Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Elaborazioni statistiche della regione Emilia-Romagna per centri superiori e inferiori ai 15mila abitanti. I casi "particolari" dei comuni con un solo candidato e di quello in cui si corre legalmente per il terzo mandato.
Bologna, 26 maggio 2016
Sono 163 i candidati sindaco che domenica 5 giugno si sfidano per le 50 fasce di primo cittadino a disposizione; 34 di essi sono donne, per una percentuale di poco superiore al 20%, ma in due centri sarà sicuramente eletta una donna, non essendosi candidati uomini. In cinque piccoli comuni c'è un solo aspirante sindaco, mentre in un caso un candidato aspira al suo terzo mandato, possibilità compendiata per i comuni al di sotto dei 15mila abitanti. Le liste sono complessivamente 220.
Sono le prime elaborazioni scaturite dal Servizio Statistico della Regione Emilia-Romagna, in relazione ai dati sin qui affluiti dalle Prefetture e dai Comuni interessati.
Comuni con meno di 15mila abitanti
I comuni con popolazione inferiore ai 15mila abitanti sono 41. Si sfidano 114 candidati sindaco, di cui 23 donne (il 20,2%). Le liste sono 114, perché nei piccoli comuni ogni candidato corrisponde a una lista. In media ci sono 3 candidati per comune. Si va da un massimo di 5 candidati a Fontanellato (Pr) al minimo di un solo candidato, ad esempio, a Gaggio Montano (Bo), Montefiorino (Mo), Palagano (Mo) e Neviano degli Arduini (Pr). Per essere eletti sindaco nei comuni con un solo candidato, bisogna superare i quorum previsti dalla legge (267/2000 Tuel enti locali): quindi bisogna riportare un numero di voti validi non inferiore al 50% degli elettori iscritti nelle liste e il numero dei votanti non deve essere inferiore agli stessi iscritti nelle liste del Comune. In 24 comuni su 41 non si è candidata nessuna donna, mentre sarà sicuramente eletta una donna a Gaggio Montano (Bo) e Formignana (Fe), perché qui tutti i candidati sono donne.
Comuni con più di 15mila abitanti
I comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti sono 9, con 49 candidati sindaco di cui 11 donne (il 22,5%). A Rimini le donne sono il 50%, mentre in 3 comuni non si presenta nessuna candidata (San Giovanni in Persiceto, Cesenatico e Cento). Le liste sono 106. In media, in ogni comune di sono 5 candidati e 12 liste e ogni candidato è sostenuto da 2 liste.
Sindaci uscenti
In 33 comuni su 50 il sindaco uscente è al primo mandato e quindi può ricandidarsi. Corrono per il secondo mandato i due terzi dei sindaci uscenti, mentre in 11 comuni il sindaco uscente ha deciso di farsi da parte. In 9 comuni su 50 il sindaco uscente è al secondo mandato. A Sestola il sindaco uscente corre per il terzo mandato (Legge 56/2014 ). Sette comuni al voto sono invece ora in Amministrazione straordinaria: sono i 4 comuni di nuova istituzione più San Giovanni in Persiceto (Bo), Felino (Pr) e Gazzola (Pc).
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Nei prossimi sei mesi la Regione punta su progetti di innovazione per le Pmi, riqualificazione energetica e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. A Reggio Emilia il Comitato di Sorveglianza sui fondi Por Fesr 2014-2020 ha fatto il punto anche sulle iniziative del prossimo semestre.
Reggio Emilia, 20 maggio 2016
Riqualificazione energetica per le imprese, coinvolgimento delle piccole imprese nei processi innovativi, approvazione dei progetti per la qualificazione dei beni culturali e ambientali. Sono queste alcune delle prossime azioni che saranno attuate nel secondo semestre 2016 dalla Regione attraverso il Programma operativo regionale Fesr 2014-2020, presentate ieri mattina nel Tecnopolo di Reggio Emilia (ex Officine Meccaniche Reggiane) in occasione della riunione del Comitato di Sorveglianza sui fondi Ue.
Nei prossimi mesi si apriranno i bandi per l'acquisizione di servizi per avvicinare le piccole imprese a percorsi innovativi. Inoltre, ed entreranno nel vivo i progetti di valorizzazione degli attrattori culturali delle città relativi all'Asse 6 sui laboratori urbani e alle soluzioni integrate per Smart cities and communities. Al via, anche, per gli interventi in ambito energetico la delibera di istituzione di un fondo multiscopo rotativo di finanza agevolata nonché le start up che prevede 41 milioni di euro di risorse pubbliche e 12 del sistema finanziario.
Ai lavori del Comitato - presieduto dal direttore generale della Regione Morena Diazzi, responsabile dell'Autorità di Gestione del Por Fesr e Fse - hanno partecipato, tra gli altri, Christopher Todd, capo unità Direzione Generale Regio Commissione Europea, Francesca Michielin della Commissione Europea e Federico Lasco dell'Agenzia per la coesione territoriale.
Il punto sull'attività svolta
Il Comitato di Sorveglianza ha fatto anche il punto su quanto fatto fino ad ora, approvando la relazione annuale di esecuzione. Tra le risorse del Por Fesr 2014-2020 già utilizzate, quelle del bando progetti di ricerca e sviluppo delle imprese, con una dotazione di 31,5 milioni di euro, con 107 progetti finanziati e 234 nuovi ricercatori assunti, e quelle del bando ricerca industriale strategica, per un valore di 35,1 milioni di euro, con 40 progetti finanziati e 1309 ricercatori coinvolti, di cui 525 nuovi. Inoltre, sono 163 le aree produttive che si sono candidate per la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica per l'abilitazione alla banda larga e ultra larga; al bando start up, aperto fino al 30 settembre 2016, sono già 50 i progetti presentati, mentre al bando per la promozione dell'internazionalizzazione delle imprese sono 52 le candidature per un totale di 2 milioni di euro di contributo.
Sta per partire la fase di valutazione dei progetti che hanno partecipato al bando per la qualificazione dei beni ambientali, culturali e artistici della Regione: 91 i progetti presentati, di cui 72 culturali e 19 ambientali, e 110 i soggetti che hanno partecipato. Ad APT, invece, è stato affidato un progetto di promozione dei prodotti di area vasta, per ora quelli della Wellness e Motor Valley, che fa parte delle azioni di promozione integrata delle risorse culturali e turistiche.
Inoltre, è stato presentato in anteprima il sistema di monitoraggio della Strategia di specializzazione intelligente - S3, ovvero un cruscotto interattivo di monitoraggio dei dati che permetterà di avere infografiche e visualizzazioni.
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Quattro anni dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012, 19 mila cittadini rientrati nelle proprie abitazioni, garantita la continuità operativa a 1.680 aziende e esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici con le Zone franche urbane. Dei 16mila nuclei assistiti nella prima emergenza, l'80% è tornato alla normalità.
Bologna, 19 maggio 2016
L'Emilia accelera nella ricostruzione post sisma. Nell'ultimo anno, da aprile 2015 a aprile 2016, sono aumentati dell'84% i contributi già erogati per risistemare le abitazioni private, arrivati a poco meno di 1 miliardo di euro, e del 105% quelli destinati alle imprese, saliti a 504 milioni. Un ulteriore passo in avanti, in quattro anni di lavoro, per una ricostruzione certificata dai 19 mila cittadini già rientrati nelle loro case, da 8 nuclei su 10 tornati alla normalità e usciti da misure dirette di sostegno e dai cantieri per case (sono complessivamente 10.585 quelle ripristinate) e imprese (nessun posto di lavoro perso, continuità operativa garantita a 1.680 aziende) che procedono veloci. Oltre a un quadro normativo generale che si completa con importanti provvedimenti economici e amministrativi di Governo e Unione europea, dalle Zone franche urbane istituite grazie al Decreto enti locali 78/2015 (39,2 milioni di euro di esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici di 20 Comuni) alla proroga ottenuta dalla Ue fino a fine 2018 per la ricostruzione delle imprese agricole. Il tutto per un risultato oggettivo: il cratere, il perimetro dell'area ribaltata dalle scosse del 20 e 29 Maggio 2012, che si ritira, con 25 Comuni che hanno praticamente completato la ricostruzione o che sono in procinto di farlo.
Si riduce quindi il territorio nel quale concentrare gli sforzi, puntando ora alla ricostruzione dei centri storici, lungo una strada tracciata, che è quella del recupero di piazze e luoghi e non di certo quella delle new town, di nuovi centri urbani diffusi nel territorio.
È questa, in sintesi, la situazione della ricostruzione in Emilia a quattro anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, illustrata oggi dal presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e dall'assessore alla Ricostruzione, Palma Costi. Terremoto che ha investito le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia colpendo, nello specifico, 54 comuni e i 4 capoluoghi. A questi si aggiungono i 48 comuni limitrofi che hanno subito solo danni ad alcuni edifici.
«In questi numeri della ricostruzione c'è tutto lo sforzo e il lavoro dei cittadini, delle istituzioni, del mondo produttivo ed economico e delle realtà associative per rendere questa striscia di terra dell'Emilia, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, più bella, più sicura ed economicamente ancora più competitiva di prima», ha evidenziato il presidente Bonaccini. «Ora- ha aggiunto- ci concentreremo sul ricostruire i centri storici che rappresentano l'identità delle nostre comunità: è questa la sfida importante, anche simbolica, che ci resta da vincere. Fu giusta e meritoria la decisione di Vasco Errani, cui va il nostro grazie: le persone avrebbero dovuto tornare a lavorare, studiare, pregare, incontrarsi dove lo facevano prima delle terribili scosse di quattro anni fa. C'è ancora tanto da fare ma questa terra, statene certi, tornerà più forte, più bella e sicura di prima».
Ad oggi per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese sono stati concessi contributi per oltre 2,8 miliardi di euro, con le somme effettivamente liquidate arrivate appunto a 1,5 miliardi di euro.
Anche la ricostruzione pubblica procede, con le strutture e i beni architettonici presenti nei centri storici. Sono già disponibili fondi per 1,06 miliardi (rispetto al miliardo e 664 milioni di danni stimati). I progetti degli interventi presentati rappresentano l'84% di quelli attualmente inseriti nella programmazione del Commissario: di questi, circa la metà risultano in fase di gara d'appalto o di esecuzione. 60 dei 134 soggetti attuatori hanno avuto il 100% delle risorse necessarie per la ricostruzione dei beni pubblici.
Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 76 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.
Il Report completo sulla ricostruzione è scaricabile sul sito: www.regione.emilia-romagna.it/terremoto
(Fonte: ufficios stampa Regione Emilia Romagna)