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All'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna il primo trapianto al mondo di vertebre umane. Ad effettuare l'intervento su un paziente colpito da tumore osseo maligno, l'équipe di Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo dello Ior. La straordinaria operazione illustrata oggi alla stampa in Regione.

Bologna -

Quattro vertebre conservate nella Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico dell'Emilia-Romagna sono state utilizzate per sostituire la parte di colonna vertebrale rimossa. È la prima volta al mondo ed è stato possibile all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Una parte di colonna vertebrale è stata sostituita da quattro vertebre umane. L’intervento è stato eseguito lo scorso 6 settembre su un paziente di 77 anni colpito da cordoma, forma maligna di tumore osseo. A guidare l’equipe, il direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli, Alessandro Gasbarrini.

È stato lo stesso medico ad illustrare oggi alla stampa, in Regione, i dettagli di questa operazione ad altissima complessità. Assieme a lui il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, il direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, Mario Cavalli, e Dante Dallari, direttore della Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico della Regione Emilia-Romagna che ha sede al Rizzoli e ha fornito le vertebre umane trapiantate al paziente. Una realtà d’eccellenza, prima nata in Italia e la più importante per numero di tessuti conservati e distribuiti: oltre il 50% del tessuto da donatore utilizzato in Italia arriva da qui. 

Ed è proprio grazie a tale disponibilità e alle competenze cliniche e specialistiche dell’ospedale felsineo che tra le diverse possibili è stata scelta questa procedura, adottata dopo la rimozione delle vertebre malate, la cosiddetta ‘vertebrectomia’, trattamento obbligato in casi come questo.

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Modena scala la classifica del Sole 24 Ore delle “città meno sicure”. Rispetto al 2018, crescono gli omicidi, i furti in abitazione e gli scippi. Calano invece i furti di auto, lo spaccio e il consumo di droga, l’usura, le truffe e le frodi informatiche. Ma, in generale, siamo messi peggio.

MODENA –

Modena è la sedicesima città meno sicura d’Italia. Lo ha stabilito Il Sole 24 Ore nella sua classifica annuale basata sulle denunce registrate e il totale dei delitti commessi in ogni provincia. Un “salto” poco lusinghiero di una posizione nella classifica generale: nel 2018 la città della Ghirlandina si era piazzata al 17° posto.

E se spesso si sente dire, o commentare sui social, che il peggioramento della sicurezza “è solo percezione”, dati alla mano non sembra essere proprio così. Ma vediamo i dettagli che hanno portato a questa poco lusinghiera “scalata”.

Il dato che emerge con maggiore evidenza è l’aumento degli omicidi volontari, che ha fatto “volare” Modena dal 90° posto del 2018 al 20° del 2019. Peggiorano anche i furti in abitazione, che portano la città e la sua provincia dal13° posto del 2018 al 4° del 2019. Male anche gli scippi, che con 31,6 denunce per 100 mila abitanti, scalano la classifica fino a raggiungere la 13° posizione a fronte della 92° occupata lo scorso anno. 

 Tuttavia, se la situazione generale risulta peggiorata, alcuni reati risultano in calo. Come i furti di autovetture, che fanno scendere Modena dal 3° posto al 60° nella classifica italiana. In calo anche il traffico e consumo di stupefacenti, con un salto, in positivo, della posizione dal 9° al 68° posto. In leggero calo anche i reati come usura, truffe e frodi informatiche.

 Questa la “fotografia” ufficiale. Rimane poi la “zona grigia” dei reati non denunciati per la scarsa fiducia nella giustizia o per lo scoraggiamento di fronte alla difficoltà o impossibilità, vera o percepita, di riavere quanto sottratto 

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Lunedì, 14 Ottobre 2019 14:15

Il Mac 2 riapre (abusivamente)

In un primo blitz, lo scorso 5 ottobre, erano state riscontrate irregolarità in materia di amministrativa, sicurezza, somministrazione di bevande alcoliche e lavoro. Ma il titolare aveva aperto lo stesso il locale. Così, questo sabato, in seguito a una seconda “visita” i militari hanno sottoposto il locale a sequestro preventivo. 

Modena –

Non c’è pace per il Mac 2, la storica discoteca di San Cesario sul Panaro da cui sono passate generazioni di modenesi. In seguito a un secondo blitz dei Carabinieri della Compagnia di Modena, effettuato nella serata di sabato, attorno alle 23, il locale è stato sottoposto a chiusura preventiva e il titolare denunciato a piede libero per non essersi messo in regola per alcune irregolarità presenti e già riscontrate in seguito a un precedente controllo, lo scorso 5 ottobre.

Il Mac 2 ha riaperto i battenti questa estate, ma, secondo il titolare, subito si è instaurato uno “sconto burocratico” sulla natura del locale e sulla somministrazione di bevande alcoliche. Secondo il gestore, infatti, il locale sarebbe un circolo privato riservato ai soci, mentre delle circa 280 persone (evidentemente troppe!) presenti durante i controlli dello scorso sabato, nessuno era in possesso della tessera. 

Inoltre, i cosiddetti “soci” di fatto erano camerieri, quindi, per le autorità, lavoratori in nero. Durante i controlli effettuati lo scorso 5 ottobre, poi, erano emerse diverse irregolarità di natura edilizia, inclusi alcuni vani inagibili, tra cui i bagni e le sale fumatori, ma anche amministrativa, come la mancanza di autorizzazioni specifiche per la somministrazione di bevande alcoliche e assenza delle licenze previste sia di natura sanitaria sia in materia di lavoro.

Nonostante queste irregolarità, la settimana successiva il Mac 2 ha riaperto abusivamente i battenti. Ma una seconda visita dei militari, arrivati a “rovinare la festa” attorno alle 23, ha portato alla chiusura preventiva del locale, un provvedimento temporaneo, finché non saranno chiarite e sanate le irregolarità, e al sequestro di 1100 euro in contanti, l’incasso della serata.

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Ieri è stata svolta un’altra operazione alto impatto antidroga da parte  gli Agenti della Questura di Parma, coadiuvati da personale dell’unità Cinofila di Bologna, Reparto prevenzione Crimine di Reggio Emilia, operatori della Polizia Municipale.

Controlli al parco Falcone-Borsellino e parco Ducale, nonché nel quartiere Oltretorrente e zona San Leonardo.

Sono state rinvenute diverse quantità di sostanze stupefacenti nascoste tra le siepi per un totale di 58.5 grammi di marijuana e 205.5 grammi di hashish.

Inoltre sono state identificate 48 persone e controllati 18 veicoli.

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La Guardia di Finanza di Modena ha individuato e sequestrato una vera e propria “industria del tarocco” con tanto di macchinari per contraffare alcuni dei marchi di abbigliamento più in voga, che sono stati sequestrati insieme a 1700 capi e tre siti di vendite online. Nei guai una coppia.

Fiorano modenese (MO) –

Una vera e propria attività commerciale, dalla produzione alla vendita di capi di abbigliamento “griffati”. Peccato, però, che di legale non ci fosse nulla e che gli abiti usciti dall’”azienda” fossero tutti contraffatti.

La Guardia di Finanza di Modena nelle scorse ora ha posto sotto sequestro tre siti di vendita online, www.blockshop.itwww.blackmilk-studio.itwww.unlimitedshop.it, attraverso i quali avveniva la vendita dei capi contraffatti, recanti marchi riprodotti illecitamente di alcune delle case di moda più note, tra cui “Louis Vuitton”, “Nike, “Balenciaga”, “Gucci”, “Champion” e “Kenzo”.

I finanzieri della Compagnia di Sassuolo, coordinati dal PM Giuseppe Amara, sono poi riusciti a risalire a una ditta individuale con sede a Fiorano Modenese e a individuare un capannone, sito nella zona industriale di Fiorano Modenese, dove la merce messa illecitamente in vendita veniva prodotta e stoccata.

All’interno dei locali, privi di qualsiasi insegna, sono stati rinvenuti macchinari, tra telai, giostre, forni serigrafici, plotter per la stampa digitale, presse a caldo e altro ancora utilizzati per l’attività imprenditoriale fuori dalle regole. I macchinari sono stati tutti sequestrati insieme a 1700 capi di abbigliamento contraffatti già pronti per la vendita. 

Nei guai sono finiti un uomo e una donna, conviventi, che gestivano direttamente la produzione e i siti di e-commerce. Secondo le indagini, la coppia acquistava ingenti quantitativi di capi di abbigliamento privi di qualsiasi immagine o logo, poi, grazie all’impiego delle attrezzature sequestrate riuscivano a riprodurre su di essi i marchi più famosi. I vestiti “taroccati” venivano poi messi in vendita online a clienti ignari di stare acquistando un falso. 

La coppia è stata denunciata a piede libero e dovrà rispondere dei reati di contraffazione di marchi e ricettazione.

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Gli animali erano detenuti in casa da una settantenne già nota ai Servizi Sociali come accumulatrice compulsiva e patologica di oggetti e animali. In seguito a un malore della donna, le Guardie Zoofile dell’OIPA sono riusciti a recuperare 13 gatti, affidati al gattile di Magreta. La donna è stata denunciata.

Formigine (MO) –

Deteneva in casa propria una ventina di gatti in condizioni igienico sanitarie disastrose, tra rifiuti, escrementi e oggetti di ogni tipo accatastati in tutte le stanze. La situazione è venuta a galla in tutta la sua gravità quando la donna, una settantenne residente a Formigine, già nota ai Servizi Sociali come accumulatrice seriale, patologica e compulsiva di oggetti e animali ha avuto un malore ed è stata soccorsa dai sanitari.

Le Guardie Zoofile dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) hanno così potuto entrare e individuare venti gatti, stressati e traumatizzati per le condizioni precarie in cui erano costretti a vivere. Gli animali erano anche infestati da pulci e zecche, affetti da dermatiti, sporchi e con aree di pelo mancanti a causa dell’incuria di cui la proprietaria, a causa della patologia di cui soffre, non sembrava rendersi conto, rifiutando ogni sorta di aiuto.

Tredici dei venti gatti sono già stati sequestrati e messi in sicurezza al Gattile di Magreta dove, dopo le cure necessarie al loro recupero fisico e psicologico, verranno affidati a nuove famiglie. All’appello ne mancano ancora sette, che spaventati, si sono nascosti tra i rifiuti e l’enorme quantità di oggetti accumulati nelle stanze fino a formare dei veri e propri muri. 

I volontari del gattile hanno piazzato delle “gabbie trappola” per mettere anche loro in sicurezza prima dell’intervento di Hera, chiamata a bonificare gli ambienti a causa delle tremende condizioni igieniche pericolose sia per gli animali che per le persone. 

Oltre al sequestro degli animali per maltrattamento, la settantenne accumulatrice seriale è stata denunciata per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura.

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Mercoledì, 09 Ottobre 2019 16:48

Parma - Nuova truffa dei rilevatori del gas

Numerose le segnalazioni arrivate negli ultimi giorni al 113 da parte di anziani di Parma contattati da operatori che si presentavano alla porta per vendere rilevatori di fuga di gas a prezzi che neanche lontanamente si avvicinavano a quelli di mercato.

I malcapitati si sono visti proporre dispositivi contro le fughe di gas dal valore di 10 euro al prezzo di quasi 300 euro.

Diversi i quartieri cittadini battuti dai truffatori, che ben vestiti e muniti di falso cartellino recante il nome molto simile ad una ditta che si occupa di fornitura di gas, cercavano di attuare la truffa, spacciando talvolta il prodotto come obbligatorio. 

Pos alla mano per facilitare la credibilità e il pagamento, un 20enne, ieri, stava per attuare la truffa ai danni di una 92enne, ma fortunatamente il nipote insospettitosi ha chiamato la Polizia. Per il truffatore è scattata la denuncia e il foglio di allontanamento da Parma.

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Tra i premiati, della quinta edizione del Premio Mario Fiore nella sala “Giulio Cesare” dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio a Roma, anche il comandante Compagnia Carabinieri di Parma Azzurra Ammirati, con la seguente motivazione:

«Il Capitano Azzurra Ammirati è uno delle esponenti più qualificate delle donne nelle Forze Armate. Grazie alla sua brillante carriera, alla sua professionalità e determinazione  si è distinta nel suo operato sia in Italia che all’estero. Nonostante la giovane età é riuscita a coniugare un considerevole bagaglio di valori umani e di una matura personalità che l’hanno fatta apprezzare dai suoi superiori, dai suoi collaboratori, ma soprattutto dalle persone comuni che, quotidianamente, si rivolgono a lei e all’Arma. Una donna ed un Carabiniere orgoglio della nostra Italia».

Il comandante, recentemente insignita dell’onorificenza dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio come Cavaliere di Prima Classe, è nata a Vico Equense ed ha frequentato i corsi dell’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Roma dal 2007 al 2012, anche se aveva già intrapreso la carriera militare nel 2005, come Volontario in Ferma Prefissata nell’ Esercito Italiano presso il Comando Logistico Sud Napoli, per poi proseguire come Carabiniere a partire dal 2006.

Si è laureata in Giurisprudenza e in Scienza della Sicurezza Interna ed Esterna presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ove ha proseguito gli studi con il Master in Scienze Criminologiche.

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Dopo una prima esperienza come Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montecatini Terme è stata Comandante di Plotone ed Insegnante presso la Scuola Allievi Carabinieri di Roma, dove ha ricoperto il ruolo di Alfiere dalla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri. Ha comandato per tre anni la Compagnia Carabinieri di Ortisei, dove è stata destinata grazie alla sua conoscenza della lingua tedesca, ha svolto due missioni addestrative all’estero una in Iraq ed una in Africa che l’hanno vista protagonista nella formazione delle colleghe poliziotte.

La cerimonia di consegna del premio Mario Fiore, uno dei 13 eroi del Solstizio combattuta nel giugno del 1918, Medaglia d’oro, è rivolta a personalità che si sono distinte nelle più svariate discipline, dal giornalismo, alla ricerca, alla medicina, al valor militare ed è stata aperta con la voce del soprano Maria Teresa.

L'evento è stato organizzato dal presidente dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori, sezione di Napoli (Anget), il sottotenente Adriano Esposito che ha ringraziato tutti i presenti e la grande ospitalità dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio, il Comandante Generale di Brigata Francesco Bindi, il Direttore del Museo il Colonnello Giulio Milone, il Monsignore Santo Marcianò Ordinario Militare per l’Italia, l’Arma dei Carabinieri ed in particolare il Comandante Generale Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, il Presidente Nazionale dell’ANGeT il Generale Carlo Mittoni, il Presidente di commissione Generale di Corpo d’Armata Maurizio Cicolin, i discendenti di Fiore e i familiari di Cuomo.

La nostra intervista al Capitano di Parma Azzurra Ammirati

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La salute della donna e i consultori dell’Azienda USL di Parma sono stati protagonisti della puntata di Presa diretta, andato in onda lunedì sera su RAI 3.

Il servizio del giornalista RAI Giuseppe Laganà ha acceso i riflettori sul progetto di dimissione appropriata della mamma e del neonatounica esperienza in Emilia-Romagna, che da vent’anni ha l’obiettivo di accompagnare e assistere in modo sicuro la neo  mamma e il suo bebè al loro rientro a casa, dopo il parto. 

Dai locali del consultorio familiare della Casa della Salute Parma centro, sono intervenute alcune mamme, insieme alle professioniste dell’AUSL Carla Verrotti, responsabile della Salute Donna e Maria Cristina Lottici, referente ostetrica del progetto dimissione appropriata, oltre ad Emanuele Voccia, pediatra di famiglia tra i fondatori dell’iniziativa.

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Sono otto finora nel 2019 le vittime di infortuni mortali sul lavoro a Modena, addirittura sedici se si considerano anche gli infortuni in itinere (cioè nel tragitto casa-lavoro). La nostra provincia è al 19 esimo posto nella classifica nazionale dei casi di morte sul lavoro e al secondo in Emilia-Romagna, dove si contano 46 vittime (66 compresi i casi mortali in itinere). Con un’incidenza di 25,2 infortuni mortali ogni milione di occupati, Modena è al 43 esimo posto in Italia. I dati (aggiornati al 31 agosto) sono stati diffusi dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre. 
 
«È una statistica inaccettabile in una provincia come la nostra - dichiara Domenico Chiatto, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale - Al di là delle dinamiche e responsabilità dei singoli infortuni, che saranno accertate dagli organi competenti, viene da chiedersi se le aziende applicano scrupolosamente le norme sulla sicurezza. Per esempio, in caso di appalti, le imprese committenti presidiano a dovere i cantieri? – si chiede il sindacalista Cisl - Le aziende sanno che quando affidano lavori all’esterno devono predisporre tutte le misure atte a consentire l’accesso solo alle persone autorizzate e, soprattutto, formate e munite di tutti i dispositivi di protezione. In particolare non è più tollerabile che si continui a cadere dai tetti, sarebbe sufficiente applicare le norma sui rischi di cadute dall’alto. Non possiamo sempre parlare di tragica fatalità, quando spesso invece ci troviamo di fronte al mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza». 
 
Per il segretario Cisl manca un’adeguata cultura della sicurezza che spinga imprese e lavoratori ad agire insieme nella formazione, informazione e prevenzione. Non aiuta, poi, lo scarso coordinamento di Ausl, Inail, Inps e Ispettorato del Lavoro, per giunta con un numero di operatori insufficienti per controllare le oltre 55 mila attività produttive modenesi. 
«Le morti bianche aumentano ovunque, quindi si tratta di un’emergenza nazionale – sottolinea Chiatto - Per questo Cgil Cisl Uil chiedono al governo l'approvazione di un decreto d'urgenza che dia immediate risposte ad alcune questioni irrimandabili, come una sorta di “patente a punti” con cui misurare la correttezza delle imprese, il reintegro del taglio di risorse imposto al fondo contro gli infortuni dell'Inail, la modifica del decreto “Sblocca cantieri” nelle parti relative alla gestione degli appalti. Sono tutte misure necessarie affinché – conclude il componente della segreteria Cisl Emilia Centrale – non sia vanificata l’azione di prevenzione degli incidenti e diffusione della cultura della sicurezza messa in atto negli ultimi anni sia a livello nazionale che locale».  
Pubblicato in Cronaca Modena
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