Il rettore Molari rilancia la riorganizzazione delle aziende sanitarie bolognesi, una unica azienda territoriale universitaria, un vecchio progetto che il sindacato maggiormente rappresentativo della sanità in Emilia Romagna, boccia senza mezzi termini, viste le attuali condizioni dei lavoratori della sanità bolognese, le criticità relative al sovraffollamento dei pronto soccorso e le liste di attesa per interventi chirurgici ancora lunghe, per non parlare di quelle per gli esami diagnostici e strumentali
Abbiamo già assistito ad un progetto simile con la USL della Romagna, spiega il segretario regionale della FIALS Alfredo Sepe, un progetto attualmente fallimentare a causa di una eccessiva disomogeneità dei servizi sanitari, di una frammentazione delle procedure per l'emergenza territoriale e di un eccessivo federalismo delle ex aziende sanitarie di rimini, ravenna, forli e cesena
Le tre aziende sanitarie bolognesi hanno tre assetti completamente diversi, mission diversificate e una organizzazione dei servizi diametralmente opposta, per non parlare del tema della formazione del personale sanitario, dei contratti integrativi aziendali, dei regolamenti e delle procedure cliniche ed assistenziali che andrebbero uniformate
Un progetto che chiediamo al Governatore De Pascale di congelare per dare priorità alle esigenze reali dei cittadini e dei lavoratori della sanità bolognese, che attualmente sono in grande difficoltà per i carichi di lavoro, l'emergenza salariale ed in mancati investimenti nel welfare aziendale
(Nella foto il Segretario Regionale Fials Emilia Romagna Alfredo Sepe che consegna in donazione la cifra di euro 1.000 dai proventi del suo libro sul sindacato)