La Chiesa di Sant'Ilario Baganza o Pieve di Sant'Ilario Baganza, si trova nell'omonima frazione del comune di Felino in provincia di Parma.
Di Nicola Comparato 9 febbraio 2020 - La Chiesa di Sant'Ilario Baganza, che in origine aveva la funzione di cappella per il ricovero dei pellegrini, fu edificata tra l' XI e il XII secolo, periodo in cui si fanno risalire i due capitelli scolpiti con immagini umane e animali, e che oggi vengono riutilizzati nelle paraste delle cappelle laterali. Al 1230 risale la prima testimonianza della sua esistenza, documentata dalla dipendenza della "Cappella Sancti Ylarii del Bagancia" verso la vicina Pieve di Sant'Antonino Martire a Barbiano. Nel 1322 ci fu l'ampliamento della piccola cappella romana, con l'edificazione della nuova abside a pianta rettangolare e con la sopraelevazione della navata.
La Torre Campanaria in pietra fu edificata nel 1472. La Chiesa fu nuovamente ingrandita tra il XVI e il XVII secolo, con la costruzione di due cappelle laterali in aggetto e di due nuove campate. In sostituzione delle capriate, nel 1686, furono realizzate le volte a crociera di copertura, e nello stesso anno fu innalzata anche la nuova facciata. La Chiesa fu restaurata a partire dal 1970 e gli ultimi lavori di restauro furono avviati nel 2005, per sistemare le murature e le coperture degradate. In seguito i lavori interessarono il ripristino delle opere d'arte, del campanile, della facciata e dei pavimenti. La chiesa di Sant'Ilario Baganza fa parte delle "Pievi Parmensi", termine comparso nell'877 derivato dal latino "Plebs", che sta ad indicare il popolo riunito in comunità, ma anche il luogo dove la comunità si riunisce.
Tra i vari compiti svolti nelle Pievi, come ad esempio imporre le penitenze, impartire il battesimo e somministrare l'olio Santo, oltre alle funzioni religiose, le Pievi erano spesso utilizzate per dare rifugio ai pellegrini e ai viaggiatori, ad eccezione degli edifici sottoposti alla Pieve, le cappelle, che avevano solo la funzione di luoghi di preghiera.
A seguire la galleria fotografica della Chiesa di Sant'Ilario Baganza:
Due uomini straordinari che hanno guidato la Chiesa con l’esempio e la sofferenza. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II canonizzati nello stesso giorno, la Domenica successiva alla Pasqua.
di Lamberto Colla ---
Parma, 27 aprile 2014 -
Dispiace non avere la possibilità di raccontare un episodio di contatto diretto con questi due grandi uomini del XX secolo. Due sacerdoti divenuti Papa e poi Santi. Entrambi amati da tutti e entrambi, proprio per questa ragione, sono stati proclamati Santi con deroghe alle rigide procedure di canonizzazione.
Una risposta d’amore all’amore che il “Papa Buono”, come era soprannominato Giovanni XXIII, e Giovanni Paolo II hanno saputo donare alle comunità, non solo cristiane, durante il loro pontificato.
Due figure diverse ma complementari e due cause di canonizzazione (si chiamano così i processi che portano all’accertamento della santità) che, ciascuna a suo modo, hanno registrato delle peculiari eccezionalità rispetto alla norma.
“Santo Subito” fu il coro che si levò all’annuncio della morte di Papa Wojtyla. Il popolo cristiano pretendeva la santificazione del pontefice polacco ancora in vita. Un uomo che era entrato in tutti i cuori dalle prime parole pronunciate: “Si sbaglierò mi corrigerete”. Dapprima con la sua energia e carisma poi con la determinazione della sofferenza fisica mostrata quotidianamente. Solo nove anni furono quindi sufficienti per arrivare alla canonizzazione. La autorizzazione venne sottoscritta da Benedetto XVI che derogò alla norma che impone di attendere cinque anni prima di poter dare inizio al processo di beatificazione e canonizzazione.
Per Giovanni XXIII, invece, l’eccezione è stata fatta dallo stesso Papa Francesco che ha dispensato dalla necessità di accertare un miracolo da ascrivere all’intercessione del beato Roncalli per poterlo proclamare santo. Il secondo miracolo, quello cioè accertabile in fase di beatificazione ancora, per Roncalli, non è stato ascritto.
Anche per il “Papa Buono”, quindi, la santità è stata meritata e invocata dallo stesso popolo cristiano.
E oggi a Roma sono attesi 3 milioni di pellegrini da tutto il mondo per festeggiare questi due straordinari servitori di Dio e dell’umanità. Piazza San Pietro non potrà ospitarli tutti e perciò la città capitolina si è attrezzata con mega schermi qua e là sparsi in punti strategici. Per la precisione ben 14 in varie zone della città: 3 in via dei Fori Imperiali 2 in piazza Pio XII, 4 su via della Conciliazione, 1 su Largo Giovanni XXIII, 4 nella zona pedonale e giardini di Castel Sant'Angelo, 1 in piazza Navona (per i pellegrini di lingua polacca), 1 in piazza dell'Esquilino - Santa Maria Maggiore, 1 in piazza Farnese (per i pellegrini di lingua francofona) e 1 all'aeroporto Leonardo Da Vinci Terrazza Roma nel Terminal 3.
Oggi sarà un giorno memorabile per la cristianità.
Il “prete argentino” diventato Papa Francesco che con la semplicità di un missionario sta restaurando la “Chiesa” incoronerà Santi due uomini che hanno avuto in comune la guida spirituale della Chiesa e l’apprezzamento universale del popolo della cristianità: Papa Wojtyla e Papa Roncalli.