Giovedì, 14 Ottobre 2021 11:25

Montagnaterapia: le dipendenze patologiche In evidenza

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“#confinicomuni”, la terza giornata del convegno sulla montagnaterapia affronta le dipendenze patologiche, i minori, il rapporto tra filosofia e montagna. (Vignette realizzate da "Fogliazza" per #confinicomuni)

La terza giornata di lavori di “#confinicomuni”, il VII convegno nazionale di montagnaterapia che si sta svolgendo a Parma, ha sondato ieri, in tre diverse sessioni, i temi delle Dipendenze patologiche, dei Minori e del rapporto tra Filosofia e montagna in relazione a questo innovativo approccio terapeutico.

Sette gli interventi nella prima parte mattinata ricchi di spunti e proposte: l’importanza dell’osservazione, il valore del percorso prima ancora della meta e gli stimoli dalle “contaminazioni” tra soggetti e contesti diversi, il valore della memoria hanno segnato i contributi moderati dalla presidente della Società italiana di montagnaterapia Roberta Sabbion e da Giuseppe Capella. La consapevolezza del bisogno di strumenti di verifica e la necessità di evitare il rischio delle routine e degli automatismi si accompagnano come un fil rouge alla convinzione, provata sul campo, che le diverse problematiche possono essere una risorsa, anzichè un limite.

Due ulteriori annotazioni emerse nell’intensa mattinata: da un lato l’importanza della fluidità, come capacità degli operatori di saper rivedere progetti e azioni, come caratteristica quanto mai necessaria nei contesti segnati dalle dipendenze (e qui la valutazione si conferma come strumento non solo necessario ma strategico), dall’altro il riconoscimento di come l’apporto delle diverse competenze (professionisti, accompagnatori, volontari) sia sempre più fondamentale (anche se non sempre facile) a patto di saper gestire in modo intelligente il confine tra le diverse figure, nel reciproco rispetto ma condividendo in modo esplicito gli obiettivi del progetto, per poter, ancora una volta, passare da paziente a persona, da terapia a cura.

La seconda parte della mattinata, moderata da Cristina Kasiksidis e Alberto Grazioli, ha avuto come focus i minori: esperienze consolidate, nuovi target di utenza (autismo), approcci innovativi (fototerapia psicocorporea): ancora una volta l’incrocio tra i bisogni delle persone, le competenze e le sensibilità degli operatori, le disponibilità dei volontari producono esperienze interessanti e replicabili. Fermarsi a capire cosa ha funzionato resta un elemento centrale: l’ambiente naturale rimane lo sfondo facilitante ma la specificità degli utenti minori richiede un’attenzione particolare che sappia coniugare l’esperienza del gruppo con gli interventi personalizzati.

“L’antico gesto del camminare” è il titolo che Duccio Demetrio, filosofo e pedagogista, ha voluto dare al suo intervento introduttivo alla sessione pomeridiana di #Confinicomuni dedicata a Filosofia e montagna, moderata da Paolo di Benedetto e Massimo Galiazzo. Il gesto antico del camminare, ricorda Demetrio, ci collega al passato in una continuità quanto mai attuale: passeggiare, pellegrinare, vagabondare sono accezioni diverse di un gesto che può assumere per ciascuno di noi valenze sempre nuove. Vagabondare è per lui l’arte di trovare un senso lungo la strada innovando, se necessario, il percorso. “Scrivere e camminare sono azioni semplici ma capaci di stimolare l’introspezione. Scrivere ci avvicina sempre a noi stessi e ci porta sempre altrove per consentirci di guardarci da lontano”.

Per il filosofo Marcello Ghilardi non è l’agonismo ma il cammino, non la vetta ma il sentiero che innerva la montagna, non l’ascesa ma l’ascesi. L’ascesa montana implica una trasformazione non solo fisica ma anche mentale. Bisogna imparare ad ascoltare il proprio corpo e, al tempo stesso, la propria mente. Per un vero viandante ogni passo è quello finale, la pratica della montagna ci dice che c’è la possibilità per ciascuno di entrare in contatto con il sé.

Difficile, molto difficile sintetizzare un pomeriggio di pensieri “alti e altri” in cui la Montagna e, più in generale l’ambiente naturale che fa da sfondo alla montagnaterapia, hanno stimolato, grazie ai relatori, pensieri profondi e forti suggestioni, in cui l’altezza, il silenzio, il cammino e la pietra diventano occasioni per fare esperienza di sé, talvolta opponendosi, talvolta assecondandoli.

Il convegno proseguirà online nella giornata di giovedì e tornerà in presenza venerdì al Centro Congressi del Campus al Parco delle Scienze. Si concluderà sabato con un trekking al Lago Santo e serata al Rifugio Mariotti.

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