Così uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Heliyon e ripreso dal Dailymail. La ricerca rileva la gravissima nota che “l’esposizione allo 0,48% di CO2 per 10 minuti al giorno per 20 giorni nelle cavie gravide ha portato alla nascita morta e difetti alla nascita nel 68 percento dei cuccioli” mentre può portare altresì a disturbi del neurosviluppo.
Per carità, mettono le mani avanti gli scienziati, “si tratta di ricerche su animali”. Ma i dati sono lampanti.
In un altro studio in Italia, gli scienziati hanno misurato l’aria sotto le maschere chirurgiche indossate in un laboratorio e hanno trovato una concentrazione tra lo 0,22 e lo 0,29% in cinque minuti, mentre in Germania si è visto che far tenere una mascherina per più di trenta minuti ad uomini sani fa aumentare la concentrazione di CO2 al 2,8-3,2%. Quindi accertata l’alta presenza di CO2 in chi indossa con frequenza la mascherina, apprendiamo che “i livelli di sicurezza dovrebbero essere inferiori allo 0,5 percento per un’esposizione di otto ore”. Perchè?
I danni sono presto spiegati, dicevamo, intanto nello studio di cui sopra. Non solo riduzione della popolazione (chi ha orecchi per intendere, intenda): danni ai neuroni dunque, in quanto ostacolerebbe lo sviluppo fetale, ma anche possibile infertilità e aborti spontanei che, attenzione, non sono stati ancora ufficialmente provati da ricerche scientifiche ma nemmeno esclusi dalle stesse. La domanda che molti esperti si pongono è proprio questa: perchè appunto non misurare la diretta correlazione tra l’uso della mascherina e eventi avversi di questo tipo? Molti, inoltre, tendono a far coincidere i dati con il Covid, che secondo la narrativa comune resta la causa prima e ultima di tutti i mali di questo mondo (eventi avversi vaccinali compresi). Ma anche ammesso che il Covid sia la sola malattia responsabile di tutto, è pur vero che logica vuole che non si possono escludere possibili concause. E questo studio ne sarebbe l’ennesima prova.
Ad ogni modo ecco il riassunto dei risultati della ricerca:
L’aria fresca ha circa lo 0,04% di CO2, mentre indossare maschere per più di 5 minuti porta a una possibile esposizione cronica all’anidride carbonica dall’1,41% al 3,2% dell’aria inalata. Anche se l’accumulo è di solito entro i limiti di esposizione a breve termine, i superamenti e le conseguenze a lungo termine devono essere considerati sulla base dei dati sperimentali. Gli esperti di tossicità della Marina degli Stati Uniti hanno fissato i limiti di esposizione per i sottomarini che trasportano un equipaggio femminile allo 0,8% di CO2 sulla base di studi sugli animali che hanno indicato un aumentato rischio di natimortalità. Inoltre, i mammiferi che sono stati cronicamente esposti allo 0,3% di CO2 i dati sperimentali dimostrano una teratogenicità con danno neuronale irreversibile nel prole, ridotto apprendimento spaziale causato dall’apoptosi dei neuroni del tronco cerebrale e ridotta circolazione livelli del fattore di crescita simile all’insulina-1. Con un impatto significativo su tre parametri di lettura (morfologica, funzionale, marcatore) questa esposizione cronica allo 0,3% di CO2 deve essere definita tossica. Esistono dati aggiuntivi sull’esposizione cronica allo 0,3% di CO2 nei mammiferi adolescenti che causano distruzione dei neuroni, che include minore attività, aumento dell’ansia e apprendimento compromesso e memoria. Ci sono anche dati che indicano la tossicità(disfunzione) testicolare negli adolescenti a concentrazioni di inalazione di CO2 superiori allo 0,5%.
Discussione: esiste un possibile rischio di impatto negativo imponendo obblighi di indossare la maschera estesi soprattutto per i sottogruppi vulnerabili. Esistono prove circostanziali che l’uso prolungato della maschera possa essere correlata alle attuali osservazioni di nati morti e alla ridotta motricità verbale e cognitivacomplessiva nei bambini nati durante la pandemia”.
Il riassunto dello studio conclude: esiste la necessità di riconsiderare l’obbligatorietà delle maschere.
Nessuno ha niente da dire?