E’ suonata la campanella. Tutti in aula!
di Lamberto Colla ---
Parma, 02 marzo 2014 -
La campanella è passata di mano non senza sterili e ridicoli commenti da parte di molti illustri opinion leader. Politici, imprenditori e organi di stampa hanno commentato l’investitura di Renzi più per questioni di forma che di contenuti. Apriti o cielo, aveva le mani in tasca. Al Senato della Repubblica proprio non è andato giù il “maleducato” gesto di riporre le mani in tasca del giovane premier. Un gesto, ritengo, istintivo seguito all’umano sentimento di iniziale imbarazzo di trovarsi a fronteggiare per la prima volta i Senatori della Repubblica. Un momento di rilassamento che riporta Matteo Renzi al protocollo dei suoi trent’anni (seppure ancora per poco). Un uomo, un ragazzo che finalmente vola a briglie sciolte sul suo discorso tutto a braccio e nel quale finalmente trova la leggerezza delle parole accompagnata dalla leggerezza dei gesti, in quel naturale e corretto metalinguaggio che non può che dimostrare coerenza e sincerità.
E invece giù con commenti salaci proprio sulla rottura di protocollo. Addirittura, qualcuno di molto in alto, sarebbe arrivato a sostenere - lo riportano le cronache dei grandi editori - che Renzi sarebbe addirittura “più maleducato di Berlusconi”. Un filotto! Con queste poche parole si apre un mondo che è solo di insidie per Renzi. Accomunato a Berlusconi, nemico storico e appassionato del PD di Renzi, nella maleducazione - sempre che Berlusconi lo sia veramente - viene insinuato il dubbio che i due, oltre all’intesa politica sancita peraltro nella sede del PD, abbiano pure altri, non so quali, scopi comuni. Tant’è che subito dopo la nomina dei ministri ecco che qualcuno insinua che nella compagine governativa vi sia una “donna” di Berlusconi.
Il clima, nell’atmosfera di renziana, è pesante. Dal PD gli piovono qua e là bordate d’avvertimento dai tanti da lui “trombati”.
A tale proposito non è nemmeno passato inosservato l’abbraccio, in stile “mafioso”, tra Bersani e Letta il giorno della votazione alla camera della fiducia al Governo. “Sono qui per Enrico” avrebbe detto lo “smacchiator cortese” al suo rientro in vita politica dopo il malore che lo colpì quasi 2 mesi fa. E vai con la standing ovation della Camera.
La rottura dei protocolli di Papa Francesco è stata accolta da tutto il globo come una benedizione. Sono stati esaltati i nuovi linguaggi verbali e non verbali del Pontefice argentino. Dalle telefonate ai singoli cittadini alla borsa nera che si è trasportato da solo scendendo le scale dell’aereo. Tutto è stato santificato di lui.
Il paragone è sicuramente improprio ma “apriti o cielo” rimanere inorriditi per le mani in tasca di Renzi al Senato mi sembra di assistere a una arrampicata sugli specchi dei detrattori del giovane Sindaco di Firenze e d’‘Italia. In politica, la nostra soprattutto, ogni occasione è buona per contrapporsi. Ancora il premier deve iniziare a lavorare e 60 milioni di opinionisti si sentono autorizzati a commentare sul “nulla”, come il vuoto assoluto che riempie le teste di tanti. Attendiamo i fatti prima di criticare e se vogliamo bene agli italiani diamo un contributo a fare bene invece di cospargere il percorso di trappole e mine. Poi, se le aspettative saranno disilluse, Renzi salterà e l’Italia subirà un altro arresto non necessario e soprattutto pericoloso per la stabilità economica e sociale del Paese.
Conclusioni -
Non sarà una passeggiata con le mani in tasca quella di Matteo Renzi. Anzi le mani dovrà usarle per disinnescare le mine amiche forse più numerose e insidiose di quelle nemiche.
Provaci Matteo! La speranza è che la tua esuberanza diventi un patrimonio d’Italia ma liberati dall’abbraccio mortale de i benedetti (solo di nome).
(Immagine Laboratorio Fotografico Chigi)
Maurizio Martina è il nuovo Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali indicato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il 22 febbraio il Ministro ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
- Roma 24 febbraio 2014 -
Nato a Calcinate (BG) il 9 settembre del 1978 è sposato e padre di due figli. Dopo essersi diplomato all'Istituto tecnico Agrario di Bergamo, consegue la laurea in Scienze Politiche.
Nel 1999 è eletto Consigliere comunale, carica ricoperta fino al 2004.
Sempre nel 2004 dopo una militanza nell'organizzazione giovanile dei Democratici di Sinistra, viene eletto Segretario della Provincia di Bergamo.
Nel 2006 assume la carica di Segretario Regionale dei Democratici di Sinistra in Lombardia.
Nel 2007 è tra i fondatori del Partito Democratico. Nello stesso anno, a seguito delle primarie, è eletto primo Segretario del Partito Democratico della Lombardia.
Nel 2009, sempre attraverso le primarie, viene riconfermato alla guida del Partito Democratico Regionale Lombardo.
Nel 2010 è eletto Consigliere della Regione Lombardia, incarico riconfermato nelle consultazioni popolari del febbraio 2013.
Durante i mandati di Consigliere Regionale Lombardo è stato componente della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Attività Produttive.
Il 3 maggio 2013 ha giurato come Sottosegretario di Stato del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta.
Il 9 maggio 2013 ha rassegnato le dimissioni da Consigliere della Regione Lombardia.
Con il D.P.C.M. del 24 maggio 2013, gli è stata conferita la delega a presiedere la Commissione di coordinamento per le attività connesse all'EXPO' Milano 2015.
Il 22 febbraio 2014 ha giurato da Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Renzi.
(Fonte Aiol)
... speriamo non sia un treno o una canna rigata.
di Lamberto Colla ---
Parma, 23 febbraio 2014 -
Si è alzato il sipario sul primo Governo Renzi. Nelle prossime ore, quindi, verrà svelato definitivamente il programma, gli obiettivi e finalmente potremo capire meglio se l’enfant prodige della politica europea sarà in grado di farci percepire la luce in fondo al tunnel.
Una speranza che dobbiamo nutrire, al di là della appartenenze, militanze o simpatie verso un partito o un movimento.
Solo la politica , infatti,può generare l’innesco per una ripresa economica. In caso contrario il tessuto economico, e con esso quello sociale, collasserà definitivamente e il processo di reversibilità sarà terribilmente oneroso.
Certo il mandato di Renzi non è iniziato nel modo migliore. Candidati Ministri che declinano gli inviti, La Zanzara che punge l’ex ministro Barca e svela l’ombra di “De Benedetti” su Renzi e, infine, Grillo che farà opposizione dura, solo per partito preso.
Con queste premesse c’è poco da sperare. Eppure è indispensabile perché, come afferma lo stesso ex Ministro del Governo Monti Fabrizio Barca durante l’appassionata confidenza telefonica al finto Niki Vendola della “Zanzara”, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, “se fallisce anche questa è un disastro”.
“Che c’azzeccano”, direbbe il Di Pietro dei tempi migliori. E oggi avrebbe di che dire e divertirsi. Dapprima il libro rivelazioni di Alan Friedman nel quale De Benedetti, insieme a Prodi e Monti svelerebbero l’ipotesi di complotto di Napolitano per fare fuori Berlusconi premier nel 2011. Poi, sempre De Benedetti che, seppure mai citato palesemente ma identificato come “il Paron di Repubblica”, avrebbe a più riprese incalzato l’ex ministro Barca nella speranza che accettasse la proposta di nomina al dicastero dell’economia. Infine Berlusconi che da vittima prima si trasforma in complice poi assecondando, almeno a parole l’ipotesi di programma renziano. Ma come, Prodi, de Benedetti e Monti non erano i nemici giurati di Berlusconi?
Oggi invece sembra che tutti abbiano intrapreso l’antica strada delle “convergenze parallele”.
Dal “democratico” Web invitano Grillo a andare a colloquio da Renzi e lui, in diretta streaming, l’insulta gridando al mondo che “Non è un democratico”. Una bella figura di M... per il movimento e per l’Italia. L’ennesima conferma pubblica che l’Italia è una nazione allo sbando e con dei politici in piena crisi di nervi.
Il Governo ha giurato e a noi non resta che ben sperare e augurare a tutti “Buon Lavoro e in bocca al lupo”.
Assente il Ministro Padoan che giurerà al suo suo rientro dall’estero.
Ministri con portafoglio
Affari Esteri
Federica Mogherini
Interno
Angelino Alfano
Giustizia
Andrea Orlando
Difesa
Roberta Pinotti
Economia e finanze
Pier Carlo Padoan
Sviluppo economico
Federica Guidi
Politiche agricole, alimentari e forestali
Maurizio Martina
Ambiente, tutela del territorio e del mare
Gianluca Galletti
Infrastrutture e trasporti
Maurizio Lupi
Lavoro e politiche sociali
Giuliano Poletti
Istruzione, Università e ricerca
Stefania Giannini
Beni, attività culturali e turismo
Dario Franceschini
Salute
Beatrice Lorenzin
Ministri senza portafoglio
Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento
Maria Elena Boschi
Semplificazione per la Pubblica Amministrazione
Marianna Madia
Affari Regionali
Maria Carmela Lanzetta
In cammino verso il terzo Governo non eletto. Il Commissariamento Presidenziale continua. Fuori Monti, fuori Letta avanti Renzi.
di Lamberto Colla ---
Parma, 16 febbraio 2014 -
Se un dato positivo si deve assegnare al “Commissario d’Italia” è lo svecchiamento del premierato. Da Berlusconi a Renzi l’età si è via via dimezzata da quel novembre 2011 che rimarrà nella storia d’Italia, anche grazie ai “video racconti” di Friedman, come l’inizio della sospensione democratica del Paese. 78 anni anni Berlusconi, 70 gli anni di Monti, 47 quelli di Enrico Letta per chiudere, molto probabilmente, con i 39 dell’ “asfaltatore” Matteo Renzi. Dopo aver catramato Bersani alle primarie, il Sindaco Segretario ha, in breve tempo, asfaltato anche il giovane Letta. Costretto, povero lui, alla “tenera” farsa di annunciare all’Italia intera un “nuovo patto di coalizione”, con tanto immagine coordinata, senza coalizione e, quel che è peggio, senza avere più il partito a suo sostegno. Poche ore dopo il suo annuncio con 136 pollici versi, 2 astenuti e solo 16 contrari veniva decretata la smacchiatura anche del giaguarino Letta.
10 mesi di governo senza infamia e senza lode quelli che hanno contraddistinto il periodo dell’onesto Enrico Letta. Più gli annunci dei risultati conseguiti. A osservarlo bene, il governo Letta appare come un periodo di pax tra i due schieramenti tradizionali, per decidere e quindi realizzare assestamenti al loro interno. Dapprima il centro destra con la riesumazione di Forza Italia all’opposizione e la creazione del Nuovo Centro Destra filogovernativa e ora, la pulizia etnica, forse conclusa, all’interno del PD. Nel breve periodo tra l’uno e l’altro cambiamento c’è stato pure l’accordo tra Renzi e Berlusconi per programmare “regole comuni” e per asfaltare i partitini “fastidiosi”.
Già, ma quando gli italiani torneranno a poter dire la loro crocettando almeno il simbolo di un partito? Se l’orizzonte poteva essere la primavera 2015, con il nuovo scenario potrebbe invece diventare il 2018. Il primo Governo Renzi, se benedetto da Napolitano, potrebbe arrivare alla scadenza naturale della legislatura asfaltando definitivamente anche Berlusconi per “raggiunti limiti di età”.
L’ultimo è di Padova. 74 anni imprenditore capace di creare una azienda che, al suo culmine, contava 300 dipendenti ma che, in tempo di crisi, si erano ridotti a poche decine e per di più in cassa integrazione moglie e figlia compresa. Schiacciata dai debiti e dagli insoluti l’azienda era da pochi giorni stata sottoposta a azione concordataria. Ma lui, onesto e appassionato lavoratore - imprenditore, si è sentito isolato e all’angolo. Chissà quali tormenti lo martellavano per arrivare, anch’egli (119 nel 2013), a abbandonare questa terra e i suoi affetti.
Ma il giorno precedente, stessa decisione l’aveva presa un artigiano 48enne di Ferrara che si era trovato con una cartella delle imposte di 90.000€.
Delle solite manfrine e dei “giochi di palazzo” la gente comune non ne può più.
Che sia Renzi o qualcun altro c’è bisogno di stabilità e di coesione. Occorre fare tornare la speranza in un futuro e la fiducia nelle istituzioni rappresentate dai partiti e dagli apparati amministrativi.
Seppellite per qualche mese le asce di guerra e insieme riportate in carreggiata il Paese.
Alle prossime elezioni, se ci saranno, forse ve ne saremo riconoscenti.
(Foto: Laboratorio Fotografico Chigi)