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Una cittadina carpigiana di 75 anni si è vista addebitare il canone Rai sulla bolletta elettrica relativa a una casa in cui non abita, pur avendo un contratto di fornitura per l'energia elettrica "domestico non residente".

Modena, 3 marzo 2017

L'Agenzia delle Entrate le ha risposto che deve rivolgersi al Servizio Elettrico Nazionale (già Enel), il quale l'ha invitata a contattare l'Agenzia delle Entrate.
È paradossale la vicenda di una cittadina carpigiana di 75 anni – N.G, che si è vista addebitare il canone Rai sulla bolletta elettrica relativa a una casa in cui non abita.

Del caso si sta occupando l'Adiconsum, l'associazione consumatori della Cisl, perché il canone Rai viene regolarmente pagato dal marito della donna. «Questa coppia ha due appartamenti nello stesso palazzo di Carpi. Uno è intestato al marito, l'altro alla moglie – spiega Adele Chiara Cangini, responsabile provinciale Adiconsum – I due vivono insieme nell'alloggio intestato al marito, il quale ha un contratto per la fornitura di energie elettrica "domestico residente". Sulla bolletta viene regolarmente addebitato il canone Rai. Lo stesso accade, però, anche alla moglie, pur avendo ella un contratto di fornitura per l'energia elettrica "domestico non residente". Per questo la signora, su nostro consiglio, si è rivolta all'Agenzia delle Entrate, la quale ha risposto che la questione riguarda esclusivamente l'impresa elettrica. La quale, a sua volta, l'ha invitata a contattare l'Agenzia delle Entrate. Insomma, se la rimpallano.
Nel frattempo – continua Cangini – la signora ha pagato la bolletta parzialmente, stornando cioè la rata del canone. Poi, sempre su nostro suggerimento, ha inviato all'Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di certificazioni anagrafiche per dimostrare che il canone non deve esserle addebitato in quanto è dovuto in relazione all'utenza elettrica intestata ad altro componente della stessa famiglia anagrafica.
Nella speranza – conclude la responsabile provinciale di Adiconsum – che questo documento risolva definitivamente il problema».

Pubblicato in Cronaca Modena

Per il secondo anno consecutivo il canone Rai è stato abbassato: quest'anno si dovranno pagare 90 euro. Lo sottolinea l'Adiconsum di Modena, aggiungendo che la somma, di norma, verrà addebitata sulla bolletta elettrica in dieci rate nell'arco dell'anno. Cosa fare se non si possiede la tv e come chiedere le esenzioni.

Modena, 18 gennaio 2017

«Dal 2016 vale la presunzione che in un'abitazione di residenza si trovi anche un apparecchio televisivo. Chi non detiene alcun apparecchio, lo deve comunicare all'Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio 2017 – avverte Adele Chiara Cangini, responsabile provinciale Adiconsum - I moduli si trovano sul sito www.canone.rai.it. Questa dichiarazione va rinnovata ogni anno. Se una famiglia possiede un televisore, ma nessun contratto elettrico di tipo "domestico residenziale" (questa informazione si trova sulla bolletta, di solito nella parte superiore della prima pagina, dove sono riepilogate le caratteristiche della fornitura), deve pagare il canone tramite modello F24. È possibile effettuare il versamento in banca o in posta. Anche per questa incombenza il termine è fissato al 31 gennaio 2017. I fac-simili si trovano su www.canone.rai.it».

L'associazione consumatori della Cisl ricorda che, da qualche anno, i cittadini ultra 75enni con un reddito inferiore a 6.713 euro possono chiedere l'esenzione dal pagamento del canone. Nel caso in cui questa dichiarazione sia stata già presentata, e i requisiti permangono, la dichiarazione non va presentata nuovamente. I moduli si trovano su www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/Esonero75.aspx.

Adiconsum, Adoc e Centro Tutela Consumatori Utenti, con il sostegno del Ministero per lo Sviluppo economico, hanno avviato il progetto TiVuoINFOrmare: Assistenza multicanale per i consumatori. Info: tel. 06 44170234 dal lunedì al venerdì (ore 9-13), oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(Fonte: Cisl Modena)

Utenze di acqua, elettricità, gas, telefonia e canone Rai. Giovedì 24 novembre a Modena un incontro con l'esperta di tutela legale dei consumatori aperto a tutti; i presenti possono rivolgere domande e chiedere consulenze su problemi specifici.

Modena, 23 novembre 2016

Come gestire contratti e disdette con le utenze di acqua, elettricità, gas e telefonia, come prevenire le truffe porta a porta o telefoniche, come essere in regola con il canone Rai.
È dedicato alla tutela legale dei consumatori l'incontro in programma domani – giovedì 24 novembre – alle 9 nell'auditorium Cisl "Romano Artioli", in via Rainusso 56/58 (palazzo Europa) a Modena.
All'iniziativa, organizzata dall'Adiconsum Modena (associazione consumatori Cisl) e dal sindacato pensionati Fnp Cisl Emilia Centrale, interviene Adele Chiara Cangini, responsabile provinciale Adiconsum.
L'incontro è aperto a tutti; i presenti possono rivolgere domande e chiedere consulenze su problemi specifici.

(Fonte: ufficio stampa CISL MO)

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Decine a Modena le badanti straniere alle quali la Rai sta chiedendo il pagamento del canone tv. Adiconsum consiglia di rivolgersi ai loro uffici per sapere come comportarsi. -

Modena, 20 marzo 2015 -

Sono decine a Modena le badanti straniere alle quali la Rai sta chiedendo in queste settimane il pagamento del canone tv. Questo nonostante la famiglia presso cui lavorano abbia già pagato. A renderlo noto è l'Adiconsum (associazione consumatori della Cisl), alla quale si sono rivolte nei giorni scorsi diverse assistenti familiari destinatarie dei solleciti Rai.

«La Rai chiede a queste donne l'apertura di un nuovo abbonamento anche se la persona/famiglia assistita dalla badante ha già versato regolarmente il canone - afferma la responsabile provinciale Adiconsum Adele Chiara Cangini.  "Facciamo un esempio, richiamando un'altra tassa di possesso: quella del bollo auto. Chi guida un'auto non di sua proprietà – spiega Cangini - non è tenuto al pagamento del bollo, obbligo cui invece è soggetto il proprietario. L'evasione del canone tv è certamente un problema serio, ma questi solleciti non hanno fondamento di legge, quanto piuttosto solo il sapore di "fare cassa" - continua la nota. 

Per questo Adiconsum consiglia alle badanti di ignorare le lettere delle Rai, a meno che non siano raccomandate, oppure di rivolgersi ai loro uffici per scrivere alla Rai che il canone tv è già stato pagato.

Pubblicato in Cronaca Modena
Domenica, 26 Ottobre 2014 12:28

Attenti al canone!

Pagare meno, pagare tutti. Si comincia dalla RAI ma non è così scontato.

di Lamberto Colla - Parma, 26 ottobre 2014
"Il canone logora chi non ce l'ha" parafrasando la celeberrima frase di Giulio Andreotti opportunamente adattata sulla questione della tassa di scopo a favore di RAI e così indigesta agli italiani.
Torna oltremodo di moda alla luce delle indiscrezioni sulla legge di stabilità in via di approvazione che vedrebbe il Canone RAI trasformarsi in "Contributo", meno caro, ma esteso a tutti i cittadini.

Già il fatto che si riduca l'importo non è piaciuto al Direttore Generale Gubitosi temendo una riduzione drastica alla voce ricavi del bilancio soprattutto alla luce delle non propriamente entusiasmanti performance di bilancio degli ultimi anni.
Premesso che RAI, proprio perché offre un servizio pubblico, ha come obiettivo il pareggio di bilancio e non la massimizzazione degli utili come invece deve perseguire una impresa privata (vedi Mediaset o Sky) ma ciò non toglie che quell'obiettivo deve essere raggiunto attraverso operazioni strategiche efficaci e da un attento controllo di gestione. Un impegno eticamente ancor più impegnativo e dovuto in ragione dello status di pubblica utilità e contribuito direttamente dai cittadini.

Ancora non vi è certezza ma i rumors indicano in una sensibile riduzione dell'imposta destinata a finanziare il servizio televisivo che, dagli attuali 113,50€, passerebbe a un minimo di 35€ esteso però a tutte le famiglie italiane (sino a un massimo di 80€ a seconda della capacità di spesa) e perciò coinvolgerebbe anche quel milione e novantamila nuclei familiari che attualmente eludono l'imposta e per i quali la RAI è in contrasto con il Governo per la mancata riscossione. Sul campo ci sarebbero circa 2,5 miliardi di euro che la Rai vanterebbe, come canoni non riscossi (evasi), nei confronti dello Stato seppure tecnicamente sia molto difficile che l'azienda radiotelevisiva possa considerarli «crediti esigibili», che cioè possa ricorrere contro il Tesoro.

La decisa caduta dei ricavi, dovuti in buona misura alla crisi economica, preoccupa, come è normale che sia, la dirigenza RAI considerato che nel 2012 il crollo sembra essere stato del 20%. Una discesa proseguita anche nel 2013 per quanto compensata da una drastica riduzione di costi e dall'aumento del canone che hanno consentito di riportare, dopo diversi anni, fuori dalla zona rossa il bilancio dell'azienda statale. Non deve inoltre ingannare l'incremento di raccolta pubblicitaria registrata nel primo semestre del 2014 (+4%) perché il dato scaturisce dall'effetto contingente dei mondiali di calcio (conclusi anticipatamente dalla nostra nazionale). Se si epurasse la raccolta da questo dato il risultato del semestre sarebbe intorno al -15%. Una situazione quindi di notevole instabilità soprattutto se messa a confronto con Mediaset i cui indicatori di reditività sono così più performanti che sarebbe lecito attendersi una svolta gestionale radicale da parte di RAI, piuttosto che cercare di salvaguardare la rendita di posizione determinata dal canone e dagli improbabili crediti inesigibili dovuti all'"evasione". Dovrebbe, la dirigenza, anche interrogarsi sulla posta negativa di 30 milioni che RAI dovrebbe (in spot gratuiti) agli inserzionisti per il mancato raggiungimento del target d'ascolto (share) promesso e sottoscritto in alcuni contratti.

L'occasione di crisi dovrebbe indurre la rete televisiva nazionale a prendere il toro per le corna e rivedere completamente la strategia commerciale, la qualità dei palinsesti e dei programmi (esempi di positività ce ne sono da cui prendere spunto come ad esempio REPORT) tornando a riacquistare quella posizione di ammiraglia che ci si attende e che giustificherebbe il pagamento del canone o contributo che sia. Quindi ridurre drasticamente i costi che, come la maggior parte dei "carrozzoni statali" sono zavorrati da pregresse e ormai fuori moda rapporti clientelari.

Intanto ben venga la riduzione del canone ma auspichiamo anche una rivoluzione aziendale che possa far meglio digerire il vecchio o nuovo obolo pro RAI.

Pubblicato in Politica Emilia
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