Il Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, nella conferenza stampa di presentazione indetta subito dopo la nomina, ha tracciato una panoramica delle priorità del suo mandato soffermandosi con particolare attenzione sul Piano strategico per l'agricoltura e l'agroalimentare.
- UNIMA, 26 febbraio 2014 -
“Le parole del Ministro costituiscono una importante base di riflessione” ha dichiarato il Presidente di Unima, Silvano Ramadori “perché manifestano l'intenzione di guardare al futuro, più che soffermarsi sulla realtà contingente.”
Secondo il Presidente di Unima, è proprio di un progetto organico e coerente che ha bisogno l'agricoltura: un progetto che si fondi su un nuovo modello di sviluppo che tenga conto del mutato scenario economico in cui si muove la produzione agricola, e delle molteplici figure che vi concorrono da protagonisti nell’ormai indispensabile sistema competitivo.
Bisogna superare, secondo Ramadori, modelli aziendali ormai obsoleti, nei quali l'azienda agricola tradizionale era l'unico soggetto responsabile della produzione: già oggi, ed in seguito in misura crescente, il processo produttivo vede la compartecipazione di diversi attori, dal conduttore del terreno al contoterzista, dall'agronomo all'impresa di gestione globale, che si integrano con i fornitori di mezzi tecnici, con i costruttori di macchine, con le strutture di commercializzazione ed intermediazione, con il credito e con l'industria di trasformazione.
“Gli impegni assunti, già in questa prima fase, dal Ministro Martina” ha aggiunto Silvano Ramadori “delineano una precisa volontà di rinnovare le politiche agricole nazionali che trova il nostro pieno sostegno, in quanto capace di valorizzare tutte le forze e tutte le professionalità che, fin d'ora, stanno portando vera innovazione nell'agricoltura italiana.”
Rinnovando gli auguri di buon lavoro, il Presidente di Unima ha assicurato la propria disponibilità ad incontrare al più presto il nuovo Ministro, per mettere a disposizione del nuovo progetto di sviluppo la professionalità e l'imprenditorialità delle imprese agromeccaniche, principale strumento di innovazione nella produzione agricola.
Maurizio Martina è il nuovo Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali indicato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il 22 febbraio il Ministro ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
- Roma 24 febbraio 2014 -
Nato a Calcinate (BG) il 9 settembre del 1978 è sposato e padre di due figli. Dopo essersi diplomato all'Istituto tecnico Agrario di Bergamo, consegue la laurea in Scienze Politiche.
Nel 1999 è eletto Consigliere comunale, carica ricoperta fino al 2004.
Sempre nel 2004 dopo una militanza nell'organizzazione giovanile dei Democratici di Sinistra, viene eletto Segretario della Provincia di Bergamo.
Nel 2006 assume la carica di Segretario Regionale dei Democratici di Sinistra in Lombardia.
Nel 2007 è tra i fondatori del Partito Democratico. Nello stesso anno, a seguito delle primarie, è eletto primo Segretario del Partito Democratico della Lombardia.
Nel 2009, sempre attraverso le primarie, viene riconfermato alla guida del Partito Democratico Regionale Lombardo.
Nel 2010 è eletto Consigliere della Regione Lombardia, incarico riconfermato nelle consultazioni popolari del febbraio 2013.
Durante i mandati di Consigliere Regionale Lombardo è stato componente della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Attività Produttive.
Il 3 maggio 2013 ha giurato come Sottosegretario di Stato del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta.
Il 9 maggio 2013 ha rassegnato le dimissioni da Consigliere della Regione Lombardia.
Con il D.P.C.M. del 24 maggio 2013, gli è stata conferita la delega a presiedere la Commissione di coordinamento per le attività connesse all'EXPO' Milano 2015.
Il 22 febbraio 2014 ha giurato da Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Renzi.
(Fonte Aiol)
Spinazzi (Consorzio Bonifica Parmense): “Parma pesa per 120 milioni. peggioramento del valore complessivo del 10% in un solo anno.”
Pesa la situazione sull’Appennino, ma anche la Bassa è a rischio esondazione.
Roma, Febbraio 2014 – La preoccupazione per le condizioni di sicurezza della nostra provincia nel contesto italiano resta assai alta e la presentazione nei giorni scorsi a Roma del Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, all’incontro voluto dall’Anbi (Associazione Nazionale delle Bonifiche) a Montecitorio, ne è stata la controprova.
All’interno di uno scenario nazionale in continua mutazione, che giorno dopo giorno incrementa notevolmente i livelli di fragilità peggiorando le condizioni sociali e i riflessi economici del territorio, l’Emilia Romagna non fa eccezione anzi, alla luce dell’ultimo monitoraggio, rappresenta una vera e propria polveriera di zone nevralgiche.
All’interno poi dei confini regionali la provincia di Parma ha registrato un grave ed ulteriore incremento della sua debolezza geomorfologica negli ultimi dodici mesi. Vanendo ai numeri: il Piano dell’Anbi, condiviso nella capitale dal presidente Massimo Gargano coi presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato e coi vertici delle bonifiche, l’Ordine nazionali dei Geologi e con Legambiente vede una cifra complessiva di interventi da fare per mettere in sicurezza il paese pari 3383 lavori immediati per un valore complessivo di 7.795 milioni di euro con un peggioramento rispetto allo scorso anno (7.409 ml) dovuto alla somma delle negatività dell’ultimo periodo, frane e alluvioni.
In Emilia Romagna la prevenzione del dissesto costerebbe, da sola, 1 miliardo e quindi il peso sul generale equilibrio è da considerarsi veramente incidente. Parma, monitorata per tutto il 2013 dai tecnici del locale Consorzio di bonifica Parmense ha presentato a Roma dei dati negativi che destano preoccupazione.
Nel 2012 gli interventi utili alla sicurezza del territorio dei luoghi maggiormente a rischio erano 104 e oggi sono saliti a 106 per un valore che passa da 109 milioni di euro a 120 in pochi mesi. Un 10% circa che in un anno è sintomo reale di condizioni da arginare con velocità per evitare drammi sociali ed economici come a Mirandola o a Tizzano o come in Liguria, Sardegna e Toscana.
“Il dissesto pesa enormemente sulle nostre teste e sulla nostra economia, soprattutto agricola – sottolinea Luigi Spinazzi, presidente della Bonifica Parmense –. L’ Appennino e la Bassa chiedono una sicurezza dovuta da parte delle istituzioni. Da parte loro serve maggior attenzione e investimenti che non definire solo finanziamenti. Prevenire significa investire sul futuro di un territorio a vocazione produttiva come il nostro. Invece urbanizzazione caotica in pianura e spopolamento fanno ancora da padrone, in più oggi si aggiunge l’incuria come aggravante. A Parma i problemi più evidenti sono ben visibili dall’Appennino fino alla Bassa passando per la città. Per fare un solo esempio, a contribuire all’aumento del 10% del costo della prevenzione, c’è l’incidenza di una zona ad alto rischio allagamento in località Enzano dove la priorità è stata già condivisa con l’AIPO, la Comunità Bassa Est e il Comune di Sorbolo. Occorre un impianto tecnologicamente avanzato che possa equilibrare e governare i livelli dei canali Terrieri, Fumolenta e Naviglia per evitare esondazioni pericolose con esiti gravi”.
UFFICIO STAMPA
CONSORZIO DI BONIFICA PARMENSE (20 febbraio 2014)
Alleanza Cooperative - Gardini e Altieri «Condividiamo taglio cuneo. Italia non perda altro tempo rischia di assistere a ripresa di altri e a proprio declino»
Alleanza Cooperative, febbraio 2014 -
«Condividiamo l’intenzione di tagliare il cuneo fiscale per rilanciare il mercato del lavoro. Lo chiedono da un lato le imprese e dall’altro i tanti giovani disoccupati che hanno raggiunto una percentuale intollerabile per un paese che è il secondo manifatturiero d’Europa e vuole restare da protagonista tra i grandi del mondo L’Italia non può permettersi di perdere altro tempo, di assistere alla ripresa degli altri e al proprio declino».
Così Maurizio Gardini e Rosario Altieri, copresidenti dell’Alleanza delle Cooperative commentano il discorso sulla fiducia al senato del premier incaricato Matteo Renzi
«Un discorso molto motivazionale quello del premier Renzi che, oltre ad affrontare alcuni dei nodi strutturali, punta a dare una prospettiva di speranza perché l’Italia torni a essere terra di opportunità. Bene lo snellimento della Pa e le riforme del titolo V – concludono Gardini e Altieri – in attesa di affrontare, al tavolo di confronto con il governo, i tanti temi legati allo sviluppo. I propositi sono buoni, occorrerà, poi, riuscire a realizzarli»
On-line la banca dati Qualidò: con i principali numeri delle produzioni italiane Dop e Igp
Roma, 25 febbraio 2014
L'Ismea pubblica on-line i principali dati provenienti dall'Osservatorio dei prodotti Dop e Igp e Stg attraverso un semplice selettore di ricerca che consente di navigare tra i dati delle singole denominazioni scegliendo il settore o la regione di appartenenza.
L'Ismea gestisce dalla fine degli anni '90, per conto del MiPAAF, l'Osservatorio sulle produzioni di qualità il cui obiettivo è quello di fornire uno strumento informativo puntuale e aggiornato agli operatori istituzionali e privati, oltre che ai consumatori. L'Osservatorio monitora l'andamento strutturale, produttivo ed economico delle produzioni italiani a marchio comunitario, attraverso l'acquisizione annuale di dati presso tutti i soggetti istituzionali che intervengono lungo la filiera produttiva. I dati vengono raccolti attraverso due indagini, una condotta presso i Consorzi di tutela delle Dop e Igp riconosciute, ed un'altra svolta presso gli Organismi di Controllo che certificano gli stessi prodotti a denominazione di origine. Il patrimonio informativo acquisito ha consentito di costruire la Banca Dati Qualidò - unica per completezza e tempestività dell'aggiornamento in Italia - sui volumi di produzione e di fatturato, sulle dinamiche e sulle tendenze in atto dei prodotti di punta dell'agroalimentare di qualità italiano.
Nella banca dati confluiscono una serie di dati economici riguardanti la struttura produttiva, la produzione certificata, i prezzi di mercato in tutte le fasi della filiera, i canali distributivi, l'export, i mercati di destinazione, nonché la stima dei fatturati all'azienda e al consumo per ogni singolo prodotto riconosciuto.In questa prima fase, sono disponibili on line, i principali dati rilevati per ciascuno dei prodotti a I.G. (produzione, fatturati all'origine e al consumo, export), con la previsione di ampliare a breve il set di informazioni, tra le altre variabili economiche monitorate
(Fonte Ismea)
Ancora più giù i valori dei derivati del latte. Il Grana Padano cede 10 centesimi sulla piazza di Mantova. Segnali positivi dalle borse di inizio settimana.
di Virgilio -
Parma 26 febbraio 2014 --
Ancora più giù i listini del burro e del Latte spot. La terza settimana di febbraio si è caratterizzata nel segno della continuità rispetto alle precedenti cinque. In particolare per quanto concerne il burro e lo zangolato si è mediamente registrata una una perdita del 10% rispetto le quotazioni di gennaio.
La quarta settimana si è invece aperta con i listini finalmente in pausa per quanto riguarda il burro e i derivati del latte in genere. Nella seduta di di lunedi 24 febbraio infatti la borsa di Milano ha confermato i prezzi dell’ottava precedente salvo la crema di latte a uso alimentare che hanno addirittura recuperato 2 centesimi fissando un +1,34% che vale 1,78€/kg.
Nessuna variazione di rilievo per le due principali DOP nazionali. Un segnale di controtendenza è stato registrato a Mantova dove i listini del Grana Padano hanno ceduto 10 centesimi per entrambe le tipologie quotate.
- Parmalat, dimissioni della maggioranza dei Consiglieri di Amministrazione -
In apertura della riunione del Consiglio di Amministrazione del 25 febraio, i Signori Gabriella Chersicla, Francesco Gatti, Yvon Guérin, Marco Jesi, Daniel Jaouen, Marco Reboa, Antonio Sala, Franco Tatò e Riccardo Zingales hanno comunicato le proprie dimissioni dal Consiglio stesso con effetto dall’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013.
“Diamo le dimissioni – si legge nella lettera da loro firmata - dopo che il decreto del Tribunale di Parma ha respinto la richiesta della Procura della Repubblica di revoca dell'intero Consiglio di Amministrazione.
Convinti di aver agito sempre correttamente, assumiamo questa difficile decisione nell'esclusivo interesse della Società al fine di consentirle di operare nuovamente in un clima sereno e costruttivo. Lasciamo un’azienda che nell'ultimo biennio, pur nel difficile frangente attraversato, ha realizzato, sotto la nostra gestione, i migliori risultati della sua storia (grazie anche al contributo più che positivo fornito da LAG in termini di risultato economico) con beneficio per tutti gli azionisti, che hanno visto il titolo apprezzarsi di circa il 39% nel corso del 2013.”
Per effetto di queste dimissioni l’intero Consiglio cesserà dalla carica alla convocanda Assemblea di bilancio che dovrà pertanto procedere alla nomina del nuovo organo amministrativo.
(Fonte Parmalat)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 08 23 Febbraio 14
Anno 13 - n° 08 - 23 Febbraio 14
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SOMMARIO
Anno 13 - n° 08 23 Febbraio 14
1.1 Editoriale
Una luce in fondo al tunnel...
2.0 Agroalimentare
Parma. CAP, trasparenza e lavoro a servizio di agricoltura e del territorio
4.1 Lattiero Caseario
Latte Spot e derivati ancora più giù.
5,1 Mais&Soja
Mais & Soia: febbraio 2014
6,1 Diritti e tutela
Parmigiano contro “falsità e mistificazione”
6,2 Credito
Ismea-Sgfa: aumenta il credit crunch in campagna
6,3 Buy wine
Buy Wine: hitech strategico per business
7,1 Consumi
Ismea, calo record dei consumi alimentari nei primi undici mesi del 2013
9.1 Eventi
Con I.S.A. l’azienda cresce e si sviluppa
MAIS: Dati previsionali per 2013-14
La produzione mondiale di Mais per la stagione 2013-14 è prevista a 966,63 Mio t, stabile rispetto alle previsioni formulate a Gennaio.
Negli Stati Uniti, primo Produttore ed Esportatore mondiale di Mais, le scorte finali sono previste in diminuzione di quasi 4 Mio tons, per l’atteso aumento dello Esportazioni (+10%).
In Argentina, tra i maggiori Esportatori di Mais, la siccità di Gennaio ha ridotto le previsioni di Produzione ed Esportazione di 1 Mio tons, con un calo previsto delle semine e della resa dei terreni.
Per la stagione 2013-14 le aree coltivate, le Produzioni e le Esportazioni in Russia ed Ucraina sono previste a livelli record.
Rispetto alle previsioni del mese scorso, le Importazioni di Mais sono attese in aumento in: Unione Europea (+1,5 Mio tons), Egitto (+0,5 Mio tons), Corea del Sud (+0,5 Mio tons), Messico (+0,5 Mio tons) e Vietnam.
SOJA: Dati previsionali per 2013-14
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in leggero aumento rispetto alle previsioni formulate a Gennaio, al valore record di 287,69 Mio t, con maggiori raccolti in Brasile e Paraguay, tra i principali Player Esportatori.
Negli Stati Uniti si prevedono Importazioni dal Canada. Le Esportazioni statunitensi sono in aumento (+1%), con record di vendite in Gennaio.
Gli aumenti nelle Esportazioni attesi per Stati Uniti, Brasile e Paraguay, sono bilanciati dal calo previsto per l’Argentina (-1,7 Mio tons), a causa del clima secco e caldo di metà Gennaio.
In Unione Europea è attesa una riduzione delle Importazioni di Farina di Soia, rispetto alle stime del mese scorso.
La posizione del Consorzio rispetto a quanto rimbalzato sui media «Campagna lesiva degli interessi degli stessi produttori»
- Reggio Emilia, 19 febbraio 2014 -
Il Comitato Esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano ha sospeso Riccardo Deserti dalle sue funzioni di direttore dell’Ente di tutela.
La decisione è stata assunta all’unanimità dopo l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari che ha raggiunto lo stesso Deserti.
Dall’organo di governo del Consorzio sono state rigettate tutte le accuse mosse in questi giorni all’operato degli amministratori da una campagna irresponsabile e lesiva della reputazione del Parmigiano Reggiano. Per questo l’Esecutivo ha dato il via libera alle azioni legali ritenute possibili nei confronti di quanti, con quella che è stata definita un’operazione di “sciacallaggio”, in questi giorni sono stati protagonisti o complici – secondo i dirigenti dell’Ente di tutela - di azioni di discredito fondate su informazioni false e lesive del buon nome del Consorzio stesso e di suoi amministratori.
«Pur in presenza di presunti reati che nulla hanno a che vedere con il Consorzio e le funzioni svolte da Deserti – sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – il Comitato Esecutivo ha proceduto alla sospensione del dr. Deserti a fronte della necessità di un presidio dei suoi compiti all’interno dell’Ente e dopo alcuni giorni di attesa nei quali non sono però pervenuti elementi chiarificatori della sua posizione». «Augurando al dr. Deserti di poter chiarire la propria estraneità ad ogni fatto contestato – prosegue il presidente del Consorzio – riteniamo che questa scelta, non più rinviabile, consenta anche al diretto interessato di esercitare al meglio il proprio diritto alla difesa».
Molto determinata, poi, la posizione del Consorzio rispetto a quanto in questi giorni è rimbalzato sui media italiani a seguito di interventi e dichiarazioni che il Direttivo ha definito lesive degli interessi degli stessi produttori.
«Saranno i nostri legali – sottolinea Alai – ad occuparsi di vicende, dichiarazioni e valutazioni che si fondano sull’ambiguità quando non sull’esplicita falsità, gettando artatamente ombre sul Consorzio e su quegli amministratori che si muovono nell’esclusivo interesse dei consorziati e dei produttori di latte e non secondo logiche di appartenenza politica o associativa».
«Il ricorso alle vie legali – aggiunge il presidente del Consorzio – resta l’unica soluzione a fronte di reiterati attacchi che vanno contro i dati di fatto e il senso di responsabilità che dovrebbe mantenere chi opera nell’interesse del mondo agricolo, delle sue eccellenze e dei suoi organismi di tutela».
«Parlare di contraffazioni, ad esempio – spiega Alai - è gravissimo per un prodotto assolutamente naturale e artigianale, che semmai è il più imitato proprio per queste sue caratteristiche, così come è grave sostenere falsità a carico di persone e di un Ente con i cui amministratori occorrerebbe confrontarsi su fatti che attengono la loro attività, come la lotta alle imitazioni, la regolazione dell’offerta, l’andamento del prodotto in Italia e all’estero, verificando così i risultati concreti del loro lavoro».
«Lasciando dunque ad altri protagonisti del sistema agroalimentare italiano il compito di un confronto necessario e più generale sul come si possa essere davvero al servizio dei produttori – conclude Alai - è contro precise mistificazioni e falsità che agiremo proprio con quella chiarezza e trasparenza che qualcuno ha inteso mettere in dubbio, alimentando campagne di discredito che certamente non hanno come fine gli interessi dei produttori di Parmigiano Reggiano».
Si inasprisce nel terzo trimestre 2013 la stretta al credito verso le aziende agricole.
Roma, febbraio 2014
Le elaborazioni Ismea sui dati Sgfa indicano una riduzione delle erogazioni concesse alle imprese italiane del settore primario del 21% su base annua, con l'ammontare dei prestiti concessi tra luglio e settembre dell'anno scorso sceso a 426,1 milioni di euro.
La riduzione ha coinvolto tutte le macro aree territoriali seppure con diversa intensità: più accentuata la flessione delle erogazioni nelle regioni di Nord-Ovest e nelle Isole a fronte di un andamento in linea con il dato medio nazionale nel Centro-Sud e di una contrazione più attenuata nel Nord-Est.
In relazione alla durata, l'analisi Ismea rivela nel periodo luglio-settembre una riduzione su base annua di oltre il 37% dei finanziamenti a lungo termine, la cui quota sul monte prestiti complessivo è scesa sotto la soglia del 50%. Al contrario risultano in aumento le erogazioni di medio e breve periodo.
Data la stretta relazione tra la durata dei finanziamenti e le relative finalità, si risconta nel periodo in esame un aumento dell'8% del credito di esercizio e una contestuale erosione delle erogazioni per investimenti e ristrutturazioni, scese rispettivamente del 23,1% e del 22,6% su base annua.
Una dinamica che riflette la minore propensione delle aziende agricole a investire evidenziando, di converso, l'aumentato bisogno di liquidità per finanziare la gestione corrente.
(fonte ismea)