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Tonello (Coldiretti), non ci sta e interviene in merito alle notizie di annullamento delle elezioni della Bonifica Centrale dell'Emilia Romagna. "Siamo pronti a mettere in atto le azioni legali più utili a tutelarci" è la conclusione del direttore della Federazione Regionale Coldiretti.

di Virgilio, Reggio Emilia 20 gennaio 2016 -
Monta il caso sulle notizie di una ipotesi di commissariamento o di proroga del vecchio organo della Bonifica Centrale dell'Emilia Romagna.
Diverse testate avevano annunciato che "Le elezioni del consiglio di amministrazione - scriveva Reggionline.com il 13 gennaio scorso - del consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale (vinte dalla lista di Ugo Franceschini - leggi) non sono valide. Troppe le irregolarità emerse. Questa la decisione del comitato organizzativo dell'Ente, dopo i reclami presentati da 4 candidati."

"In mancanza di informazioni documentate – ha detto Mauro Tonello e riportato in un post di "Bonifica e Suolo" il profilo facebook della lista n° 2 – non ritengo sia opportuno per la nostra organizzazione esprimersi sull'operato del Comitato Amministrativo della Bonifica. Prendo atto con disappunto che c'è invece chi ritiene di essere bene informato e si sta prodigando a divulgare notizie in merito a delibere alle quali la lista Bonifica e Suolo non ha ancora potuto accedere. Prendo altresì atto con stupore che alcuni parlamentari che si appellano all'alto senso civico sulla correttezza delle forme di partecipazione e parlano in riferimento alle elezioni della bonifica esplicitamente di "annullamento", "modalità scorrette ed uso improprio delle deleghe", di "livello di degenerazione che deve essere rigettato ....", non citano mai nomi e fatti precisi nonché la fonte di tali informazioni. C'è anche chi già , attraverso sue note ufficiali, essendo evidentemente a conoscenza delle decisioni del Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, che, ripeto, ad oggi non sono ancora divulgate malgrado l'esplicita ed ufficiale richiesta del capolista di Bonifica e Suolo, accusa apertamente la Lista 2 e Coldiretti di aver commesso irregolarità e di aver fatto votare povere persone defunte.
Tengo a sottolineare – ha concluso Tonello – che da parte nostra non abbiamo dato numeri, né ci siamo messi a conteggiare le schede, ma ci siamo limitati a prendere atto di come è stato gestito il momento elettorale e dei numeri che sono stati forniti non dalla commissione elettorale ma dagli organi di stampa. Tra l'altro aggiungo che, se risultassero confermati tali numeri, lo scarto tra le 2 liste risulterebbe minimo e allora come si fa a stabilire che, come apprendiamo sempre dalla stampa, i voti che risulterebbero irregolari sono andati tutti alla lista numero 2 dato che il voto è segreto? A difesa della onorabilità e rispettabilità di Coldiretti, dei suoi soci e, prima di tutti, di coloro che si sono impegnati a vario titolo in questa competizione elettorale a partire dai componenti della Bonifica e Suolo, siamo pronti a mettere in atto le azioni legali più utili a tutelarci".

Troppe chiacchere sul Consorzio di Bonifica, "Non c'è ancora nessuna delibera e nessun verbale del Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale in merito alla decisione sui risultati elettorali del consorzio stesso. È questa in sintesi la risposta ottenuta dal candidato della lista "Bonifica e Suolo", Ugo Franceschini, che ha presentato richiesta di visione del verbale della riunione del Comitato Direttivo che annulla le elezioni. Lo comunica Coldiretti Reggio Emilia sottolineando che il direttore generale del Consorzio, avvocato Domenico Turazza, ha comunicato "che la delibera del Comitato Amministrativo n. 5/2016 del 12 gennaio 2016, recante determinazioni in ordine al reclamo sulle operazioni elettorali e, più in generale, in ordine all'accertamento dei risultati delle elezioni, è in corso di stesura e verrà pubblicata a termini di statuto entro 15 giorni dalla sua adozione, vale a dire entro il 27 gennaio p.v."

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Mauro Tonello: Nato a Codigoro (Ferrara) il 9 aprile 1960, imprenditore agricolo, conduce a Codigoro un'azienda agricola di 150 ettari, coltivata con produzioni estensive a indirizzo orticolo e cerealicolo.
E' presidente di Coldiretti Emilia Romagna dal 1999.
E' vicepresidente nazionale dell'organizzazione e presidente di Unci-Coldiretti.

Pubblicato in Ambiente Reggio Emilia

Gli esercizi alimentari sono gli unici a non agganciare la ripresa delle vendite. A trainare la ripresa del commercio al dettaglio nel 2015 è soprattutto il comparto alimentare che cresce nelle vendite dell'1,4%. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio dell'Istat relativi ai primi dieci mesi dell'anno dove complessivamente l'aumento è dell'1%.

La tendenza positiva degli alimentari è confermata anche per le festività di Natale con la spesa per cibi e bevande che rappresenta il 34% del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, seguita dai regali con il 23%, dall'abbigliamento con il 17% mentre al divertimento è destinato il 15% e ai viaggi e vacanze appena l'11%, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'. A confermarlo anche i dati Istat sul fatturato industriale ad Ottobre che nell'alimentare crescono dell'1,1% anche per l'effetto ella domanda di vino e cibo made in italy sulle tavole del Natale in Italia ed all'estero. A cambiare profondamente nel dettaglio alimentare italiano nel 2015 - sottolinea la Coldiretti - sono stati i luoghi dove gli italiani fanno la spesa con i discount alimentare che sono quelli che fanno registrare il balzo positivo piu' elevato (3,6%) mentre all'opposto le piccole botteghe alimentari che sono le uniche a far registrare durante l'anno un calo delle vendite (-0,6 %) tra tutte le diverse categorie di esercizi, alimentari e non. Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente mentre il fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali determina – sottolinea la Coldiretti - evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell'intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che - conclude la Coldiretti – va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani.

(Fonte Coldiretti)

Domenica, 15 Novembre 2015 09:05

...quando le vacche sono già scappate...

Liberati dalle catene delle quote latte, a poco più di 6 mesi il settore va in crisi e ha inizio la protesta. Ma chi protesta e contro chi protesta? Quale politica viene messa in campo per riportare valore a un settore importante e strategico come è quello zootecnico?

di Virgilio, 15 novembre 2015
"Dall'inizio della crisi: hanno chiuso più di 3 stalle al giorno; si sono persi 32.000 posti di lavoro; le montagne sono state abbandonate; c'è meno "verità" e sicurezza sulle tavole delle nostre famiglie e nei prodotti che diamo ai nostri bambini!
Consumatori italiani, aiutate COLDIRETTI a salvare le nostre stalle, i nostri territori, il patrimonio di genuinità, sicurezza e trasparenza del VERO MADE IN ITALY.
Costringiamo insieme le multinazionali e le industrie del settore lattiero caseario a dichiarare l'ORIGINE dei prodotti che mangiamo e a pagare il GIUSTO PREZZO agli allevatori!"

Così scriveva la Coldiretti il giorno in cui dava fiato alle trombe e aizzava il popolo giallo verde contro le industrie.

Chiede ai consumatori di salvare il latte italiano oggi che le vacche sono già scappate. A poco più di sei mesi dalla tanto desiderata soppressione delle "odiate" quote latte. Oggi, dopo avere portato il settore in mezzo all'oceano tra i flutti della globalizzazione scopre che le industrie fanno il loro mestiere e acquistano al miglior prezzo nel mondo e vendono per fare profitto. Così, presa in contropiede, adesso la Coldiretti pretenderebbe di fare assumere il ruolo di sindacato degli allevatori ai consumatori stessi?

Ma come è possibile solo pensarla una cosa del genere.

Protestò per caso la Coldiretti quando il Governo decise di fare pagare il conto della prima miliardaria sanatoria delle quote latte ai cittadini italiani?

No, non fece nulla perché interessava dare soddisfazione ai propri assistiti, in quell'epoca era un sindacato di categoria. Poi, pian piano, ma sempre più insistentemente negli ultimi anni, ha virato verso una posizione sempre più generalista, quasi più un sindacato dei consumatori, così presente a portare in evidenza all'opinione pubblica le magane degli altri, i prodotti "Italian Sounding" sparsi qua e là per il mondo o a fare da spalla a uno a all'altro governo, ma di politica agricola, per carità, meglio non parlarne.

Più facile tacere e poi sottolineare le storture degli altri piuttosto che fare con il rischio di sbagliare e magari venire sottoposti a processi mediatici controproducenti all'immagine di leadership tanto agognata a suon di battaglie numeriche nelle varie camere di commercio sparse in ogni italica provincia.
Una politica autoreferenziale che ha dato buoni frutti solo alla potente organizzazione ma ben pochi al sistema agricolo.

Ed oggi, fosse solo per orgoglio e dignità, non dovrebbe invocare l'aiuto del popolo a favore dei suoi associati ma fare autocritica e sfogare la sua potenza mediatica e economica a favore del settore ripristinando gli antichi e sempre validi valori che furono di Paolo Bonomi. Basterebbe una rilettura in chiave moderna degli ideali di Bonomi e di Don Luigi Sturzo per riproporre una nuova politica agricola.

Invece di organizzare sfilate di manichini in livrea gialla, candidi e puliti, tanto da non credere che siano "veri, puri e duri contadini", dovrebbe organizzare tavoli di negoziato europei e di filiera, dovrebbe proporre idee politiche con valori rinnovati e combattere perché vengano accolte.

No, invece le manifestazioni delle nostre organizzazioni agricole sembrano delle passerelle, delle rassegne d'armi, inquadrati e coperti come militari che sfilano davanti ai generali e al governo.

Il tempo per redimersi non scade!
Meglio tardi che mai, direbbe il sommo maestro Alberto Manzi.
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Appendice: a seguire (ance in allegato) un video di una manifestazione di agricoltori francesi. Forse una posizione mediana esiste tra gli eccessi della protesta italiana e di quella francese.
video -  https://youtu.be/gN55b2JQNN0

Video Pubblicato il 28 nov 2014
Gli agricoltori contestano il piano del governo teso a sminuire la produzione e la distribuzione locale.
L'occasione è stata quella della visita del presidente della Repubblica francese, François Hollande, in Moselle, dipartimento francese della regione della Lorraine.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

L'agricoltura italiana è diventata la piu' green d'Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu' vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell'Unione Europea.

E' quanto è emerso alla Giornata dell'Agricoltura italiana organizzata da Coldiretti ad Expo con la partecipazione di decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni guidati dal Presidente nazionale Roberto Moncalvo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

L'Italia è l'unico Paese - sottolinea la Coldiretti - che può vantare 272 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, oltre ventimila agriturismi ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Ma l'Italia è anche il Paese con le regole produttive piu' rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell'Unione Europea, dove si assiste ad un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l'identità degli alimenti.

E sul territorio nazionale c'è anche il maggior numero di agricoltori biologici a livello europeo. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro Paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all'anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni continentali del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell'Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).

Il modello produttivo dell'agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto.

Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è – sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per cento ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).

La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi diecimila riferimenti dove acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a chilometri zero con una azione di sostegno alle realtà territoriali e un impegno contro l'inquinamento ambientale per i trasporti che non ha eguali negli altri Paesi dell'Unione e nel mondo. Un percorso reso possibile – sottolinea la Coldiretti - dal grande sforzo di rinnovamento dell'agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la cura dell'orto e i corsi di cucina in campagna, l'agricoltura sociale per l'inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

"Il successo dell'agricoltura italiana sta nella sua sostenibilità e nella sua bellezza che derivano da straordinarie qualità, varietà, distintività e articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "si tratta di un risultato che è figlio di cura, di equilibrio, di tradizione e di innovazione, di buon lavoro, di rispetto, i quali rendono il Made in Italy a tavola esclusivo, quindi 'prezioso' e quindi vendibile su tutti i mercati della terra". "Se siamo ai vertici mondiali per la produzione biologica – ha continuato Moncalvo - se progressivamente abbiamo scalato addirittura il ranking nella produzione di "caviale", se la nostra rete di mercati in vendita diretta è la più estesa in Europa, se l'agricoltura giovane italiana è la più numerosa e più innovativa d'Europa, se i nostri formaggi e i nostri vini sono i più ricercati (e imitati) è perchè in questi anni abbiamo costantemente 'mantenuto' e 'innovato'" per garantire competitività al settore agroalimentare che rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.

I PRIMATI DELL'AGRICOLTURA ITALIANA - FONTE COLDIRETTI
Il settore agroalimentare rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato, alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.
Il modello produttivo dell'agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è – sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per cento ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).
L'Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti 'distintivi' con 272 prodotti Dop e Igp e 4886 specialità tradizionali regionali che salvaguardano la biodiversità e difendono la tradizione.

L'Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese – rileva la Coldiretti - con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1.4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7.5%).
L'agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l'agricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno).

L'Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12 per cento rispetto all'anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5 per cento). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni europei del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell'Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).
L'Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a chilometri zero che abbatte l'inquinamento determinato dai trasporti con quasi diecimila riferimenti della rete di Campagna Amica (scarica la App farmersforyou).

Domenica, 02 Agosto 2015 10:53

Frutta, +500% dal campo alla tavola

Coldiretti denuncia la speculazione sulla frutta e lancia il progetto FAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani)

Parma 02 agosto 2015 -

Dalle pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro alle susine, per le quali l'agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, dai meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al chilo, all'uva da tavola che si trova in vendita a 2,50 euro rispetto agli 80 centesimi dati a chi la coltiva, che non riesce più a coprire neppure i costi di produzione.
A denunciarlo è la Coldiretti sulla base di un'analisi su dati Ismea relativi alla terza settimana di luglio resa, nota in occasione della Giornata dell'ortofrutta al Padiglione Coldiretti ad Expo.

"E' in atto una vera speculazione, sottolinea Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti, che paga la frutta al di sotto dei costi di produzione agli agricoltori e non permette a molti cittadini di garantirsi il consumo di un prodotto indispensabile per la salute in questa stagione".
In questo contesto una vera rivoluzione è in atto grazie al progetto "Scendipianta" di Fai, "Firmato dagli agricoltori italiani", che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita.

Un progetto che ha trovato l'attenzione della principale catena distributiva italiana "Conad" con cui è stato stretto un importante accordo nell'ambito del quale sono iniziate le prove su vari punti vendita con pesche e nettarine che piano piano si estenderanno anche alle altre specie ortofrutticole.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

A sorpresa la Coldiretti sfila dalle mani della Libera Associazione di Cremona la guida del Consorzio Agrario. Decisiva è stata l'assemblea parziale di Casalmaggiore. Paolo Voltini è il nuovo Presidente.

di Virgilio Parma, 26 aprile 2015 –

La potente organizzazione Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, aderente a Confagricoltura, è stata battuta sul filo di lana dalla Federazione Provinciale Coldiretti al cui candidato è andata la carica di presidente della importante struttura economica.
Paolo Voltini, quindi, è il nuovo presidente del Consorzio Agrario di Cremona e il prossimo giovedi 30 aprile i delegati eleggeranno il nuovo consiglio di amministrazione.

Difficile, sino a qualche mese fa, pensare che, uno degli ultimi baluardi di Confagricoltura, potesse passare sotto il controllo di Coldiretti ma, a quanto pare, i rappresentanti di Confagricoltura hanno preferito confrontarsi sulle beghe interne piuttosto che con Coldiretti per il controllo del "gioiellino di famiglia", il Consorzio Agrario.

Decisiva è stata l'ultima assemblea parziale dove la Coldiretti non ha lasciato a casa alcun voto a sua disposizione e forte del fatto che il neo eletto presidente, Paolo Voltini, oltre a essere il presidente provinciale della Coldiretti è anche il numero uno del Consorzio Casalasco del Pomodoro titolare tra l'altro del marchio "POMI'", è riuscita a far valere la superiorità numerica.

Fortissima sul territorio nazionale la Coldiretti con la conquista del Consorzio Agrario di Cremona, ultima roccaforte Confagricoltura nel panorama dei Consorzi Agrari (rimane Bolzano), ha dimostrato come la squadra unita vinca anche sui terreni più difficili e Cremona era probabilmente il più difficile in assoluto.

Se dal versante numerico la proiezione avrebbe dovuto favorire la "Libera", il loro dissidio interno ha prevaricato l'obiettivo collettivo, forse anche per un difetto di presunzione numerica. Fatto sta che, nonostante le sollecitazioni del presidente confederale Mario Guidi, i soci della "Libera" hanno preferito la questione privata alla questione collettiva.

Monolitica come sempre la Coldiretti, guidata con fermezza e durezza da Roma dal "filosofo" Vincenzo Gesmundo, sta procedendo a passo svelto verso la creazione della nuova "federconsorzi" questa volta sotto l'unica guida Coldiretti.

Criticato da certa stampa (Il Fatto e l'Espresso ad esempio) per i suoi stipendi milionari, Vincenzo Gesmundo sta dimostrando di meritare tutto quanto il proprio stipendio soprattutto se riuscirà nel suo intento di portare a casa il residuo tesoretto della vecchia Federconsorzi pari a circa 800 milioni di euro.

Intanto Bandiera Gialla sventola anche a Cremona.

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Cala il tasso di deflazione. L'andamento dei prezzi è, per Coldiretti, il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare.

Roma- A frenare la deflazione ha contribuito il balzo dell'10,8 per cento dei prezzi della verdura rispetto allo scorso anno dovuto anche al maltempo che ha distrutto le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli e danneggiato quelle in serra lungo tutta la Penisola. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati sull'andamento dell'inflazione in Italia a febbraio che evidenziano anche un aumento dell'1,2 per cento dei prezzi della frutta che fa aumentare il carrello della spesa. L'andamento dei prezzi - sottolinea la Coldiretti - è dunque soprattutto il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare sul reale andamento dei consumi che rimangono ancora fortemente stagnanti nell'alimentare. Tuttavia - conclude la Coldiretti - è prevista una inversione di tendenza nel 2015 con il ritorno della fiducia sui mercati dimostrato dallo spread e, tra i consumatori, con un aumento degli acquisti alimentari per la prima volta da inizio della crisi.
(Coldiretti 12 marzo 2015)


Mantenuti gli impegni per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione.

Roma - Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione per tutti nei comuni montani e a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, o a chi a loro affitta, in quelli parzialmente montani.

E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l'esito del Consiglio dei Ministri straordinario sull'Imu agricola montana che, con il lavoro del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e su proposta del premier Matteo Renzi, ha fissato nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – sottolinea Moncalvo - hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l'intera collettività.

Il testo prevede che a decorrere dall'anno in corso, 2015, l'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) si applica:
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat;
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat.
Tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014.
(Ufficio Stampa Coldiretti 23 gennaio 2015)

Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm.

Roma 13 gennaio 2015 - "La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l'Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell'Unione" ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L'Europa da un lato, le Alpi e il mare dall'altro, renderanno l'Italia - precisa Moncalvo - finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.

Per l'Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - continua Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy".

Secondo una analisi della Coldiretti nell'Unione Europea nonostante l'azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
(Fonte Coldiretti - il Punto )

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CreditAgri Italia chiude la gestione 2014 con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

Roma 23 dicembre 2014 - Risultano sostanzialmente aumentate le imprese agricole in difficoltà finanziaria che salgono ad oltre 18 mila con un amento del 6 per cent rispetto allo scorso anno con l'ammontare dei finanziamenti a sofferenza pari a 4.9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto al 2013. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul terzo bollettino statistico della Banca d'Italia che evidenzia una dinamica dei finanziamenti all'agricoltura in sostanziale tenuta di livello, con un ammontare dei fidi bancari che sfiora in 44 miliardi di euro, assolutamente il linea con le risultanze del 2013, ma con una incidenza dei crediti a sofferenza pari all'11 per cento. A pesare - sottolinea la Coldiretti - sono state le difficoltà di mercato ma anche quelle provocate dal maltempo che ha tagliato le principali coltivazioni agricole. In questo contesto – sottolinea Coldiretti - CreditAgri Italia, ente intermediario finanziario vigilato dalla Banca d'Italia ha avuto un importante ruolo di sostegno alle imprese agricole e cooperative del settore come conferma la sua dinamica evolutiva in controtendenza rispetto al mercato creditizio in generale. La gestione 2014 chiude con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

L'Assemblea di fine anno dei Soci dell'ente finanziario, nell'ottica di completare l'asset di governo e renderlo sempre più adeguato alle esigenze strutturali e organizzative, ha integrato il Consiglio di Amministrazione definendolo in nove componenti. Alla Presidenza della finanziaria resta Vincenzo Gesmundo, segretario generale della Coldiretti, coadiuvato dal Vice Presidente Aldo Mattia e dal Consigliere Delegato Roberto Grassa cui è affidata la direzione generale. Fanno inoltre parte del Consiglio, Franco Angelo Gatti, Giuseppe Romano, Angelo Della Valentina, tutti imprenditori agricoli e agroalimentari, e Giovanni Barbara, Sara Landini e Francesco Visco, docenti universitari rappresentanti del mondo accademico e libero professionale.
(Fonte Coldiretti)

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