Regione Emilia Romagna
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Oggi a Roma azienda, sindacati e istituzioni al tavolo di crisi convocato al Mise: nessuna novità sostanziale nella trattativa. Il viceministro Teresa Bellanova riconvoca le parti per il 6 novembre prossimo: "La proprietà si ripresenti con una diversa soluzione".
Bologna – Ancora situazione di stallo per la Froneri (ex Nestlé) di Parma, dopo un incontro svoltosi questa mattina nella sede del Ministero dello Sviluppo economico: vertenza aggiornata, sempre a Roma, al prossimo lunedì 6 novembre. È questo l'esito del tavolo di salvaguardia occupazionale che era stato richiesto da organizzazioni sindacali e istituzioni (Regione e Comune di Parma), al quale hanno preso parte i vertici della Froneri Italy Srl (società Nestlé Italia e R6R, multinazionale inglese proprietà di un fondo), i sindacati di categoria nazionali e territoriali, l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova insieme al dirigente ministeriale Gianpiero Castano.
Il tavolo ha affrontato i problemi legati alla procedura di licenziamento collettivo, aperta al Ministero del Lavoro lo scorso 29 settembre, per 112 lavoratori di Parma e 8 di Milano, e alla cessazione dell'attività di produzione del sito di Parma.
L'incontro si è concluso con la riconvocazione delle parti avanzata dalla viceministro Bellanova, che ha chiesto all'azienda di ripresentarsi per quella data con una diversa proposta: respinto l'esito di una vertenza con licenziamenti e un sito produttivo chiuso, a fronte della disponibilità da parte delle istituzioni a sostenere un piano di sviluppo. Ma l'azienda, è stato affermato, deve dimostrare la propria responsabilità sociale verso i lavoratori e il territorio in cui è insediata.
Le istituzioni hanno ribadito che la decisione dell'azienda di chiudere lo stabilimento produttivo di Parma, oltre a determinare la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro priverebbe il territorio e il tessuto produttivo di una presenza importante per il settore dell'agroalimentare, con ripercussioni pesanti nell'indotto e nella filiera.
L'assessore regionale Palma Costi e il sindaco Federico Pizzarotti hanno espresso "netta contrarietà a un'ipotesi di riorganizzazione e di rilancio dell'azienda fondata sulla chiusura di un sito produttivo", invitando la proprietà a "fare una proposta di rilancio produttivo competitiva e in grado di recuperare spazi di mercato". "Non possiamo assistere- hanno aggiunto Costi Pizzarotti- alla dispersione di un patrimonio produttivo che contribuisce a fare del made in italy un segno di riconoscimento della qualità dei nostri prodotti nel mondo. Per queste ragioni siamo disponibili a sostenere un piano industriale di rilancio, purchè si basi sul mantenimento del sito produttivo di Parma, e invitiamo l'azienda ad avvalersi eventualmente anche degli ammortizzatori sociali per accompagnare questa transizione".
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Obbligo vaccinale per i ragazzi dai 6 ai 16 anni, l'Ausl sta inviando alle scuole gli elenchi delle posizioni da esaminare.
Vaccinazioni e scuola dell'obbligo, l'Azienda Usl sta inviando agli istituti scolastici gli elenchi dei nominativi degli alunni che risultano non in regola con gli obblighi vaccinali o con posizioni da esaminare.
Nel contempo a queste famiglie si sta spedendo a domicilio una lettera che anticipa la loro convocazione per l'esecuzione delle vaccinazioni mancanti e/o per i necessari colloqui informativi. I genitori dovranno poi consegnare alla scuola questa comunicazione dell'Azienda Usl giunta per posta. Le lettere vengono inviate per dare seguito al dettato della Legge 119 del 2017 e come indicato dalla circolare regionale congiunta del 29.9.2017, per gli alunni dai 6 ai 16 anni.
In questa fase l'analisi dei dati è stata fatta con modalità informatica, utilizzando un algoritmo regionale applicato al programma vaccinale; si tratta di posizioni "da esaminare", che nelle prossime settimane saranno valutate caso per caso dagli operatori Ausl i quali verificheranno manualmente e individualmente le effettive irregolarità. In base agli esiti di questa valutazione i genitori dei ragazzi in posizione non regolare saranno in seguito convocati con una seconda lettera con la data dell'appuntamento. La regolarizzazione delle posizioni vaccinali avverrà gradualmente nei prossimi mesi, in base alla situazione individuale.
"Si ricorda – chiarisce il dottor Alessandro Volta, direttore del programma Materno infantile delle Cure Primarie dell'Ausl - che l'obbligo vaccinale non costituisce requisito di accesso alla scuola dell'obbligo. Il diritto allo studio è garantito".
AUSL Reggio Emilia
Povertà. Combattere la povertà alimentare e lo spreco di cibo, la Regione impegnata a valorizzare e promuovere gli Empori solidali. In Emilia-Romagna 16 attivi, altri 6 apriranno a breve. Gualmini: "Una risorsa significativa da sostenere e accompagnare"
E' stato siglato oggi a Bologna un protocollo da Regione, Anci Emilia-Romagna, i soggetti aderenti alla Rete Empori solidali e Associazione Csv Emilia Romagna Net in occasione di "#conNETTARE", 2° Festival degli Empori solidali
Bologna- Sono 16 le realtà attive in Emilia-Romagna, e a breve se ne aggiungeranno 6, che combattono tutti i giorni contro la povertà alimentare, aiutando oltre 3.000 famiglie in stato di bisogno. È il mondo degli Empori solidali: piccoli supermercati nati grazie alla collaborazione tra associazioni, enti locali e cittadini volontari, offrendo la possibilità di fare la spesa gratuitamente, secondo il proprio fabbisogno.
Per promuovere la diffusione degli Empori, la Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto oggi a Bologna, nella Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio, un Protocollo d'Intesa con Anci Emilia-Romagna, i soggetti aderenti alla Rete Empori solidali e l'Associazione Csv Emilia Romagna Net. A firmarlo, in occasione di "#conNETTARE", 2° Festival degli Empori solidali dell'Emilia Romagna, la vicepresidente regionale e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini.
La sigla dell'accordo per dare impulso alla rete degli Empori solidali nella nostra regione, si colloca in continuità al Protocollo regionale sull'impegno comune contro la povertà, firmato lo scorso settembre alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni.
La povertà alimentare e il diritto al cibo, accanto al lavoro, sono infatti tra gli elementi che più caratterizzano le politiche di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale della Regione, al pari del Reddito di solidarietà, del Sia – la misura nazionale di sostegno al reddito- e della legge regionale sull'inclusione socio-lavorativa LR 14/2015.
"Povertà e sprechi alimentari vanno ancora, purtroppo, di pari passo. Un paradosso quasi intollerabile, perché chi soffre di deprivazione materiale potrebbe trovare risposte efficaci nella riduzione di consumi sfrenati- afferma la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Ecco perché è necessario invertire la rotta attuando politiche di welfare in grado di recuperare e redistribuire a chi ne ha bisogno ciò che verrebbe buttato via. In questa direzione- prosegue la vicepresidente, gli Empori solidali si sono rivelati una risorsa significativa da sostenere e accompagnare. Per il futuro, occorre intervenire per costruire una filiera del contrasto alla povertà in tutte le sue forme e creare un coordinamento tra gli empori regionali, oltre- conclude Elisabetta Gualmini- lavorare sulla sponda delle imprese di distribuzione: i possibili "donatori" di cibo, incidendo sulla valorizzazione della responsabilità sociale di impresa".
Come funzionano gli Empori solidali
Per accedere agli Empori occorre essere residenti nel Comune in cui hanno sede (o nell'Unione dei Comuni nei casi di Empori destinati ad un'Unione dei Comuni) e dichiarare un Isee mediamente compreso tra i 3.000 e i 10.000 euro, oppure essere rimasti senza lavoro, essere iscritti a un centro per l'impiego, avere a carico dei figli minori. Secondo l'ultima indagine realizzata dalla Regione in occasione del convegno "Azzerare gli sprechi: povertà alimentare e nuove risorse" del 24 giugno 2016, ad accedere agli Empori solidali erano state nel 58% dei casi famiglie straniere e per il 42% di famiglie italiane, ma il numero di queste ultime è sicuramente aumentato. Gli Empori non sono solo strumenti di contrasto alla povertà alimentare, che si reggono sulla collaborazione tra istituzioni, terzo settore e aziende del territorio, ma svolgono anche una rilevante funzione sociale e relazionale, in grado di attivare le risorse della persona attraverso le cosiddette attività accessorie come l'ascolto e l'orientamento verso altri servizi, la formazione, l'inserimento lavorativo, gli spazi mamma-bambino, le consulenze al credito e alla gestione domestica. La prima fonte di approvvigionamento in Emilia-Romagna è il Banco alimentare, che è la realtà principale con cui sono chiamati a relazionarsi gli Empori.
L'impegno della Regione Emilia-Romagna sulla povertà alimentare e sullo spreco di cibo
Oltre a sostenere da anni la nascita degli Empori solidali e a promuovere il rafforzamento delle loro messa in rete, la Regione Emilia-Romagna, nell'ambito delle proprie politiche di contrasto alla povertà sostiene da anni (Legge 12/2007) la promozione di attività di recupero e distribuzione di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale e in particolare finanzia alcuni enti come il Banco alimentare e la Caritas, che operano in questo settore./Ti.Ga.