Redazione

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Si tratta di Luciano Cardone, 37 anni, di professione muratore e pregiudicato. Avrebbe messo in atto estorsioni tramite minacce e intimidazioni ai danni di imprenditori e professionisti per tutelare il clan da eventuali azioni dei creditori.

SOLIERA (MO) –

C’è anche un 37 enne di origine napoletana, ma residente a Soliera, tra le sette persone arrestate ieri mattina dalla Compagnia dei Carabinieri di Carpi, con l’ausilio della DIA di Bologna, su disposizione della Procura distrettuale antimafia di Trieste. Si tratta di Luciano Cardone, ufficialmente di professione muratore, pregiudicato, di fatto estorsore per conto del clan dei Casalesi

A lui si è arrivati dopo una complessa indagine, che ha portato a indagare 12 persone, che ha origine in Croazia e ruota attorno alla figura di Fabio Gaiatto, sedicente intermediario finanziario di Portogruaro, tutt’ora in carcere, che avrebbe investito circa 12 milioni di euro, appartenenti al clan dei Casalesi, in società croate. In seguito al mancato pagamento di debiti contratti con imprenditori locali, le autorità croate gli hanno di fatto pignorato le aziende all’inizio del 2018, impedendo, di fatto, al clan di rientrare in possesso delle somme investite. 

A questo punto, il Gaiatto si è trovato impossibilitato a restituire ai Casalesi i loro soldi. Le richieste del clan si sono fatte sempre più pressanti. Ed è a questo punto che, in una sorta di tutela contro le ritorsioni nei suoi confronti, Gaiatto mette in atto una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e professionisti, alcuni dei quali italiani operanti nella città di Pola. Attraverso minacce e intimidazioni, le vittime venivano costrette e rinunciare ai loro ingenti crediti e spesso anche a cedere allo stesso Gaiatto, prestiti, beni mobili e immobili senza alcun corrispettivo in cambio, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro. 

Il Cardone sarebbe stato uno degli esecutori delle estorsioni. Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite a Modena ulteriori perquisizioni. 

Nell’ambito della attività di controllo a tutela del Made in Italy le Fiamme Gialle hanno rilevato la mancanza di qualsiasi etichetta sulle confezioni che ne indicasse la tracciabilità. Tra la merce non sicura anche addobbi natalizi e giocattoli destinati ai più piccoli.

MODENA –

Addobbi natalizi, ma anche giocattoli, gadget e articoli per la casa. Tutti privi di regolare etichetta che ne certificasse la provenienza e, soprattutto, la sicurezza. Per questo la Guardia di Finanza, nell’ambito dei controlli per la tutela del Made in Italy, ha sequestrato 1148 prodotti, per un valore commerciale di circa 7000 euro, in un supermarket gestito da un cittadino cinese, situato nelle vicinanze di Viale Gramsci.

La merce sottoposta a sequestro amministrativo è stata immediatamente rimossa dagli scaffali e dalla vetrina in quanto potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. 

 

Un giovane colombiano di 19 anni è stato trovato all’interno di un esercizio del centro storico di Modena, dove si era introdotto per rubare. 

MODENA –

Serata sfortunata per un 19 enne colombiano, che la scorsa notte ha pensato di introdursi in un locale del centro storico di Modena forzando la porta. I suoi movimenti, però, non sono sfuggiti a un Istituto di Vigilanza, che ha segnalato la sua intrusione alla sala operativa della Questura.

La seconda circostanza sfortunata per il giovane è stata che una volante della Polizia si trovava a soli 100 metri dal locale dove si era introdotto e, al suo arrivo, lo ha trovato ancora all’interno. Il giovane, colto sul fatto, ha tentato di nascondersi sotto un tavolino, ma è stato facilmente scoperto. Gli agenti gli hanno anche trovato un tablet di cui era riuscito di proprietà dell’esercizio di cui era riuscito nel frattempo a impossessarsi.

L’uomo è quindi stato bloccato e accompagnato presso gli uffici della Questura. Qui, attraverso una verifica nella banca dati, è emerso che a carico del giovane sudamericano gravavano diversi precedenti penali in materia di reati contro la persona, reati contro il patrimonio e reati legati agli stupefacenti. Il Magistrato di turno ha quindi disposto per lui l’arresto all’interno delle camere di sicurezza, in attesa del processo per direttissima.

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