Domenica, 15 Marzo 2020 06:11

La testimonianza di Elisabetta Rastelli, guida turistica al tempo del coronavirus. In evidenza

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Ancora risuonano gli echi di una maestosa inaugurazione di Parma Capitale Italiana della Cultura. Le immagini trasmesse in diretta della tre giorni di inaugurazione, culminata con la vista del Presidente Sergio Mattarella al Teatro Regio, sembrano un ricordo d'altri tempi dopo solo 21 giorni di isolamento da coronavirus.

Di redazione Parma 14 marzo 2020 - Tra l'inno di Mameli e il Nabucco, tra i discorsi delle autorità locali e nazionali e il video promozionale che da lì a poco avrebbe inondando le reti televisive, gennaio 2020 stava lanciando Parma nell'olimpo degli itinerari turistici. Da ogni parte della penisola e diversi paesi europei le prenotazioni correvano sul filo dei telefoni, seguite dalle conferme. In tanti erano ai blocchi di partenza, pronti a scattare per raccogliere i frutti di tanta meticolosa preparazione. Tra costoro c'erano anche le Guide Turistiche. A fine febbraio, anziché cinesi e coreani a sbarcare in Italia è stato un avamposto di coronavirus, coltivato a Wuhan e esportato nella vicina Corea e poi planato nel nord Italia dove si è radicato.
 
Tutti, chi più e chi meno, ne faranno le spese. I meno sfortunati potranno accedere agli ammortizzatori sociali, ma molti altri, il popolo delle partite iva, invece non sa come potrà tirare a campare.
 
Tra le partite iva, ci sono appunto le Guide Turistiche, quei professionisti che vediamo attorniati da stuoli di persone davanti e dentro i monumenti, i teatri e i musei, piuttosto che nei caseifici o nei prosciuttifici della food valley.
 
Professionisti, autonomi, madri e padri di famiglia, che a fine febbraio non hanno potuto iniziare a raccogliere i loro prodotti, pazientemente seminati nei mesi precedenti: come in tempi di carestia, tutto è andato perso. Un lungo e oneroso periodo di preparazione si è volatilizzato.
 
Per meglio comprendere la situazione, valida per Parma ma estendibile a tutta l'Italia, abbiamo chiesto la testimonianza di una di queste professioniste. Elisabetta Rastelli, guida turistica abilitata dal 2003 su Parma e provincia e in seguito, per legge, su tutta l'Emilia Romagna, ha accolto di aprirsi a noi anche nella speranza di riuscire a sensibilizzare gli organi di governo locali e nazionale sulle loro difficoltà e aggiungiamo noi, in rappresentanza del popolo delle partire iva.
 
"Opero prevalentemente - commenta Elisabetta Rastelli, su Parma e Provincia e in qualche circostanza anche a Piacenza e Modena. Per raccontare quello che è successo a me e alla maggior parte delle guide abilitate con partita iva, che hanno i loro siti e si fanno conoscere come professioniste, parto da Gennaio con l'inaugurazione di Parma2020, con annesso tutto il materiale di divulgazione prodotto per Parma Capitale Italiana della Cultura, stava uscendo sul territorio nazionale, europeo e extraeuropeo. Per noi era già iniziato un grande lavoro di orientamento, verso quella gran massa di privati ma soprattutto organizzazioni di ogni genere che proprio alle guide si rivolgono per studiare e programmare gli itinerari. Un lavoro enorme, gratuito che le guide svolgono per dare indicazioni affidabili. Gli organizzatori del tour, prima di proporre il pacchetto, si informano dalle guide del luogo e a loro si affidano. Le guide quindi orientano, con mail, telefonate e quant'altro, su quello che possono essere le più soddisfacenti mete per l'interlocutore, in ragione del tempo che destina alla visita, a quello che c'è aperto o chiuso in quelle determinate date prescelte e in coerenza con quelli che sono gli interessi specifici esplicitati.
Abbiamo quindi iniziato a lavorare come in una sorta di backstage preparatorio a gennaio e finalmente, alla fine di febbraio, avremmo dovuto cominciare a lavorare a "pagamento"; vuol dire concretizzare i risultati del lavoro preparatorio e perciò accompagnare i gruppi in visita. Sono quelli i servizi regolarmente pagati. Quello che è avvenuto nell'ultimo week end di febbraio lo sapete tutti. Il lavoro vero e proprio, quello che avrebbe portato il compenso da lavoro di guida, non è mai iniziato.
Porto all'attenzione il mio caso di professionista con partita iva. Il lavoro mi sarebbe servito, oltre che per vivere, anche per pagarmi gli ultimi anni di contributi inps per avere un minimo di pensione. Ero già andata al patronato, che prevedendo un Parma2020 ricco di lavoro, mi dissero avrei potuto contribuire efficacemente al raggiungimento la quota minima di contributi per andare nei tempi dovuti in pensione. Questo è il lavoro di una guida, in sospeso, come tutte le partite iva. Noi, siamo quel tassello del turismo, spesso e forse volutamente, dimenticato".
 
Una testimonianza, una storia di vita che ne rappresenta altre e come altri lotterà per la propria dignità con l'orgoglio di non voler essere sopraffatti. Perché…"Andrà tutto bene"!

(LGC)

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