E’ stata intitolata a Emilio Motta la Sala Tac della struttura di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, alla presenza dei famigliari del tecnico di radiologia scomparso il 1° giugno 2018 con la moglie Daniela Zannoni; i figli Elisa, Emiliano e Silvia; la sorella Carmen e il fratello Emanuele. Intorno a loro tanti colleghi e amici; il presidente dell’Ordine Tecnici di Radiologia Medica e PSTRP della provincia di Parma Bruno Lorefice; la coordinatrice Tecnica sanitaria di radiologia medica, Radioterapia Federica Canali; la direttrice della Radioterapia Nunziata D’Abbiero, il direttore sanitario Ettore Brianti e il direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e commissario straordinario Azienda Usl di Parma Massimo Fabi.
Dopo una ventennale esperienza di tecnico sanitario di radiologia medica presso l'Ospedale Stuard di Parma, Emilio Motta è entrato in Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma quale coordinatore/capotecnico per poi assumere l’incarico di Responsabile Assistenziale di Dipartimento (RAD). Consigliere comunale negli anni ’94-’98, nonché Presidente del Collegio Professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica ha coltivato le sue passioni letterarie oltre alla docenza in "Etica e Deontologia professionale" presso il Corso di Laurea in Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia dell'Università degli Studi di Parma.
“Noi siamo quello che siamo grazie a persone come Emilio Motta che hanno saputo costruire il futuro – ha dichiarato Nunziata D’Abbiero. “Con una grandissima attenzione ai bisogni delle persone grazie anche alla sua immediata empatia”, ha aggiunto Federica Canali ricordando quello che è stato il suo maestro. “E’ stato un pioniere di ciò che è oggi la nostra professione – ha ribadito il presidente Bruno Lorefice – e questa comunità che rappresenta 1600 professionisti è orgogliosa che il suo nome sia accostato a quello di Emilio Motta come questa targa ci ricorderà sempre”.
Gianluca Galbulli ne ha tracciato il profilo dell’amico che lo ha sposato in qualità di consigliere comunale e soprattutto del poeta sensibile e attento che viveva in lui tra le sue mille altre passioni.
Alla figlia Elisa il compito di raccontare la persona, il padre sempre attento, il professionista che apriva le porte alla sofferenza e ai bisogni attingendo alla sua vivace personalità per affrontarli come quando ha organizzato un corso di meditazione per offrire uno strumento a infermieri e tecnici per accogliere i pazienti. “C’era sempre qualcosa di gentile e intelligente in tutto quello che faceva”, ha detto con voce commossa. A ricordare la sua estrema simpatia il Dirigente dipartimentale professioni sanitarie Athos Pezzani “Il confronto con lui era crescita umana e professionale, ma soprattutto chiudeva ogni riunione con una barzelletta”. Questo era il suo stile come ha ricordato Massimo Fabi “Da lui arrivavano sempre suggerimenti puntuali e propositivi. E quando ci incontravamo, spesso davanti ad un caffè nell’ufficio aggiunto del bar di fronte, ti lasciava un ricco patrimonio di idee, passione, e gentilezza. Grazie per averci portato una parte di Emilio”, ha concluso Fabi scoperchiando la targa insieme alla figlia Elisa.