I produttori ungheresi chiedono un intervento contro l'ingresso di latte a basso costo. Il Ministro Martina dice NO all'aumento delle quote.
di Virgilio, Parma 16 luglio 2014
Il latte è un alimento principe nella dieta alimentare e la sua produzione è da sempre fonte di reddito per una gran parte di imprese agricole.
Il regime delle quote latte è stato uno dei sistemi più efficaci di intervento da parte della CE prima e UE dopo per equilibrare domanda e offerta all'interno del mercato comune e, nonostante le storture italiane, il suo scopo è stato in gran parte raggiunto.
Dal 2015 tutto cambierà ma nel frattempo, anche in ragione delle differenze organizzative e strutturali dei sistemi economici e, nello specifico, zootecnici dei diversi Paesi membri, determina pressioni alle "frontiere" come sta accadendo in Ungheria in questi giorni.
A riportare la notizia per la quale i produttori magiari sarebbero sul piede di guerra è il sito EUROREGION.NET.
I produttori di latte ungheresi si dicono quindi pronti a manifestare se il loro governo non interverrà sulla questione ormai insostenibile del latte importato a basso costo che comporta una sovraproduzione di quello nazionale.
La rotta del latte - ricorda www.economia.hu- infatti procede da Nord a Sud, approdando in Italia e in Grecia, mentre quello arriva che in Ungheria proviene dall'Europa Settentrionale e Occidentale, soprattutto dalla vicina Slovacchia, ma anche dalla Polonia, dalla Germania e dall'Austria. Hegedus Imre, parlando alla tv nazionale M1 a nome associazione ungherese dei produttori di latte che presiede, ha sottolineato che il problema deve essere legato anche a questioni di Imposta sul Valore Aggiunto. La domanda che deve essere posta, sottolinea Hegedus, come possa essere rivenduto a basso costo sugli scaffali il latte straniero, ad esempio quello tedesco, che in Germania costa di più che in Ungheria.
- CHIUSO DOSSIER LATTE -
Nel frattempo, lo scorso 14 luglio, dopo 5 mesi di trattative, si è finalmente concluso il dossier latte con un No da parte del nostro Ministro Maurizio Martina sostenuto da altri rappresentanti di Paesi UE che in questi ultimi anni di regime quote latte hanno, contenuto le produzioni. Non così è stato invece da parte di Germania, Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio che, al contrario, hanno notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016. La richiesta di questi Paesi del Nord, con in testa la Germania, era di modificare il tenore di grasso nel latte che, in sostanza, si sarebbe tramutato in un aumento della quota latte disponibile per i loro produttori con la conseguenza non indifferente di non dover pagare la "multe".
Questa volta non sono stati gli italiani a fare i furbetti...
Prezzi relativamente stazionari. Unica eccezione significativa la ridiscesa del latte spot.
di Virgilio, Parma - 16 luglio 2014
LATTE SPOT Dopo tanto risalire è venuto il tempo di scendere. Il latte spot, quotato a Verona, ha chiuso il mese di giugno in stasi per riaprire in luglio con una speculare inversione rispetto al mese precedente. Il 7 luglio, infatti, i listini hanno ceduto il 3,49% e lo scorso lunedì 14/7 un ulteriore euro è stato scalato registrando un valore minimo di 41,24 e massimo di 42,27€/100 litri di latte.
BURRO E CREMA Da fine maggio i listini di Burro si sono pressoché stabilizzati. Unica eccezione per la crema a uso alimentare che ha, seppure con leggera distonia, accompagnato le variazioni del latte spot. Tant'è che dopo la costante ascesa avviata da fine maggio, nelle ultime sedute di borsa milanesi, i listini si sono ridimensionati del 3,33% e 3,23% rispettivamente il 7/7 e il 14/7 fissando il prezzo della crema di latte a uso alimentare a 1,74€/kg.
GRANA PADANO Fermi i consumi interni ma fermi anche i listini del Grana Padano. Anche in questo inizio di luglio le quotazioni non hanno subito variazioni. Nello specifico alla borsa di Milano i listini del 9 mesi di stagionatura sono stazionari tra 6,85 - 6,95€/kg dal 9 giugno scorso così come pure il 15 mesi è dalla medesima data fissato tra 7,45 e 8,10€/kg.
PARMIGIANO REGGIANO Sensibilmente diverso invece l'andamento dei prezzi del Parmigiano Reggiano. Alla costante riduzione dei listini si è, solo da tre settimane, manifestata una certa stabilità nelle quotazioni del 12 mesi di stagionatura mentre è ben più prolungato il periodo di stagnazione rilevato nei listini del 24 mesi (6 settimane). In particolare per il 12 mesi i prezzi registrati alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma si sono attestati tra 7,85 e 8,20 e tra 9,35 e 9,70 rispettivamente per il 12 e 24 mesi.
Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 28 14 Luglio 14
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SOMMARIO Anno 13 - n° 28 14 Luglio 14
1.1 editoriale - Nella palude UE
2.1 quote latte - Never ending story
3.1 bonifiche - Nutrie, accertata la pericolosità. Corsi d'acqua troppo vulnerabili
3.2 export - Ismea. Bene il 1° trimestre, +1,9% in valore
4.1 Lattiero caseario - Stop al latte spot
5.1 sviluppo - Coldiretti. Restituire l'Europa ai popoli.
5.2 Alcool e vino - Vietare il vino in pausa pranzo. I produttori francesi non l'hanno presa bene
6.1 Filiera italiana - Barilla firma con il "Consorzio Casalasco del Pomodoro"
Regime Quote Latte, 1,4 miliardi di vecchie multe da incassare per l'UE.
di LGC Parma, 11 luglio 2014 -
Una storia infinita quella delle quote latte e delle cosiddette "multe" ovvero del prelievo supplementare che spetta ai singoli produttori che superano il quantitativo di produzione lattiera annuale assegnato dalla UE.
Un sistema di contingentamento della produzione europea che avrebbe dovuto garantire maggiore equilibrio di mercato interno.
Dal 2015 finalmente, dopo trent'anni di applicazione, non sentiremo più parlare di quote anche se un nuovo sistema di regolamentazione dei mercati verrà istituito e, nonostante le vicissitudini italiane (partito male e finito altrettanto male), dovrà consentire una corretta remunerazione del latte e soprattutto evitare che Paesi con alta potenzialità e efficacia produttiva facciano la parte del leone all'interno dell'Unione.
L'ultima, in termini di tempo, è l'ingiunzione allo stato italiano, da parte della Commissione UE, di recuperare i 1,395 miliardi di euro di multe che i produttori avrebbero dovuto versare tra il 1995 e il 2009. Di fatto più del 50% (2,265 miliardi) dell'intero periodo "post prima moratoria" (1994) che autorizzò lo stato italiano a pagare 6.000 miliardi di lire al posto dei singoli produttori e con l'impegno di riallinearsi ai regolamenti. Cosa che, puntualmente, non avvenne se non parzialmente. Infatti, alle nuove assegnazioni dei singoli (in precedenza ai produttori italiani era concesso di "splafonare" in forza della possibilità di compensazione attraverso le "quote" dei vari bacini latte, dall'associazione di produttori al bacino nazionale, godendo perciò delle minori produzioni di alcuni determinate da ben precise cause (stagionalità, malattie delle mandrie, riduzione temporanea della mandria ecc...). Molti produttori dal 1994 (la gran maggioranza) quindi investì nell'acquisto di "quote" da chi cessava la produzione o affittandone per una campagna in corso da chi non riusciva a produrre il quantitativo assegnato pur di proseguire nei loro piani di sviluppo zootecnico mentre altri, i Cobas del latte, decisero di non adeguarsi e proseguirono le battaglie legali per fare valere le loro opinioni.
Così oggi, alla vigilia della conclusione di questo ciclo tormentato, la Commissione torna a richiedere il dovuto, 1,4 miliardi di euro sottolineando che l'Italia non è stata in grado di assicurare il recupero delle somme. Ma la relazione punta il dito sulle conseguenze del mancato recupero sia a livello europeo che sul bilancio nazionale. «L'incapacità dell'Italia - afferma la Commissione Ue - ad assicurare il recupero effettivo di queste multe compromette gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, provocando distorsioni di concorrenza con gli altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le loro multe». Sulle conseguenze nazionali invece viene sottolineato che «queste somme dovrebbero essere versate al bilancio dell'Italia affinché i contribuenti italiani non ne escano perdenti». Forse alludendo al passato e alla prima moratoria. Fatto sta che questi soldi devono rientrare nelle casse dell'UE.
- Il meccanismo delle quote latte -
Il regime delle quote latte, istituito dalla U.E. nel 1984, tende ad equilibrare la produzione europea di latte bovino. Consiste essenzialmente nell'assegnazione a ciascun Stato membro di un quantitativo nazionale garantito, suddiviso in quota consegne (latte conferito a primi acquirenti cioè caseifici o latterie) e in quota vendite dirette (latte o prodotti trasformati venduti direttamente dal produttore al consumatore).
Il quantitativo nazionale garantito viene ripartito tra tutti gli allevatori, che possono pertanto produrre la quantità loro assegnata senza incorrere nel "prelievo supplementare" il ci valore viene stabilito ogni anno.
- La prima moratoria: 6.000 miliardi di lire -
Nel 1992 l'amministrazione italiana fu costretta ad approvare una normativa specifica la famosa legge 468/92, che in ossequio ai nuovi principi comunitari prevedeva l'attribuzione dei quantitativi di riferimento individuati nel frattempo nelle produzioni realizzate nei periodi 1988/89 e 1991/92 direttamente alle singole stalle. La Comunità contestando i dati produttivi comunicati dall'amministrazione avviò un contenzioso per richiedere il pagamento di un prelievo complessivamente stimato in circa 6.000 miliardi di vecchie lire (pagate dallo Stato, quindi da tutti! ndr.)
- La stretta di Alemanno del 2003 -
Dopo l'introduzione della possibilità di rateizzazione (L. 119/2003) in 14 anni e fortemente voluta dall'allora ministro Gianni Alemanno, gli "splafonatori" recidivi rimasero solo – mi sembra di ricordare – 650 sugli oltre 30.000 iniziali. Una percentuale inferiore al 2% della popolazione allevatoriale.
Luglio inizia in flessione per il latte spot. Calma piatta invece per le due principali DOP. Invariato il Burro.
di Virgilio Parma - 09 luglio 2014
LATTE SPOT: Si arresta l'ascesa del latte spot nella prima settimana di luglio. A Verona la quotazione dello scorso lunedi, ultimo giorno di giugno, (42,27€ - 43,30/100litri latte) è durata solo l'arco della settimana posto che lunedì 7 luglio è stato registrato un calo del 3,49%.
BURRO E CREME: Andamento per certi versi analogo al latte spot è stato registrato dalle Creme a uso alimentare (40% mg). Alla Borsa merci di Milano dopo l'ultimo colpo di coda di lunedì 30 giugno (+2,20%) la prima settimana di luglio si è aperta con un calo sensibile del -3,23% (1,80€/kg) non replicato a Verona dove i listini non hanno subito variazioni attestandosi all'interno del range 1,78-1,80€/kg, quota raggiunta lo scorso 30 giugno in conseguenza di un incremento dello 0,85%.
FORMAGGI: Invariate le quotazioni delle due principali DOP. Il mese di Luglio si è aperto con le medesime quotazioni dell'ultima settimana di giugno sia per il Grana Padano DOP sia per il Parmigiano Reggiano. Un comportamento omogeneo che ha interessato tutte le tipologia di stagionatura e diffuso in tutte le piazze prese a riferimento.
Nello specifico il Grana Padano è stato quotato alla borsa milanese tra 6,85 e 6,95€/kg il 9 mesi di stagnatura e compreso tra 7,45 e 8,10 €/kg il 15 mesi di stagionatura.
Alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma il Parmigiano Reggiano ha invece mantenuto i listini compresi tra 7,85 e 8,20€/kg relativamente al 12 mesi e tra 9,35 e 9,70€/kg il 24 mesi.
Leggero ritocco dei listini di Burro. Il latte spot conclude il mese di giugno in forte recupero. "Padano" confermati i listini e "Parmigiano" relativamente stazionario.
Parma - 02 luglio 2014
Non si arresta l'ascesa del latte spot. Nel corso del mese di giugno il prodotto nazionale, quotato alla borsa di Verona, ha recuperato quasi 4,5€. Sul fronte del Burro nessuna significativa variazione rialzista segnalata, salvo un leggero ritocco per i listini del Burro CEE e del Burro di centrifuga. Si conferma in crescita la Crema di latte (40% mg) sulla piazza di Milano. Una 27esima settimana sostanzialmente stabile per le due principali DOP. Confermati infatti tutti i listini della precedente ottave riguardo al Grana Padano DOP e, analogamente al padano, anche i prezzi del Parmigiano Reggiano non hanno subìto variazioni alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma mentre un leggero riallineamento dei prezzi è stato registrato a Milano.
LATTE SPOT: ancora un +3,61% (43,82 - 44,85€/100 litri) registrato in quest'ultima settimana di giugno con un incremento medio del 11,41% sul mese precedente. Nulla se confrontato con l'ascesa del prezzo del latte provenienza estera che ha sfiorato la soglia del +21% di incremento sul mese precedente registrando un prezzo medio mensile di 41,63€/100 litri contro la media nazionale che ha raggiunto quota 42,79€/100 litri.
BURRO E CREMA: leggero ritocco ai listini del Burro Cee (3,25 €/kg) e del Burro di centrifuga (3,45€/kg). Prosegue invece la tendenza al rialzo della crema di latte. Milano registra, per la quinta settimana consecutiva, un ulteriore +2,25% corrispondente a 1,82€/kg. Listino già aggiorna a 1,86€/kg (+2,20%) nella seduta milanese del 30 giugno. A Verona, dopo il rialzo della precedente settimana, il prezzo è rimasto invariato e compreso tra un prezzo minimo di 1,78€/kg e un prezzo massimo di 1,80€/kg.
GRANA PADANO: nessuna variazione di listino in tutte le piazze di riferimento e per ogni tipologia di prodotto. Nello specifico a Milano è stato quotato a 6,85 e 6,95/kg il 9 mesi di stagionatura e 7,45-7,70/kg il 14-16 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO: In attesa di verificare le conseguenze del sequestro di 2.400 forma dovute al "taroccamento" delle analisi del latte (aflatossine) e nella speranza che dette analisi non siano state modificate anche nel contenuto di grasso (utile alla quantificazione della produzione equivalente di latte ai fini della determinazione delle "Multe" per il superamento delle quote latte) il mercato del Re dei Formaggi, almeno in quest'ultima settimana di giugno, sembra essersi stabilizzato. Alla borsa parmense (riferimento per l'intero comprensorio) il "Parmigiano" 12 mesi è rimasto fermo alla forbice 7,85 - 8,20. Altrettanto si è verificato per il 24 mesi che ha confermato i prezzi compresi tra 9,35 e 9,70 €/kg.
La piazza di Milano invece continua il percorso di riallineamento e non arresta la tendenza ribassista per la quale è stato fissato il prezzo di 7,95 - 8,25€/kg per il 12 mesi (-1,22%) e di 9,75 -10,50€/kg per il 24 mesi (-0,49%).
MIPAAF
3 luglio, convocati i tavoli "suinicoltura" e "lattiero-caseario"
Roma, 23.06.14
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che sono stati convocati per giovedì 3 luglio il Tavolo della filiera suinicola e il Tavolo della filiera lattiero-casearia.
Le riunioni, previste rispettivamente alle ore 12.30 e alle ore 16.30, si terranno presso la sede del Dicastero.
Non si arresta l'ondata di ribasso delle due principali DOP. Prosegue la fase ascendente del Latte Spot. Ancora stazionari i listini di zangolato e burro, mentre risulta in recupero la crema di latte.
di Virgilio Parma - 25 giugno 2014
Ancora una settimana contraddistinta dalla ripresa delle quotazioni latte spot. +7,79% l'incremento registrato a Verona lo scorso 16 giugno e un ulteriore +3,61% lunedi 23 giugno tanto da riposizionare la quotazione tra 43,82 e 44,85 €/100 kg di latte. In questo squarcio di giugno si è assistito a un recupero del prezzo medio sul mese precedente del 10,07% per quanto riguarda il latte nazionale e di ben il 19,40% relativamente al latte proveniente da Germania e Austria. Il buon andamento del latte spot non ha ancora coinvolto le materie grasse. Per il momento, in questa 25esima settimana, solo le creme (40% mg) hanno manifestato qualche segnale di rialzo mentre il burro e lo zangolato stanno ancora a guardare. Un primo segnale di rimbalzo l'hanno registrato il Burro CEE e il Burro da centrifuga recuperando 5 centesimi alla borsa di Milano il 23/6 consentendo di raggiungere quota 3,25 e 3,45€/Kg. rispettivamente.
Non sembra arrestarsi l'ondata dei ribassi che ha coinvolto il mercato dei due grana a denominazione. In attesa di valutare le ripercussioni connesse allo scandalo delle aflatossine, venuto alla luce a Parma nei giorni scorsi (13 caseifici, 63 persone indagate delle quali 4 in regime di restrizione), la 25esima settimana conferma la tendenza al ribasso dei listini del Parmigiano Reggiano. Il "principe dei formaggi" ha infatti registrato una perdita di 10 centesimi relativamente al "fresco" sia sulla piazza di parma (7,85-8,20€/kg) sia alla borsa di Milano (7,95-8,25€/kg lunedì 23/6). Mentre il 24 mesi di stagionatura a parma non ha subito variazioni (9,35-9,70€/kg) a milano ha ceduto altri 5 centesimi collocandosi tra 9,75 e 10,50€/kg.
Più contenute le perdite di valore del Grana Padano DOP .
Solo alla borsa di mantova i listini si sono contratti di 5 centesimi fissando il prezzo del 10 mesi a € 6,65-6,90/kg e del 14-16 mesi all'interno della forbice compresa tra € 7,45 e 7,75€/kg. Invariati invece i listini per entrambe le stagionature sulla piazza milanese.
Un'altra "tegola" sul mercato dei "grana" di tradizione potrebbe cadere dall'FDA americana, la potente organizzazione destinata al controllo igienico sanitario degli alimenti, a seguito della osservazione riguardo la condizione igienica di prodotti stagionati su assi di legno. Al momento nessuna "barriera" amministrativa è stata introdotta e l'export verso gli USA non è compromesso. Per ora si tratta solo di un monito ma un invito a aprire un confronto su questo tema. Il sospetto è che possa esistere un nesso casualità con la più ampia trattativa in corso tra USA e UE sul libero scambio, il TTIP (Transatlantic trade and investment partnership), che stenta a concludersi e già sospeso più volte per ragioni politiche ma che invece sta molto a cuore alla amministrazione Obama.
Bene i controlli a tutela dei consumatori.
Reggio Emilia, 19 giugno 2014 - Essenziale ma ferma la presa di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano a seguito delle notizie sul sequestro di forme avvenuto nel parmense ad opera del Nas. Il Consorzio parte innanzitutto da "un sentito ringraziamento ai ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina, alla Procura di Parma e ai carabinieri del Nas per l'azione repressiva portata a termine e per la solidarietà espressa nei confronti del nostro sistema produttivo".
"Non conosciamo i presupposti dell'indagine, ma sottolineiamo l'importanza del tempestivo delle autorità pubbliche. Se verranno confermate le responsabilità di questa vicenda – prosegue il Consorzio – auspichiamo che gli interessati siano perseguiti con la massima severità".
"In questa azione - conclude l'Ente di tutela - il Consorzio farà fino in fondo la propria parte, rappresentando un sistema produttivo serio che subisce un'azione lesiva degli interessi di tutti i produttori".
Igino Morini
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano
Via Kennedy, 18 - 42124 - Reggio Emilia - Italia
Bene i controlli a tutela dei consumatori.
Reggio Emilia, 19 giugno 2014 - Essenziale ma ferma la presa di posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano a seguito delle notizie sul sequestro di forme avvenuto nel parmense ad opera del Nas. Il Consorzio parte innanzitutto da "un sentito ringraziamento ai ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina, alla Procura di Parma e ai carabinieri del Nas per l'azione repressiva portata a termine e per la solidarietà espressa nei confronti del nostro sistema produttivo".
"Non conosciamo i presupposti dell'indagine, ma sottolineiamo l'importanza del tempestivo delle autorità pubbliche. Se verranno confermate le responsabilità di questa vicenda – prosegue il Consorzio – auspichiamo che gli interessati siano perseguiti con la massima severità".
"In questa azione - conclude l'Ente di tutela - il Consorzio farà fino in fondo la propria parte, rappresentando un sistema produttivo serio che subisce un'azione lesiva degli interessi di tutti i produttori".
Igino Morini
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano
Via Kennedy, 18 - 42124 - Reggio Emilia - Italia