di Gabriele Majo (da Stadiotardini.it) – Mi sono addormentato brangognando via WhatsApp con uno dei migliori autori di StadioTardini.it, subito dopo aver postato l’ennesima conferenza stampa del premier Conte con l’ultima rata dei provvedimenti in vigore, primo ministro che non gode, evidentemente, del suo gradimento politico e che di conseguenza, magari un po’ esacerbato dagli effetti collaterali indesiderati della Quarantena, non giudica essere in grado di guidare il Paese in questo percorso a ostacoli che comunque, personalmente, ritengo possa mettere in difficoltà chiunque e credo ancor di più metterebbe in difficoltà chi comodamente vidima proclami dal di fuori senza avere l’onere di prendere decisioni.
Solo chi fa sbaglia, e probabilmente, ex post, di errori possiamo tutti quanti sostenere che ne siano stati commessi e non pochi, da chi si trova al timone e la mia non vuole certo essere una indulgenza plenaria per nessuno, quella ce l’ha già mandata il Papa, concedendoci nel contempo, di poterci auto-confessare (io più che la recita in solitaria dell’atto di dolore avrei sdoganato la meno comoda confessione virtuale trasformando il telefonino in confessionale): il mio vorrebbe essere solo un invito a mantenere, se possibile, la barra dell’equilibrio a dritta (ricordate cinque anni fa, ai tempi del fallimento del nostro amato Parma? Più o meno dicevo le stesse cose, lontano da proclami da capopopolo che pure così facilmente attecchiscono sul popolino), perché qui non dobbiamo scannarci tra guelfi e ghibellini o juventini ed anti-juventini.
Qui siamo chiamati a combattere con un subdolo nemico invisibile che da un momento all'altro può impossessarsi della nostra vita. E non solo di quella degli altri. Quando pochi giorni fa scrissi il primo necrologio della special edition Coronavirus, quello sul Bianco, conclusi dicendoci che quel decesso apriva “gli occhi, un po’ a tutti, perché ci fa capire come il contagio non sia una cosa lontana che riguardi solo gli altri, ma anche chi ha condiviso una parte della nostra vita, anche se non sempre pensandola allo stesso modo”. E allora, con paura o con coraggio, manteniamo l’equilibrio, ma stiamo attenti, non facciamo gli spacconi, né creiamo divisioni.
Né, però, esageriamo con l’improvvisato senso patriottico da Mondiale che ci porta a sostenere, con hashtag o meno, del tutti uniti ce la faremo. come scusa per i flashmob solo perché, in realtà, non abbiamo una cippa da fare tra queste quattro mura e qualcosa ce lo dobbiamo pure inventare per andare sul balcone a fraternizzare, magari con chi pochi giorni prima e forse tra qualche mese, non torneremo a sopportare perché ci dà fastidio il fumo della sua sigaretta o perché non utilizza a dovere gli spazi condominiali. Anche la divisione tra complottisti e negazionisti dei complotti porta alle volte a dialoghi surreali (o surrenali) sui social, che notoriamente non frequento, ma di cui vedo i riflessi sui vari gruppi WhatsApp, unica social-concessione che appunto mi concedo.
Purtroppo le fake news pullulano anche se a diffonderle alle volte sono persone conosciute che ci mettono ‘a faccia, come diceva una nostra vecchia conoscenza, o nome e cognome, ma appunto un po’ complottisti lo sono per convinzione, o per abitudine, o semplicemente per lavoro e/o missione. Ricevo. come immagino tutti voi, decine di video di esperti, filosofi, sociologi, che, magari con voce pacata e convincente, vorrebbero indottrinarci, concatenando eventi, fatti e date (metodo che, onestamente, seguivo anch'io a suo tempo, quello pre-fallimento Parma su StadioTardini, ma con onestà intellettuale – quella che forse manca agli odierni integralisti – premettevo sempre che io vi davo la mia “verità putativa” che non era detto che coincidesse con la veridicità effettiva dei fatti o con quella che sarà la verità processuale che verrà fuori e che magari ci riserverà sorprese rispetto a quello che ci aspettavamo, anche perché resto della convinzione che gli inquirenti ci abbiano capito fin lì sulla questione, brancolando nel buio o attaccandosi a convinzioni che a me paiono un po’ fuori tema) sul fatto che a tutto questo ci sarebbero dietro gli americani, che volevano punire o limitare la Cina, non essendoci riusciti coi dazi.
Poi arrivano i main streaming che invece scientificamente ci dimostrano che il Covid 19 non è stato bio-ingegnerizzato, anche perché ci sono decine di scienziati, anche vicino a casa nostra, che stanno studiando il virus, che garantiscono essere mutante e ci sono evidenze che sia naturale. Io stesso a lungo ho pensato che fosse scappato il gatto agli stessi cinesi – così si diceva nei primi giorni a proposito di manipolazioni del virus della Sars in laboratorio e accidentalmente finito in circolo – convinzione che aveva fatto breccia nella mia mente di solito avvezza o allenata a schivare le bufale. Del resto è nella natura umana “cercare il colpevole” per placare la propria ansia, ma è una scorciatoia intellettuale da evitarsi.
Vorrei a questo proposito concludere questo sermone domenicale delle 11 – settimana scorsa avevo lasciato questo spazio all'ottimo e ottimistico Mister Roberto Dellapina col suo futuristico Rinascita: non avendo ricevuto in tempo utile il prosieguo della sua avventura letteraria supplisco io con questa mia pistolettata – con un blob, rigorosamente anonimo come da richiesta degli interessati – di alcuni stimati medici di mia fiducia sul tema Coronavirus.
Prima di trascrivere le loro note più salienti concedetemi, tornando circolarmente a quanto stavo scrivendo all'inizio sulla gestione italiana di questa emergenza, pur con tutti i limiti che possiamo annotare, il modus operandi italiano è sostanzialmente lo stesso che stanno seguendo in altre nazioni europee, o dall'Europa appena usciti con un premier che somiglia terribilmente al presidente americano, o dagli stessi Stati Uniti. E’ come il bambino al quale il genitore dice di non dare la testa contro il muro: non vi darà retta fin quando la testa non ce l’avrà data e dopo di vi darà ragione. Ora chi ci perculava per i blocchi o altro sta seguendo la stessa strada.
Le ridicole rincorse all'approvvigionamento selvaggio nei supermercati si sono globalizzate e le abbiamo viste anche in paesi più rigidi o frigidi di noi mediterranei e nessuno più predica l’immunità di gregge convertendosi alle chiusure, a rate all'italiana. Ché noi siamo in democrazia, non con un sistema totalitario come qualcuno vorrebbe (e poi si accorgerebbero che ore sono, visto che fanno fatica a stare in casa e fanno fare gli straordinari al cane pur di portarlo fuori, e si inventano runner della domenica quando fino a quella precedente poltrivano su quello stesso divano che ora sembrano schifare).
Col senno di poi non serve a una benedetta mazza postare questo o quel politico (avversario) locale o nazionale che il 22 o il 27 Febbraio brindava o marciava: la situazione è in continua evoluzione e non aiuta star lì a cercare questo o quel documento per dire sapevano anche prima. Io se lo avessi saputo prima non avrei fatto quei brindisi o quei video Milano non si ferma. Evidentemente non lo sapevano: nessuno – anche se pensiamo possa essere un coglione, solo perché avversario – è così autolesionista da sfidare il corona. Insomma: diamoci una calmata, e cerchiamo di riscoprire valori nascosti e dimenticati. Buona serata, comunque. E buon BLOB.
WHATSAPP MEDICAL BLOB
Medico di Base: “Da quello che so io hanno confrontato il gemona e hanno escluso la manipolazione. Sembra una mutazione naturale. Se devi creare un virus cattivo ne crei uno come il vaiolo o come l’ebola. Nonostante tutto il Coronavirus è un virus debole: è termolabile a 26 gradi, e sensibile a qualsiasi disinfettante, il vaccino si potrà produrre velocemente. Se la prende soprattutto con gli anziani, ma si trasmette abbastanza velocemente come il suo parente del raffreddore. Purtroppo il problema grave lo lo pone la mancanza di posti letto, di apparecchiature di medici, infermieri e ausilii di protezione. Quindi direi molto molto improbabile la creazione in laboratorio. Poi tutto è possibile…”
Medico Ospedaliero: “Informazione: il video inviato sull'intervista del dott. Montanari, non è del tutto corretto. Anziani e cardiopatici non sarebbero morti se non avessero incontrato quel virus. Il virus, per una buona parte dei casi contagiati, sviluppa una polmonite interstiziale che nel 20% dei casi va incontro ad una insufficienza polmonare fino al collasso respiratorio. Muoiono più facilmente gli anziani e gli ammalati cronici perché non hanno forza abbastanza a resistere la lunga terapia di ventilazione assistita. I giovani, che cominciamo a vedere sempre più, hanno solo una capacità polmonare migliore e manifestano la malattia più tardi e arrivano in ospedale quando la situazione è già compromessa. Diventano dispnoici perché hanno già consumato la loro capacità di compensazione respiratoria. Essendo giovani possono resistere meglio la lunga terapia di ventilazione assistita, ma molte volte arrivano troppo tardi. Sto sempre parlando di un 20% di contagiati (che è sempre tanto) che, naturalmente, tutti coinvolti nello stesso lasso di tempo, ha portato al collasso il sistema sanitario. I più non hanno sintomi e molti, anche con polmonite, guariscono da soli. Non si riescono a ricoverare tutti. Ma sappiate che i più guariscono da soli. Se però, anche i giovani, si accorgono che dopo un medio sforzo vanno in affanno – ma affanno vero come vertigine o pre sincope – allora bisogna chiamare aiuto. Volevo solo sottolineare che i morti, sono morti molto prima del tempo, grazie al virus e non solo perché erano già ammalati”.
Medico Ospedaliero: “È una malattia che stiamo scoprendo sul campo, non ci sono arrivati altre informazioni se non l’esperienza dei nostri vicini della Lombardia. Prima che arrivasse l’onda epidemica, avevamo fatto un corso di aggiornamento sul Coronavirus che ci aveva dato informazioni quasi elementari. La realtà è ben diversa e drammatica da quello che ci si aspettava. Non voglio creare panico, voglio solo dare informazioni corrette. Sappiate che i più guariscono da soli. Una coppia di miei amici hanno sviluppato la polmonite bilaterale interstiziale, ma sono guariti; nell'arco di 4-5 giorni scompare la febbre, la tosse resiste per molto tempo,ma dopo circa 20/25 giorni passa.”
Medico di Base: “Purtroppo qualche eccezione esiste come le altre influenze, ma non hanno mai fatto il bollettino di guerra e soprattutto questo insegna come è importante la tanto sottovalutata vaccinazione che salva tutti gli anni tanti anziani. La politica del terrore spaventa le persone normali, non i coglioni. Per quelli bisogna usare altri mezzi. L’Asiatica e l’Hong Kong hanno fatto centinaia di migliaia di morti, ma era un altro mondo e nessuno faceva bollettini di morte etc etc e non c’erano respiratori ed altro. Non vengono mai fatte comparazioni. Sembra che non muoia più nessuno di niente, ma non è così. Il medico ha la funzione non solo di curare, ma anche di rassicurare. Ricevo centinaia di telefonate di gente terrorizzata solo per un mal di gola o un raffreddore… La politica del terrore serve anche a far sì che per una cazzata la gente si rechi in Ospedale affollando ancor di più i pronto soccorso: se di vuol far star e a casa la gente di utilizzino le forze dell’ordine per i coglioni e purtroppo per tanto giovani incoscienti. Ma spaventare gli altri è follia diciamo un azzardo.”
Medico Ospedaliero: “Negli uffici, in azienda, non servono mega mascherine con filtri. Noi usiamo F2, ma siamo a stretto contatto per 12 ore e usiamo F3 solo in caso di terapia con aerosol o nei momenti in cui il paziente viene intubato. Le mascherine chirurgiche vanno bene per proteggere se stessi o gli altri, (commesse, operatori agli sportelli), ma devono essere indossati sia da chi lavora che da chi si avvicina a loro. Nella passeggiata o in casa non serve niente”.
Medico Ospedaliero: “Attualmente il cocktail di antivirali (quelli usati per l’Hiv) e il farmaco antireumatoide, iniziati subito, appena arrivano in ospedale con insufficienza respiratoria, sembra dare buoni risultati, proprio per svezzarli meglio e più velocemente dai respiratori e per evitare il gesto estremo dell’intubazione. L’antireumatico inibisce quella risposta esagerata che aggrava la fibrosi polmonare con una risposta autoimmunitaria patologica. Ecco perché si dà solo a chi è già compromesso. Non lo si dà come prevenzione. Come, molto efficace deve essere l’anticorpo monoclonale sperimentato a Napoli che inibisce il processo di fibrosi polmonare tipica della risposta autoimmunitaria patologica”.
Autore
Gabriele Majo, 56 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.