"È urgente risolvere questo problema che riguarda i centri di salute mentale in Sardegna. Dal momento in cui si oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale, viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione. Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo.”
(Franco Basaglia)
Il 13 maggio del 1978 il Parlamento italiano approvava la cosiddetta “legge Basaglia”, che impone la chiusura dei manicomi e regolamenta il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Da volontario ho toccato con mano le problematiche legate all’ attuazione della legge Basaglia. Da sacerdote ho sentito il grido d’allarme di molti fedeli, uomini e donne che rischiano di non avere più assistenza, famiglie abbandonate al loro destino, cooperative socio- assistenziali che rischiano di chiudere. Dagli organi di informazione scopriamo che: sono preoccupanti i ritardi in tutte le decisioni da assumere in occasione delle scadenze degli appalti di gestione dei servizi residenziali, semiresidenziali e domiciliari, in particolare quelli relativi ai centri di salute mentale. Questi servizi, già affidati in appalto sono scaduti il 31 marzo scorso, i lavoratori non ricevono le retribuzioni da parecchi mesi, ma nessuno, sia nella ASL, sia in Regione Sardegna , ritiene sia doveroso, etico e cristiano dare risposte in merito.
Non possiamo fare finta di non sentire il giusto urlo di Dolore e delusione di chi ha pieno diritto di essere tutelato. Noi ci siamo, come Chiesa Ortodossa Italiana, al fianco di chi chiede solo il rispetto dei suoi diritti.
Collaboriamo con la Associazione ASARP, presidente Gisella Trincas. L’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica (A.S.A.R.P.) si è costituita a Cagliari nel 1986 con lo scopo di promuovere la piena attuazione della Legge di Riforma Psichiatrica n°180/78 e di Riforma Sanitaria n°833/78 con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici e la creazione dei servizi territoriali previsti dalle leggi di riforma. Nello stesso anno, l’ASARP insieme ad altre 7 organizzazioni impegnate sugli stessi obiettivi in diverse regioni d’Italia, costituisce il Coordinamento Nazionale Salute Mentale. Questo è stato il primo movimento di familiari a schierarsi apertamente e con coraggio in difesa della riforma, al fianco di tanti operatori della salute mentale impegnati nelle prime sperimentazioni territoriali.