Furti in negozio e merce recuperata, italiano infrange il divieto di avvicinamento alla ex, marocchino arrestato per furto e aggressione.
Rubano merce per 5000 euro in un negozio a Mirandola: la Polizia di Stato risale ai responsabili e recupera l'intera refurtiva.
Nella giornata di ieri, personale del Commissariato di P.S. di Mirandola ha denunciato in stato di libertà due cittadini marocchini di anni 33 e 41 anni, per il reato di furto aggravato in concorso.
A seguito di una tempestiva attività di indagine, gli agenti sono riusciti a risalire ai responsabili del furto perpetrato, nella notte del 7 febbraio scorso, ai danni dell'esercizio commerciale "Fruttieri Calzature" di Mirandola.
Grazie all'analisi dei fotogrammi di alcune telecamere di videosorveglianza, collocate nelle immediate vicinanze dell'esercizio commerciale, si è potuto accertare che il furto era stato commesso tra la mezzanotte e le tre del mattino ed è stato possibile riconoscere il volto del 41enne, soggetto noto alle Forze dell'ordine per i suoi trascorsi, pregiudicato per reati contro il patrimonio, resistenza a Pubblico Ufficiale, ricettazione, evasione, minaccia e spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli agenti, che hanno perlustrato a fondo la zona, hanno anche rinvenuto gli arnesi da scasso utilizzati per perpetrare il reato.
I due complici sono stati rintracciati ieri mattina a Mirandola con ancora una parte della refurtiva. La restante merce (scarpe e borse), per un valore complessivo di oltre 5000 euro, è stata recuperata presso il domicilio del 41enne e riconsegnata al legittimo proprietario.
Quest'ultimo era già stato deferito all'Autorità Giudiziaria, non meno di un mese fa, per lo stesso reato consumato ai danni di un'altra rivendita di scarpe di Mirandola.
Nella circostanza, il malvivente aveva agito in pieno giorno, rubando un paio di scarpe e una borsa, per un valore totale di 230 euro, che erano esposte nella vetrina adiacente l'ingresso del negozio.
Grazie alla minuziosa descrizione del soggetto da parte di una dipendente dell'esercizio, gli agenti intervenuti nell'immediatezza erano riusciti ad individuare il responsabile e a denunciarlo a piede libero.
Viola ripetutamente il Divieto di Avvicinamento alla ex fidanzata: 31enne agli arresti domiciliari
Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all'Ordinanza di Custodia Cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena nei confronti di un cittadino italiano di 31 anni.
L'uomo, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, era già sottoposto alla misura coercitiva del Divieto di Avvicinamento alla ex fidanzata, emessa sempre dal G.I.P. del Tribunale di Modena nel novembre scorso, misura reiteratamente violata dal 31enne.
La Polizia di Stato arresta su ordine di carcerazione un giovane rapinatore marocchino
Nelle prime ore di questa mattina, personale della locale Squadra Mobile, in collaborazione con l'omologo Ufficio di Reggio Emilia, ha dato esecuzione all'Ordinanza di Custodia Cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena l'8 febbraio u.s., nei confronti di un cittadino marocchino di 20 anni, residente a Reggio Emilia, responsabile di due rapine.
Il primo reato era stato commesso la notte dell'8 gennaio scorso ai danni di una persona dedita al meretricio, alla quale lo straniero aveva rubato la borsa contenente denaro ed effetti personali; la seconda rapina, a distanza di qualche ora, all'interno di un esercizio commerciale del centro storico, dove il 20enne - dopo aver asportato alcuni capi di abbigliamento - aveva ingaggiato una colluttazione con il personale addetto alla vigilanza, colpendolo alla schiena per guadagnare la fuga.
I Militari appartenenti al Comando dei Carabinieri di Sorbolo hanno dato esecuzione oggi alla misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio, emessa dal Gip di Parma, nei confronti di due insegnanti della Scuola Primaria di Mezzani (Istituto Comprensivo Statale di Sorbolo), di cui una è insegnante di sostegno.
Le condotte contestate, integranti ad avviso della Procura il reato di maltrattamenti - ricostruzione giuridica fatta propria del GIP - sarebbero consistite in percosse di vario tipo e insulti che le due maestre avrebbero posto in essere, in concorso tra loro, nei confronti di due alunni di nove anni, di cui uno disabile ai sensi della L. 104/92, entrambi frequentanti la stessa classe, al quarto anno di scuola elementare.
Le indagini hanno preso avvio dalla segnalazione di un educatore scolastico che, avendo assistito ad un episodio (lo strattonamento con forza di un bambino, accompagnato da una tirata di capelli e da alcune parole offensive, condotta tenuta da una delle maestre) lo ha seggnalato ai Carabinieri.
Nel corso delle indagini sono stati sentiti i genitori, gli insegnanti e la Dirigenza dell'Istituto e sono emersi altri presunti maltrattamenti verso un altro bambino della medesima scuola.
Le acquisizioni investigative, a giudizio della Procura, per i gravi indizi di colpevolezza hanno legittimato una richiesta cautelare, a tutela dell'integrità fisica e psicologica dei bambini, ma nel contempo anche a tutela dell'Istituzione scolastica nel suo complesso.
La durata della misura interdittiva è stata stabilita dal Gip in 5 mesi, ovvero fino alla fine dell'anno scolastico.
Riceviamo e pubblichiamo la nota di AMO Colorno a seguito della posizione espressa dal sindacato GILDA in merito alle condanne delle insegnanti della scuola materna.
"Il gruppo AMO - COLORNO ritiene inaccettabile la posizione presa dal sindacato GILDA degli insegnanti, in merito ai gravissimi episodi di violenza fisica e verbale, avvenuti nella scuola materna Belloni di Colorno su bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, perpetrata da due insegnanti che sono state condannate ad una pena rispettivamente di 3 anni e 4 mesi e 2 anni e sei mesi. Lo stesso sindacato auspica un ulteriore riduzione della pena, chiedendo un giudizio uguale per entrambe le maestre.
Ciò lo riteniamo inaccettabile e fuori luogo. E' indiscutibile essere il compito di un sindacato difendere i lavoratori quando ne hanno diritto, ma in una situazione del genere, alla presenza di video riprese che mostrano l'assoluta crudeltà delle due donne, non è possibile schierarsi dalla parte dei "carnefici".
Viene da chiedersi se i signori del GILDA abbiano dei figli, e come si sarebbero comportanti se fosse capitato a loro una cosa del genere.
Nel rispetto delle famiglie lese e dei bambini che hanno subito ciò che mai avrebbero dovuto in un istituto scolastico, che invece sarebbe dovuto essere un luogo sicuro di crescita personale e intellettuale, chiediamo al sindacato di ritirare quanto dichiarato e di lasciare che la giustizia faccia il suo corso così come deve essere.
Che prendano posizione anche tutte quelle insegnanti che ogni giorno svolgono diligentemente e con tanta professionalità il loro lavoro; affinchè non venga sminuito il loro importantissimo impegno verso l'intera collettività.
Il gruppo
AMO - COLORNO"
Personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino albanese di anni 46 per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Nel primo pomeriggio di ieri, a seguito di segnalazione alla linea di emergenza 112 NUE, gli agenti sono intervenuti presso l'abitazione dell'albanese dove si era appena verificata una lite tra coniugi in presenza dei figli minori di 15 e 4 anni.
L'uomo aveva aggredito verbalmente la donna, aveva lanciato oggetti per aria e, impugnando un coltello da cucina, l'aveva minacciata di morte. Per impedirle di chiamare la Polizia, aveva gettato violentemente a terra il cellulare della donna, rendendolo inutilizzabile. Il figlio più grande, frappostosi tra i due genitori a difesa della madre, aveva ricevuto un forte schiaffo al volto, refertato dal Pronto Soccorso con prognosi di 4 giorni per trauma facciale da percosse.
L'appartamento, al momento dell'arrivo della Polizia, si trovavo a soqquadro e una porta a vetri era rotta in quanto l'albanese l'aveva colpita con un pugno, procurandosi una ferita.
La donna e i figli, nonostante non si siano rivolti alla Polizia per denunciare le violenze del marito, hanno confermato le numerose aggressioni verbali e fisiche perpetrate dall'uomo nei confronti della moglie nel corso degli anni.
L'uomo, già arrestato per rissa nel 2014, è stato accompagnato in Questura per accertamenti più approfonditi, al termine dei quali è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno.
L'albanese è stato anche denunciato in stato di libertà per il reato di minaccia e violenza privata aggravata.
Domus Assistenza commenta l'arresto dell'operatore socio-sanitario di Mirandola. "Mai accaduto in 36 anni di vita della cooperativa, prenderemo tutti i provvedimenti del caso".
Mirandola 16 maggio 2018 - "In 36 anni di vita della nostra cooperativa non era mai accaduto un episodio del genere e siamo tutti choccati". Lo afferma il presidente della cooperativa sociale Domus Assistenza di Modena commentando l'arresto di un operatore socio-sanitario che lavora presso il centro per disabili Arcobaleno di Mirandola, gestito in appalto dalla cooperativa.
"Abbiamo cautelativamente sospeso questo operatore e, se le sue responsabilità saranno confermate, procederemo al licenziamento per giusta causa, come previsto dal nostro regolamento – dichiara De Vinco – Nel frattempo abbiamo informato il nostro organismo interno di vigilanza (Odv), previsto dal protocollo di applicazione del dlgs 231 del 2001, per occuparci del caso e prendere i relativi provvedimenti per evitare che si ripetano episodi di questo tipo.
Siamo, comunque, molto dispiaciuti – conclude il presidente di Domus Assistenza - ed esprimiamo piena solidarietà sia all'utente coinvolto che alla sua famiglia".
AUSL-IRCCS di Reggio Emilia: in merito all'indagine della Procura sui maltrattamenti ad anziani a Correggio.
La Direzione dell'Azienda USL di Reggio Emilia, in merito all'inchiesta della Procura per l'accusa di maltrattamenti da parte di numerosi operatori socio-sanitari dipendenti dell'Ente gestore ai danni di anziani accolti nel Centro Residenza Anziani di Correggio, esprime in primo luogo solidarietà e vicinanza agli ospiti della struttura e alle loro famiglie.
L'Azienda, appresa la notizia dagli organi di stampa, ha richiesto una relazione formale all'Ente gestore, in stretto contatto con il Comune di Correggio e l'Assessorato regionale politiche per la salute.
In attesa di un quadro più chiaro e definito dei fatti e delle risultanze dell'inchiesta, la Direzione si riserva di agire nelle sedi opportune a tutela dei cittadini e della propria funzione istituzionale, con provvedimenti proporzionati alla gravità dell'accaduto.
"Se i fatti fossero confermati ci troveremmo di fronte a una situazione estremamente grave di maltrattamenti e umiliazione, inaccettabile e indegna per i nostri livelli di welfare e di civiltà". commenta il Direttore Generale Fausto Nicolini.
Maltrattamenti casa di riposo Reggio Emilia, Venturi: "Fatto gravissimo, indegno e intollerabile, che va al di là dell'umano"
L'assessore regionale alle Politiche per la Salute sull'indagine, condotta dai Carabinieri, che coinvolge numerosi operatrici sociosanitarie: "Fondamentale l'attenzione e la collaborazione dei familiari, che ringraziamo assieme alle Forze dell'Ordine"
Bologna - "Un fatto gravissimo, indegno e intollerabile, che va al di là dell'umano. Tanto più perché coinvolge persone anziane, fragili e indifese, che più di qualsiasi altro avrebbero bisogno di essere protette". Così l'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, dopo la notizia relativa ai maltrattamenti inflitti da numerose operatrici sociosanitarie agli ospiti di una casa di riposo di Reggio Emilia.
"Ringraziamo l'Arma dei Carabinieri per avere condotto questa indagine- sottolinea Venturi- e ringraziamo anche i parenti degli anziani ospiti, la cui collaborazione è stata fondamentale per far emergere quanto accaduto. E proprio l'attenzione dei parenti conta moltissimo, oltre alle verifiche di legge che vengono regolarmente svolte, rinnovo quindi l'appello a tutti i famigliari di persone che si trovano presso strutture d'accoglienza a segnalare sempre alle autorità locali e alle aziende sanitarie ogni segnale, anche il più piccolo, affinché vengano svolti subito accertamenti".
"Se le accuse saranno confermate- conclude Venturi- parliamo, ribadisco, di reati gravissimi, che rischiano peraltro di infangare l'operato di quanti ogni giorno svolgono in modo ineccepibile un lavoro prezioso all'interno delle case di riposo. Prendendosi cura con scrupolo, professionalità e dedizione delle persone più deboli". /EC