Di Simona Marcassoli Roma, 23 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Nelle società avanzate, le campagne di prevenzione messe in atto, si sono rivelate fallimentari mentre nei paesi ad economia emergente, i trend di crescita sono ancora più rapidi.
Si stima che entro il 2050 il numero degli obesi pareggerà quello dei normopeso, con conseguenze socio-sanitarie insostenibili!!
Questa tendenza desta un crescente allarme sociosanitario per le seguenti considerazioni:
- Il bambino sovrappeso ha un’elevata probabilità di conservare l’eccesso ponderale in età adulta;
- L’eccesso adiposo nell’infanzia favorisce conseguenze sia a medio che lungo termine, in particolare diabete e malattie cardiovascolari.
La Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI) dell’ OMS , da oltre 10 anni, monitora il sovrappeso e l’obesità dei bambini in età scolare , utilizzando due misure standard , altezza e peso.
COSI coinvolge, ogni tre anni, circa 300.000 bambini nella regione europea dell’OMS e l’Italia partecipa attivamente a questo studio col maggior numero di bambini (più di 40.000 per ogni rilevazione).
L’Italia, assieme ad altri paesi dell’area mediterranea, anche nell’ultima valutazione del COSI (2015-2017), è risultata uno dei paesi con la maggiore incidenza di sovrappeso e obesità infantile !!!
Tutte le strategie messe in atto al fine di prevenire l’obesità infantile si sono rivelate fallimentari perché il contesto familiare rimane un elemento determinante nella gestione del bambino obeso. Ciò avviene per scarsa consapevolezza da parte dei genitori sui rischi sanitari e psicologici associati all’obesità e scarsa capacità ad imporre regole e divieti!
In molti casi si rileva un atteggiamento opposto da parte dei familiari i quali , invece di intervenire, educano il bambino a vivere con normalità l’eccesso ponderale , rassicurandolo. Non è raro, infatti, che un bambino obeso abbia uno o entrambi i genitori obesi e ciò determina una scarsa percezione del fenomeno !
La prevenzione dell’obesità DEVE cominciare dall’infanzia coinvolgendo il bambino stesso, la famiglia, il ginecologo e il pediatra di libera scelta. Quest’ultimo diventa indispensabile sia nel fornire tutte le informazioni utili ma soprattutto nell’intervento precoce laddove si rilevassero parametri auxometrici alterati.
E’ importante sottolineare, oltremodo, che sino a qualche anno fa il primo intervento era rappresentato dall’allattamento al seno sino al sesto mese.
Ad oggi si individuano quattro periodi di vita del bambino maggiormente sensibili e fondamentali per la prevenzione:
- Periodo antenatale
- Primo anno di vita
- Età dell’Adiposity Rebound (6-7 anni circa)
- Pubertà
Di seguito vengono illustrate alcune abitudini ,rilevate durante gli studi , su cui porre, anche individualmente, l’ attenzione:
COLAZIONE :
- l’ 8,7 % DEI BAMBINI NON FA COLAZIONE , CON POSSIBILE PREDISPOSIZONE ALL’INSULINORESISTENZA .
- Il 35,7% DEI BAMBINI FA UNA COLAZINE SBILANCIATA IN TERMINI DI CARBOIDRATI E PROTEINE .
FRUTTA E VERDURA:
IL 24,9% DEI BAMBINI NON CONSUMA QUOTIDIANAMENTE FRUTTA E VERDURA;
MERENDA:
IL 55,2% DEI BAMBINI CONSUMA UNA MERENDA ABBONDANTE E IL 48,3% DEI BAMBINI CONSUMA UNO SNACK DOLCE CON UN FREQUENZA SUPERIORE ALLE 3 VOLTE ALLA SETTIMANA.
BEVANDE ZUCCHERATE:
IL 25,4% DEI BAMBINI CONSUMA QUOTIDIANAMENTE BEVANDE E BIBITE GASSATE .
LEGUMI:
IL 38,4% DEI BAMBINI CONSUMA MENO DI UNA VOLTA ALLA SETTIMANA I LEGUMI ;
ATTIVITA’ FISICA:
IL 44,5% DEI BAMBINI TRASCORRE PIU’ DI 2 ORE AL GIORNO DAVANTI A TV/TABLET/VIDEOGIOCHI/CELLULARE …