Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria. Primo Premio a Al Forestér di Matteo Bacchini, diretto ed interpretato da Savino Paparella. Secondo Premio a Francischiello. Un Amleto re di Napoli di e con Carmine Borrino. Menzione speciale a La Tana della Compagnia ZiBa. Premio del Pubblico a Figlie dell'epoca. Storie di (alcune) donne della grande guerra di e con Roberta Biagiarelli. -
Reggio Emilia, 27 luglio 2015 -
Si è conclusa la 14^ edizione del Festival Teatrale di Resistenza, rassegna di teatro civile contemporaneo, ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, quest'anno svoltosi dal 7 al 21 luglio al Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), sempre registrando una folta e calorosa presenza di pubblico.
Anche quest'anno di qualità eccelsa gli spettacoli che hanno partecipato al concorso, diversi per modalità espressive ma tutti ugualmente mossi da profonde motivazioni estetiche ed etiche. Molteplici le letture trasversali possibili per i temi affrontati, la qualità degli interpreti, la capacità di giocare su più stili.
La Giuria del festival – composta da Lorenzo Belardinelli, Alessandra Belledi, Gigi Dall'Aglio, Giuseppe Romanetti, Patrizia Tamassia e Paola Varesi - ha assegnato, nel corso della Serata della Storica Pastasciutta, il 25 luglio, il Primo Premio allo spettacolo "Al Forestér - Vita accidentale di un anarchico" di Matteo Bacchini, diretto e interpretato da Savino Paparella, direzione tecnica di Rocco Antonio Bucarello, produzione del Teatro del Tempo, con la seguente motivazione: "Savino Paparella dà corpo ed energia in modo mirabile e generoso alla migliore tradizione del teatro civile italiano. La sua presenza è sempre intensa, attiva ed instancabile sul palcoscenico; non "narra" ma incarna, con mezzi attoriali di grande spessore, uno spaccato del Novecento tragico e ricco di utopie. Nella solidissima scrittura di Matteo Bacchini, "Al Forestér" diviene storia privata ed insieme universale di uno "straniero in ogni luogo", che riesce ancora oggi a parlarci con la lingua franca della libertà".
Secondo premio allo spettacolo "Francischiello - Un Amleto re di Napoli" di e con Carmine Borrino, musiche di Lino Cannavacciuolo, produzione CRASC-teatrodiricerca in collaborazione con Artgarage Teatro, con la seguente motivazione: "Carmine Borrino, con una drammaturgia matura e solida ed innegabili qualità d'attore, costruisce un parallelo ricco di suggestioni fra il Principe di Danimarca e Francesco II Borbone, re tradito ed oltraggiato dalla storia. Il tema controverso dello spettacolo, grazie alle qualità della messa in scena, regala allo spettatore materiale vivo per la discussione, e per la riflessione sulle capacità del teatro di aiutare a "rifondare il presente".
Menzione speciale a "La Tana" della Compagnia ZiBa con la seguente motivazione: "Rappresentazione di notevolissima precisione, tanto nelle qualità fisiche ed attoriali dei protagonisti, quanto nell'uso di luci, spazi, suoni e silenzi. L'angoscia e lo squallore dei due "mostri", con riconoscibili rimandi alle avanguardie teatrali del Novecento, arriva a tratti a parlarci di noi, del nostro inumano isolamento; sordi ai suoni fuori dalla "tana", e dunque destinati ad uno spegnimento altrettanto solitario e vuoto di senso".
Premio del Pubblico allo spettacolo "Figlie dell'epoca. Storie di (alcune) donne della grande guerra" di e con Roberta Biagiarelli, drammaturgia Simona Gonella, advisor storico Gemma Bigi, produzione La Corte Ospitale Rubiera, Babelia&C.
Il Festival Teatrale di Resistenza è ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, con il patrocinio dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e Comune di Parma, della Provincia di Reggio Emilia e di Parma, dei Comuni di Gattatico, Campegine, Sant'Ilario d'Enza, Castelnovo di Sotto, Fontanellato, Poviglio, in collaborazione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Festival ErmoColle, Festival Teatro Civile della Val d'Enza, Quinta Parete, Teatro del Cerchio, Teatro MaMiMO, Arci Parma, Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa, Associazione Culturale Dai CampiRossi.
Il Progetto del Festival è a cura di Paola Varesi, Stefano Campani, Mariangela Dosi, Raffaella Ilari e con la collaborazione di William Bigi.
Informazioni e prenotazioni
Museo Cervi, via Fratelli Cervi 9 - Gattatico (Reggio Emilia)
Tel.0522.678356 – Fax 0522.477491
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.istitutocervi.it
Ospite della rassegna sulla legalità organizzata da "NoveTeatro". Lunedì 27 Sabina Guzzanti presenta "La trattativa". Dopo la proiezione, l'attrice e regista incontrerà il pubblico. -
Novellara, 25 luglio 2015 –
Sabina Guzzanti sarà a Castelnovo di Sotto (RE) lunedì 27 luglio per presentare il proprio film "La trattativa": l'attrice e regista sarà ospite della rassegna "Teatro e legalità" organizzata da NoveTeatro, il centro di produzione teatrale con sede a Novellara.
L'appuntamento è alle 21 nel Parco della Rocca (piazza IV Novembre), l'ingresso è libero (in caso di maltempo l'iniziativa si terrà nel Palazzetto dello Sport, viale S. Andrea 15): dopo il film, la Guzzanti dialogherà con Gabriele Tesauri, direttore artistico di NoveTeatro, e risponderà alle domande del pubblico.
Il festival reggiano sulla legalità, giunto alla terza edizione, è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Novellara, insieme ai Comuni di Casalgrande, Castelnovo Sotto, Fabbrico, Guastalla, Luzzara, Montecchio, Reggio Emilia, San Martino in Rio e Scandiano, con il sostegno di Coop Consumatori Nordest: quest'anno ha proposto incontri con Salvatore Borsellino e Giovanni Impastato, lo spettacolo-concerto "Il silenzio è dolo" di Marco Ligabue, testi di Pippo Fava letti da Luigi Lo Cascio e appunto la proiezione di "La trattativa".
Il film, molto applaudito allo scorso festival di Venezia, è una narrazione «lucida, graffiante, puntuale » della discussa, e da qualcuno negata, trattativa fra Stato e mafia: « La sfida più grande – dice la Guzzanti – è stata proprio questa: riuscire a trasformare un mucchio di libri, articoli, verbali, registrazioni processuali, in una storia. » Un lavoro durato quattro anni e portato sullo schermo a modo suo, con una miscela di documentario, finzione e satira: « Racconto fatti realmente accaduti, verificati più di mille volte. Ho pensato che la chiarezza che ottenevo fosse merito della umanizzazione del racconto e ho privilegiato questa strada. »
Seconda edizione dell'evento internazionale con la direzione artistica del maestro Giampaolo Bandini. Dal 26 luglio al 2 agosto. -
Parma, 23 luglio 2015 – in allegato la locandina -
Borguitar Festival 2015 dedicato alla chitarra dalla musica classica, al jazz, al rock. La rassegna è stata presentata questa mattina al Parma Point da Gianni Guido Bellini, Consigliere Provinciale con delega al supporto istituzionale, Omar Olivieri, assessore alla cultura di Borgo Val di Taro e Roberto Ughetti, Presidente "Arti e Suoni".
L'evento giunge alla seconda edizione, sempre con la direzione artistica del maestro Giampaolo Bandini, ed è organizzato dalla Fondazione Manara, dall'associazione culturale Arti e Suoni e dalla Cooperativa GAS con il patrocinio della Provincia di Parma, il contributo della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Borgo Val di Taro, del Comune di Tornolo e del Lions Club Borgotaro.
Il Festival è un connubio tra giovani talenti e grandi maestri che si confrontano con la chitarra: è infatti previsto uno stage residenziale con l'iscrizione di quaranta ragazzi provenienti da sei nazioni. La musica è protagonista a Borgo Val di taro, con spazio al pop rock, alla chitarra classica e romantica, al bandoneon.
Gianni Guido Bellini, Consigliere Provinciale con delega al supporto istituzionale, ha confermato la volontà della Provincia di Parma nel proseguire sul tema della valorizzazione del territorio. "Questo Festival è molto importante. Lo è anche per la parte che riguarda la didattica: queste manifestazioni servono ad avvicinare i giovani al linguaggio universale della musica". Anche Omar Olivieri, assessore alla cultura di Borgo Val di Taro ha sottolineato l'importanza del Festival per Borgo Val di Taro. "E' una settimana magica, con le vie del paese che si riempiono di suoni. La musica in mezzo a splendide colline, con tanti concerti magnifici e un omaggio al maestro Aragosti, musicista e compositore borgotarese".
Tocca a Roberto Ughetti, Presidente "Arti e Suoni" raccontare il calendario Festival. "Il programma è molto ricco e i giovani chitarristi presenti si sfideranno in un concorso suddiviso in categoria solisti e musica da camera. Il livello è davvero molto elevato. Abbiamo puntato sulla didattica, soprattutto grazie alla collaborazione del Maestro Giampaolo Bandini. Il Master class è tenuto da cinque docenti di fama internazionale e partecipano quaranta ragazzi di diverse età, dalle primarie alle superiori. E poi inizia una magnifica concertistica per un Festival di indiscusso valore culturale".
Il programma, ricchissimo di eventi e con la presenza di prestigiosi artisti, vedrà il via domenica 26 luglio con il primo Concorso Internazionale dedicato ai giovani interpreti: alle 18.00 è prevista la conclusione con il concerto dei vincitori all'Auditorium Mosconi.
Lunedì 27 luglio iniziano le master class di chitarra tenute, durante la settimana, da importanti musicisti fra cui Giampaolo Bandini, Nicola Jappelli, Andrew Zohn, con la presenza di quaranta allievi.
Il programma dei concerti:
- lunedì 27, alle 21, Santuario della Madonna del Carmelo - concerto di Thomas Petrucci, Lucia Guerra, Alejandro Olson;
- martedì 28, alle 21, Chiesa di San Domenico - anteprima del Memorial Gaslini con Andrea Monarda, Giampaolo Bandini, Luca Allievi e Maurizio Bauduno (fra gli altri);
- mercoledì 29, alle 21, Sala dei Principi del Castello di Compiano - concerto di Andrew Zohn;
- giovedì 30, alle 21, chiesa di Belforte a Borgotaro - concerto del chitarrista Nicola Jappelli che si esibirà su una chitarra romantica;
- venerdì 31, alle 20.30, chiesa di San Domenico - concerto delle chitarriste russe Asya Selyutina e Olga Kamornik;
- venerdì 31, alle 21.45, Piazza La Quara - concerto dei Dire Straits Tribute Band, capitanate dal chitarrista Dario Vannini, dedicato al gruppo dei Dire Straits;
- sabato 1 agosto a partire dalle 16, allo scoccare di ogni ora fino alle 19, i migliori allievi frequentanti le master class faranno risuonare le loro chitarre nei borghi e angoli più suggestivi del centro storico di Borgo Val di Taro;
- sabato 1 agosto, alle 20.30, Chiesa di San Domenico - recital concerto di Giampaolo Bandini alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta al Bandoneon;
- sabato 1 agosto, alle 21.45, Piazza La Quara - omaggio al musicista borgotarese Bruno Aragosti con la partecipazione del chitarrista Sandro Gibellini, accompagnato da Aldo Zunino al basso, Alfred Kramer alla batteria, Paolo Brioschi al piano e Adele Guglielmi alla voce.
Il Festival chiude domenica 2 agosto con la Mostra di Liuteria con la presenza dei più grandi liutai italiani all'Auditorium Mosconi: dalle 16 concerto finale degli allievi partecipanti alle master class.
(fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)
Un ricco programma celebrativo del Maestro. Un percorso dedicato, dal 4 settembre al Comunale intitolato al tenore, poi il 6 settembre spettacolo in Piazza Grande con ospite Massimo Ranieri e il 12 ottobre il concerto diretto da Riccardo Muti. -
Modena, 25 luglio 2015 -
La città celebra il grande tenore che ha portato nel mondo il suo nome. Quest'anno l'omaggio a Luciano Pavarotti vede un percorso espositivo e un concerto a teatro, che si aggiungono al tradizionale concerto in piazza Grande di domenica 6 settembre, nell'anniversario della morte, che quest'anno avrà come protagonista Massimo Ranieri. Lo spettacolo gratuito, dal titolo "Col sole in fronte. Modena per Pavarotti 2015" è ispirato alla grande solarità e al carattere ottimista e positivo del Maestro e verrà condotto da Simona Ventura.
Dal 4 settembre, sarà allestito un percorso espositivo nel Teatro Comunale a lui intitolato in corso Canalgrande, sorta di preludio in centro storico a una potenziale successiva visita alla Casa museo di stradello Nava. E il 12 ottobre, nell'anniversario della nascita, si svolgerà il concerto a teatro che sarà diretto da Riccardo Muti con l'Orchestra Cherubini, nell'ottantesimo della nascita di Pavarotti. I biglietti saranno in vendita da inizio settembre alla riapertura della biglietteria. Orari e modalità precise saranno comunicate a fine agosto. Il prezzo dei biglietti andrà da 22 euro a 75 euro con riduzioni per over 65 e under 27. L'incasso sarà devoluto in beneficenza alla sezione modenese di Ail (Associazione italiana contro le leucemie) intitolata a Luciano Pavarotti. Sotto la direzione del Maestro Muti si esibiranno anche giovani cantanti selezionati dalla Fondazione Pavarotti.
Le iniziative sono rese possibili grazie all'impegno congiunto di Comune e Fondazione Luciano Pavarotti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e il contributo di Hera spa, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Modena, nell'ambito del programma di Modena per l'Expo, sostenuto dalla Regione Emilia – Romagna.
Arriva da Zenica, in Bosnia, la nuova pagina di diario di Valentina Porcu e Silvia Manini, in viaggio con Francesco Millione della Caritas diocesana nell'ambito del progetto Kamlalaf. Rientreranno venerdì 24 luglio, ma nel frattempo continuano a raccontare la loro esperienza. -
Piacenza, 21 luglio 2015 -
"A differenza dell'ingresso in Slovenia, in Bosnia Erzegovina il confine alle frontiere si percepisce: 30 minuti di coda per i controlli alle automobili hanno reso tangibile questa demarcazione. A Zenica alloggiamo presso l'orfanotrofio Dom Porodica, struttura che ospita un centinaio di bambini che vivono in gruppi di 12 componenti insieme ad un educatore. La cittadina è gemellata con Fiorenzuola, e l'associazione Fiorenzuola Oltre i Confini sostiene l'orfanotrofio.
Abbiamo incontrato Emir, presidente dell'associazione Sezam, organizzazione non governativa no profit che si impegna a migliorare la qualità della vita e le relazioni interpersonali delle comunità presenti: croati cattolici, serbi ortodossi, bosniaci musulmani (binomi che rappresentano la maggior parte delle formazioni etnico-religiose sul territorio). L'attività dell'associazione consiste in programmi di educazione alla pace e di gestione non violenta dei conflitti, allo scopo di promuovere la riconciliazione. Il tema della riconciliazione a vent'anni di distanza dalla fine della guerra nei Balcani può sembrare scontato, ma così non è; basti pensare al fatto che i matrimoni "misti" prima della guerra erano all'ordine del giorno, mentre ora si possono contare sul palmo di una mano.
Siamo capitate a Zenica proprio durante i festeggiamenti per la fine del Ramadan, che hanno portato per le strade centinaia di giovani belli ed eleganti, vestiti a festa. Il secondo giorno lo abbiamo trascorso una decina di bambini e ragazzi dell'orfanotrofio: è stato bello riuscire a condividere un momento di gioco con loro, nonostante non parlassimo la stessa lingua. La povertà, qui, si tocca con mano: cani randagi, spazzatura e tanti piccoli dettagli. Nonostante questo la gioventù è piena di voglia di vivere, e pare non sia neppure figlia di tanta crudeltà che nel passato ha insanguinato questa terra; loro del resto non sanno neppure cosa sia la guerra, ma l'ostilità e la diffidenza verso il prossimo lasciano traccia di un passato triste che poi così lontano ancora non è".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico che riforniva Giuseppe Verdi, in visita alla mostra "Semi di carta". -
Piacenza, 21 luglio 2015 -
Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico Fratelli Ingegnoli di Milano, accompagnato dalla curatrice dell'esposizione Daniela Morsia ha visitato settimana scorsa la mostra "Semi di carta: cultura agraria a Piacenza tra Otto e Novecento", prendendo visione del materiale storico-documentario esposto, soffermandosi in particolare sui pannelli dedicati alle pubblicazioni e ai giornali agrari editi a Piacenza.
Alcuni pannelli della mostra presentano proprio le copertine dei cataloghi commerciali del vivaio Ingegnoli, presso il quale si rifornivano, in particolare nel periodo a cavallo del Novecento, molti agricoltori piacentini, tra cui Giuseppe Verdi. Francesco Ingegnoli ha rimarcato il valore dello sviluppo agrario nel nostro territorio, sottolineando l'importanza dei rapporti intercorsi tra l'area milanese e quella piacentina non solo in ambito commerciale e agricolo, ma anche in materia di scambi culturali. In particolare, ha ricordato la figura del piacentino Giuseppe Soresi, per tanti anni direttore della Cattedra ambulante di Milano.
Nell'occasione è stata donata all'imprenditore la riproduzione della copertina di un catalogo storico Ingegnoli del primo Novecento, "ricoperto" di semi. E' il risultato di un laboratorio, coordinato dalla professoressa Annarita Volpi della Società piacentina di Scienze Naturali, svoltosi nel mese di giugno nel cortile grande della Passerini Landi, con gli alunni di alcune classi delle scuole elementari Alberoni e Mazzini. A consegnare l'elaborato è stato Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza che, in collaborazione con la Biblioteca, aveva organizzato l'iniziativa didattica, inserita nel calendario della settimana nazionale della bonifica e dell'irrigazione.
"Il capitolo del controllo delle acque – ha sottolineato Zermani – da sempre rappresenta un punto importante della storia agraria piacentina. Grazie al lungimirante interessamento di alcuni agronomi ed agricoltori piacentini, citati nella mostra, sono state finanziate e realizzate in Val Tidone ed in Val d'Arda le due dighe ad uso irriguo. La corretta gestione della risorsa idrica, unita a buone pratiche, a una piena conoscenza del terreno e alla mirata selezione delle varietà agricole, ha reso la nostra provincia un modello da seguire, addirittura a livello nazionale, per la produzione di quelle eccellenze che ancora oggi ci rappresentano. L'agricoltura piacentina, di antiche tradizioni, ha operato scelte importanti e all'avanguardia per quei tempi e questa mostra, che nè è la testimonianza, merita senz'altro il riconoscimento che sta riscuotendo".
Gli Ingegnoli: storia di una famiglia di vivaisti
Da Sesto Calende, sulle sponde del Ticino, la famiglia Ingegnoli, alla fine del Settecento, si trasferì a Milano per avviare una nuova attività industriale e commerciale legata al settore agricolo. Nell'area, ora occupata dalla stazione centrale, gli Ingegnoli iniziarono a coltivare piante da frutto altamente selezionate, ma anche sementi da orto e per praterie, specializzandosi nella selezione genetica. Botanici altamente qualificati iniziarono a collaborare alla scelta e alla selezione dei prodotti importati da tutto il mondo. Nel 1879 i giovanissimi fratelli Ingegnoli, Francesco, Vittorio e Paolo acquisirono lo storico stabilimento dei Burdin e nel 1884 i tre fratelli fondarono la società commerciale in nome collettivo Fratelli Ingegnoli, destinata a diventare nel giro di pochi anni uno dei più prestigiosi stabilimenti agro-botanici europei. Il vivaio, trasferito in corso Loreto 45, divenne meta di appassionati, coltivatori e giardinieri, professionisti e dilettanti. Gli Ingegnoli furono fornitori di diversi agricoltori piacentini, tra cui anche Giuseppe Verdi. I fratelli milanesi furono anche tra i primi a comprendere l'importanza dei cataloghi commerciali, ai quali riservarono un'attenzione particolare con copertine particolarmente suggestive.
Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio con la Caritas diocesana verso la Bosnia per l'edizione Kamlalaf 2015. -
Piacenza, 17 luglio 2015 -
Arriva da Lubiana, la prima cartolina dell'edizione 2015 di Kamlalaf. Il progetto è promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. E' un'iniziativa dedicata al turismo responsabile e consapevole, rivolta a quanti desiderano conoscere il mondo della cooperazione internazionale.
A spedirla la cartolina sono Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio dal 15 al 24 luglio con la Caritas diocesana – accompagnate da Francesco Millione – con destinazione Bosnia. La prima tappa, però, è Lubiana, da dove scrivono poche righe, accompagnando la loro foto:
"Eccoci da Lubiana, capitale della Slovenia. Il passaggio alla frontiera è stato veloce e indolore, l'unica differenza rilevata è la forma della bottiglia dell'acqua (lunga e squadrata e senza etichetta). Testimonianza di quanto in realtà sia labile e debole l'idea che noi abbiamo di frontiera. Lubiana è una perla verde di grande bellezza dall'atmosfera austriaca. Ci ha colpito la sua tranquillità e il suo essere pulita. Il simbolo della città è il drago: secondo una leggenda, l'eroe greco Giasone sconfisse il drago che viveva nella palude vicino alla sorgente del fiume che attraversa la città, salvandola dallo stesso. Lubiana è anche ricca di acqua: piccole fontanelle sbucano ad ogni angolo delle tante viuzze del centro storico. Sarà forse per la presenza di così tanta acqua che tutte le energie negative sembrano svanire e lasciare spazio a una sensazione di pace e tranquillità".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Un detective che si finge giornalista, una scia di sangue, un misterioso serial killer. E, come sfondo, la Modena del 1860, tra la fine del Ducato Estense e l'ingresso nel Regno d'Italia. Esce per Edizioni Artestampa l'ultima fatica di Gabriele Sorrentino, una sapiente fusione tra thriller e romanzo storico. -
Modena, 18 luglio 2015 - di Manuela Fiorini – foto di Daniela Ori -
Siamo a Modena, nell'aprile del 1860. Tra dubbi, incertezze, interessi, odio, paura per il futuro e nostalgia per l'ancien régime, la città si prepara a ricevere la visita di Vittorio Emanuele II, prevista per il 4 maggio. Il re, per la prima volta, incontrerà i suoi nuovi sudditi, poiché i plebisciti hanno consegnato Modena al Regno d'Italia, ponendo fine al dominio degli Estensi e mandando in esilio l'ultimo duca. Nella notte tra il 22 e il 23 aprile, nella piazza antistante il Palazzo Ducale viene rinvenuto il cadavere di un patriota con in bocca un ritaglio di giornale e la postura a croce. Preoccupati per la prossima visita del Re, le autorità modenesi chiedono aiuto a Torino, che invia sul posto il detective Urbano Platini, che si fingerà giornalista per indagare che cosa si cela dietro la scia di morti che insanguina l'ex città estense. E' questa la trama de Il grido della verità (pag 253, 16 euro), l'ultimo libro dello scrittore e storico modenese Gabriele Sorrentino, pubblicato da Artestampa, un thriller che è anche un romanzo storico, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano a quelli di personaggi reali del Risorgimento modenese.
Abbiamo incontrato l'autore.
Come nasce "Il Grido della Verità" e quali sono stati gli spunti, le idee e la scintilla che ha dato vita al romanzo?
"Il Grido della Verità nasce dal desiderio di raccontare un periodo, il 1860, che ha cambiato la storia di Modena e dell'Italia. Ho voluto mostrare la mia città in quell'anno cruciale, farne conoscere le paure, le speranze, la bellezza. I miei personaggi di fantasia interagiscono con uomini e donne realmente esistite e questo mi ha permesso di indagare la psicologia dei modenesi di quel periodo."
Tu hai scritto saggi storici, cito Quando a Modena c'erano i Romani, l'Affaire Giuseppe Ricci e Il Duca Passerino, ma anche la trilogia fantasy Finisterra, e hai partecipato come narratore a diverse antologie e opere collettive, esplorando e sperimentando diversi generi. Dove collocheresti la tua ultima fatica nel tuo percorso di scrittore?
"Sono sempre stato affascinato dalla storia della mia città e della mia terra. Amo studiarla per poterla divulgare meglio. Sono convinto che solo conoscendo ciò che eravamo possiamo porre fondamenta solide per quello che saremo. L'altro aspetto che mi affascina nelle storie è la dimensione epica, le grandi passioni, la lotta per gli ideali, il ritmo. Nel Grido della Verità ci sono entrambi questi aspetti: da una parte la storia di Modena e della sua gente, dall'altro passioni violente, inseguimenti, pericolo. In questo senso credo che sia un'ottima sintesi di ciò che mi piace scrivere".
Hai collocato la vicenda de Il Grido della Verità nella Modena del 1860. Come mai questa scelta?
"Il romanzo è ambientato nella settimana precedente il 4 maggio del 1860. Questa è una data storica per Modena, perché Vittorio Emanuele II giunse in città per la prima volta, accompagnato dal Conte Cavour e da Luigi Carlo Farini. Si tratta di una data simbolo, quindi, del passaggio di Modena al Regno di Sardegna e quindi all'Italia Unita, un momento storico spartiacque che era perfetto per raccontare il conflitto tra il vecchio e il nuovo".
Il protagonista, Urbano Platini, è un detective che si finge giornalista. Un personaggio che richiama molti altri fortunati protagonisti di romanzi e serie TV moderne. Come si inserisce in questo contesto storico? C'erano degli investigatori all'epoca degli Estensi?
"In epoca Estense, come racconto nell'Affaire Ricci, era la polizia ducale, sotto il diretto controllo del Ministro dell'Interno a indagare in collaborazione col giudice. Erano molti i tribunali speciali e la situazione di continua tensione aveva reso la normativa giudiziaria piuttosto farraginosa. Ho quindi scelto un giornalista perché mi lasciava una certa libertà di movimento. Il giornalismo stava muovendo i primi passi, l'Agenzia di stampa Stefani (futura ANSA, n.d.r.) è del 1853 e le gazzette ufficiali stavano lasciando il posto anche in Italia a quotidiani sulle cui pagine i cronisti raccontavano storie frutto di indagini sempre più accurate. Il Times di Londra era nato nel 1753, Le Figaro nel 1826. In Italia La Stampa sarebbe stata fondata nel 1867 e il Corriere della Sera nel 1876. Insomma, Urbano si finge cronista d'inchiesta e quindi interpreta una figura innovativa per i tempi: ero affascinato da ciò che avrebbe saputo e potuto fare, lasciandolo andare, per così dire, in una terra che non conosceva. Non sono rimasto deluso".
Hai definito il tuo libro un thriller, più che un romanzo storico, eppure ci sono entrambi gli ingredienti: il serial killer, il detective, personaggi di fantasia e realmente esistiti. E' il momento del cross over tra generi diversi?
"Hai ragione, si tratta di una storia thriller inserita nella struttura di un romanzo storico. Credo che la contaminazione di genere, se fatta con intelligenza, sia sempre positiva perché permette di sfiorare nel lettore sentimenti che magari non si aspetta da un genere. La scelta di un'indagine serrata mi è sembrata la più adatta a quello che volevo raccontare e la storia mi si è composta nella mente con facilità in poco tempo perché evidentemente ambientazione e trama hanno trovato subito la giusta alchimia".
Quali sono i tuoi punti di riferimento o fonti di ispirazione quando ti trovi a dover descrivere o delineare la personalità dei tuoi personaggi?
"Ho la fortuna di esercitare una professione che mi mette a contatto ogni giorno con tante persone diverse. Cerco di memorizzare un tratto somatico, un comportamento, un tic e poi rimescolo tutto con l'obiettivo di creare personaggi tridimensionali che sono i più efficaci, anche se non è sempre facile dare profondità a ogni personaggio di una storia complessa".
L'autore
Gabriele Sorrentino (Modena 1976) vive e lavora a Modena dove è addetto stampa di un ente pubblico. Scrittore e storico, collabora con riviste quali Modena Storia, Il Ducato e Rassegna Frignanese. È membro dell'Associazione Terra e Identità e ha all'attivo fortunate monografie storiche: I Tempi del Duca Passerino (TEI 2007) e L'Affaire Giuseppe Ricci (TEI 2010), Quando a Modena c'erano i Romani (TEI 2013). È coautore del romanzo storico Francigena. Novellario AD 1107 (Fabrizio Filios 2007, ripubblicato in e-book nel 2014 con Go-Ware) e ha partecipato a numerose antologie tra cui, Toscana tra crimini e misteri (Felici 2009) Presenze di Spirito (Damster 2011), L'Enigma del Toro (Damster 2013). Membro dell'associazione di scrittori "I Semi Neri" fa parte del Laboratorio di Scrittura XOmegaP, con il quale ha all'attivo diversi progetti di scrittura collettiva. Ha pubblicato la trilogia fantasy Finisterra (Le sorgenti del Dumrak, Il Risveglio degli Obliati, L'Ultimo Eroe, Edizioni Domino) il cui secondo episodio ha vinto il Premio Cittadella 2013, mentre la trilogia completa ha meritato il Trofeo Cittadella 2015; dalla saga è stato tratto un Gioco di Narrazione recentemente presentato a Play, la fiera del gioco di Modena. Il suo sito è www.gabrielesorrentino.it.
Ancora aperta per questo fine settimana la mostra tra arte e fashion alla Chiesa di San Carlo promossa da Modenamoremio per EXPO 2015. Tra i capolavori della moda e della pittura anche le creazioni delle allieve del "Venturi" di Modena. -
Modena, 15 luglio 2015 -
Si avvia alla conclusione la mostra "Il gusto della contaminazione" che ha superato fino ad ora le 8.500 presenze nella suggestiva chiesa barocca di San Carlo in centro a Modena. Gli ultimi giorni per visitarla saranno giovedi e venerdi dalle 16 alle 19.30 e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 con ingresso gratuito. L' iniziativa promossa da Modenamoremio nell'ambito degli eventi modenesi per EXPO 2015 ha permesso al pubblico di ammirare dipinti provenienti da collezioni modenesi difficilmente visibili in altre occasioni, mettendoli in "connessione" con capi di moda altrettanto rari selezionati tra le griffes italiane, il tutto sul tema del cibo nelle interpretazioni più creative.
Tra le tante firme italiane note nel mondo hanno trovato spazio anche le stiliste emergenti del corso di grafica dell' Istituto d'Arte "A. Venturi" con il loro progetto di rivisitazione della moda attraverso il food coordinato dalla prof. Antonella Battilani. In mostra due dei modelli realizzati dalle giovani creative con pasta e piatti di plastica, che nulla hanno da invidiare allo stile degli altri abiti in esposizione. Di particolare accuratezza per immagini e grafica anche il catalogo della mostra edito da Corsiero Editore con le fotografie di Carlo Vannini e i testi di Valerio Massimo Manfredi, di Giancarlo Muzzarelli, dei curatori della mostra Sonia Veroni, Pietro Cantore, Elisabetta Barbolini Ferrari, e di Maria Carafoli per Modenamoremio. Il volume è reperibile nella sede della mostra e negli uffici di Modenamoremio in via Scudari.
(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)
18 film, documentari, concerti e performance visual per il cinema estivo nel cortile della Rocca dal 14 luglio al 27 agosto. Confermati anche quest'anno numerosi incontri con registi. -
Novellara, 14 luglio 2015 – in allegato tutto il programma -
Il cortile della Rocca dei Gonzaga anche quest'estate sarà la suggestiva location per il cinema estivo di Novellara, che prevede 18 proiezioni in programma dal 14 luglio al 27 agosto (inizio ore 21.30). Anche quest'anno è Arci Reggio Emilia a curare la rassegna che come sempre miscela accuratamente pellicole per famiglie e bambini, a film drammatici, comici e documentari.
Una rassegna classica e adatta ad un largo pubblico, che non vuole dimenticare temi su cui l'amministrazione comunale tiene particolarmente: la Memoria, la cultura musicale e l'integrazione. Per questo sono numerosi gli incontri con registi in programma: mercoledì 15 luglio saranno presenti Matthias Durchfeld di Istoreco e Nico Guidetti a raccontare il loro film "Sabotatori", per riflettere su cosa vuol dire essere Resistenti, Partigiani, Sabotatori oggi (ingresso gratuito). Il 22 luglio sarà la volta di Daniele Gaglianone che presenta il suo documentario "Qui" sul contestato progetto Tav Torino-Lione; mentre il 23 luglio presenzierà Cristiano Travaglioli, montatore di "Anime Nere" alla proiezione del film drammatico di Francesco Munzi. E se non basta, mercoledì 29 luglio (ad ingresso gratuito) sarà inserita una performance visual e concerto dal vivo di Mora & Bronsky in concerto Delta blues ovvero Fabio Mora e Fabio "Bronski" Ferraboschi - rispettivamente cantante e bassista dei RIO – un duo che passa tra le ombre della notte e le prime luci dell'alba strisciando attraverso le radici della musica del diavolo: blues stracciati e musica folk dimenticata tra coperchi, pentole e lattine arrugginite. Infine per "Smokings", il documentario sulla commercializzazioni di sigarette di Michele Fornasero di giovedì 6 agosto sarà presente il regista.
"Una rassegna cinematografica che ha l'obiettivo, non solo di fornire un servizio culturale ai nostri cittadini durante l'estate, ma soprattutto di accendere pensieri, toccare temi scottanti e permettere alle coscienze di alimentarsi di nuovi punti di vista". "Abbiamo deciso, - afferma l'assessore alla cultura Marco Battini - di costruire una offerta cinematografica improntata sullo svago impegnato, sul l'incontro culturale, sul disimpegno che aumenta i saperi. In una ottica di leggerezza e di impegno allo stesso tempo."
La programmazione mese per mese
Martedì 14 luglio la rassegna inizia con il film d'animazione della Disney "Big hero 6", per far seguire mercoledì 15 luglio "Sabotatori" un documentario per ricordare e far conoscere i luoghi, le case e le persone che hanno fatto la Resistenza in Italia. Giovedì 16 luglio è in programma "Birdman" miglior film premiato agli Oscar, il 21 luglio si ritorna all'animazione con "Asterix ed il regno degli Dei", mentre il 22 luglio è la volta del documentario di Daniele Gaglianone "Qui", per proseguire con il film drammatico "Anime Nere" il 23 luglio. Ingresso gratuito per il concerto dal vivo de Mora & Bronsky del 29 luglio e ultimo film del mese è la commedia "Pride" di Matthew Warchus.
Il 4 agosto la rassegna si avvia con "Torneranno i prati" film drammatico di Ermanno Olmi per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale e prosegue il 5 agosto con "The Repairman" di Paolo Mitton, tragicomica avventura de protagonista Scanio Libertetti, un uomo fuori dal coro. Si prosegue con "Smokings" giovedì 6 agosto, il film d 'animazione "Ooops! Ho perso l'Arca" l' 11 agosto, "Latin lover" commedia italiana di Cristina Comencini il 12 agosto, "Big Eyes" di Tim Burton il 13 agosto, la storia della "Famiglia Belier" il 19 luglio, "Selma – la strada per la libertà" il 20 agosto racconto della marcia della comunità nera nella città di Selma per protestare contro gli abusi subiti dai cittadini afroamericani durante la presidenza di Johnson. La programmazione estiva si chiude con la commedia di Edoardo Falcone "Se Dio vuole" il 25 agosto e "Cenerentola" giovedì 27 agosto.
Tutti le proiezioni, in caso di maltempo si terranno all'interno del Tetro Franco Tagliavini.
Prezzi di ingresso: interi € 5,00 – ridotti € 4,00
(tessera Arci, Agis, militari e anziani oltre i 60 anni)
Ridotto YoungERcard*: € 2,50
Omaggio per i minori di anni 4
Per informazioni:
Arci: www.arcire.it Tel: 0522 392137
Comune di Novellara: www.comunedinovellara.gov.it
Tel. Biblioteca: 0522 655419 – URP: 0522 655454
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)