Provincia di Reggio Emilia

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Giovedì, 09 Luglio 2015 16:43

Il ‘grande cocomero’ è quello reggiano

A Novellara l'Anguria reggiana ha ormai ottenuto, almeno per l'Italia, il marchio Igp. Mammi: "Traguardo importante per il nostro comparto agricolo, raggiunto grazie all'impegno di tanti". -

Reggio Emilia, 9 luglio 2015 -

Un caloroso applauso ha salutato ieri sera, nella Sala del Consiglio comunale di Novellara, la conclusione della riunione di pubblico accertamento convocata Ministero delle Politiche agricole nel corso della quale, con la lettura del Disciplinare di produzione, l'Anguria Reggiana è di fatto ormai entrata tra i prodotti Igp (Indicazione geografica protetta).

Ora, per utilizzare in Italia in marchio Igp, basterà attendere la pubblicazione del Disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e i 30 giorni di tempo previsti per accogliere eventuali opposizioni, decorsi i quali l'Associazione produttori potrà richiedere l'utilizzo transitorio del marchio e avviare la commercializzazione in Italia dell'Anguria Reggiana Igp, primo prodotto a Indicazione geografica protetta esclusivamente reggiano. Circa un anno di tempo è invece previsto per la "procedura europea", che verrà avviata dallo stesso Ministero e si spera possa concludersi con l'iscrizione del nostro cocomero nell'apposito Albo comunitario.

Ieri sera a Novellara, la riunione di pubblico accertamento convocata dal Ministero si è aperta con il saluto del vicesindaco Alessandro Baracchi e con l'intervento del consigliere delegato all'Agricoltura, Alessio Mammi, che ha parlato di "un traguardo davvero di grande importanza per la nostra agricoltura, che oggi raggiungiamo grazie all'impegno di tanti, grazie a un lavoro di squadra che la Provincia di Reggio Emilia ha avviato fin dal 2008 ritenendo l'Anguria Reggiana una produzione d'elevata qualità con importanti prospettive d'occupazione e sviluppo e sostenendo dunque in maniera convinta la volontà delle aziende, costituitesi poi nell'Associazione Produttori Anguria Reggiana".

Oggi l'Apar, nata nel 2009 per promuovere in forma organizzata la qualità dell'Anguria Reggiana, è presieduta da Ivan Bartoli ed è composta da una ventina di aziende agricole sparse principalmente nei comuni di Novellara, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Guastalla, ma presenti anche a Reggio Emilia, Rio Saliceto, Campagnola e Correggio: in totale circa 400 ettari di coltivazioni, 4 milioni di euro di giro d'affari e una quarantina di persone impegnate che quest'anno, finalmente, salutano un'estate finora calda e favorevole (grandinata di giugno a parte...), dopo due stagioni abbastanza problematiche.

"Si tratta di una ventina di realtà che, grazie anche ad addetti d'età media inferiore alla media del comparto agricolo reggiano, hanno saputo dare continuità ad un'antica tradizione, rinnovandola grazie alle più moderne tecniche produttive e raggiungendo importanti traguardi sul piano economico per la riconosciuta qualità del prodotto", ha aggiunto Mammi.

(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Domani a Novellara la riunione di pubblico accertamento con la lettura, da parte del Ministero, del Disciplinare di produzione. Manghi: "Traguardo importante per il nostro comparto agricolo". -

Reggio Emilia, 7 luglio 2015 -

Tappa fondamentale, domani pomeriggio a Novellara, nel cammino che mira a valorizzare – anche attraverso un marchio Igp (Indicazione geografica protetta) da esibire in Italia e in Europa – l'Anguria Reggiana, una delle produzioni ortofrutticole di pregio presenti nella nostra medio-bassa pianura.
Per le 17 di domani, mercoledì, il Ministero delle Politiche agricole ha infatti convocato nella Sala del Consiglio comunale di Novellara la riunione di pubblico accertamento in cui – dopo il parere favorevole della Regione Emilia-Romagna – si darà lettura della proposta di Disciplinare di produzione dell'Anguria Reggiana Igp. Ancora pochi passaggi burocratici, a partire dalla pubblicazione sul Bollettino della Regione, è l'Anguria Reggiana potrà così diventare il primo prodotto a Indicazione geografica protetta esclusivamente reggiano (gli altri, dal Cotechino di Modena alla Mortadella di Bologna, dalla Coppa di Parma alle Pere dell'Emilia-Romagna come è facilmente intuibile sono infatti prodotti in più province) nonché il primo marchio Igp europeo per un cocomero.

Il programma di domani prevede, dopo il saluto del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi (Palazzo Allende ha infatti sostenuto fin dal 2008 il cammino dei produttori d'anguria), l'illustrazione da parte del presidente dell' Associazione Produttori Anguria Reggiana Ivan Bartoli del percorso verso l'Igp, mentre Alberto Ventura del Servizio Percorsi di qualità, Relazioni di mercato e Integrazione di filiera della Regione Emilia-Romagna ripercorrerà l'iter per il riconoscimento dell'Igp Anguria Reggiana: la riunione si concluderà con la pubblica lettura, da parte dei funzionari del Ministero delle Politiche agricole, del Disciplinare di produzione.

"Si tratta di un evento di grande importanza per la nostra agricoltura", spiega il presidente Giammaria Manghi, ricordando come la Provincia di Reggio Emilia abbia creduto "fin dal 2008 nell'Anguria Reggiana quale produzione d'elevata qualità con importanti prospettive d'occupazione e sviluppo, sostenendo in maniera convinta la volontà delle aziende, costituitesi poi nell'Associazione Produttori Anguria Reggiana: si tratta di una ventina di realtà che, grazie anche ad addetti d'età media inferiore alla media del comparto agricolo reggiano, hanno saputo dare continuità ad un'antica tradizione, rinnovandola grazie alle più moderne tecniche produttive e raggiungendo importanti traguardi sul piano economico per la riconosciuta qualità del prodotto".

Proprio al 2008 risalgono le prime iniziative avviate dalla Provincia, in collaborazione con le organizzazioni professionali agricole e i produttori, per perseguire una maggiore e più organizzata capacità di presentazione del prodotto nella filiera commerciale, a partire dalla ricerca scientifica condotta dall'Università di Ferrara, cui sono seguiti diversi confronti varietali e le valutazione dei suoli compiute nel 2008, 2010 e 2011 anche con il sostegno finanziario della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione del Centro ricerche produzioni vegetali. "Il marchio Igp rappresenta un riconoscimento importante per una produzione di nicchia destinata a crescere e a creare una propria economia in grado di valorizzare il nostro territorio, a partire dalla Bassa reggiana, storicamente vocata a questa coltivazione", aggiunge il presidente Manghi.
L'Associazione Produttori Anguria Reggiana (Apar) nata nel 2009 per promuovere in forma organizzata la qualità dell'Anguria Reggiana, è oggi composta da una ventina di aziende agricole sparse principalmente nei comuni di Novellara, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Guastalla, ma presenti anche a Reggio Emilia, Rio Saliceto, Campagnola e Correggio: in totale circa 400 ettari di coltivazioni, 4 milioni di euro di giro d'affari e una quarantina di persone impegnate.

L'anguria, universalmente conosciuta come frutto dell'estate per eccellenza, ha caratteristiche intrinseche che giovano alla salute come il licopene e la citrullina. Va inoltre sfatato il luogo comune che la dolcezza del frutto comprometta la linea, poiché la percentuale di contenuti zuccherini della polpa è ampiamente inferiore ad altre categorie di frutta.
Questi i valori medi standard della composizione del frutto, riferiti a 100 grammi di polpa: Acqua 95,3 %, Lipidi gr. 0,0, Glucidi gr. 3,7, Minerali: Sodio mg. 3, Potassio mg. 280, Ferro mg. 0,2, Calcio, mg. 7, Fosforo mg. 2. Energia: Kilocalorie 15. Vitamine: Tiamina mg. 0,02, Riboflavina mg. 0,02, Niacina mg. 0,10, Vitamina A mg. 37, Vitamina C mg. 8.

(Fonte: ufficio stampa provincia di Reggio Emilia)

Da oggi fino al 30 settembre scatta la fase di attenzione. Ecco alcuni consigli ai cittadini su come comportarsi in caso di incendio e i numeri da contattare per le emergenze -

Reggio Emilia, 1 luglio 2015 -

Scatta oggi, mercoledì 1 luglio, la fase di attenzione per gli incendi boschivi in Emilia-Romagna, in attuazione del Piano regionale antincendio boschivo 2012-2016. Fino al 30 settembre, squadre di Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato e volontari di Protezione civile opereranno in sinergia su tutto il territorio emiliano-romagnolo, coordinate dalla Agenzia regionale di Protezione civile tramite la Sala operativa unificata permanente (Soup), attiva fino al 31 agosto, in stretto raccordo con i Centri unificati provinciali. La Soup, situata a Bologna presso il Centro operativo dell'Agenzia regionale di Protezione civile, è in funzione tutti i giorni dalle 8 alle ore 20, ed in orario notturno con servizio di reperibilità continuativo.

La Provincia di Reggio Emilia ha già provveduto ad attivare il Servizio di vigilanza ed avvistamento antincendio, in coordinamento con i Comuni e l'Unione montana dell'Appennino reggiano ed in accordo con il Corpo forestale dello Stato, raccomandando agli stessi Comuni di informare la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possano provocare incendi. Dal 2013 nel Reggiano il servizio di vigilanza ed avvistamento antincendio – mediante squadre di volontari opportunamente formati ed equipaggiati – viene gestito dalla Protezione civile (Provincia e Coordinamento delle organizzazioni di volontariato) anche attraverso il nuovo Centro sovracomunale di Vezzano sul Crostolo, in grado di affrontare eventuali emergenze più rapidamente.

"Quest'anno il servizio di vigilanza reggiano può contare su 7 squadre, con volontari specializzati Aib operativi 24 ore al giorno e mezzi fuoristrada dotati di strumentazioni antincendio, e nei fine settimana le squadre sono impegnate in turni per l'individuazione di fuochi attraverso i punti 7 punti di avvistamento fissi e i 3 mobili individuati nel Piano di emergenza, annualmente rivisti in un'ottica di miglioramento del servizio - spiega la responsabile della Protezione civile della Provincia, Federica Manenti - i volontari reggiani formati per la lotta agli incendi sono oltre 100, dotati di dispositivi di protezione individuale e regolarmente sottoposti a visite mediche".

E' utile però ricordare che la prevenzione degli incendi parte, prima di tutto, dai cittadini stessi e da tutti coloro che frequentano i boschi avvertendo immediatamente in caso di incendio al Corpo Forestale dello Stato (tel. 1515 o 800841051), o ai Vigili del fuoco (115) oppure l'Agenzia regionale di Protezione civile (800333911: tutte le telefonate sono gratuite), e con il rispetto di alcune semplici regole di comportamento.

È dunque buona norma:
non accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate quando si fanno gite fuori città: è pericoloso e vietato;
non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi nelle aree verdi, quando fumiamo in macchina serviamoci del portacenere;
non parcheggiare le automobili in zone ricoperte da erba secca, perché potrebbe prendere fuoco a contatto con il calore della marmitta;
durante gite in montagna o scampagnate riporre sempre i rifiuti negli appositi contenitori e, se si vuol fare una grigliata, usare esclusivamente le aree attrezzate.
in caso di principio di incendio o di incendio attivo non bloccare le strade fermandosi a guardare le fiamme, in modo da non intralciare l'arrivo dei mezzi di soccorso e le operazioni di spegnimento.

Cosa è vietato fare

Si ricorda che qualsiasi operazione di abbruciamento di stoppie a scopo pulizia e di accensione di fuochi all'aperto per qualsiasi uso è vietata a meno di 100 metri dal limite del bosco, dai terreni di pascoli, ed a meno di 200 metri durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi.
È permesso il abbruciamento controllato del materiale di risulta dei lavori forestali avvertendo il locale comando di stazione forestale entro le 48 ore precedenti, in assenza di vento ed in giornate particolarmente umide, circoscrivendo il terreno ed isolandolo con mezzi efficaci ad arrestare il propagarsi del fuoco. Il fuoco deve essere sempre custodito, chi lo accende è personalmente responsabile degli eventuali danni che ne possono derivare. Da considerare che l'abbruciamento è sempre vietato durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi e che è vietato ripulire il pascolo con l'uso del fuoco.

Come e a chi segnalare incendi

Chiunque (popolazione, personale pubblico, volontari) avvisti o riceva segnalazione di un incendio boschivo ne deve dare immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato, chiamando immediatamente - senza dare per scontato che qualcuno lo abbia già fatto – uno dei seguenti numeri (tutte le telefonate sono gratuite):

1515
Numero nazionale di pronto intervento del Corpo forestale dello Stato

115
Numero nazionale di pronto intervento dei Vigili del fuoco

800 841 051
Numero verde regionale del Corpo forestale dello Stato

800333911
Numero verde dell'Agenzia regionale di Protezione civile

La collaborazione nel segnalare la presenza di un incendio è di estrema utilità, per questo bisogna mantenere la calma e parlare con chiarezza; dare nome, cognome e numero di telefono e indicare con precisione la località e il comune dell'area che sta bruciando; segnalare le dimensioni dell'incendio precisando se sul posto ci sono già persone che stanno intervenendo; prima di riagganciare, assicurarsi che il messaggio sia stato ricevuto attendendone conferma nel caso di segreteria telefonica.

Cosa rischia chi provoca un incendio

Chi, in violazione delle prescrizioni, adotta comportamenti che possono innescare incendi di bosco, rischia sanzioni fino a 10.000 euro.

Sotto il profilo penale:

• reclusione da 4 a 10 anni, se l'incendio è provocato volontariamente in maniera dolosa;
• reclusione da 1 a 5 anni, se l'incendio viene causato in maniera involontaria, per negligenza, imprudenza o imperizia.

Oltre alle sanzioni penali, chi provoca un incendio può essere condannato al risarcimento dei danni che possono raggiungere cifre anche molto elevate. Sotto il profilo delle indagini, è importante rilevare il metodo giuridico- scientifico delle evidenze fisiche (M.E.F.), già adoperato dalle squadre specializzate del Corpo forestale dello Stato, che è utilizzato per accertare le cause colpose o dolose degli incendi, il punto d'innesco e le conseguenti attribuzioni di responsabilità.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

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