Redazione

Redazione

Il museo parigino ha chiesto in prestito il capolavoro dell’artista modenese, attualmente ospitato nella chiesa di San Giovanni Battista, per un’importante mostra che aprirà nel 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò Leonardo da Vinci. Si attende l’ok dell’Arcidiocesi e, soprattutto, della Soprintendenza

MODENA –

Uno dei capolavori modenesi, il Compianto sul Cristo morto di Guido Mazzoni, vissuto tra il 1450 e il 1518, potrebbe essere uno dei pezzi forti della grande mostra che il Louvre di Parigi sta allestendo per il 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò il genio di Leonardo da Vinci. 

Il gruppo scultoreo, in terracotta policroma, è attualmente ospitato presso la Chiesa di San Giovanni Battista che è quasi sempre chiusa e la visione dell’importante opera d’arte viene segnalata “solo su prenotazione”. Paradossalmente, quindi, un capolavoro poco visibile ai modenesi potrebbe essere visto dalle migliaia di visitatori del museo parigino.

Tuttavia, è ancora presto per dire se il Compianto prenderà la via della capitale francese. L’Arcidiocesi di Modena e Nonantola, proprietaria del gruppo scultoreo, realizzato negli anni settanta del Quattrocento, sembra ben propensa al “prestito”, tuttavia, deve ancora partire l’iter da parte della Soprintendenza. Gli esperti dovranno infatti valutare se, nonostante l’altissimo livello di sicurezza garantito dal Louvre in materia di assicurazione, trasporto, tutela ed esposizione al pubblico, è in grado di lasciare la sua sede modenese.

L’opera del Mazzoni, infatti, si presenta come particolarmente delicata, anche in seguito a un restauro “selvaggio”, avvenuto negli anni Novanta, che di fatto ha privato le otto figure che la compongono del rivestimento policromo ottocentesco. 

Guido Mazzoni deve proprio la sua fortuna artistica ai gruppi in terracotta policroma con figure a grandezza naturale, nelle quali è riuscito a trasfondere emozioni e moti dell’animo attinti dall’osservazione del quotidiano. 

A Modena, oltre al Compianto, si trovano anche la celebra “Madonna della Pappa”, conservata nella cripta della Cattedrale, e la “Testa di Vecchio”, conservata presso la Galleria Estense.

La vittima, Filomena Cataldi, in seguito a un diverbio, è stata raggiunta nel suo appartamento di San Polo di Torrile (PR), è stata prima picchiata, poi strangolata e accoltellata. È stato lo stesso omicida a chiamare il 112

SAN POLO DI TORRILE (PR) –

Una donna di 44 anni, Filomena Cataldi, impiegata presso un'azienda di prodotti gastronomici, è stata brutalmente uccisa del vicino, un 36 enne cinese, nel tardo pomeriggio di ieri.

Erano circa le 17.30 quando l'uomo, in seguito a un diverbio con la condomina, l'ha inseguita fino al suo appartamento. Qui ha infierito su di lei con una furia cieca. Prima, infatti, l'avrebbe picchiata più volte al volto e al corpo, fino a tramortirla, per poi strangolarla e sferrarle una coltellata alla gola.

Dopo il delitto, è stato lo stesso omicida a telefonare al 112, confessando quello che aveva appena fatto. I Carabinieri hanno quindi provveduto al fermo del reo confesso che, secondo le testimonianze dei vicini, era di indole violenta e si sarebbe scagliato più volte contro la moglie e altri condomini.

Nei confronti della donna uccisa, invece, non c'erano stati precedenti.

La Capitaneria di Porto di Livorno sta indagando sulle ultime telefonate e sui contatti avuti via WhatApp da Pietro Fogliani, la cui imbarcazione, la Lalabelle, è stata trovata arenata sulla riva di Vada, nel livornese. Di lui ancora nessuna traccia.

SASSUOLO –

L'ultimo pagamento con la carta di credito, per saldare l'ormeggio, è stato registrato a Porto Lotti, a La Spezia, sabato scorso alle 13.30. E sempre a sabato, alle 13.53, è risale l'ultimo accesso a WhatsApp di Pietro Fogliani, l'imprenditore sassolese 56 enne di cui, da quasi una settimana, non si hanno notizie.

La sua barca a vela, la Lallabelle, è stata trovata incagliata vicino alla riva di Vada, in provincia di Livorno, senza che del suo proprietario vi fosse alcuna traccia. Proprio sull'imbarcazione è stato trovato il cellulare dell'imprenditore, mentre tutto il resto, dalle provviste agli indumenti agli effetti personali, è stato rinvenuto in ordine. Non ci sarebbero, infatti, i presupposti per far pensare a una colluttazione o a un tentativo di furto.

Le ricerche per ritrovarlo, coordinate dalla Capitaneria di Porto di Livorno, si sono intensificate, anche attraverso l'impiego di mezzi navali, aerei e subacquei, che stanno pattugliando un raggio di 55 miglia, nel tratto di mare compreso tra la zona sud di Porto Lotti, da dove è partita la barca a vela di Fogliani, al litorale di Piombino. Sono state allertate anche le Capitanerie di Porto di Genova e Civitavecchia per estendere le ricerche anche nelle loro aree di competenza. La Lallabelle, infatti, era sprovvista della strumentalizzazione di radiolocalizzazione satellitare a bordo e non è stato possibile ricostruire i suoi spostamenti.

Nel frattempo, i militari della Guardia Costiera stanno effettuando verifiche anche sulle ultime telefonate fatte e ricevute dal cellulare del sassolese nei giorni precedenti la sua scomparsa, e anche sulla movimentazione dei conti correnti, per escludere un allontanamento volontario.

Sono stati contattati anche il figlio di Fogliani, Alessandro, e l'ex moglie, per approfondire quali siano le abitudini del 56 enne, appassionato di rally e di barca a vela, attività che svolgeva spesso in solitaria. Si cerca di capire se era solito frequentare luoghi particolari o fermarsi durante la navigazione per andare a trovare degli amici. Insomma, tutto quanto possa essere utile per ritrovare il disperso.

Finora, l'unico particolare anomalo è risultata essere la posizione del salvagente di bordo, ritrovato in mare e non a bordo, e con la cima attorcigliata a una delle eliche.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"