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Sabato, 05 Settembre 2015 10:55

Visit Expo 2015: ecco perché prepararsi è meglio

Visitare Expo: più facile a dirsi che a farsi. Ecco una carrellata di situazioni per capire cosa aspettarsi veramente da una giornata tipo tra i padiglioni di questa Esposizione Universale.

Di Chiara Marando – Sabato 05 Settembre 2015 - (guarda la gallery in fondo all'articolo)

Decidere quando andare ad Expo è un po’ come scegliere il giorno e l’ora giusti per una ”partenza intelligente”: si tirano i dadi e si tenta la fortuna. Solo che la fortuna non è utile esclusivamente all’ingresso, che anzi può essere addirittura rapido, bensì nel corso dell’intero giro turistico.

Ma andiamo con ordine e proviamo ad analizzare una giornata tipo da visitatore all’interno di questo enorme “parco giochi” mediatico.

Non si discute sull’impatto scenico che conquista già ad una prima occhiata, ci si trova catapultati in un universo parallelo che racchiude parte del mondo, un brulicare di nazionalità che si avvicendano tra i vari padiglioni, bandiere di culture che si esprimono in architetture originali e fantasiose. La parola d’ordine non è tanto “essere”, piuttosto “stupire” per raccontare l’eccezionalità racchiusa in ogni Paese.

Quindi, ecco che dopo un momento di panico da smarrimento si afferra la cartina e si decide da dove cominciare. Bene, prima di buttarsi nel turbinio di gente il percorso quasi obbligato giunge in aiuto e conduce nel Padiglione 0, quello dell’ONU. Un’enorme biblioteca in legno a parete accoglie i visitatori e mostra loro una metafora visiva del “Sapere Universale” per poi lasciare spazio, nelle sale successive, ad un excursus sul genere umano ed il suo rapporto con il cibo: conservazione, coltivazioni protette, consumismo e spreco.

Ma la cartina con l’elenco delle “attrazioni” è ancora lì tra le mani e, terminato questo giro iniziale, è praticamente impossibile non consultarla, pena l’essere recuperati chissà dove da un cane San Bernardo verso l’orario di chiusura.

Photo by Lorenzo Moreni

Certamente chi decide di esplorare Expo ci arriva già con qualche idea su quali padiglioni visitare ma, ahimè, la realtà potrà dimostrarsi molto più crudele: le code non perdonano.

No, non si tratta di un bollettino di guerra ma è giusto evidenziare una mancanza estremamente importante in fatto di organizzazione, ovvero che non può essere umanamente sostenibile il sopportare ore di coda in piedi sotto il sole per riuscire ad entrare in quelli che vengono considerati i padiglioni più meritevoli. Tutto questo non solo riduce drasticamente le possibilità di visita, ma è causa di veri e propri collassi. E poi diciamolo, che cosa ci sarà mai di così strepitoso da vedere per meritare una tale fatica?

A onor del vero, molti Paesi sono riusciti a realizzare dei veri e propri capolavori emozionali, racconti che parlano di territori, usi e costumi, popolazioni ed , ovviamente, cibi tipici e specialità strettamente legate alla loro terra. Per farlo sono stati scelti strumenti diversi:  pannelli descrittivi, foto, filmati, ologrammi, musica, composizioni create con elementi naturali, proiezioni e spettacoli. L’innovazione si sposa con la tradizione e da vita ad un viaggio della conoscenza.

Quindi quali sono i padiglioni da visitare?

In realtà non c’è una vera e propria regola, ma il consiglio è di non escludere a priori i meno vistosi e monumentali perché possono regalare piacevoli esperienze, nonché far scoprire caratteristiche meno conosciute delle diverse nazionalità. E’ il caso dell’Inghilterra che ha scelto un alveare gigante per raccontare l’importanza delle api nel suo ecosistema, oppure dell’Austria che propone una camminata tra i boschi che caratterizzano le sue montagne, un inno all’aria pura ed all’attenzione verso la natura.

Inutile dire che la via dedicata alle regioni italiane non può mancare. La carrellata si conclude con il Padiglione Italia e, soprattutto, con l’ormai famoso Albero della Vita, simbolo di questa Esposizione Universale. Ecco, il vederlo illuminato ed assistere allo spettacolo serale di luci, acqua e musica fa venire la pelle d’oca.

Albero della Vita - Photo by Lorenzo Moreni

Ritornando al tour, una menzione particolare, anche per l’organizzazione e le tempistiche, va alla Corea del Sud che, grazie a straordinarie trovate tecnologiche, è riuscita a trasformare poeticamente il suo personale concetto della filosofia “Nutrire il Pianeta”. Segue il Marocco che, con grande sensibilità, narra la storia delle sue tradizioni passando tra i vari territori e prodotti che ne rappresentano l’identità.

Corea del Sud - Photo by Lorenzo Moreni

Poi ci sono i più ricercati, e qui la pazienza per l’attesa non è mai troppa: parlo ad esempio del Giappone, dove la delicatezza di una narrazione ricercata accompagna in un cammino alla scoperta delle radici culturali e gastronomiche; degli Emirati Arabi Uniti, la cui struttura ha pareti in sabbia increspata dal vento alte 12 metri; della Francia, che ricorda nella forma quella del mercato coperto, luogo simbolo della cultura alimentare francese; della  Cina, il cui padiglione rispecchia l’atteggiamento di integrazione e rispetto del popolo nei confronti della natura.

Padiglione Cina - Photo by Lorenzo Moreni

A tutto questo si aggiunge la possibilità di gustare le diverse specialità perché, alla fine di ogni tour, ad attendere gli avventori ci sono ristoranti e bar che propongono cibo tipico take away, oppure pietanze più elaborate da mangiare comodamente seduti al tavolo.

Purtroppo, anche in questo caso, una scelta meticolosa  è d’obbligo perché alla domanda frequente «Offrono qualcosa da mangiare giusto come assaggio?», la risposta è un secco «NO». Fin qui però nulla di strano, solo che i prezzi esposti risultano veramente esagerati a fronte di porzioni estremamente ridotte che possono essere considerate dei veri finger food. Quindi, un controsenso in piena regola che ben dimostra la volontà di sfruttare in tutto e per tutto quella che costituisce la “gallina dalle uova d’oro” del momento.

Ma poi, sarà oro zecchino oppure splendida e vistosa bigiotteria?

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

Modena con il supporto della Regione Emilia Romagna ha lanciato Discover Ferrari & Pavarotti Land: un passaporto valido 48 ore per visitare i due Musei Ferrari di Maranello e Modena, quello Pavarotti e le eccellenze turistiche del territorio grazie a comode navette. Per i residenti in Emilia-Romagna in promozione a metà prezzo. Il 5 e 6 settembre, inoltre, chi arriverà al Museo di Maranello con la navetta potrà partecipare anche a una prova cambio gomme su una monoposto di F1. -

Modena, 4 settembre 2015 -

Una formula turistica innovativa, che vede protagonista il territorio modenese con le sue svariate eccellenze e coinvolge maggiormente i residenti della nostra Regione, grazie ad una speciale promozione. La nuova iniziativa propone una speciale card, in formato carta di credito - Passaporto Discover Ferrari & Pavarotti Land - acquistabile anche online, con validità di 48 ore, che permette di viaggiare su confortevoli navette che collegano ogni giorno i due Musei Ferrari di Maranello e Modena alle eccellenze dell'area che va da Modena a Nonantola, da Sassuolo e Maranello. Tutte le eccellenze del territorio unite in un'unica formula e facilmente accessibili: oltre a musei ed aziende, si può sostare nel centro storico di Modena scoprendone le tante magie, il tutto con un'unica card, che comprende le comode navette con cui spostarsi. Accesso libero ai due Musei Ferrari, alla casa museo del Maestro Pavarotti e ad aziende di prodotti tipici come Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico Tradizionale, Salumi e cantine del Lambrusco.

Alla scoperta del territorio Modenese

Fra le varie tappe c'è anche Sassuolo, con opportunità legate non solo alla famosa Reggia, ma anche al distretto delle Ceramica.
La navetta raggiunge anche Nonantola con la sua magnifica Abbazia. Passa naturalmente anche nel centro di Maranello dove, nell'Auditorium è allestita una mostra che lega Città e Ferrari in modo spettacolare ed emozionante. Il visitatore può così scoprire i tanti volti di una terra, quella di Modena, definita anche con l'appellativo slow food, fast cars.
I bus osservano la modalità hop on e hop off. In altre parole, pur essendo il capolinea nei due Musei Ferrari, il viaggiatore può salire e scendere da qualsiasi tappa.

Chi si trova a Bologna può partire con la navetta Discover (orari 9.30 e 10.30) dalla stazione in piazza Medaglie d'oro. Allo stesso modo si può cominciare il tour anche da Reggio Emilia alla stazione Mediopadana con partenza alle 9,20 e rientro in serata come per Bologna.
Si avranno così, per 48 ore anche non successive, le navette a disposizione e tutti gli accessi, inclusi quelli delle aziende che sono organizzate con visite guidate e degustazioni. Fanno parte del tour Discover Ferrari&Pavarotti land le Acetaie, Malpighi a San Damaso e Giusti a Lesignana, la Consorteria del Balsamico a Spilamberto, il Museo dei Salumi dell'azienda Villani a Castelnuovo Rangone. Ci sono inoltre due caseifici: il 4 Madonne a Lesignana e quello dei fratelli Panini, nell'azienda agricola biologica Hombre. Qui è presente anche una sorprendente collezione di auto d'epoca con una trentina di Maserati da pista e da strada. Infine due celebri cantine di Lambrusco la Cleto Chiarli a Castelvetro e la Giacobazzi a Nonantola con un piccolo museo dove sono esposte anche le Formula Uno di Villeneuve e di Senna.

Un Pit Stop da Formula1 con Discover Ferrari & Pavarotti Land

Per gli appassionati di Formula una prova cambio gomme su una monoposto. Un' occasione speciale: il 5 e 6 settembre chi arriverà al Museo di Maranello con la navetta potrà partecipare a una prova cambio gomme su una monoposto di F1.

Prezzo promozionale per i residenti dell' Emilia Romagna

Il passaporto potrà essere acquistato dai residenti in Emilia Romagna al prezzo promozionale di 30 euro, quindi con uno sconto del 50 per cento, equivalente alla tariffa applicata ai ragazzi, sia on line ( www.ferraripavarottiland.it  o www.museiferrari.com ) che direttamente al Museo Enzo Ferrari di Modena (MEF) o a quello di Maranello o in qualsiasi tappa intermedia.

Contatti ed info: tel. 059 7132208 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.ferraripavarottiland.it 

Martedì, 25 Agosto 2015 16:08

Un brindisi al turismo emiliano romagnolo

RIMINI, 25 agosto 2015 - Un brindisi al turismo dell'Emilia Romagna. Lo hanno fatto oggi, davanti allo stand dell'Emilia Romagna al Meeting di Rimini, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che lo ha accompagnato alla scoperta delle eccellenze turistiche ed enogastronomiche emiliano romagnole.

Presenti al brindisi anche gli assessori regionali al Turismo Andrea Corsini, ai Trasporti Raffaele Donini, al Bilancio Emma Petitti, la presidente di Apt Servizi Emilia Romagna Liviana Zanetti e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

Per l'occasione, lo chef stellato Paolo Teverini, ha preparato uno street food con baccalà mantecato, misticanza e mandorle tostate accompagnato da Lambrusco Rosé di Bomporto di Modena.

La presenza dell'Emilia Romagna al Meeting di Rimini rilancia tutte le iniziative collegate al Progetto "Via Emilia-Experience The Italian Lifestyle" e alla presenza regionale all'Expo di Milano.

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Dall'8 agosto tutta l'Emilia Romagna - la regione italiana con il maggior numero di prodotti DOP e IGP, ben 41 in totale - è interessata dal cartellone-eventi del progetto "Emilia Romagna verso l'Expo" (reso possibile grazie alla collaborazione dell'associazione "CheftoChef emiliaromagnacuochi", la Regione Emilia Romagna e Apt Servizi, Slow Food ER e gli enti territoriali regionali) che consentirà di gustare e scoprire il territorio lungo tre direttrici: la via Emilia, la via d'acqua del mare Adriatico e del Fiume Po, e l'Alta via dei Parchi.
Fino al 31 ottobre l'Emilia Romagna è protagonista all'Expo di Milano dove, nella Piazzetta sul Cardo, propone una serie di eventi che culmineranno (dal 18 al 24 settembre) nella Settimana di protagonismo della regione dove, l'appuntamento principale, sarà (il 22 e 23 settembre) il "World food research and innovation forum". Questo evento - promosso da Regione e Aster (il consorzio regionale per l'innovazione e la ricerca industriale) - ha l'obiettivo di costruire in Emilia Romagna, per l'Italia e l'Unione Europea, una piattaforma internazionale permanente per affrontare e discutere le sfide del futuro dell'alimentazione.

In un breve dialogo con il presidente Renzi la presidente di Apt Servizi Liviana Zanetti ha anche illustrato i progetti di cooperazione turistica in atto tra Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche per l'iniziativa interregionale "Terre di Piero della Francesca" che vede coinvolti anche sei comuni (Rimini, Urbino, Sansepolcro, Monterchi, Arezzo, Perugia).

Domenica, 23 Agosto 2015 11:20

Agriturismo: presenze +5%

Vacanze: agriturismi premiati nella prima estate col segno più, presenze in aumento del 5%. Secondo Turismo Verde della Cia una tendenza nazionale che trova conferme anche nel reggiano.

Reggio Emilia, 23 agosto 2015 -

Nell'estate della prima inversione di tendenza, con un aumento dell'8% degli italiani che vanno in vacanza rispetto al 2014, l'agriturismo si conferma una meta ambita per i turisti, con oltre 1,4 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto, soprattutto stranieri (+3%), e una stima di crescita del 5% delle presenze a circa 6 milioni di visitatori per tutta la stagione estiva. E' quanto segnala Turismo Verde, l'associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Una tendenza che trova conferma anche in base ad un sondaggio nei 16 agriturismi della provincia di Reggio Emilia aderenti all'Associazione: sembra essere particolarmente significativo l'incremento di presenze presso le strutture collocate nell'area montana.

Infatti, se è vero che torna a salire il numero di italiani che parte, è altrettanto vero che la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di non spostarsi troppo, perché la crisi morde ancora e i salari restano fermi. Quindi si scelgono località vicine, soggiorni brevi e soluzioni "low-cost" -spiega Turismo Verde Cia-. Tutti elementi che premiano le strutture agrituristiche, che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, grazie anche ai listini sostanzialmente invariati sull'anno scorso e l'aumento di "pacchetti" personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere).

Negli agriturismi -sottolinea Turismo Verde Cia- c'è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano; l'opportunità di soggiornare, risparmiando, vicino al mare o alle città d'arte; e soprattutto c'è l'aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D'altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25 per cento), buona tavola (19 per cento) e attività ricreative e culturali (13 per cento).

In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 20.897, con una crescita del 2,1 per cento nell'ultimo anno, per un totale di 224.933 posti letto, 406.957 coperti a tavola e 8.180 piazzole di sosta per l'agri-campeggio. In più, oltre la metà delle strutture (12.096) permettono di praticare equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, Spa e piscina, corsi vari, soprattutto di cucina.

(Fonte Cia Reggio Emilia)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 34 23 agosto 2015 (in allegato il formato pdf scaricabile)
Anno 14 - n° 34 23 agosto 2015
1.1 editoriale Il profumo della monnezza
3.1 cereali Materie prime, mercati in stand-by dopo i ribassi della scorsa settimana
4.1 Lattiero caseario Lattiero caseario: NQ
5.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015-2016
6.1 economia energetica Il mistero buffo del prezzo dei carburanti
7.1 lavoro e caporalato Morire di fatica per 27 euro al giorno
7.2 turismo Agriturismo: presenze +5%
8.3 agroalimentare AgrOsserva: dall'export ancora una spinta propulsiva per l'agroalimentare italiano
9.1 turismo emilia romagna Eductour con quattro reporter degli Stati Uniti
10.2 promozioni "vino" e partners

Expo 2015 ha scatenato e continuerà a scatenare dibattiti circa la sua efficacia che sopravvivranno alla sua durata. È normale che sia e che sarà così, come è e sarà evidente che in questi dibattiti saranno dette sia cose sensate che approssimative.

Registriamo che l'esperto di turismo Giampietro Comolli ha anticipato tutti, fornendo dati di impatto sul sistema locale piacentino che, in effetti, sono sorprendenti. Peccato che questi dati siano semplicemente frutto delle sue stime personali, sulla cui metodologia di analisi ci permettiamo di avanzare più di una riserva visto che i dati ufficiali saranno forniti solo ben più avanti e nelle forme ufficiali della statistica nazionale e territoriale in tema di presenze e arrivi turistici.

Ciò detto, basterebbe un elemento per confutare il fatidico numero dei 500 arrivi dedotto da Comolli: come è stato infatti più volte riportato dalla stampa locale, uno degli elementi di maggiore rilievo in termini di attrazione di turisti dall'esterno in coincidenza con Expo 2015 è stato il ciclo di convegni e seminari internazionali organizzati, nei sei mesi della sua durata, dalle Università locali. Si tratta di convegni la cui realizzazione è stata resa possibile proprio dalla coincidenza con l'evento milanese e, quindi, assolutamente aggiuntivi rispetto alla normale attività universitaria.

Una stima approssimativa per difetto basata sulle iscrizioni a quei convegni portava ad un numero di presenze aggiuntive compreso tra le 6 mila e le 8 mila unità. Peraltro, sono stato diretto testimone del convegno della Associazione "Regional Studies" in Università Cattolica di fine maggio della durata di tre giorni, che molti partecipanti hanno poi esteso fino a 5 o anche 7 giorni nel caso di studiosi provenienti da fuori Europa. Solo in quel caso si sono contati 450 iscritti e si sono visti per Piacenza numerosi accompagnatori: ciò dovrebbe essere ragionevolmente bastato per raggiungere la fatidica soglia dei 500 arrivi individuata per tutto questo primo periodo da Comolli. Senza contare che altri eventi sono seguiti ed altri ne seguiranno.

Se vogliamo dunque fare una riflessione serena – e tecnicamente fondata – su Expo 2015, va rilevato quanto segue: anzitutto, che se è vero che il Paese è arrivato lungo nell'organizzazione dell'evento, il che ha determinato una prima fase nella quale gli arrivi dall'estero sono stati inferiori a quelli previsti ed auspicati, parimenti nella seconda fase i numeri si stanno concretamente modificando (ad oggi siamo ad un visitatore straniero ogni tre visitatori e sembra raggiungibile l'obiettivo per nulla scontato dei venti milioni di entranti nel sito). Quindi, che l'effetto sulla ricettività locale è di due tipi: o passivo, con il riempimento graduale delle strutture ricettive da parte dei visitatori a partire dalla città di Milano e via via nelle città limitrofe in base alla distanza da Expo 2015 come da manuale del turismo, o attivo, con un lavoro mirato ad attirare gruppi e target di potenziali visitatori (proprio come quelli dei convegni accademici delle nostre università locali).

I sistemi locali hanno fatto investimenti differenziati su Expo 2015, e basterebbe una rapida rassegna stampa dei giornali locali dei nostri vicini per capire come Piacenza sia riconosciuta, da tutti, come la Provincia che ha fatto gli investimenti più importanti sia su Expo 2015 che sul proprio territorio, con ritorni di immagine evidenti. Infine, che la crescita turistica non è un processo di breve termine, ma che i risultati degli investimenti si vedranno nel medio e lungo termine a patto che quanto seminato nel 2015 sarà mantenuto e qualificato ulteriormente nel tempo.

Qui non si vuole dunque dire che tutto è perfetto e che i risultati ottenuti sono eccezionali. Per esempio, dopo Expo 2015 si dovrà aprire un tema importante che è quello legato alla realizzazione, a Piacenza, di una organizzazione di gestione della sua destinazione integrata all'interno delle politiche regionali di destinazione turistica (la cosiddetta DMO o DMS). Tanto il tentativo importante impostato con Experience Piacenza come il lodevole lavoro del Club di prodotto delle Terre Francigene Piacentine sono rimaste esperienze ancora incompiute e su cui sarà necessario investire ed innovare.

Quello che va invece riconosciuto è che l'Amministrazione Comunale ha proposto che Piacenza Expo, nel suo processo di cambiamento, si candidi, insieme agli altri attori del territorio, a fare da regia del sistema turistico piacentino: piuttosto di sparare numeri a caso, a prescindere da quale soluzione si intenda perseguire sarà bene che tutti gli attori del territorio, che amano veramente Piacenza, si attivino per affrontare questi due temi e decidano, da questo punto di vista, quale sarà il lascito operativo di Expo 2015.

Michele Bricchi
Presidente Commissione IV – Sviluppo Economico del Comune di Piacenza

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Pubblicato in Economia Piacenza

Weekend di ferragosto, aperture e chiusure dei servizi turistici cittadini

Resteranno chiusi al pubblico, nel giorno di ferragosto, i Musei Civici di Palazzo Farnese, aperti invece domenica 16 con il consueto orario del fine settimana: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Riaprirà martedì 18 agosto il Museo di Storia Naturale, chiuso dal 10 al 16 per manutenzione dei materiali e dei reperti: per tutto il periodo concomitante con Expo 2015, la struttura di via Scalabrini sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, con chiusura settimanale il lunedì.

Aperti dalle 9.30 alle 13.30, sabato 15 agosto, gli sportelli Quinfo e Iat cui si accede, rispettivamente, da piazzetta Pescheria e piazzetta delle Grida, mentre il 16 osserveranno entrambi il consueto orario domenicale: sempre dalle 9.30 alle 13.30 il primo, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 lo sportello per l'accoglienza turistica

(Fonte Comune di Piacenza)

Il diario di Elisa Vezzulli, arrivata in Senegal la notte tra l'8 e il 9 agosto con il progetto Kamlalaf. -

Piacenza, 10 agosto 2015

Ripercorre i primi giorni del suo viaggio con Diaspora Yoff, accompagnata da Ismaila Thioune dell'associazione, il diario di Elisa Vezzulli, arrivata in Senegal la notte tra l'8 e il 9 agosto con il progetto Kamlalaf.

Sabato 8, ore 16, Malpensa.
Una valigia. Per metterci progetti ed obiettivi. Ricordi. Tante calze, perchè non si spaiano solo a casa. Speranze. Portafortuna. Buona musica. Un libro. Aspettative. Rimpianti. Rimorsi. Le salviettine usa e getta. Troppe creme, che alla fine non usi mai. Sogni. Una foto di noi insieme. La vita con qualcuno. E la vita con me stessa. Semplicemente una valigia per un viaggio. Che è felicità.

Sabato 8, ore 21.30, Casablanca.
Quando condividi un viaggio con qualcuno, quel qualcuno diventa parte della tua vita. È inevitabile. C'è quel signore di Casablanca che sta tornando a casa dalla sua famiglia per vedere come procede la costruzione della casa che sta costruendo con i soldi di anni di lavoro a Reggio Emilia. Solo.
C'è la figlia del pilota, 5 anni, che aspetta seduta vicino al finestrino, al posto 23F, che il papà la riporti a casa. C'è l'ostetrica di Torino che sta andando a supervisionare il progetto della Ong per cui lavora, a Saint Louis. Ci sono i tre milanesi imbruttiti di 50 anni in vacanza. E poi ci sono io. Che dove vado di preciso, e intendo nella vita, non l'ho ancora capito. Ma l'importante è non fermarsi, dicono.
È l' 1.31 di notte, fuso di Dakar. Finalmente arriviamo. In macchina verso la casa che mi ospiterà, la curiosità vince sulla stanchezza. Le strade sono piene. Strapiene di gente. I negozi aperti. I bambini ancora svegli. Nella notte, in cui di solito tutto finisce, qui nulla e nessuno sembra voler dormire.

Domenica 9, ore 11, Dakar.
Giornata di riposo dopo il viaggio, prima dell'intenso programma di, purtroppo, solo una settimana. Piove. Due misere gocce d'acqua finalmente, diremmo noi. Noi che le agogniamo da settimane, nel caldo storico della pianura padana. Ma qui la pioggia fa sul serio. Che le strade sono allagate e piene di gente coi secchi in mano. Eppure non smettono di pullulare di gente, che vende, chiacchiera, ride, fa la spesa e vende alle bancarelle. In fondo si va in giro lo stesso, come se niente fosse. Senza neanche l'ombrello. Come se fossere solo due gocce d'acqua, finalmente.
Mi rattrista solo l'amarezza di chi, dopo due anni lontano da casa, e i sacrifici fatti per tornare, d'ogni tanto, non vede nulla di cambiato. Nulla di migliore. Nessuna strada che non si allaghi più, quando piove.

Domenica 9, ore 20, Yoff.
C'è differenza di etá, colore della pelle, lingua, cultura e religione. Eppure ci siamo conquistate subito. È bastato un sorriso. C'è per forza qualcosa che va al di la di tutte queste differenze e ci unisce tutti. Non so cosa sia di preciso. Ma sicuramente è un elemento molto più forte di tutti questi messi assieme. Mi piace pensare sia questo l'amore, quello vero. Primitivo. Tra esseri umani. Semplicemente.

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Il 13 e 14 agosto si terrà Appenninfest a Monchio delle Corti: l'iniziativa è dedicata alla valorizzazione dell'Appennino e delle sue bellezze naturalistiche. Quest'anno è l'occasione anche per festeggiare il riconoscimento dell'Appennino Tosco Emiliano come riserva Mab Unesco.

Parma, 9 agosto 2015 –

Sarà una due giorni dedicata all'Appennino e alle sue bellezze naturalistiche. Giovedì 13 e venerdì 14 agosto 2015 si terrà l'undicesima edizione di Appenninfest a Monchio delle Corti. Un'occasione anche per festeggiare il riconoscimento dell'Appennino Tosco Emiliano come riserva Mab (Man and the Biosphere) Unesco.

La manifestazione è stata presentata venerdì mattina in Provincia da Claudio Moretti, Consigliere Provinciale con delega alla Montagna e sindaco di Monchio delle Corti, dall'onorevole Giuseppe Romanini, da Michela Canova, Consigliera Provinciale con delega all'Ambiente, da Fausto Giovannelli, Presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, da Giuseppe Vignali, Direttore del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano da Ilaria Lazzari, vicesindaco di Monchio delle Corti e da Giancarlo Anghinolfi, Presidente della Cooperativa Biricca.

"Abbiamo un grande patrimonio ma ci siamo occupati soprattutto di quello architettonico: ora dobbiamo pensare a quello naturalistico ed eventi di questo tipo servono a riscoprire luoghi molto belli a portata di mano" ha sottolineato, in apertura, Michela Canova. È l'onorevole Giuseppe Romanini a ricordare che il riconoscimento Mab Unesco si sposa perfettamente con ciò che accade a livello nazionale. "Abbiamo da poco approvato la legge sull'agricoltura sociale che riconosce gli sforzi di quanti si sono impegnati sul tema della responsabilità in agricoltura, ed è al vaglio del Parlamento la legge sulla biodiversità. Il riconoscimento Mab è in questa linea innovativa che il nostro territorio persegue".
Il successo di essere entrati nel Mab Unesco è un importante traguardo e un riconoscimento anche alla bellezza e alla ricchezza ecologica delle montagne del territorio. Mab è un inizio per dare ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi l'orgoglio di appartenenza all'Appennino, insieme con il supporto e le conoscenze necessarie per progredire sulla via dell'innovazione e dello sviluppo sostenibile.

Per questo anche Monchio delle Corti rilancia con le iniziative di Appenninfest "Siamo all'undicesima edizione che vuole festeggiare il riconoscimento Unesco: è un modo per incoraggiarci e spronarci e per comprendere che il nostro territorio offre molte ricchezze che dobbiamo saper promuovere" ha rimarcato Ilaria Lazzari. A partire dalle 9 del 13 agosto ci sarà l'apertura del mercato con prodotti tipici e dell'artigianato locale: la sera si terrà il concerto "Non solo tango" a cura dei Parchi della Musica. Per venerdì 14 agosto, a Prato Spilla, il programma offre la possibilità di divertirsi con una serie di attività: dallo yoga nel bosco all'escursione guidata sul crinale, al risveglio muscolare nel bosco. Molti gli incontri dedicati ai bambini come l'atelier delle acque o il miniworshop fotografico. Alle 11.00 si aprirà il Convegno "Vivere Appennino, prospettive e realtà" con l'intervento di esperti per riflettere sulle prospettive del territorio, sulle eccellenze gastronomiche, sulle sfide per il futuro. Alle 17.30 previsto il concerto "Estate" a cura dei Parchi della Musica. "Come diventare artefici del proprio futuro si potrebbe dire: in questi anni il Comune si è occupato di energie rinnovabili, di servizi con il primo esperimento di cure intermedie" ha ricordato Claudio Moretti. "La biodiversità e la cura del territorio in chiave internazionale segna un cambio culturale: le nostre zone sono frequentate da molti turisti stranieri che ne apprezzano la bellezza e il lavoro di promozione che facciamo".
"L'ambiente crea lavoro e occupazione, ma dobbiamo sottolineare che gli ambienti sono belli, ma anche faticosi e lenti" ha sottolineato Giancarlo Anghinolfi, Presidente della Cooperativa Biricca che gestisce gli impianti di Prato Spilla. "Se saremo capaci di coniugare bene questi significati può essere un trampolino per la valorizzazione degli spazi e degli ambienti".

Inoltre dal 10 al 16 agosto sarà possibile visitare, alla Sala Don Bosco a Monchio delle Corti, "Behind Food Sustainability – Oltre la sostenibilità alimentare" mostra itinerante dell'Unesco e del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano.
A chiudere l'incontro le parole di Fausto Giovanelli: "Appenninfest è un evento locale ed estivo che s'inserisce in una strategia di lungo e medio periodo. Il riconoscimento Unesco è un punto di partenza da cui trarre molto per l'intero territorio. La mostra parla della storia del territorio nel mondo: ma a Monchio verrà letta e interpretata con le chiavi culturali di questi luoghi".
La manifestazione è promossa dal Comune di Monchio delle Corti, dai Parchi del Ducato, dal Parco dei Cento Laghi, dal Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, con il patrocinio della Provincia di Parma.

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(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Pubblicato in Comunicati Turismo Parma

Un giorno all'Acquario più grande d'Europa è un ricordo che ogni bambino si porterà sempre nel cuore. Una realtà che stupisce per il fascino della natura e per il lavoro che c'è dietro agli ambienti naturali riprodotti e alle specie che vi vivono...

Parma, 9 agosto 2015 - Di Alexa Kuhne - tutte le foto nella galleria in fondo al testo -

Il turismo si è trasformato: è 'pendolare'. Le vacanze sono brevi, durano anche solo un giorno e sono in posti vicini a casa.
È l'effetto della crisi. Che forse, però, ci sta portando a scoprire i luoghi a portata di mano che possono rivelarci sorprese e affascinarci.
Un'idea che entusiasmerà i bambini: perché non portarli a scoprire gli abissi, l'Amazzonia, le foreste piene di farfalle e colibrì, in un giorno solo?

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La possibilità è a un tiro di schioppo: a Genova, una città piena di attrattiva e accogliente.
Nel suo grande porto ha preso spazio il più grande Acquario d'Europa, che rappresenta la maggior varietà di ecosistemi in Europa ed è una tra le principali attrazioni culturali italiane. E' stato costruito su progetto di Renzo Piano in occasione di Expo '92, celebrazione del quinto centenario della scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo.
Grazie alle sue 71 vasche offre ai visitatori la possibilità di vivere un'avventura nei mari e negli ambienti acquatici più affascinanti del mondo: dai fondali del Mediterraneo alla Laguna del Madagascar, dalle scogliere coralline alle gelide acque antartiche, dalle foreste di mangrovie alla jungla dei colibrì. Un percorso espositivo che consente di conoscere da vicino i diversi ambienti acquatici, per imparare ad amarli e rispettarli.

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Una delle vasche che fa rimanere i più piccoli con il naso appiccicato al vetro è quella dei piranha. La nuova area espositiva di acqua dolce rappresenta una lanca del bacino dell'Amazzonia, ovvero un tratto di foresta inondata dal fiume dove le acque scorrono tranquille tra i tronchi e le radici degli alberi.
Ospiti della nuova vasca, oltre ai circa 300 esemplari giovani di Piranha (Pygocentrus nattereri) che provengono dall'acquario di Basilea, grazie alla rete di scambi tra strutture accreditate al fine di evitare o ridurre il prelievo in natura, ci sono anche alcuni pesci pulitori e piante acquatiche di diverse specie. Altra recente novità dell'Acquario sono i caimani ospiti di un'area espositiva che riproduce i "Fiumi dell'Amazzonia". La nuova vasca rappresenta un tratto dei tanti fiumi che percorrono l'Amazzonia con rocce, tronchi d'albero, piante acquatiche e terrestri e diverse specie di pesci tropicali.
Protagonisti della vasca sono gli esemplari di caimano nano di Cuvier (Paleosuchus palpebrosus) che provengono dallo zoo di Colonia. Il caimano nano è la specie più piccola di coccodrillo al mondo: raggiunge una lunghezza massima di 1,7 metri per i maschi e 1,2 metri per le femmine e un peso di circa 15 chilogrammi.

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Qualche numero per dare l'idea di quanto sia eccezionale questa città marina: sono ben 6.000 gli animali ospitati nelle vasche; 600 le specie di animali; 200 le specie di vegetali; 2 cm il vertebrato più piccolo, la Mantella dorata (Mantella aurantiaca); 5 millimetri l'animale più piccolo, il polipo della Medusa quadrifoglio (Aurelia aurita); 2,5 metri l'animale più grande, il Tursiope (Tursiops truncatus); 20 tonnellate la quantità di cibo consumata in un anno dagli ospiti (circa 185 Kg alla settimana per tutti esclusi delfini, foche e pinguini); 54 Kg la quantità di insalata fresca consumata dagli animali ogni settimana; 50 grammi la quantità di uova di Artemia salina, necessaria per l'alimentazione quotidiana di alcuni ospiti (per la cronaca, corrispondono a circa 12.200.000 individui).

L'Acquario piace sempre di più, considerando che sono 1.200.000 i visitatori ogni anno. 11.000.000 quelli che, dal 12 ottobre 1993, sono stati ad ammirarlo. Il percorso si snoda tra 71 le vasche espositive (5 disposte su due livelli) e dura circa due ore.
200 sono le vasche di ambientamento e cura1.200.000 litri l'acqua contenuta nelle vasche più grandi, 6.000.000 litri l'acqua contenuta in tutte le vasche dell'Acquario (circa 250 autocisterne!). Ben 500 mq sono dedicati alla ricostruzione della foresta del Madagascar.

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