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"L'innovazione nell'integrazione energetica edificio impianto": un progetto formativo CNA che mira a fornire competenze tecniche e mantenere un costante aggiornamento nel settore dell'impiantistica -
Modena, 19 settembre 2014 -
Un buon efficientamento energetico si ottiene sviluppando l'integrazione tra struttura e impianto, tramite l'uso di materiali e l'installazione d'impianti che impieghino fonti energetiche rinnovabili. Le tecniche e le capacità di valutazione in questa materia non sono però alla portata di tutti. Ecco perché CNA lancia un progetto formativo che mira appunto a fornire competenze tecniche e mantenere un costante aggiornamento in un settore con alto tasso di evoluzione come quello dell'impiantistica.
"L'innovazione nell'integrazione energetica edificio impianto", è il titolo del percorso che prenderà il via martedì 23 settembre presso la CNA Provinciale, a Modena, in via Malavolti, 27. Un corso della durata di 48 ore nel quale saranno affrontati temi tra i quali la coibentazione energetica, termoregolazione e interventi impiantistici in generale, contrattualistica e normativa, fotovoltaico, pompe di calore e sistemi ibridi.
CNA quindi continua la sua azione di formazione sulla "questione energetica", tema sempre più centrale nel nostro Paese e nel nostro continente, e lo fa a costo zero per i partecipanti, visto che la frequenza sarà completamente gratuita, grazie ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo.
"Oltre all'individuazione di temi d'attualità e di argomenti utili all' aggiornamento tecnico e normativo dei nostri corsi – sottolinea Gennaro Petrillo, Presidente Unione Installazione e Impianti CNA Modena - la strategia di CNA è quella di favorire processi di aggregazioni che, in un mercato globale sempre più competitivo, sono ormai una necessità per un sistema basato su una struttura economica fatta di studi e di piccole e medie imprese. Per questo le iniziative dell'Associazione sono sempre più indirizzate a far ragionare e lavorare insieme gli attori della filiera: imprenditori e lavoratori d'imprese edili, serramentisti e installatori d'impianti energetici e di calore. Perché solo con l'integrazione si può avere una visione d'insieme e riuscire a trovare la giusta via per uscire da questo momento di recessione che colpisce il nostro Paese e che coinvolge più di altri la filiera delle costruzioni".
Per informazioni relative al corso: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Numerosi addetti ai lavori all'incontro organizzato da CNA sul terzo settore con Giovanni Moro, invitato dall'Associazione modenese a discutere sul mondo del non profit e sul suo saggio dal titolo provocatorio "Contro il non profit" -
Modena, 18 settembre -
Oltre cinquanta persone hanno preso parte all'incontro organizzato da CNA con Giovanni Moro, invitato dall'Associazione modenese a discutere sul mondo magmatico del non profit e sul suo saggio dal titolo provocatorio "Contro il non profit", interesse giustificato dall'attività di consulenza che da oltre vent'anni CNA svolge nei confronti del terzo settore, con seguendo circa 500 società attive in campo assistenziale, sportivo e culturale. Una definizione questa che nasconde in sé una contraddizione e che potrebbe risultare fuorviante: il sociologo romano non critica il terzo settore, ma analizza questo "magma" caotico di norme e definizioni opache caratterizzato solamente per esclusione (non profit). È infatti la stessa origine del fenomeno, secondo l'autore, a determinarne la natura confusa, un calderone dove convivono ristoranti e mense per i poveri.
Durante la serata, Moro ha analizzato le specificità e il problema della normativa che disciplina questo settore, portando ad avere sotto una stessa voce più attività tra loro differenti, non solo nell'attività, ma anche nelle modalità con la quale viene reso il presunto servizio di utilità sociale. "L'invenzione chiamata no profit ha avuto successo – spiega Giovanni Moro - perché attorno ad essa è stato creato un alone di benevolenza che ricade su tutti gli enti che rientrano in questo ambito. Ed è inaccettabile – continua il sociologo - il fatto che un ente previdenziale di categoria – perché capita anche questo - sia considerato come la cooperativa che si occupa di impiegare giovani nei territori confiscati alla mafia, o che fondazioni e imprese private abbiano il diritto di raccogliere il 5xmille. Basti pensare che a Roma operano 22 associazioni di clown terapia e solo 5 che si occupano di assistere i malati terminali e le loro famiglie. E' la stessa cosa? Ovviamente no. In questo marasma nascono così comportamenti scorretti, il più delle volte, però, legali, determinati dalle ambiguità legislative e da una definizione a maglia troppo larga".
Secondo il docente universitario, che ormai da decenni si occupa di queste problematiche, la vera definizione di no profit ruota attorno alla risposta a una domanda: "qual è l'interesse generale che riveste una determinata attività? Che differenza c'è tra un circolo privato e una polisportiva, se pago i campi allo stesso modo o se ho gli stessi servizi. Al contrario, se la società fa pagare meno i ragazzi in difficoltà economica, favorisce l'integrazione, affitta gli impianti a costi minori, allora ho una ricaduta per la collettività che merita di essere premiata".
Insomma, non sono in discussione le agevolazioni al terzo settore, ma la base confusa ed eterogenea alla quale oggi queste si rivolgono. Il problema è soprattutto normativo, affinché i privilegi ossi in essere siano restituiti a chi davvero ne segue i principi.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Calo export Russia e Ucraina: a salvare il settore ci pensa la moda femminile con la carta Europa -
Modena, 18 settembre -
Il botta e risposta di sanzioni tra Europa e Russia sul caso Ucraina, una questione che ha tenuto banco nelle scorse settimane, ha alzato l'asticella dell'attenzione dell'economia modenese coinvolgendo non solo l'agroalimentare, ma anche l'arredamento, il design e il tessile abbigliamento: ad ogni sanzione europea, Putin risponde con misure sempre più restrittive che interessano anche prodotti a marchio Made in Italy. Dall'alimentare all'arredamento, passando per il settore moda e accessori. Settori, questi ultimi, che classificano l'Italia come secondo fornitore della Russia.
Archiviato un primo semestre 2014 già in calo sull'anno precedente (-4,2%, questa la diminuzione denunciata dalle esportazioni modenesi nel settore), il pericolo di perdere clientela russa (un mercato che, assieme a quello ucraino vale quasi 58 milioni di euro) diventa un fattore davvero destabilizzante per il tessile-abbigliamento di casa nostra. "E non solo per chi produce direttamente – ammonisce Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – c'è un'intera filiera che rischia le conseguenze di un blocco del mercato russo-ucraino: imprese del tessile, ricamifici, persino i trasporti". In questo contesto cala la fiducia delle imprese e quindi la propensione ad investire".
Del resto, se guardiamo alla nostra Provincia, i dati che emergono dall'indagine statistica congiunturale sul II trimestre della Camera di Commercio di Modena, svolta in collaborazione con CNA e Confindustria, mostra segnali precisi. La maglieria ha subito, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, un calo produttivo del -14,7% e il fatturato del -5,2%, al contrario della percentuale di vendita estera che è salita dell' 1,5%. Uguale dinamica per il settore abbigliamento: produzione (-4,9%) e fatturato interno (-2,3%) con segno meno, fatturato all'estero con segno più (+6,2%). Nonostante il calo degli ordini esteri (-3,8% per la maglieria e -26% per l'abbigliamento rispetto al 2013) per le imprese della moda, in particolare quella femminile, continuare a investire sull'export è la chiave di successo per uscire dalla stagnazione che blocca il mercato del nostro paese.
"Importante è quindi individuare nuovi mercati e costruire rapporti commerciali e in questo senso le fiere di settore possono aiutare. Tra le più importanti per le nostre imprese sicuramente rientrano le edizioni di maggio e novembre di Modaprima. Puntare sulla qualità, sperando che la diplomazia, quella buona, abbia la meglio sulla minaccia. È questo di cui abbiamo bisogno e non solo per una questione economica", chiosa Tamara Gualandi. Allora via libera alle spedizioni verso i Paesi UE, tra i mercati più dinamici in questo momento e che assorbe il 50,7% del totale export moda donna.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)