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Di Chiara Marando – Parma 29 Novembre 2014

Tutto parte da un diario, una raccolta di ricette casalinghe che narrano la quotidianità di una famiglia, la sua storia. Una storia iniziata quando la “più splendida delle normalità” viene stravolta improvvisamente . A raccontarla è Ilaria Bertinelli, interprete e traduttrice di professione, ma prima di tutto mamma di Gaia a cui, all’età di soli sei anni, è stato diagnosticato il Diabete di Tipo 1 e la Celiachia. Due patologie autoimmuni, due ombre sul futuro impossibili da ignorare. Da quel momento la loro vita non è stata più la stessa e l’unico scopo di Ilaria è stato quello di aiutare sua figlia a vivere la sua nuova condizione nel modo più sereno possibile, soprattutto in quei momenti di convivialità come la tavola.

Comincia così la sperimentazione in cucina per preparare piatti appetitosi con gli ingredienti giusti, per condividere i sapori ed il divertimento della scoperta.

“Uno chef per Gaia”- La gioia della cucina per diabetici celiaci e appassionati: ricette con e senza glutine, con e senza zucchero – (edizioni Maria Margherita Bulgarini) non è altro che questo, ovvero il diario di famiglia trasformato in un libro. Preparazioni da veri gourmet con ingredienti, dosi ed accorgimenti, ottime da assaporare e bellissime da guardare.

Ciò che ha spinto Ilaria a pubblicare questi piccoli segreti ai fornelli è stata la voglia di aiutare, fornire un piccolo contributo per una vita migliore a tutti coloro che soffrono degli stessi problemi, sottolineando il fatto che questa tipologia di Diabete si manifesta in modo subdolo proprio nei bambini, o nei giovani fino ai trent’anni, e che l’attenzione costante può fare una grande differenza.

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Ed è proprio questa voglia di condividere che la porta tutt’ora in giro per l’Italia a presentare e cucinare le sue ricette davanti ad un pubblico attento a non perdere nemmeno una parola. Serate come quella appena svoltasi nella suggestiva cornice dello Store Barazzoni – I Love my House di Parma, dove in poche e semplici mosse, e con il suo sorriso, è riuscita a dare vita ad uno show cooking di alto livello. Inutile dire che i profumi ed i colori facevano da padroni.

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Ricette come il Tronchetto di Cioccolato, i Biscotti di Natale ed i Cupcakes, per poi finire con una splendida casetta di pasta frolla decorata con la glassa. Dei veri gioielli di pasticceria golosi, delicati e perfettamente equilibrati in ogni componente.

Giusto per stimolare un po’ la curiosità ecco i segreti per una deliziosa pasta frolla, ideale per i “Christmas Cookies”:

400 gr. di Farina da scegliere nella variante con o senza glutine

2 uova

150gr di burro

100 gr di zucchero

Per chi lo desidera si possono aggiungere anche 8/10 gr di lievito.

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Mixare tutti gli ingredienti ed impastare. La pasta frolla andrà poi stesa con il mattarello e tagliata con delle formine a scelta.

Per la glassa, invece, è necessario prendere dell’albume d’uovo ed unirlo a zucchero a velo e colorante per alimenti, se si desidera cambiare tonalità, mescolando con un cucchiaio. Ricordatevi che l’albume rende molto, quindi andrà usato in piccole quantità, mentre la dose di zucchero a velo determinerà la consistenza della vostra glassa. Quando sarà pronta basterà inserirla in un sac à poche e decorare a piacere i biscotti precedentemente cotti.

 

 

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Di Chiara Marando – Domenica 23 Novembre 2014

La storia non è fatta solo di grandi uomini e delle loro imprese, esiste da sempre un mondo silenzioso e brulicante di energia senza il quale nulla sarebbe potuto accadere, pilastri  fatti di semplice quotidianità vissuta da gente  altrettanto semplice. Guareschi lo definiva “Il mondo piccolo”, una realtà apparentemente insignificante della quale è facile ignorare l’esistenza.

Ma è proprio questo il filo conduttore che lega i personaggi indaffarati con le loro vite tra le pagine scritte da Guido Fontechiari, pittore e restauratore, nel suo primo romanzo  “il Tesoro del Taro” (Ed. Fermento), presentato davanti ad un folto pubblico nella cornice della Libreria Feltrinelli di Parma.

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Un volo della memoria al suo passato di bambino, tra ricordi ed aneddoti della piccola comunità contadina di Guado, grazioso borgo a metà strada tra San Secondo e Fontanellato, nella Bassa Parmense.  Un angolo di mondo dove si intrecciano, tra passato e presente, le vite dell’autore e di persone comuni: dal sagrestano, al molinaro, alla maestra, fino  ad un cantante lirico a dir poco originale. Poi c’è il “Tesoro”, forse perduto o forse no.

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Una narrazione che si adagia sulle note musicali e si inoltra tra le nebbie della Bassa, tra le sue abitudini e tradizioni, in una vena malinconica di quel passato che fu e si è perso per sempre. Quello che traspare è l’acuta osservazione delle passioni intense, delle stranezze e delle brutture a cui viene sottoposta l’Arte, ovvero la limpida rappresentazione della dignità umana costruita sul lavoro, sulla cultura e sulle emozioni. Per farlo il linguaggio cambia, a tratti diventa ironico, quasi scurrile, con vicende a volte piccanti altre più bizzarre. Quello che si intraprende è un viaggio alla scoperta di questo “Tesoro”, un percorso che passa attraverso storia e fantasia, tra personaggi che sembrano solo frutto della mente ed altri più concreti, una strada che avvicina ad un tempo lontano, in un luogo reale fatto da persone reali. Certo, il nome “Guado” non lo troverete sulla cartina, ma se guarderete attentamente  ne riconoscerete il suggestivo paesaggio

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Sabato, 15 Novembre 2014 10:48

Bavarese: cremosa golosità al cucchiaio

Di Chiara Marando  - Sabato 15 Novembre 2014

Delicato, cremoso e dalla morbidezza irresistibile. Stiamo parlando della Bavarese, un dessert dal gusto delizioso, che riesce sempre a conquistare qualsiasi palato. La sua lontana origine settecentesca deriva dalla regione tedesca “Baviera”, ed in realtà non nasce come vero e proprio dolce, ma piuttosto come una sorta di “mangia e bevi” servito e preparato con tè, latte e liquore. Solo nell’Ottocento, con il nome di  bavarois,  comincia ad assumere una consistenza più densa e vicina a quella attuale.

Che sia nel passato oppure ai giorni nostri, quello che rimane è la sicurezza di assaporare una golosità al cucchiaio raffinata e squisita. Molteplici sono le ricette che ne propongono varie rivisitazioni, una per ogni gusto ed occasione, ma quella che consigliamo oggi è stata preparata da uno chef d’eccezione, Fabio Romani del Ristorante Romani, a pochi chilometri da Parma, luogo dall’atmosfera calda ed accogliente, considerato una  tappa obbligata dagli amanti della buona cucina tradizionale parmigiana.

Fabio ci ha svelato tecniche e dosi per dare vita ad una spettacolare “Bavarese al cioccolato aromatizzata al caffè ed al rhum”, una vera chicca per concludere in dolcezza il pasto e stupire gli ospiti.

Ecco gli ingredienti per 6/8 persone:

250 gr. di cioccolato fondente

2  tuorli d’uovo

100 gr. di zucchero

1 caffè espresso

20/25 gr di rhum

3 gr. di colla di pesce

300 gr. di panna da montare

Ed ora la preparazione:

Per prima cosa mettere la colla di pesce in una ciotola con dell’acqua per farla ammorbidire e nel frattempo montare la panna stando attenti che mantenga una consistenza cremosa. Montare poi i tuorli d’uovo con lo zucchero ed aggiungervi il cioccolato fondente precedentemente sciolto a bagnomaria.

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In una casseruola mettere il caffè, il rhum e la colla di pesce, farli amalgamare a fuoco basso ed unirli al composto con il cioccolato, i tuorli e lo zucchero. Quando il tutto sarà omogeneo, incorporare la panna montata, che nel frattempo andrà tenuta in frigo, per terminare il procedimento.

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La crema ottenuta potrà essere suddivisa in ciotoline monoporzione, oppure posta all’interno di una tortiera, su una base di pan di spagna  appena bagnato con il rhum.

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Dopo circa due ore e mezza in frigorifero, il dolce sarà pronto per essere impiattato e servito con una salsa inglese oppure alla vaniglia che ne esaltino i sapori ed i profumi.

A voi il piacere del primo assaggio!

E se volete vedere tutta la preparazione , allora date un'occhiata al video.

 

 

Ristorante Romani

Strada Dei Ronchi, 2

Vicomero, 43030 Torrile (PR)

Tel. 0521 314117

www.ristoranteromani.it

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Di Chiara Marando – Sabato 1 Novembre 2014

Avete mai sentito parlare di “Cucina Bioenergetica”? Si tratta non soltanto di semplici ricette, ma di una vera e propria filosofia di vita che vede nel cibo una fonte di energia pura da cui attingere per il proprio benessere psico-fisico. Il punto di forza sta nell’utilizzare solo materie prime biologiche certificate che conservino tutta la freschezza, i nutrienti e le proprietà energetiche integre. Perché la vita ha bisogno di vita.

Uno dei pochi ristoranti Bioenergetici certificati in Italia si chiama “Apriti Sesamo” e si trova a Parma, a due passi dal centro storico. Qui, ormai da 18 anni,  Antonella e Cosimo gestiscono il locale con passione e dedizione, curando ogni minimo aspetto con un’attenzione quasi maniacale. L’attività rappresenta la loro vita stessa ed i valori in cui credono, a tavola ma non solo. Antonella è la mente, colei che gestisce e studia sempre nuove soluzioni, mentre suo marito Cosimo è l’artefice delle bontà che escono dalla cucina. Definirlo un locale vegano sarebbe troppo riduttivo perché la ricerca che si trova dietro ad ogni preparazione, l’armonia dei colori e della composizione, costituiscono vere e proprie pillole di carica vitale. Perché, in fondo, si mangia prima con gli occhi che con la bocca.

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Il menù poi non è mai uguale, cambia in base alle stagionalità ed alla disponibilità delle materie prime ogni giorno freschissime. Tutti i prodotti provengono da aziende biologiche fidate e controllate personalmente. Quello che viene proposto è un modo nuovo di scoprire l’autenticità dei sapori, del gusto di cereali, verdure e sughi per condire la pasta, senza dimenticare  i delicati dessert, preparati senza latte, uova, burro e zucchero.  Vi chiederete come sia possibile, ebbene basta saper scegliere gli abbinamenti giusti e sperimentare, mentre per i dolci ci sono farine alternative come quella di farro, malto di riso o di mais, e poi il succo di mela per dare un tocco in più e l’olio di girasole. Il resto, ovviamente, sono i segreti dello chef insieme a tanta ricerca e lavorazione.

La proposta del pranzo, che si può ordinare anche da asporto, è quella di piatti che variano quotidianamente permettendo la scelta fra tre primi, tre secondi e quattro contorni, così da poter gustare una portata unica deliziosa ed equilibrata. Per la cena, invece, ecco il menù degustazione con antipasto, due primi, un secondo e due contorni per poi finire con un goloso dolce.

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Vi basterà guardare la presentazione con cui vengono servite le pietanze per sentirvi soddisfatti, un mix di profumi e colori perfettamente calibrati a cui corrispondono altrettanti gustosi sapori. Facciamo qualche esempio giusto per stuzzicare la curiosità: sformato di riso integrale, penne di farro in salsa alle erbe fresche, verza saltata con insalatini di zenzero, zuppa di zucca e porri, ed ancora cavolfiore alle mandorle e sesamo nero, strudel di mele e cannella, torta di zucca con crema pasticcera e, per finire, delizia alle mandorle.

 

Ristorante Apriti Sesamo

Via Monte Corno, 4

43100 Parma

Tel. 0521 270274

www.apritisesamo96.it

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Di Chiara Marando – Sabato 25 Ottobre 2014

Si può sopravvivere ad un colpo di pistola al cuore?

Uno di quegli attimi che sembrano non finire mai, che sconvolgono irrimediabilmente la vita, disgregandola e lasciandola arida e vuota.  Un buio da cui sembra di non poter risalire per respirare, per rivedere la luce.

Due giovani belli ed innamorati più che mai, nel pieno della loro esistenza, del loro percorso di costruzione e comunione, due giovani come tanti che guardano al loro futuro con gli occhi pieni di passione. Cristian e Costanza, il quadro della gioia e di quell’amore che ha voglia di capire fino a dove potrà spingersi. Un’anima sola per poco tempo, troppo poco, spezzata violentemente quando Costanza muore senza una ragione. Senza un perché. Un difetto dicono a Cristian, un difetto latente che improvvisamente è scoppiato portandogliela via.

E così lui si trova solo, senza più la sua compagna di vita, divorato dalla disperazione e privo di qualsiasi speranza. Annullato in quell’amore che tanto prima gli alimentava l’esistenza. Ma Cristian ha saputo lottare, “rinascere” e riscoprire sé stesso nel modo più intenso possibile, anche grazie a quel legame che lo fondeva con la sua Costanza.

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“Un colpo di pistola al cuore” ( Battei Editore), è questo il titolo del libro che Cristian Chierici, giovane imprenditore parmigiano, ha voluto scrivere in memoria della sua adorata Costanza. Un ultimo dono per regalarle una sorta di immortalità. Un tributo al loro amore, quello con la “A” maiuscola, quello che ti segna indelebilmente il cuore.

Pagine di diario che raccontano la storia di due innamorati, del loro primo incontro, dei pensieri e delle emozioni, della voglia di scoprire insieme e di come una persona possa trovare il suo completamento in un’altra senza violentare la propria individualità. Racconta di valori profondi, di piccoli momenti quotidiani capaci di rendere un rapporto ancora più intimo e di quanto tutto questo possa essere spazzato via in un momento. Poi rimane solo la rabbia cieca, la voglia di urlare perché nessuno sa darti una spiegazione, perché una spiegazione non esiste. Cristian ha toccato il fondo, si è guardato dentro ed è riuscito lentamente a risalire fino a quando, un giorno, è tornato a sorridere e a sentire ancora la piacevolezza del sole accarezzargli il viso.

Perché da un “Colpo di pistola al cuore” non si può sfuggire, ma sopravvivere si ed anche rinascere senza dimenticare.

 

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Di Chiara Marando – Parma 22 Ottobre 2014

Giovani e lavoro, un binomio sempre più difficile da difendere viste le numerose problematiche che il mercato sta affrontando. Una situazione complicata che necessita di essere sbloccata.  Per far fronte a queste difficoltà, da Maggio 2014 ha preso il via il Progetto “Garanzia Giovani”, un programma promosso dall’Unione Europea nato con lo scopo di assicurare a ragazzi e ragazze in una età compresa tra i 15 e i 29 anni, che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di tirocinio oppure formazione, un’opportunità per acquisire competenze e poter entrare a far parte del mondo del lavoro.

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All’interno di questo progetto, la Regione Emilia Romagna ha dovuto mettere in pratica delle precise scelte per poter determinare al meglio le linee di intervento entro le quali operare: colloqui di orientamento, tirocini, apprendistato, servizio civile, sostegno all’auto-imprenditoria e bonus occupazionali. Una serie di opportunità alle quali è possibile accedere iscrivendosi al sito “Lavoro per te” (formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/lavoro-per-te) oppure attraverso il portale nazionale (www.garanziagiovani.gov.it/). Una volta effettuato questo passaggio, entro 60 giorni andrà fissato un appuntamento con il Centro per l’impiego del proprio Comune di domicilio al fine di sostenere un colloquio conoscitivo, costruire un percorso personalizzato e firmare un patto di servizio. Entro 4 mesi da questa firma il percorso scelto verrà attivato.

A raccontare più nello specifico le caratteristiche di “Garanzia Giovani” è Alain Gennari, Responsabile della sede di Parma di Irecoop Emilia-Romagna, agenzia specializzata nella progettazione e realizzazione di percorsi formativi a servizio delle cooperative della Regione: “Ciò su cui Irecoop si concentra sono le attività legate a tirocini e soprattutto a sostegno dell’avvio di realtà autonome ed imprenditoriali – e continua – il nostro scopo è quello di informare a 360 gradi, poter dare un contributo concreto ed un supporto adeguato a  seconda delle diverse esigenze. In altre parole essere informatori prima che fornitori”. 

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Le garanzie offerte da Irecoop Emilia-Romagna nell’ambito di questo importante progetto sono quelle di offrire, oltre a percorsi di formazione ed affiancamento per la concretizzazione di attività autonome, anche la presenza costante di consulenti di prima accoglienza e orientamento, poiché ciò che spesso spaventa maggiormente è proprio la sensazione di essere soli, non avere una strada da seguire. Il lavoro svolto da Irecoop prevede un supporto tecnico per la traduzione dell’idea di impresa in un progetto di fattibilità, un accompagnamento verso l’acquisizione delle competenze necessarie, la costruzione di un Business Plan personalizzato e l’appoggio durante la fase di start up.

Per maggiori informazioni in merito basterà consultare il sito www.irecoop.it

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Domenica, 05 Ottobre 2014 10:51

Concessionaria Chierici: una storia lunga 50 anni

Di Chiara Marando – Domenica 5 Ottobre 2014

In un periodo come questo, nel quale non si sente altro che parlare di crisi e la parola d’ordine sembra essere solo “contenimento dei costi”, ancora più forte risulta essere l’immagine di quelle realtà forti che dimostrano una grande capacità di adattamento all’evolversi del mercato. Realtà come quella della Concessionaria Chierici di Parma, rivenditore Citroën, che proprio quest’anno spegne la sua cinquantesima candelina di attività. Un’azienda a conduzione familiare, divenuta un vero e proprio pilastro cittadino, che ha aperto i battenti nel lontano secondo dopoguerra prima come officina, poi trasformandosi in quello che è ancora oggi.

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Certo i tempi sono cambiati, prima il mercato presentava soltanto 20 marchi, un contesto concorrenziale totalmente diverso, e bastavano due chiacchiere amichevoli per  instaurare quel rapporto di fiducia che faceva la differenza, i contratti si facevano “davanti ad una bottiglia di vino e del salame”. Ma quella del rapporto umano è una base che da sempre rappresenta il fulcro del lavoro della Concessionaria e della famiglia Chierici in generale. I veri punti di forza sono la gentilezza, la disponibilità e l’accoglienza riservate ai clienti, insieme ad una continuo aggiornamento nei confronti dei cambiamenti in atto nei consumatori e nel mercato.

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E non dimentichiamoci della passione per il proprio lavoro, una passione nata con il fondatore Angelo Chierici che ha reso grande questa azienda. Quello di Angelo è un nome noto nella città di Parma, conosciuto e stimato da tutti, grande amante dello sport e dei motori, ha vinto nel ’48 la “Parma-Poggio” in sella ad una Moto Guzzi che lui stesso aveva rielaborato per migliorarne le performance. Nominato “Cavaliere del Lavoro” nell’86 per l’esemplare dedizione che metteva nella sua attività, non ha mai smesso di vivere pienamente ciò che faceva fino alla fine.

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Il 2014 rappresenta un anno importante per la Concessionaria Chierici non solo per i suoi onorati  50 anni, ma anche perché questo importante traguardo coincide con l’anniversario dei 100 anni trascorsi dalla nascita del suo papà Angelo Chierici, la cui figura è entrata a pieno titolo nella storia della città di Parma.

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Di Chiara Marando – Parma 20 Settembre 2014

Busseto, nel cuore della bassa parmense, è uno di quei luoghi che trasudano storia e tradizione, un patrimonio fatto di cultura, arte, musica ed enogastronomia. Questa è la terra di Verdi, maestro indiscusso del quale si respira l’influenza ed il genio in ogni angolo, un’aria carica di emozionanti note passate.

Proprio qui, tra le vie del centro abbracciate dall’antica Rocca, si trova la Salsamenteria Baratta, un angolo di memoria che del tempo passato racconta sapori e profumi, storie fatte di quelle tipicità che rappresentano le radici del territorio. Una bottega unica nel suo genere, che già dal 1873 ospitava tra i suoi tavoli nomi illustri come Arturo Toscanini, Gabriele D’Annunzio e, primo fra tutti, Giuseppe Verdi. All’interno del locale ogni cosa parla del maestro, sembra quasi di entrare in un museo, tra spartiti originali, stampe e quadri, il tutto completato da utensili antichi, distese di bottiglie e salumi che pendono dal soffitto. Un ambiente caldo ed avvolgente, nel quale l’atmosfera risulta come sospesa, e dove la semplicità ed il sorriso fanno da padroni sulle gentili arie verdiane in sottofondo.

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Fu Lino Baratta lo storico fondatore di questa realtà, un’eredità che la sua famiglia ha portato avanti fino allo scorso anno, quando l’attività è stata lasciata nelle fedeli mani di Abele, che da oltre quarant’anni vi lavorava instancabilmente. Oggi è proprio lui che prepara le famose ed irresistibili salse e sceglie accuratamente i salumi, un vero e proprio omaggio al territorio ed alle sue eccellenze gastronomiche. Già, perché come spiega sua figlia Martina, perfetta ed infaticabile aiutante, il nome “Salsamenteria” deriva proprio da salse e salumi, ovvero i cavalli di battaglia che vengono servizi durante la degustazione.

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Qui non esiste la cucina, quindi non troverete piatti caldi, un lungo menù oppure ricette complicate, ma preparatevi comunque ad uscire soddisfatti e satolli. Intanto è bene sapere che il Lambrusco si beve alla vecchia maniera, nella tazza, perciò non meravigliatevi se i bicchieri da vino non verranno contemplati, ma godetevi il sapore intenso e ruffiano dei vini locali. La degustazione inizia con le salse da accompagnare al pane, delizie come quella a base di prezzemolo e sedano, oppure carote, peperoni, e pomodoro, ed ancora pestato di lardo, alici sott’olio, pomodori secchi e peperoncini ripieni con acciughe e capperi, tutto rigorosamente fatto in casa da mani esperte. Poi si passa al tagliere, più che abbondante, con Parmigiano Reggiano 24 mesi, Pecorino ed ottimi salumi misti quali Prosciutto, Spalla Cotta, Salame di Felino, Strolghino, Culatello, Coppa e Mortadella.

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Per chi non fosse ancora sazio, ecco pronta la frutta secca per preparare la bocca alle squisite torte casalinghe che concluderanno il banchetto: dalle classiche crostate, a quella ricotta e cioccolato, alla Spongata di Busseto, fino alla Sbrisolona ed alla Crostata Spumina, una pasta frolla ricoperta da uno strato di meringa, con un cuore di marmellata di albicocche e scaglie di cioccolato. Ovviamente, per finire, non potevano mancare i tradizionali liquori Fragolino, Nocino, Sburlòn e Bargnolino.

 

 

Salsamenteria Storica e Verdiana Baratta

Via Roma, 76

43011 Busseto
Tel. 0524 91066

www.salsamenteriabaratta.it

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Sabato, 13 Settembre 2014 10:42

“Io mangio locale”: la bontà a Km zero

Di Chiara Marando  - Sabato 13 Settembre 2014

Com’è che si dice?  Siamo quello che mangiamo. Un concetto più che reale, forse anche per questo c’è sempre più la ricerca di quei cibi che diano non solo il gusto, ma anche la certezza e tranquillità che solo le cose genuine possono dare. Ecco allora che puntiamo verso quelle produzioni fatte con cura ed amore, quei prodotti che hanno una storia, quasi con un nome ed un cognome. La cultura delle piccole realtà agricole a Km0, la filiera corta che racconta il percorso di quello che portiamo a casa, che parla di sapori intensi e ricavati con la giusta pazienza ed attenzione.

Proprio dalla passione per il territorio ed i suoi prodotti, nonché dalla volontà di promuovere, valorizzare e supportare le piccole aziende locali, è nata l’Associazione “Io mangio locale”, ovvero la tua spesa a Km0 a Parma. Loro sono Andrea Belicchi, web designer di professione con una conoscenza approfondita verso le realtà produttive della zona, e Luca Maccanelli con sua moglie Laura, fondatori dell’Azienda Agricola Orti di Santa Flora, a pochi chilometri da Parma. Un’idea nata dalla consapevolezza che le cose buone vanno preservate e condivise, che la dedizione dimostrata ogni giorno dai produttori va premiata. Il tutto rendendolo facilmente fruibile dai cittadini.

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Fare la spesa, infatti, è molto semplice. Basta registrarsi all’associazione direttamente sul sito  www.iomangiolocale.com,  versare una quota associativa veramente simbolica, il prezzo di un aperitivo per intenderci, e successivamente accedere con il proprio nome utente  e password.  Et voilà, adesso potete scegliere tra i tantissimi prodotti del territorio presenti nella lista, una varietà di gustose bontà  biologiche che spaziano dalla frutta e verdura rigorosamente di stagione, carne di manzo, pollo e suino nero, marmellate e confetture, uova, farina di varie tipologie, birra, pane, pasta fresca e miele.

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Questi, però, sono solo alcuni esempi del lungo elenco di delizie tra le quali potrete perdervi  per ordinare la vostra spesa settimanale, ognuna delle quali proveniente da Aziende Agricole locali di grande fiducia. Date un’occhiata ai produttori cliccando qui

Gli ordini si chiudono ogni lunedì sera, e la spesa si può ordinare in qualsiasi giorno della settimana. Il giovedì  è pronta da ritirare nella sede degli Orti Santa Flora ma, se volete riceverla a domicilio, ci penserà la sempre attiva bicicletta de La Sajetta a portarvela fino a casa, una vera istituzione cittadina eco-sostenibile.

 

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Sabato, 28 Giugno 2014 11:10

La “buona” Forchetta

Di Chiara Marando – 28 Giugno 2014

Trattarsi bene è molto importante, anche a tavola.  Coccolare il palato riesce a regalarci sensazioni appaganti, ed andare alla ricerca di luoghi dove poter soddisfare le nostre papille gustative diventa quasi un dovere, oltre che un vero piacere. Quello di scegliere il ristorante, consultare il menù e rilassarsi davanti ad un buon piatto, è un vero e proprio rituale del gusto. 

Nel cuore del centro storico di Parma, a due passi dal Duomo e dal Battistero, si trova un angolo di bontà culinaria, il Ristorante La Forchetta, dove la passione per il buon mangiare  e la gentilezza si respirano appena varcata la soglia. I pochi tavoli all’esterno creano un piccolo giardino privato raccolto tra il fascino dei borghi, mentre l’interno raffinato e luminoso è ulteriormente esaltato dalla sobrietà ed eleganza dell’arredo. E poi ci sono il sorriso e la professionalità di chi ha sempre messo tanta passione e tenacia nel proprio lavoro. Loro sono Angelo, siciliano d.o.c nonché chef per vocazione, e sua moglie Natalia, maestra nella gestione della sala e nel rapporto con la clientela.  Dopo tanta gavetta e studio, due anni fa Angelo ha deciso di realizzare il suo sogno di bambino: aprire un ristorante dove poter esprimere tutto sè stesso. E i risultati gli stanno dando ragione.

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La clientela non manca mai, e la lista degli affezionati si sta allungando sempre di più.  D’altronde non potrebbe essere altrimenti, perché trovare una così ampia varietà di pietanze che spaziano dai piatti  legati al territorio parmigiano, a quelli di pesce che si rifanno alla cucina tradizionale siciliana, è tutt’altro che semplice. Il plus è che qualsiasi sia la scelta, non si sbaglia mai. Angelo sceglie personalmente le materie prime, conosce gli ingredienti, sa come sposarli e farne risaltare il sapore. Viene l’acquolina in bocca al solo pensarci.

Immaginate di deliziarvi con la Duchessa di Parma, ovvero fesa di vitello ripiena di prosciutto crudo e parmigiano 24 mesi, accompagnata da una salsa al Marsala, oppure con il Carrè di Agnello impanato con formaggio primo sale e pistacchi, servito con pomodorini al forno. Per non parlare della pasta ripiena fatta in casa come tortelli e cappelletti, due must che non possono mai mancare.

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Ma vogliamo parlare del menù di mare? Un trionfo di bontà che parte dalle favolose Cruditè di pesce e dalle Capesante su un letto di misticanza e melograno, passa per i Tagliolini all’astice e le Bavette sul pesce, ricche di strepitoso condimento, per poi arrivare a secondi come la principesca Catalana, il profumato Branzino in crosta di olive, fino all’Ombrina con salsa di finocchi e olive taggiasche. Il tutto innaffiato da ottimo vino, un’ampia scelta delle migliori etichette.

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Ovviamente, per concludere, non ci si può far mancare i golosi Cannoli Siciliani preparati ad arte, oppure leccornie come la Torta di mele calda con gelato alla crema ed il delicato del Parfait alla menta.

 

Ristorante La Forchetta

Borgo San Biagio, 6

43121 Parma

Tel: 0521 208812

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