Un nuovo Eataly ha inaugurato a New York esattamente nella torre n° 4 del World Trade Center. Uno spazio immenso dedicato all’eccellenza alimentare ed un totale di 600 dipendenti. Tra i soci anche Joe Bastianich.
Di Chiara Marando -
Sabato 06 Agosto 2016 -
Una nuova casa della tradizione gastronomica italiana ha aperto a New York: Eataly raddoppia la sua presenza nella Grande Mela con un megastore, esattamente all’interno della torre n° 4 del World Trade Center.
Un totale di 600 dipendenti, “isole” e banchi dedicati a specialità alimentari di eccellenza e ristoranti, tanti ristoranti, che si affacciano direttamente sulla Freedom Tower e sulla Piazza del Memorial realizzata per ricordare le vittime dell’11 settembre 2001.
E non è un caso se il simbolo scelto per questo nuovo locale è quello della “Pace”. A darle corpo è stato niente di meno che Renzo Piano, la cui creatività si è espressa in un Tavolo della Pace posto proprio all’ingresso: una meraviglia realizzata con legni vecchi di quattromila anni, alle cui spalle troneggia una mappa dei pani di tutti i Paesi del mondo. E, sul tavolo, alcune delle tipologie di pane più significative e rappresentative.
Esatto, anche qui torna il Pane con simbolo proprio di questa Pace che tanto si cerca. Ovviamente non è tutta solo filosofia ed emozione, qui a far da padrone è il business alimentato da quei profumi e sapori invitanti che calamitano l’attenzione degli avventori, tanto desiderosi di portare a casa le bontà italiane ritenute tra le migliori al mondo.
Quindi tipicità, talmente tante e variegate da perdersi in un mare magnum di bontà. Una scelta che riesce ad accontentare tutti i gusti, soprattutto i palati più esigenti, ma anche le diverse tendenze e filosofie alimentari. Tra i ristoranti “novità” c’è Orto e Mare, con un menù che opta per piatti di pesce o vegetariani, poi non poteva mancare l’Osteria della Pace affidata allo chef trentenne Riccardo Orfino.
Questa volta Farinetti ha anche un socio d’eccezione, o meglio più nomi noti: Joe Bastianich con sua madre Lidia e Mario Batali, cuoco e scrittore statunitense. “ Eataly è un luogo speciale che regala emozioni, soprattutto a noi americani – ha commentato Bastianich - Sono curioso di vedere cosa succederà e come assorbiremo la presenza di due Eataly in questo posto”.
Per l’apertura al pubblico, però, si dovrà aspettare ancora qualche giorno..esattamente alle ore 12 dell’11 agosto. Inizia il conto alla rovescia.
Un viaggio nella cucina d'autore con i piatti dei migliori chef internazionali: questa è la proposta del ristorante “Situ” del SFMoMa, il museo di arte moderna di San Francisco. Un menù che propone esclusivamente le migliori creazioni culinarie dei più noti maestri della cucina.
Di Chiara Marando -
Sabato 30 Luglio 2016 -
Chi crea qualcosa di originale e unico è, giustamente, molto geloso della sua opera, sia essa letteraria, artistica oppure culinaria.
Già, anche i cuochi non amano che i propri piatti migliori vengano replicati da altri. Su questo argomento si era espresso anche il maestro Gualtiero Marchesi che aveva lanciato l'idea di voler dare un copyright a quei must diventati parte integrante della storia di ogni chef.
Insomma, la regola è farsi ispirare ma non copiare! Ma, come ogni regola che si rispetti, anche in questo caso esiste la sua eccezione...e non è proprio irrilevante.
Ad andare controcorrente è un ristorante che basa la sua carta esclusivamente sulle più note creazioni dei grandi chef internazionali: il “Situ” del SFMoMa, ovvero il museo di arte moderna di San Francisco. Il tutto, con il benestare proprio degli chef stessi.
In realtà, l'idea da cui prende le mosse il progetto è molto originale ed ha una sua ragione di essere originale e innovativa. La filosofia, infatti, è quella di rappresentare il luogo all'interno del quale proporre un'esposizione gastronomica d'autore, esattamente in un percorso museale.
A guidare la cucina è Corey Lee, acclamato cuoco statunitense di origine coreana, già direttore di ristoranti di successo come il tristellato “Benu” oppure il bistrot “Monsieur Benjamin”.
La sua è un'esperienza che si è formata nelle cucine più famose, a contatto con quegli chef di cui porta in tavola le creazioni più importanti: “Il mio obiettivo è quello di dare un'idea di quanto sta accadendo nel mondo della cucina – spiega Lee – per questo serviamo una cinquantina di piatti a rotazione, scelti in base a criteri quali stagionalità, coordinate geografiche e visioni stilistiche”.
E per dirla tutta, ognuno degli chef interpellati ha ricevuto un pagamento per i diritti d'autore, alcuni di loro hanno anche scelto di donare il contributo in beneficenza o alla fondazione che gestisce il museo, ed altri ancora, come Wylie Dufresne, si sono letteralmente entusiasmati per la forza di questo progetto nello stimolare la collaborazione e condivisione, oltre ogni rivalità e controversia.
Insomma, una novità che ha riscosso particolare favore nel mondo degli addetti ai lavori ed un menù internazionale che offre alla clientela un viaggio gastronomico d'eccellenza intorno al mondo, da New York a Tokyo, passando per Parigi, Perù e Cina, per arrivare anche in Italia.
(lmmagini tratte dal profilo Instagram del Ristornate Situ)
Ricette ed aneddoti legati alla vita del Grande Maestro e della Duchessa saranno il tema conduttore della serata. Per l'occasione a tutti i presenti verrà fatto omaggio del libro "A cena con Verdi e Maria Luigia".
Parma, 27 luglio 2016
"A Cena con la Duchessa", questo il tema di una serata non solo di cucina ma anche di cultura alla "Stella d'Oro", eccellente ristorante di Soragna. L'appuntamento è stato organizzato da Anna Sichel, proprietaria della dimora giovanile di Giuseppe Verdi sita nel centro Busseto, luogo storico dove spesso ha organizzato anche eventi che hanno riguardato la figura di Maria Luigia d'Austria. La Duchessa di Parma diede al Maestro l'opportunità di poter frequentare gratuitamente il Ginnasio a Busseto ed il riconoscimento della borsa di studio a Milano. Per l'occasione a tutti i presenti verrà fatto omaggio del libro "A cena con Verdi e Maria Luigia" del quale la stessa Anna Sichel è anche autrice. Ricette ed aneddoti legati alla vita del Grande Maestro e della Duchessa saranno il tema conduttore della serata. L'appuntamento per gli amanti della buona tavola e della storia è per sabato 30 luglio alle 20.30. Il menù della serata sarà ispirato, e non potrebbe essere diversamente, alle prelibatezze offerte dalla nostra terra e legate alla tradizione emiliana ed in particolare della Bassa.
Una serata all'insegna della dolcezza per celebrare il Panettone, uno dei prodotti tipici italiani per eccellenza, anche nella stagione estiva: La "Notte dei Maestri del Lievito Madre". Un totale di 26 maestri pasticceri si sono incontrati lunedì 25 Luglio, in Piazza Garibaldi a Parma, ed hanno messo a disposizione del pubblico una ricca degustazione di delizie.
Di Chiara Marando -
Parma, 27 Luglio 2016 - (Foto by Lorenzo Moreni)
Il Panettone anche d'Estate, questo è stato l'argomento principe da cui ha preso le mosse la seconda edizione de "La Notte dei Maestri del Lievito Madre", una serata all'insegna della dolcezza d'autore. A presentarla, il gastronauta Davide Paolini.
Un totale di 26 maestri pasticceri, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati portando in Piazza Garibaldi a Parma le loro creazioni, golose varianti di questo dolce tipicamente italiano che, con il suo gusto intenso, riesce ad abbracciare e conquistare il palato. Personaggi del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti, chiamati a raccolta dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr)
Lunedì 25 Luglio erano tutti in fila per poter assaporare le diverse specialità proposte, glorioso vanto dei Maestri che si sono intrattenuti con il pubblico speigando le caratteristiche che delineavano il carattere dei loro Panettoni artigianali.
La ricetta proposta da ILARIA BERTINELLI vi permetterà di dare ampio spazio alla vostra manualità in cucina, mettere a frutto la fantasia in un mix di ingredienti e colori, ma soprattutto di stupire chi con voi avrà il piacere di gustare un piatto molto appetitoso, ma anche assai goloso! Un occhio speciale nella ricetta anche per chi dovrà fare attenzione al glutine.
Di Ilaria Bertinelli
Se volete stupire e coccolare occhi e pancia, basta davvero poco: aggiungere un cucchiaio di cacao a farina e uova in modo da ottenere la classica pasta all'uovo, ma di colore marrone. Al colore della terra e della natura per eccellenza, il marrone appunto, possiamo aggiungere i colori caldi e freddi delle verdure che ci regala l'estate e il quadro è davvero completo.
Oltre a venire incontro a tante esigenze alimentari visto che può essere fatta con e senza glutine, è priva di lattosio (ricordiamo che il parmigiano non contiene lattosio) e di frutta a guscio, grazie alla sua bellezza e alla sua bontà questa pasta riuscirà a convincere anche i bambini a consumare tante verdure diverse.
Una nota pratica: nel caso in cui prepariate i tagliolini usando farina senza glutine, a seconda del tipo di farina che userete, potrebbe essere necessario aggiungere un uovo in più!
INGREDIENTI:
PER LA SFOGLIA
300 gr farina per sfoglia senza glutine** oppure di grano tenero 00
3 uova intere
30 gr acqua
10 gr olio
1 cucchiaio raso di cacao amaro
q.b. sale
PER IL RIPIENO
200 gr zucchine piccole
120 gr carote
100 gr melanzana
50 gr peperone rosso
50 gr peperone giallo
50 gr porro
2 fiori di zucca
q.b. Parmigiano Reggiano grattugiato, olio extra vergine di oliva, sale e pepe
PREPARAZIONE
Iniziare a preparare i tagliolini: tagliare la sfoglia a fette, appiattirle con il matterello, poi tirare delle strisce di qualche millimetro di spessore con la sfogliatrice (io ho una macchina di marca Imperia e le ho tirate al quart'ultimo foro), lunghe circa 30 cm e larghe circa 10 cm con la sfogliatrice.
CREDITS: - cookaround.com – ilgermogliobio.it – leverduredelmioorto.it – blog.pianetadonna.it – macrolibrarsi.it – sweetsweethouse.worldpress.com – ricette.pourfemme.it
Il Refettorio Ambrosiano di Massimo Bottura sbarca a New York nel quartiere più difficile della città: il Bronx. Ad affiancarlo in questo progetto il due volte premio Oscar Robert De Niro. Un percorso che continua sotto il segno del motto “Cucinare è un appello per agire”.
Di Chiara Marando -
Sabato 23 Luglio 2016 -
Un luogo nel quale anche i meno fortunati possano trovare accoglienza ed un posto a tavola, un luogo speciale dove il momento del pranzo o della cena diventi anche un’occasione di integrazione, il tutto con la particolarità di piatti preparati con cibo di scarto lavorato da veri chef e trasformato in qualcosa di gustoso. Vi dice qualcosa?
Già, è l'idea alla base del Refettorio Ambrosiano portato all'Expo e del Refetto-Rio, la sua versione olimpica. A pensarlo e portarlo avanti è lui, Massimo Bottura, da poco salito sulla vetta come miglior ristorante al mondo con la sua “Osteria Francescana”.
Oggi il suo progetto guarda lontano e vola oltreoceano, precisamente a New York, nel quartiere più difficile della città: il Bronx. Una prima anticipazione era arrivata direttamente dal profilo Instagram dello chef , che aveva postato una sua foto più che curiosa accompagnata da una frase tutt’altro che criptica: "Progettando il nuovo Refettorio nel Bronx. Con Bob nel 2017".
E Bob è proprio quel Robert De Niro, due volte premio Oscar e con una carriera da ristoratore alle spalle. E' lui il partner ideale per questo nuovo obiettivo che riprende il fil rouge iniziato l'anno scorso, ovvero meno sprechi alimentari ed un migliore utilizzo del cibo per aiutare i bisognosi, cucinato da un gruppo di cuochi messi a disposizione dallo stesso Massimo.
I numeri registrati durante Expo gli hanno dato ragione insieme alla spinta per continuare su questa strada e pensare ancora più in grande, pensare internazionale: più di 15 tonnellate di cibo che hanno sfamato una novantina di homeless nell'ex teatro della parrocchia San Martino di Greco a Milano.
Ora è la volta delle Olimpiadi di Rio, dove chef del calibro di Alain Ducasse e Joan Roca si cimenteranno nella cucina degli avanzi per circa 19.000 pasti, il tutto secondo il motto “Food for Soul”, il nostro “Cucinare è un appello per agire”.
Un magico luogo che si trova nella Lunigiana, incastonata nell'Appennino tra Emilia-Liguria e Toscana, dove è ancora possibile trovare chi, con inestimabile passione per le tradizioni, cucina con antichi strumenti di cottura. CECILIA NOVEMBRI ci introduce le caratteristiche del "testo" con cui si preparano i gustosissimi "testaroli"...da non perdere!
Di Cecilia Novembri
L'utilizzo dei testi per la cottura è alla base della cucina lunigianese: sono formelle tonde in metallo o in terracotta che vengono appoggiate direttamente sulla brace dopo essere state scaldate a fiamma viva.
Il piccolo vaso di terracotta che, grazie alla sua conformazione interna, una volta scaldato ad alte temperature, consente ai cibi di cuocere molto lentamente anche lontano da fonti di calore dirette. Per la cottura nei testi è fondamentale stabilire la giusta temperatura, devono essere caldissimi! Usati per cuocere praticamente tutto, dalla carne al pane e ai famosi testaroli che proprio a questo strumento devono il nome.
Come viene creato questo antico e tradizionale strumento tipico della Lunigiana?
Una volta i testi venivano fatti a mano lavorando l'argilla mescolata al quarzo e ogni famiglia aveva la sua "fascina" dove avveniva la cottura nei testi. Più tardi la terracotta e l'argilla sono state sostituite dal testo di ghisa che ha soppiantato la lavorazione tradizionale.
Nel Pontremolese e in tutta l'alta Lunigiana è ancora utilizzato il testo composto da due parti, un disco e un coperchio di forma leggermente conica. L'uso del testo è legato ad una storia che gelosamente viene custodita e il rispetto delle tradizioni culinarie della lunigiana è la parola d'ordine del SAUDON, a Pozzo di Mulazzo in provincia di Massa Carrara, uno dei paesi più belli della Lunigiana e luogo dove tutto sembra magico, dalla semplicità con la quale vengono preparati i piatti, al vino, dalla bellezza della natura circostante all'accoglienza di Jean Claude e Gigliola.
Le delizie tradizionali proposte sono preparate, sotto un portico circondato dalle vigne, nel tipico testo: Testaroli al pesto, pollo e verdure tutto rigorosamente cotto nei testi.
La cottura nei testi ha visto di recente un risveglio e un nuovo interesse, provato il cibo con questo tipo di cottura si capisce che è decisamente qualcosa che viene da un tempo lontano, una cosa d'altri tempi che come tale va tutelata!
Per chi volesse approfittare di restare in tutta tranquillità a gustare la bellezza del posto vi è la possibilità di pernottare in questo delizioso agriturismo: Durella, Maron, Sciavon, Rossella, sono alcuni dei nomi delle caratteristiche camere di cui l'agriturismo dispone per i suoi ospiti.
E il relax è assicurato!
CREDITS: agriturismosaudon.it – pixabay.it – pestogenoveseblog.altervista.org
Arriva a Parma la seconda edizione de la “Notte dei Maestri del Lievito Madre”: 26 tra i migliori professionisti di lievitazione e pasticceria si ritroveranno in Piazza Garibaldi il 25 Luglio a partire dalle 20,30.
Di Chiara Marando -
Parma, 16 Luglio 2016 -
Il panettone anche a Ferragosto?
No, non è una stranezza ma un mondo nuovo di concepire un prodotto della tradizione italiana, destagionalizzarlo per renderlo appetibile anche nei mesi più caldi. Perché, in fondo questa bontà può essere una colazione ideale, accompagnare il gelato, ma anche incontrare la frutta estiva in varianti interessanti e ricche di gusto.
Questo è il fil rouge dell'impegno portato avanti dal gastronauta Davide Paolini che, dopo anni di dure battaglie su Sole24Ore, radio, nonché sul sito ww.gastronauta.it, è riuscito a fare in modo che su tutto il territorio nazionale venissero organizzazione manifestazioni volte a celebrare il panettone d'estate.
Manifestazioni come la “Notte dei Maestri del Lievito Madre”, giunta alla sua seconda edizione, che quest'anno ha scelto Parma, eletta City of Gastronomy UNESCO, come location ideale. Il 25 Luglio, dalle ore 20,30, Piazza Garibaldi sarà invasa dal profumo invitante delle delizie preparate da veri e propri Maestri di lievitazione e pasticceria provenienti da tutta Italia, 26 per l'esattezza.
Personaggi del calibro di Achille Zoia, Gino Fabbri, Salvatore De Riso, Alfonso Pepe e Paolo Sacchetti, chiamati a raccolta dal Maestro Claudio Gatti della Pasticceria artigianale Tabiano, a Tabiano Terme di Salsomaggiore (Pr). A presentare l'evento, ovviamente Davide Paolini.
Una serata aperta a tutti, durante la quale sarà possibile ascoltare gli spunti di professionisti, osservarne la maestria ed assaporarne le specialità, in un percorso degustativo che vede protagonista l'utilizzo e la lavorazione del lievito madre.
Ma chi saranno questi 26 protagonisti riuniti per una lunga notte dedicata alla lievitazione?
Marco Avidano- Pasticceria Avidano a Chieri (TO)
Mario Bacilieri- Pasticceria Bacilieri a Marchirolo (VA)
Maurizio Bonanomi- Pasticceria Merlo a Pioltello (MI)
Renato Bosco- Saporè di San Martino Buon Albergo (VR)
Roberto Cantolacqua Ripani- Pasticceria Mimosa di Tolentino (MC)
Emanuele e Giancarlo Comi- Pasticceria Comi a Missaglia (LC)
Diego Crosara- specialista nell'arte del gelato
Salvatore De Riso- Sal De Riso a Tramonti (SA)
Denis Dianin- D&G Patisserie di Selvazzano Dentro (PD)
Gino Fabbri- Gino Fabbri Pasticcere a Bologna
Francesco Favorito- specialista del Gluten free
Salvatore Gabbiano- Pasticceria Gabbiano di Pompei (NA)
Claudio Gatti- Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme (PR)
Stefano Gatti- Il Fornaio a Viareggio (LU)
Emanuele Lenti- Premiata Forneria Lenti a Grottaglie (TA)
Grazia Mazzali- Pasticceria Mazzali a Governolo (MN)
Mauro Morandin- Pasticceria Mauro Morandin a Saint-Vincent (AO)
Alfonso Pepe- Pasticceria Pepe a Sant'Egidio del Monte Albino (SA)
Carlo Pozza- Da Venicio di Arzignano (VI)
Paolo Sacchetti- Il Nuovo Mondo a Prato
Attilio Servi- Pasticceria Attilio a Pomezia (RM)
Anna Sartori- Pasticceria Sartori a Erba (CO)
Valter Tagliazucchi- Il Giamberlano a Pavullo Nel Frignano (MO)
Vincenzo Tiri- Tiri 1957 di Acerenza (PZ)
Carmen Vecchione- DolciArte di Avellino
Achille Zoia- La boutique del Dolce a Cologno Monzese (MI)
Sono Omer Caiumi della Trattoria Omer, Francesco Figliomeni di Sano Italano e Gianluca Laritoda dell' Hosteria D'A...mare i più votati dal pubblico che lo scorso 29 maggio ha partecipato numeroso alla Maratona del Gusto nel centro storico di Modena.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
Modena, 7 luglio 2016
Il primo ha conquistato le migliaia di partecipanti con le sue costine in umido al pomodoro, il secondo ha stregato i palati con lo sfizioso calzone tricolore ai cereali, il terzo ha convinto gli esigenti palati modenesi a votare il suo polpo con crema di patate, terra di taggiasche e datterini grigliati.
Sono, Omer Caiumi, titolare della Trattoria Omer, Francesco Figliomeni, titolare di Sano Italiano e Gianluca Laritonda, titolare di Hosteria D'A...Mare gli esercenti modenesi più votati lo scorso 29 maggio, nell'ambito dell'edizione primaverile di Stuzzicagente, la Maratona del Gusto che si conferma la più amata dai modenesi, a giudicare dalla corsa al biglietto scatenatasi nei giorni precedenti la manifestazione.
Organizzata da Modenamoremio, società di promozione del Centro Storico di Modena, insieme a bar, gastronomie, ristoranti e forni nelle vie del quartiere Pomposa, Taglio, Battisti e Borgo Sant'Eufemia e Novi Sad, Stuzzicagente ha visto in campo una ventina di esercenti, che hanno proposto le loro sfiziose specialità in tre differenti percorsi a tappe con soste gustose. Ai partecipanti era stato chiesto di "votare" quale piatto era stato di loro maggiore gradimento.
Ieri i titolari degli esercizi che avevano proposto le tre pietanze più votate sono stati premiati dal sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e dall'Assessore del Centro Storico Andrea Bosi nella Sala di Rappresentanza del Municipio. A ciascuno di loro è andata una cesta di prodotti della tradizione modenese offerti da Casa Modena, Consorzio del Parmigiano Reggiano e Consorzio di Tutela dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
Ma Stuzzicagente ha voluto anche premiare i votanti. Grazie al concorso "Vota il piatto più goloso" sono stati estratti Cinzia Mazzaretto, Elena Santi e Maurizio Malavolta, a ciascuno dei quali vanno due biglietti a testa per partecipare all'edizione autunnale di Stuzzicagente, in programma il prossimo 2 ottobre.
Un locale dove è lo chef stesso a scegliere di piatti da servire agli ospiti, a raccontare loro come gustarli parlando delle materie prime, della preparazione ed arricchendo il tutto da esperienze personali: il Ristorante Puzzle a Milano dello chef Misha Sukyas.
Di Chiara Marando -
Sabato 09 Luglio 2016 -
Quello che succede quando decidiamo di andare a mangiare al ristorante si sa, è un piccolo rito che amiamo concederci, un modo per viziarci e gustare sapori i conosciuti che ricerchiamo, ma anche gusti particolari e mai provati. Ci si siede al tavolo e si sceglie tra i piatti del menù che poi vengono serviti dai camerieri preoccupati di controllare che tutto sia piacevole e gradito.
Troppo spesso, però, capita che non si riesca ad apprezzare veramente il carattere di una portata, che non sia possibile assorbirne il processo di creazione e le peculiarità degli ingredienti con cui è stata preparata.
Spesso, ma non sempre…
Ad offrire unviaggio tra sapori, profumi e conoscenza è lo chef Misha Sukyas nel suo nuovo locale appena inaugurato: il Puzzle, all’interno del TownHouse 31, una delle numerose strutture alberghiere dell’Alessandro Rosso Group a Milano. Ma quello di Misha non è il ristorante dell’albergo, lui è solo un ospite che utilizza uno degli eleganti spazi presenti nell’edificio. E lo utilizza in un modo molto particolare: un solo tavolo, 16 commensali ed un menù a sorpresa portato in tavola direttamente dallo chef.
Già, perché Misha sovverte la “routine” del ristorante e la interpreta a modo suo, uscendo in sala, condividendo, spiegando i propri piatti con gli ospiti e facendo vivere loro un’esperienza sensoriale completamente nuova. Non più solo chef’s table, piuttosto un mix tra racconti di vita personali, ricette estrose, materie prime anche inconsuete ,come la carne di zebra, e vini ricercati, in un gioco di sapori, aromi, consistenze, cotture diverse e ingredienti provenienti dai Pesi più disparati.
Perchè Misha Sukyas è proprio questo, un alchimista della cucina, che costruisce i piatti infondendovi tutta la creatività e l’esperienza proveniente dai tanti viaggi e cambiamenti che ha affrontato.
Milanese di origini armene, inizia nel ristorante di famiglia a Cabo San Lucas, per poi passare ad un periodo londinese con Antonello Tagliabue, lo chef di Bice, Valentino Bosch e Michelle Roux, e volare successivamente in Autralia per lavorare con lo chef stellato Peter Gilmore, e in Olanda con Moshik Roth, chef israeliano portavoce della cucina tecno-emozionale. Ed ancora, India, Thailandia, Estremo Oriente, SudAmerica, tappe che gli hanno permesso di innamorarsi degli ingredienti, dei colori e delle commistioni di una cucina che si avvicina a quella fusion.
Il Puzzle è la sua ultima creatura. Aperto solo la sera ed esclusivamente su prenotazione. I costi: 75 euro per il menù degustazione completo di vini al calice in abbinamento, che diventano 60 per chi non desidera i vini. Si può scegliere di fermarsi solo per l’aperitivo, anch’esso solo su prenotazione, a base di bollicine, vini fermi al calice, crudi di pesce, fritti di mare e ostriche da gustare nel piccolo cortile che può ospitare al massimo quindici persone.
Ristorante Puzzle
via Goldoni, 31 - Milano
Tel 3883681303
Cena ore 20.30
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- Chiuso la domenica
(Foto tratte da Instagram)