiana, anche quando, in realtà, non ha nulla a che vedere né con il nostro Paese né con il vero Parmigiano Reggiano.
Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo, parlando di un fenomeno che interessa 100.000 tonnellate di prodotto americano (piùdi 10 volte il volume delle importazioni di Parmigiano Reggiano originale dall'Italia) e costituisce –ha detto il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti –"un pesante pregiudizio rispetto all'aumento delle esportazioni ed un intollerabile inganno a carico di consumatori che, al contrario, stanno sensibilmente aumentando la richiesta di prodotti originali e di alta qualità". Oltre 130 tra parlamentari europei, esponenti del mondo delle Dop e rappresentanti Usa hanno partecipato al confronto, dal quale è emerso un fronte compatto del sistema europeo delle indicazioni geografiche a sostegno della proposta lanciata dal Consorzio finalizzata ad un maggiore coinvolgimento dei consumatori nel dibattito sugli accordi TTIP.
Esplicito, al proposito, Paolo De Castro: "con un saldo attivo di 6 miliardi di euro nell'agroalimentare, l'Europa ha interessi rilevantissimi, e proprio per questo va rilanciata un'azione autorevole nell'ambito dei negoziati con gli Usa, per realizzare un'alleanza fondamentale con i consumatori americani, ai quali l'accordo deve offrire garanzie e informazioni corrette sui prodotti per evitare gli inganni di cui sono oggi vittime".
"Proprio il portare l'attenzione sui consumatori –ha aggiunto De Castro –rappresenta un terreno di dialogo di reciproco interesse sul quale realizzare un accordo che ci consenta di compiere un passo in avanti importante sul rispetto e sulla tutela delle Indicazioni Geografiche, perché senza questo risultato centrale è evidente, come più volte ha ricordato la Commissaria Cecilia Malstrom, che non sarà possibile alcuna intesa".
Nella sede del Parlamento Europeo, tra l'altro, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ha ricordato che già il formaggio made in Usa e denominato "parmesan" è considerato "italiano"dal 38% dei consumatori americani. "La situazione –ha puntualizzato Deserti –si aggrava poi decisamente quando le confezioni sono caratterizzate da elementi di "italian sounding"(ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane): in tal caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
(Fonte CFPR)
Continua la scalata del Parmigiano Reggiano nonostante la crescita produttiva. Il burro zangolato di Reggio Emilia scende ben al di sotto del valore della margarina.
di Virgilio, Parma 16 marzo 2016
LATTE SPOT Settimana di tregua per il latte spot. Nel complesso il calo realizzato nel corso di questo primo trimestre è del 14,31% per il crudo nazionale e addirittura del 21% per il pastorizzato spot estero.
In specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 26,81 e 28,87 €/100 litri di latte, l'intero spot pastorizzato tra 23,71 e 24,74€/100 litri di latte mentre lo scremato pastorizzato estero si attesta nell'intervallo 10,35 - 11,39 €/ 100 litri di latte.
BURRO E PANNA Rallenta ma pur sempre rimane in fase discendente il burro. 3 centesimi persi alla piazza milanese. Continua la fase discendente dei derivati del latte talmente evidente che il lo zangolato alle borse di Parma e Reggio si colloca ben al di sotto del prezzo della Margarina (0,95 - 1,1€/kg.)
Borsa di Milano 14 marzo: (-)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 14 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (=)
Borsa di Parma 11 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,88 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 15 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Ancora stabile il Grana Padano. Listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Continua la scalata del prezzo del Parmigiano Reggiano, nonostante l'incremento produttivo, e nonostante il crollo del burro zangolato di derivazione del medesimo latte.
Guadagnati perciò altri 5 centesimi per entrambe le stagionature. Nello specifico il 12 mesi è quotato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg centesimi sia per sul 12 mesi di stagionatura sia per il 24 mesi di invecchiamento.
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Presentati al Mipaaf i dati del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Verifiche effettuate in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca. I Consorzi di Tutela fanno sistema per far crescere e tutelare le produzioni certificate, uno dei settori trainanti del Sistema Italia, in due anni oltre 1.250 punti vendita monitorati per 6.500 controlli su oltre 30.000 referenze stimate.
Parma, 11 marzo 2016
L'export dell'agroalimentare di qualità cresce ed apre a nuovi mercati, rendendo di fatto necessario un intervento compatto a difesa delle produzioni certificate che rappresentano l'eccellenza del Made in Italy a tavola. Se ne è parlato ieri mattina a Roma, nella Sala Cavour del Mipaaf, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Moderati dal Direttore di Qualivita Mauro Rosati, alla presenza di esponenti del mondo consortile afferenti ad AICIG e dei Consorzi partecipanti al progetto sono intervenuti oltre al Presidente dell'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP avvocato Federico Desimoni, che ha illustrato il progetto in qualità di coordinatore e il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni, oltre al Dirigente dell'ICQRF Oreste Gerini e il Capo Dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del Mipaaf Luca Bianchi al quale sono state affidate le conclusioni dell'incontro.
Nel corso dell'anno 2015 sono stati effettuati in Europa circa 800 verifiche da un minimo di 4.000 ad una stima di oltre 20.000 controlli sulle Denominazioni Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca.
"Solo facendo sistema in questo modo - ha aggiunto il Presidente di AICIG, Giuseppe Liberatore- ovvero sviluppando strategie trasversali e collettive si possono tutelare i prodotti di bandiera, anche e soprattutto fuori dai confini nazionali, dove il mercato cresce e si apre a nuove realtà. E a fare sistema dovranno essere non solo le aziende, ma tutti i diversi mondi produttivi attraverso i Consorzi e i soggetti istituzionali aventi tale scopo e, in primis, il Mipaaf, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile".
Se il comparto agroalimentare vuole raggiungere l'obiettivo di 50 miliardi di esportazioni indicato dal Ministro Martina - ha premesso il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni - si rende necessario trovare nuove modalità di promozione e stabilizzazione della crescita del settore nel suo complesso. Una crescita che si deve accompagnare di pari passo con una accurata conoscenza del mercato, attività di formazione, di monitoraggio e tutela, per evitare che il "settore" delle imitazioni si avvantaggi del trend positivo".
Quello presentato questa mattina nella Sala Cavour del Mipaaf è un monitoraggio congiunto dei cinque prodotti DOP e IGP tra i più rappresentativi dell'agroalimentare italiano ovvero Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP. A presentarne i risultati, a nome di tutti i Consorzi, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni, il quale ha sottolineato come "Il sistema che abbiamo ideato e' reso possibile dal sostegno economico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che da sempre è fortemente favorevole ad attività collettive e coordinate tra diversi Consorzi di Tutela, e trova la sua naturale conclusione negli interventi di tutela ex officio che, in modo sempre più efficace e puntuale, l'Ispettorato Controllo Qualità e Repressioni delle Frodi attiva in tutta Europa. Il progetto prevede una presenza e un'azione diretta sui mercati, che permette la rilevazione di molte informazioni relative ai prodotti originali e genuini, a quelli imitazioni ed evocativi, o addirittura in merito a casi di contraffazioni vere e proprie. Inoltre, anche attraverso l'ausilio di rilievi fotografici specifici, aiuta a costruire un quadro realistico circa il fenomeno dell'Italian sounding, sia dal punto di vista economico che di comunicazione commerciale. Un lavoro che permette di conoscere meglio e presidiare il mercato reale ed incidere su di esso, non solo con azioni repressive, ma pure sviluppando dinamiche positive di maggior conoscenza dei prodotti e di collaborazione con il mondo della distribuzione. Questa è una prima versione del progetto, ma come gruppo di consorzi abbiamo già messo a fuoco alcuni aspetti che nei prossimi anni arricchiranno le nostre azioni, pensiamo soprattutto al mondo dell'e-commerce, a quello della ristorazione, dell' ho.re.ca. e dei prodotti trasformati".
Nel 2016 sono state pianificate verifiche su 5 Denominazioni: Aceto Balsamico di Modena, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera su circa 450 punti vendita da visitare per un totale di minimo 2500 controlli fino ad una stima di oltre 10.000 referenze.
Sono intervenuti altresì il Direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari - ICQRF, Oreste Gerini sul tema dell'attività ex officio dell'ispettorato, e il Capodipartimento delle Politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, Luca Bianchi sull'attività del Mipaaf a sostegno delle DOP e IGP, il quale - nel portare le conclusioni dell'incontro - ha sottolineato che "quello presentato questa mattina è un progetto importante ma soprattutto rappresenta una best practice di azione a tutela del prodotto e del consumatore. Anche gli orientamenti del Ministero riguardo i fondi del nuovo decreto saranno orientati a valorizzare progetti in cui più Consorzi svolgano azioni di tutela coordinate anche a livello internazionale. Il tema delle aggregazioni dei Consorzi sarà infatti molto valorizzato perché facendo sistema si potranno raggiungere obiettivi più concreti".
"Il progetto di monitoraggio collettivo presentato ieri – dichiara Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – è un importante passo per fare sistema. Oltre a dare continuità a questa nuova modalità operativa, ora occorre agire anche a livello comunitario. Infatti, con il "pacchetto qualità" abbiamo ottenuto la protezione ex-officio come principio giuridico, e occorre adesso lavorare per far sì che in tutti gli Stati membri le Autorità nazionali assicurino concreta ed efficace azione di tutela per i tanti casi che il sistema delle filiere Dop/Igp è attualmente in grado di rintracciare e notificare grazie al monitoraggio puntuale dei mercati".
(Fonte: Ufficio Stampa AICIG - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche)