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Un clima di permanente campagna elettorale. E i risultati si vedono. Cereali e dintorni, poche variazioni, attesa per le notizie sul meteo estivo. Gran rimbalzo del Latte Spot. Grana Padano contro la pressione alta. Al via in Emilia Romagna il "Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro". Mais & Soia: stime della nuova stagione maggio 2016. Pastificio Andalini, 60 e non dimostrarli.

SOMMARIO Anno 15 - n° 20 22 maggio 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Un clima di permanente campagna elettorale. E i risultati si vedono
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Poche variazioni, attesa per le notizie sul meteo estivo. FEDIT: alla fine paga sempre pantalone.
4.1 Lattiero Caseario Gran rimbalzo del Latte Spot.
5.1 vino e riconoscimenti Decanter, a Piacenza la Medaglia di bronzo.
5.2 salute e benessere
6.1 consorzio agrario Bologna La scomparsa di Filiberto Fantoni
6.2 concorsi Cirio Alta Cucina e Yoga protagonisti al concorso internazionale "Scappi"
7.1 consorzi agrari e fedit FEDIT: alla fine paga sempre pantalone
7.2 Crisi latte Latte, Calzolari (Alleanza Cooperative): Sosteniamo proposta di Martina per regolare l'offerta
8.1 agro-finanziamenti Al via in Emilia Romagna il "Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro"
9.1 cereali Cereali e dintorni. Momento di riflessione.
10.1 mais e soia Mais & Soia: stime della nuova stagione maggio 2016

11.1 imprese di successo Pastificio Andalini, 60 e non dimostrarli

12.1 Economia e politica Pizzarotti non è condannato!

13.1promozioni "vino" e partners

14.1promozioni "birra" e partners

 

La scoperta ha importanti implicazioni per milioni di cittadini affetti da tale patologia. I ricercatori hanno scoperto che bere succo di ciliegie mantiene sotto controllo la pressione alta. Questo il suggerimento che arriva dai ricercatori della Northumbria University, secondo i quali il consumo di tale bevanda aiuterebbe a contenere l'ipertensione al pari dei farmaci solitamente prescritti. Ottenere i preziosi benefici sarebbe piuttosto semplice, almeno in accordo a quanto pubblicato dai ricercatori britannici sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition.

Basta diluire 60 ml di succo concentrato di ciliegie (nello studio utilizzate quelle di Montmorency) e diluirlo con 100 ml d'acqua per vedere la propria pressione sanguigna calare del 7% entro 3 ore. Secondo i ricercatori i benefici ottenuti dalla riduzione della pressione del sangue porterebbero con loro ulteriori vantaggi, espressi nel ridotto rischio di ictus (-38%) e di problemi cardiaci (-23%): effetti simili a quelli evidenziati con l'assunzione di farmaci. I test sono stati condotti su 15 partecipanti che stavano mostrano i primi segni di ipertensione: ad alcuni di loro è stato offerto il succo di ciliegie con acqua, mentre agli altri un placebo aromatizzato alla frutta. Il merito secondo i ricercatori è da attribuire all'abbondante quantità di acidi fenolici nelle ciliegie.

Questo tipo di antiossidanti naturali sarebbe la chiave per contrastare l'ipertensione, azione che verrebbe ottenuta nei suoi massimi effetti quando il livello nel sangue di due di essi (acido protocatechico e acido vanillico) raggiunge il suo picco. Secondo quanto ha spiegato la Dott.ssa Karen Keane, tra gli autori dello studio (finanziato dal Cherry Marketing Institute, negli USA): La portata della riduzione della pressione sanguigna che abbiamo osservato è stata comparabile con quelle ottenute con un singolo farmaco anti-ipertensivo e evidenzia la potenziale importanza che le ciliegie di Montmorency potrebbero avere nel controllo della pressione alta. I dati sono allarmanti. Gli ipertesi sono tanti: 15 milioni di italiani ha la pressione alta, spesso senza neanche saperlo.

Nella sola Italia a soffrire di ipertensione arteriosa sono qualcosa come il 25-30 per cento di persone un vero esercito ma è un numero sicuramente in difetto se si considera quanti non sanno di essere ipertesi non riuscendo ad interpretare, almeno nelle prime fasi della condizione, il significato dei sintomi di cui probabilmente già soffrono. In Italia il record di ipertesi spetta al Nord Est, con il 37% degli uomini e il 29% delle donne colpiti. Seguono poi il Sud e le Isole (33% uomini, 34% donne), il Nord Ovest (33% uomini, 29% donne) e il Centro (31% uomini, 29% donne). Regione per regione, invece, la vetta della graduatoria è della Calabria, con il 45% degli uomini e il 41% delle donne con la pressione alta. Segue il Friuli Venezia Giulia. In fondo alla classifica, troviamo invece l'Abruzzo (24% sia donne che uomini) e le Marche (24% uomini, 23% donne).

La pressione alta, è un fattore di rischio per ictus e malattie cardiache e viene spesso chiamata il "killer silenzioso" perché non ha per lo più sintomi. Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" la pressione alta è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Pertanto al di la delle nuove scoperte scientifiche la cura dell'ipertensione non può prescindere da alcuni rimedi naturali che riguardano lo stile di vita e l'alimentazione. Alla base di qualsiasi strategia di trattamento della pressione alta ci sono alcuni provvedimenti che riguardano lo stile di vita e la dieta; rimedi naturali, quindi, che sono in grado di agire positivamente sui valori pressori sia in termini di prevenzione che di terapia vera e propria.

Per esempio il fumo andrebbe evitato completamente, da tutti, ma soprattutto da chi soffre di pressione alta e altri fattori di rischio cardiovascolare. Se siete fumatori, quindi, il primo rimedio naturale per abbassare la pressione è proprio smettere di fumare.
(5 maggio 2016)

Mercoledì, 13 Aprile 2016 09:15

Etichette. Il semaforo inglese non piace all'UE

Vittoria della dieta mediterranea. L'Europarlamento con 402 voti a favore, 285 contrari e 22 astensioni invita la Commissione europea a "riesaminare la base scientifica" del sistema "a semaforo".

di Virgilio Parma, 13 aprile 2016 – Il Parlamento Europeo ha respinto il sistema inglese dell'etichetta a 'semaforo' sugli alimenti e chiede di rimettere in discussione il fondamento scientifico dei cosiddetti 'profili nutrizionali'.

La richiesta è stata respinta con 402 voti a favore, 285 contrari e 22 astensioni.

"Siamo soddisfatti per il voto del Parlamento europeo che boccia un sistema di etichettatura troppo semplicistica e fuorviante. Siamo favorevoli alla corretta informazione del consumatore ma questa deve essere oggettiva e basata su evidenze scientifiche. No, quindi, ad un sistema che penalizza le produzioni di qualità, in particolare olio, formaggi e salumi". Commenta così Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari il voto dell'assemblea di Strasburgo in favore dell'eliminazione dei profili nutrizionali in etichetta, sul genere del "semaforo inglese".
"Ringraziamo - prosegue Mercuri - il lavoro condotto dall'Italia e dai nostri parlamentari europei, in particolare da Paolo De Castro, per il raggiungimento di questo primo significativo risultato. E' importante riflettere in ambito europeo su come favorire un consumo più consapevole, purché si utilizzino criteri oggettivi, senza danneggiare produzioni simbolo dell'agroalimentare italiano promosse dalla Dieta mediterranea".

Cos'è il semaforo.
Si tratta di un sistema introdotto nel Regno Unito, e fortemente voluto dal ministero della Salute britannico per contrastare l'obesità. Sulle etichette dei prodotti alimentari distribuiti in Uk c'è dunque un piccolo semaforo che fornisce al consumatore le informazioni nutrizionali essenziali. Da molti Paesi, produttori di qualità, il sistema informativo a "semaforo" è giudicato grossolano.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

L'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, convocherà a Mantova il Tavolo latte per affrontare tre temi: il ritiro del prodotto alla stalla, la gestione dell'emergenza aflatossine e le misure del Programma di sviluppo rurale (Psr) destinate all'agroindustria.

Milano 18 marzo 2016 (Lnews - Milano)
"Ho invitato a partecipare le organizzazioni sindacali di rappresentanza, il mondo cooperativo, Assolatte e l'Aop Latte Italia per affrontare tre questioni che ritengo essere molto urgenti - ha annunciato Fava -. Non affronterò, però, il tema del prezzo, che è su un tavolo nazionale al ministero delle Politiche agricole, con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi".

Ad impensierire l'assessore lombardo è l'incognita del ritiro del latte nelle stalle. "Una preoccupazione - afferma Fava - condivisa col collega del Veneto, Giuseppe Pan, perché è molto forte il timore che nei prossimi giorni a molti allevatori venga sospeso il ritiro di latte; per questo ho deciso di riunire tutti gli operatori per capire se ci sono rischi concreti in questo senso e come si possono affrontare".

Altro tema che sarà affrontato è quello delle aflatossine."Regione Lombardia ha predisposto un piano di controllo straordinario, per garantire la stragrande maggioranza dei produttori corretti e allo stesso tempo i consumatori. Al Tavolo illustrerò agli addetti ai lavori tutte le azioni che verranno messe in campo". In agenda anche le misure per l'agroindustria nell'ambito del Psr. "Ricevo da più parti sollecitazioni per l'apertura dei bandi relativi alle misure per l'agroindustria nel comparto lattiero caseario - ricorda Fava - e al Tavolo ripeterò quanto già affermato in passato e cioè che non intendo, durante la mia gestione, concedere soldi pubblici a soggetti che poi lavorano latte straniero".

Al tavolo l'assessore Fava spiegherà con quali modalità intenderà aprire le misure e la tempistica, "che potrebbe essere molto rapida come potrebbe non esserlo altrettanto, a seconda delle risposte che avrò dal mondo dell'industria".
(Lombardia Notizie)

Collo e mani sono zone particolari. Dicono tutto sull'età biologica di una persona. Il perché di questa differenza tra pelle del collo e delle mani e quella del viso ce lo spiega l'esperto, il dott. Mario Mariotti, medico estetico e vicepresidente di Agorà. Ecco come ringiovanire efficacemente questi due punti delicati e spesso trascurati.

Di Alexa Kuhne

Parma, 5 marzo 2016

Puoi avere una faccia perfetta e dimostrare dieci anni in meno, ma le mani e il collo sono pronti a tradirti.
Perché forse non tutti sanno che sono le parti del corpo che dicono tutto sull'età. Sono i punti che invecchiano prima e che richiedono cure particolari. Eppure, sono proprio le parti che si trascurano di più, con conseguenze spesso irreparabili, se si cercano soluzioni troppo tardi.
Cerchiamo di capire il perché di questa differenza tra pelle del collo e delle mani e quella del viso con l'esperto, il dott. Mario Mariotti, medico estetico e vicepresidente di Agorà, la società scientifica che prepara anche i medici della bellezza.

Perché la pelle del collo invecchia prima?

"La pelle del collo è sottile. Ci sono meno adipe e ghiandole sebacee rispetto a quella del viso. Per questa è quasi sempre asciutta, non è ben oleata. Questo porta ad un più facile invecchiamento perché la pelle del collo collassa, perdendo tonicità.
I muscoli del collo non sono agganciati a delle strutture ossee che garantirebbero maggiore tenuta. A peggiorare il quadro ci si mette anche la circolazione sanguigna, più lenta rispetto al volume di liquidi diffusi e drenati sul viso".
In effetti molte donne trascurano la pelle del collo e quella della zona décolleté, se non quando diventa evidente la necessità di cure e rimedi mirati a tonificarla e renderla più elastica.

Come tonificare la pelle del collo cadente?

"In realtà si può fare molto. Innanzitutto ricordare di considerare sempre la pelle della zona cervicale come pelle normale o pelle secca e quindi mai usare delle creme per la pelle grassa sul collo ma delle creme e delle lozioni che siano molto idratanti, per pelle normale o secca. Sì all' uso di un esfoliante di ottima qualità almeno una volta a settimana".
Altro focus è quello delle mani. Forma e aspetto attirano l'attenzione come viso, occhi, bocca. Sono i nostri punti più scoperti, quelli che si mettono subito in gioco. Attraverso le mani si comunicano tante cose, molte più di quelle che immaginiamo. Ecco perché la medicina estetica se ne prende molta.

Cosa si può fare per preservarle?

"La mano femminile è in media più piccola di quella maschile di circa due centimetri in lunghezza e di uno in larghezza, a parità di struttura corporea, ed è meno potente e più sensibile, quasi come quella dei bambini.
 La pelle più sottile e delicata è quella del dorso delle mani, molto simile a quella del contorno degli occhi. Presenta un solo strato corneo a differenza di quella dei palmi che è più spessa anche per ovvie esigenze di presa.
 Proprio per questo la pelle del dorso delle mani, oltre al fatto che è una zona cutanea costantemente esposta alle radiazioni solari, è più soggetta, rispetto alla pelle di altre zone del corpo, a danni da aggressioni chimiche nell'uso domestico e professionale, quali detersivi, tensioattivi, solventi, ecc.. 
L'igiene maniacale comporta un danneggiamento a carico del mantello idrolipidico; questo riveste lo strato più superficiale dell'epidermide, quello corneo, donando alla pelle elasticità e protezione. 
Da una recente indagine risulta che l' 80% degli italiani si lava le mani con saponi almeno cinque volte al giorno. Questa pratica è, spesso, inutile e nociva in quanto danneggiando la barriera naturale di protezione della pelle, la espone ad infezioni, screpolature, secchezza ed inestetismi. La prevenzione intelligente è lavare le mani con moderazione e soprattutto i palmi che sono più soggetti a sporcarsi rispetto al dorso; proteggerle con guanti durante i lavori domestici ed utilizzare detergenti poco aggressivi o, in alcuni casi, la sola acqua".

invecchiamento collo prima e dopo il trattamento. benessere ringiovanimento medicina estetica

Le mani dicono la vera età, proprio come il collo...

"Uno dei primi segni distintivi di un invecchiamento cutaneo accelerato è costituito dalla comparsa sul dorso di macchie ipercromiche, più o meno numerose e più o meno evidenti. Prodotti cosmetici ad azione schiarente danno spesso risultati deludenti; buoni miglioramenti si ottengono invece con specifici peeling chimici (acido cogico, manduvico, ecc.) e con alcuni tipi di luce laser (luce pulsata, ecc.). Fondamentale è, però, una opportuna prevenzione con creme fortemente idratanti e con fotoprotettori a massima protezione".


Non si può considerare una mano senza tenere presente le unghie, quelle preziose parti incastonate nelle dita.
Anche loro giocano un ruolo importante nell'estetica, in quanto possono penalizzarne o accrescerne la bellezza.
 "Molte sono le alterazioni a carico delle unghie, genericamente indicate come onicosi, come le onicomicosi dovute a funghi, le discromie o le cosiddette unghie a vetrino di orologio. La prima cosa è un corretto stile di vita ed una buona cultura cosmetologia che preveda sempre delle creme idratanti accanto a delle protezioni solari elevate per il giorno e delle energiche emulsioni alla sera. A volte tutto ciò può non bastare e si possono notare macchie e riduzione di elasticità del dorso delle mani. Ed è qui che entra in gioco una strategia terapeutica che consiste nel sottoporsi a cicli di biostimolazione cutanea, metodica che consiste nel praticare delle iniezioni negli spazi interdigitali di aminoacidi come costituenti di base del sebo, di vitamina B come coenzima, di glucosamina per il suo forte potere igroscopico e di polidesossiribonucleotide per la sua capacità di stimolare i fibroblasti".

MANI prima e dopo il trattamento benessere ringiovanimento medicina estetica

Ci sono trattamenti lifting viso che possono essere utilizzati anche su collo e mani?

"Per contrastare gli effetti della gravità e riacquistare una forma più giovane, il viso necessita di volume. Questo si può ottenere con un filler dermico a base di idrossiapatite di calcio, che stimola la produzione naturale di collagene dando un effetto volumizzante efficace e duraturo. Si chiama Radiesse ed è uno dei pochi filler dermici autorizzati dalla FDA americana, considerata l'autorità regolatoria più severa al mondo; naturalmente ha anche la certificazione CE dell'unione europea.
Il prodotto può essere utilizzato diluito anche per il ringiovanimento del collo, iniettato con micro cannula, con risultati superiori ad altre metodiche. Da pochi giorni il prodotto ha ottenuto la certificazione FDA anche per il trattamento dell'invecchiamento delle mani".

Sabato, 05 Marzo 2016 10:38

Addio al tabacco con una sana alimentazione

Recenti studi hanno evidenziato che esistono particolari alimenti che aiutano ad eliminare la nicotina dal corpo. Ciò che mangiamo (e beviamo) gioca un ruolo importante per smettere di fumare. Scopriamo quali sono ritenuti cibi alleati.

Di Chiara Marando 

Parma, 5 marzo 2016

Una sana alimentazione ha effetti positivi sul nostro benessere fisico, molto più di quanto non si possa pensare. Infatti, non è utile solo per mantenersi in forma o equilibrare il nostro organismo, ma anche per dire addio al tabacco.

Già, perché ci sono cibi amici che, grazie alle loro particolari proprietà, aiutano ad eliminare gli effetti del fumo, favorendo un graduale distacco da esso. Stiamo parlando ad, esempio, di frutta e verdure, ma la lista è lunga.

Ad evidenziarlo sono recenti studi. La Nicotina è una sostanza prodotta dalla pianta del tabacco ed è responsabile, tra gli altri, della dipendenza dal fumo. Quindi, se ciò che desiderate è eliminare questa sostanza dal vostro corpo, la prima cosa da fare è iniziare con la dieta giusta.

Segnatevi questo elenco!

Per la maggior parte si tratta di frutta e verdura, ideali per purificare il corpo. Inoltre, anche l'acqua diventerà il vostro migliore alleato per dire "addio" al tabacco.

  • Arancia: la Nicotina abbassa i livelli di vitamina C nel corpo, per questo motivo, è consigliato il consumo di arance, che sono una preziosa fonte di questa sostanza. 
  • Limone: per ridurre gli effetti della nicotina sulla pelle è bene mangiare limoni due o tre volte a settimana. In questo modo, le cellule della pelle si rigenerano attraverso gli effetti della vitamina C.
  • Kiwi: il kiwi è uno dei frutti con i più alti livelli di vitamine A, C ed E, quindi perfetto per purificare il corpo;
  • Mirtillo: la Nicotina fa salire i livelli di zucchero e crea un ispessimento dei capillari. Il mirtillo è particolarmente ricco di acido folico (una vitamina molto importante per le varie numerose funzioni che svolge) e contiene tannini e glucosidi antocianici, i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura. Le antocianine, infine, presenti in grandi quantità, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l'elasticità ed il tono. Riescono in tal modo a svolgere un'azione antiemorragica nonché contro i radicali liberi.
  • Melograno: Le sue proprietà sulla circolazione del sangue lo rendono un frutto perfetto per rigenerare i globuli rossi.
  • Broccolo: gli effetti di purificazione di questo ortaggio sono molto noti. La vitamina B, componente principale di questo alimento, è il miglior antidoto contro gli effetti del tabacco. Grazie anche allo NRF2, un'altra sostanza che possiede il broccolo ad alti livelli.
  • Spinacio: l'acido folico, presente negli spinaci, è ideale per rimuovere la nicotina dal corpo.
  • Carota: le vitamine A, C e K aiutano a rafforzare le difese. In questo modo, è più facile agire contro gli effetti della nicotina.
  • Cavolo: le proprietà antiossidanti dei germogli sono diventati un alleato indispensabile per chi vuole dimenticare il tabacco.
  • Acqua: è noto a tutti che il corpo si disidrata dopo il fumo. Per questo motivo, si consiglia di bere molta acqua così da aiutarne la purificazione.

Le ricerche scientifiche ed i dati accumulati dagli studi, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" evidenziano come sempre le credenze popolari siano foriere di verità assolute. Ci sono anche due pilastri fondamentali: non fumate e consultate il vostro medico.

Gli obiettivi che uno sportivo deve perseguire non sono solo corporei, ma anche mentali. Solo così riuscirà ad ottenere risultati davvero importanti: da qui nasce l'idea alla base del progetto My Best, uno strumento di lavoro per migliorare le proprie prestazioni sportive.

Parma, 02 Marzo 2016 - 

My Best è l’acronimo di Mindfulness Yoga Bioenergetic Endurance Sport Training, un training sperimentale iniziato due anni fa, che permette di migliorare le prestazioni sportive attraverso un programma di discipline psicofisiche che accompagnano le normali sessioni di allenamento.

Dalla sperimentazione di Marcello Zoni, psicologo, psicoterapeuta, analista bioenergetico e psicologo dello sport, insieme a Luna Carelli, counsellor professionale di mediazione corporea, è nato il progetto My Best che propone un percorso che affianca al proprio allenamento un mix di discipline psicofisiche: mindfulness, yoga e bioenergetica. Uno strumento di lavoro per gli atleti che spesso trascurano gli elementi complementari ed essenziali del benessere psicofisico, fondamentali per le prestazioni sportive.

foto Grounding1

Una prima testimonianza dei risultati positivi derivati dall’applicazione del progetto, arriva da Dario Chitti, triatleta del Cus Parma e della Nazionale Italiana di Triathlon, che ha abbinato Il progetto MyBest alla preparazione della stagione 2015, vincendo poi i campionati italiani under 23.

Con il progetto MYBEST, attraverso le tre diverse pratiche abbinate, ho cominciato a conoscere il mio corpo mettermi in contatto con esso, sentire ogni stato d'animo riconoscerlo e affrontarlo o viverlo nel migliore dei modi. Con lo yoga, la bioenergetica e la mindfulness ho provato nuovi stimoli e, rilassando il mio corpo, sono riuscito a prevenire gli infortuni riuscendo a rendere la mia stagione di gare più continuativa. Sono riuscito a gestire l'ansia attraverso le tecniche di respirazione e visualizzazione riuscendo ad essere più tranquillo, rilassato e consapevole prima delle gare. I risultati sono arrivati non solo dai test – continua Chitti – ma anche e soprattutto nei campi gara dove NEL 2015 sono riuscito per la prima volta a vincere i campionati italiani under 23 e la prima gara del circuito internazionale Granprix Italia, sono arrivato secondo ai campionati Italiani assoluti duathlon (affrontati con una preparazione più mentale che fisica) ed ho continuato per tutto l'anno ad ottenere prestazioni di alto livello come mai in passato.

Dai risultati dei test svolti durante i due anni di sperimentazione, presso lo studio Grounding, si è evidenziato che lo stato psicofisico dei partecipanti al progetto è notevolmente migliorato.

I test effettuati all’inizio ed alla fine del progetto, mostrano come il livello di cortisolo (ormone dello stress) degli atleti sia diminuito di ben due terzi rispetto ai valori iniziali. La dott.ssa Nicoletta Cinotti, Didatta della Società Italiana di Analisi Bioenergetica e istruttore senior di protocolli MBSR, spiega che “i protocolli basati sulla mindfulness hanno dimostrato di avere una efficacia sulla riduzione dei livelli di cortisolo e sono entrati nelle procedure di allenamento anche di grandi squadre. Cosa avviene durante il protocollo? Si riduce lo stress e la produzione di cortisolo si stabilizza. In questo modo l’atleta gareggia sulla base delle sue risorse piuttosto che sulla base della prestazione da sforzo, diminuendo così il rischio di overtraining.”

Il protocollo sperimentale prevede un training intensivo di 8 settimane durante le quali gli atleti affiancano al proprio allenamento delle sedute di gruppo settimanali e delle sessioni individuali. Sono state insegnate le tecniche di mindfulness, yoga e bioenergetica studiate appositamente per gli sportivi. Lo scopo del training è quello di migliorare le prestazioni sportive attraverso esercizi tesi a: aumentare la consapevolezza corporea (attraverso esercizi di respirazione e attenzione alle sensazioni fisiche), allentare lo stress e ridurre l’ansia (l’abbassamento del livello di tensione generale si ottiene con tecniche di respirazione, meditazione e rilassamento), incrementare la forza attraverso esercizi di carica energetica, rilassare la muscolatura attraverso esercizi di scarica energetica e ridurre i microtraumi che l’allenamento sportivo comporta.

Anche il Cus Parma ha espresso grande entusiasmo per il progetto che vede protagonisti alcuni dei suoi atleti:Il progetto My Best ha ampliato una collaborazione che era già in atto tra Studio Grounding e CUS Parma - afferma Luigi Passerini, segretario del Cus Parma - che aveva dato ottimi risultati in termini di gradimento e fidelizzazione tra i partecipanti. Qui l'attenzione si è spostata maggiormente sugli atleti di alto livello: l'obiettivo del CUS era certamente quello di poter garantire loro il meglio per poter competere al top.”

Si conferma dunque l’importanza dello stato psicofisico nella preparazione degli atleti. Il progetto MyBest avvalora questa tesi ancora una volta, ancora di più e con una sperimentazione conclusa con i migliori risultati.

Pubblicato in Salute e Benessere Parma
Domenica, 14 Febbraio 2016 12:48

Epidemia Si, Epidemia No. Zika contro meningite

Zika contro meningite. Come l'informazione ha trattato le due notizie. Allarmismo globale quasi terroristico per Zika e una malattia quasi convenzionale e circoscritta (Toscana) per la meningite. Confrontate numeri e intensità giornalistica e giudicate se non c'è il sospetto di manipolazione e circonvenzione (di incapaci o sospettati tali)

di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2016.
Dove sta la verità?
Allarme mondiale per Zika. Rischio pandemia e l'OMS che consiglia addirittura l'aborto per le signore sud americane. Un'azione preventiva molto forte soprattutto se messa in relazione al fatto che non vi è certezza del rapporto causa effetto; non è accertato scientificamente che il virus incriminato sia responsabile della microencefalia.

Il mondo intero è però pronto a combattere e i migliori istituti di ricerca sono stati chiamati a rapporto per trovare il nuovo vaccino. Una mossa un po' tardiva posto che il virus fu scoperto quasi sessant'anni fa, era il 1947 e isolato due anni dopo.

Per contro, i luminari italiani, rassicurano sul problemino che si è manifestato nella sola regione toscana: nientepopodimeno che la meningite.
Una cosa di cui non v'é di che preoccuparsi, "nessun pericolo di epidemia" esclamano in coro i medici e i rappresentanti delle istituzioni. Nel frattempo però già 300.000 vaccinazioni sono state fatte e l'obiettivo è di obbligare alla vaccinazione un milione di toscani (vaccini gratuiti sino a 45 anni) per un controvalore di 30 milioni di euro.
Ma continuano a rassicurare, in fondo sono deceduti solo, si fa per dire, due persone nel 2016.
Solo nel 2016 nella regione interessata, con una localizzazione individuata soprattutto lungo la valle dell'Arno, i casi di meningite sono stati 12, di cui 10 da meningococco C. Dal 2015, nel complesso, si sono verificati 50 casi e 9 sono state le morti.
Intanto, di recente, tra le persone colpite dal meningoccoco C c'è anche chi ha avuto progressivi miglioramenti, come i ragazzi ricoverati di recente nel Fiorentino, una ventiduenne americana e un ventitreenne di Bagno a Ripoli, che tra l'altro era stato già vaccinato nel 2008.

Lungi quindi dal pensare a qualsiasi rischio di epidemia, dicono le fonti autorevoli di informazione riportando le opinioni di chi se ne intende.

Tornando invece all'allarme mondiale causato da Zika, a tutt'oggi, non si registrano decessi a livello continentale, solo sporadici casi di persone infettate di rientro da paesi sudamericani e solo nove malati in Italia. I primi tre morti sono stati registrati in Brasile pochi giorni fa ai quali si sono aggiunti altrettanti in Venezuela.
Il confronto, al di là dei dei freddi numeri, è inquietante soprattutto se messi in relazione alle dimensioni territoriali che si contrappongono e al battage informatico che sta dietro ai due fenomeni.

Da profano posso considerare che non comprendo la ragione di tanto accanimento terroristico sul virus Zika soprattutto se contrapposto al flebile respiro mediatico riservato al ben più esplosivo rischio meningite, per ora, allocato nella vicina toscana ma che in tempi recenti aveva già colpito in Veneto e in Sicilia.

A chi giova distribuire il terrore sul primo fenomeno, statisticamente irrilevante, e soffocare invece un più chiaro segnale epidemiologico così pericolosamente localizzato?

Vero é che le temperature sono alte, in questo strano inverno, ma la stagione delle zanzare è ancora relativamente lontana e c'è tutto il tempo per avviare una buona prevenzione intervenendo, da subito sulle prime larve (in genere a marzo), inibendo quindi il processo di moltiplicazione della zanzara, il vettore principale del virus Zika.

Informazione manipolata al servizio dei soliti noti.
Cresce perciò il sospetto che l'informazione ufficiale, quella rappresentata dalle reti televisive, istituzionali e commerciali, e i quotidiani a diffusione nazionale, siano sottoposte al controllo diretto o indiretto, dei medesimo burattinai.

Quei pochi che riescono a far muovere volumi finanziari immensi, capaci di mettere in crisi le borse di tutto il mondo. Quei pochi che hanno in mano la stragrande maggioranza dei marchi alimentari, quei pochi che stanno riuscendo nell'obiettivo di annientare le politiche nazionali sostituendo un governo globale costituito dai detentori della finanza. Quei pochi che, con la complicità dei politici arruolati, per mezzo dei trattati internazionali si sostituiscono ai governi nazionali inibendo i loro poteri, ceduti ad agenzie internazionali e finanziarie.

David Rockefeller, nel giugno del 1991, durante l'incontro del gruppo Bilderberg a Baden Baden, pare avesse così sintetizzato l'obiettivo dei potenti della terra: "una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni."

A ben osservare quanto sta accadendo in Europa e nella nostra cara Penisola, sembra confermare il successo di questa loro strategia.
Il loro potere si è così finemente infiltrato nella società civile che ormai è difficile liberarsi da questo "tenero abbraccio mortale".

Marchi alim Oxfame
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Foto di copertina: Comparazione di un cranio normale con uno microcefalico. U.S. Centers for Disease Control and Prevention
Foto interna: infografica Oxfame - concentrazione dei marchi alimentari

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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 07 Febbraio 2016 09:36

Additivi sotto accusa per le malattie autoimmuni

Vi può essere una correlazione tra malattie autoimmuni, tra cui diabete, sindrome intestino irritabile, celiachia e persino sclerosi multipla, e l'assunzione di taluni additivi alimentari.

A fare la scoperta sono stati l'Istituto Israeliano di Tecnologia Technion di Haifa e l'Istituto Aesku-Kipp in Germania.
La ricerca, pubblicata su Autoimmune Reviews, spiega che alcuni additivi possono indebolire la resistenza dell'intestino a batteri, tossine e altri elementi nocivi nutritivi e non.

Nel loro studio, i ricercatori si sono concentrati sul significativo aumento dell'uso di additivi alimentari industriali volti a migliorare la qualità come il gusto, l'odore, la consistenza e la durata e hanno scoperto un "collegamento circostanziale significativo tra l'aumento dell'uso di prodotti alimentari trasformati e l'aumento nell'incidenza di malattie autoimmuni."

A finire sul banco degli imputati in particolare: glucosio, sodio, solventi grassi (emulsionanti), acidi organici, glutine, transglutaminasi microbica (un enzima speciale che funge da colla alimentare) e particelle nanometriche.


Secondo gli autori dello studio, la loro assunzione costante aumenta il rischio di sviluppare malattie autoimmuni, nelle quali il sistema immunitario attacca cellule, tessuti o organi come se fossero corpi estranei.

L'invito, quindi, è quello di leggere sempre attentamente l'etichetta degli alimenti. Con l'entrata in vigore del regolamento comunitario 1169/2011, gli ingredienti devono comparire in ordine decrescente di presenza nell'alimento.

Particolare attenzione secondo il primo autore della ricerca, Aaron Lerner, va prestata ai piatti pronti ma anche a carne, pesce, dolciumi, bevande e prodotti da forno.

[Fonte: Teatro Naturale per Sol&Agrifood 1 febbraio 2016]

Trend in cucina: la moda del momento sceglie il Golden Milk, una bevanda dalle origini antiche preparata con latte, miele e curcuma, ovvero la cosiddetta “radice della guarigione del corpo”. Un drink dai tanti benefici

Di Chiara Marando -

Sabato 23 Gennaio 2016 -

Mode, manie e tendenze, in cucina non finiscono mai i trend del momento, alimenti nuovi o riscoperti che sembrano non poter mancare sulla tavola dei veri gourmet.

Questa volta tocca ad una bevanda particolare e dal nome promettente: il Golden Milk, un mix di latte, miele e curcuma. Tutti lo vogliono, lo cercano e ne condividono la foto tramite social, come ben dimostra l’hashtag #goldenmilk, ma la realtà è che non si tratta di una novità, bensì di un prodotto dalla storia quasi millenaria.

I primi a conoscerne e sfruttarne le virtù benefiche sono stati i medici ayurvedici, proprio in relazione alle proprietà della curcuma, ma anche del miele e del latte, che riescono ad attivare effetti positivi sul nostro organismo. Infatti, entrando nel dettaglio, la curcuma possiede ormai conclamate caratteristiche  curative come anti-infiammatorio, ma anche antiossidante ed analgesico. In più, rappresenta un’importante soluzione per trattare quei disturbi legati al sistema articolare, intestinale e respiratorio.  Il segreto si trova nella cosiddetta curcumina, una sostanza estremamente preziosa, diciamo proprio un’alleata per il benessere a tutto tondo, definita non a caso come la “radice della guarigione del corpo”.

Golden-Milk

Se poi pensiamo al miele, inutile dire che non c’è rimedio naturale migliore per mal di gola e tosse. Aggiungendolo al latte, ricco di calcio, vitamina D e proprietà calmanti, l’accoppiata diventa insuperabile per favorire il sonno serale, oppure per coccolarsi durante l’influenza.

Gli amanti del Golden Milk, ovvero chi non può più farne e meno, consigliano di assumerne un bicchiere una volta al giorno con regolarità, così da poterne constatare le potenzialità.

golden milk 1

Ma dopo aver elencato i suoi numerosi aspetti positivi, non rimane che provarlo. Quindi ecco la ricetta per prepararlo a casa:

Ingredienti per la Pasta di curcuma

1/2 tazza di curcuma in polvere

1/2 tazza di acqua

1/2 cucchiaino di pepe macinato.

Preparazione

Bollire acqua, pepe e curcuma mescolando fino ad ottenere un impasto denso che farete raffreddare. La pasta di curcuma si può tenere in un contenitore ermetico in frigo fino a 40 giorni.

Ingredienti per Golden Milk

1 cucchiaio di pasta di curcuma

1  tazza di latte vegetale (soia o riso)

1 cucchiaino di olio di mandorle dolci

Miele per dolcificare

Preparazione

Far bollire il latte con un cucchiaio di pasta di curcuma ed uno di olio di mandorle fino a quando il composto non sarà diventato cremoso. Infine, aggiungere il miele.

Pubblicato in Cultura Emilia