Una presenza contenuta grazie all'obbligo di rotazione imposto dalla Regione Emilia Romagna sin dal 2003.
Parma, 26 giugno 2014.
La Diabrotica del Mais o Verme delle radici del mais è un coleottero crisomelide grave parassita del mais. I danni che le larve di questa specie causano alle radici del mais ne fanno uno dei fitofagi più importanti per questa coltura. La sua comparsa sul territorio italiano, risale al 1998 seppure la sua presenza in europa fosse già stata accertata dal 1992.
In Emilia-Romagna la presenza della diabrotica, "viene contenuta senza l'uso di insetticidi, molto al di sotto della soglia economica di intervento", questo perché "la più efficace forma di lotta alla diabrotica è la rotazione delle colture, dato che il fitofago vive esclusivamente su mais". Inoltre, "dal 2003 la Regione ha disposto il divieto di successione del mais a se stesso" e il rispetto di questa prescrizione "è obbligatorio per accedere ai contributi del Programma di sviluppo rurale". A precisarlo è Tiberio Rabboni, assessore alle Politiche agricole, rispondendo in Aula ad una interrogazione di Andrea Pollastri (Fi-Pdl) che chiedeva "quale sia la situazione relativamente alla presenza e alla diffusione della diabrotica e quali siano le politiche di prevenzione e contrasto adottate dalla Regione".
Con l'arrivo del caldo aumenta la probabilità di diffusione della Diabrotica del Mais.
Di redazione - Parma 09 giugno 2014 -
Conto alla rovescia per la Diabrotica del Mais.
La Diabrotica del Mais (Diabrotica virgifera virgifera Le Conte) o Verme delle radici del mais è un coleottero crisomelide da quarantena di origine americana, grave parassita del mais (Zea mais L.). I danni che le larve di questa specie causano alle radici del mais ne fanno uno dei fitofagi più importanti per questa coltura negli Stati Uniti d'America. Originaria degli Stati Uniti, è stata avvistata in Europa a partire dal 1992, in area balcanica e da lì si è poi diffusa nelle aree circostanti. Nel 1998 è stata catturata per la prima volta in Italia presso l'aeroporto di Venezia. Poi è comparsa in Lombardia, Piemonte, Trentino, Friuli, Emilia Romagna.
L'adozione di pratiche agronomiche in grado di prevenire l'insediamento del fitofago è ritenuto il metodo migliore nel contenimento delle popolazioni e pertanto è quello da preferire.
L'avvicendamento colturale rappresenta la tecnica di controllo di maggiore efficacia in quanto questo crisomelide causa danni economici esclusivamente al mais in monosuccessione.