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Abbiamo incontrato Paolo Sacchi lo scalpellino di Ramiano, che ci ha raccontato interessanti aneddoti su questo antico mestiere. Per il mese di marzo presso la residenza dello scalpellino, sono previsti due laboratori per i giorni 7/8 e 14/15. L'ultimo giorno nel pomeriggio si terrà una conferenza sulla lavorazione della pietra in Val Baganza.

Di Nicola Comparato 17 febbraio 2020 - Lo scalpellino è colui che lavora, modella e sgrossa il marmo e la pietra con lo scalpello, e che su disegno è in grado di eseguire cornici sagomate. Il mestiere di scalpellino ha origini antiche e le prime testimonianze di questo affascinante, ma al tempo stesso duro impiego, risalgono all' antico Egitto. Nel medioevo gli scalpellini si occupavano delle rifiniture degli interni ed esterni di case e palazzi oppure della creazione di bassorilievi. Al giorno d'oggi la lavorazione e il taglio della pietra sono principalmente eseguiti con l'utilizzo di appositi macchinari. Quello dello scalpellino è un mestiere praticato perlopiù da appassionati del settore o da famiglie che da secoli si tramandano il mestiere da padre a figlio. Paolo Sacchi, lo scalpellino di Ramiano, una frazione del comune di Calestano situato nella Val Baganza in provincia di Parma, è un uomo che ha fatto di questo mestiere il suo stile di vita. Diplomato all' Istituto Toschi di Parma nel 1976, comincia a dedicarsi alla lavorazione della pietra nel 1997, realizzando nel tempo libero anche mosaici vetrosi e ceramici, xilografie e qualunque altra cosa rientri nel campo delle Arti Applicate. Ringraziamo lo scalpellino per averci dedicato il suo tempo e per averci raccontato com'è nata la sua passione.

Il commento di Paolo Sacchi:

"Mi chiamo Paolo Sacchi e sono nato al Torchio di Fontevivo, pianura parmense. Mi sono diplomato nel 1976 al Toschi e per anni ho fatto illustrazioni naturalistiche, prospettive di interni, trompe l’oeil, acquerelli per agenzie grafiche e studi di architettura. Dal 1985 vivo con Susanna, poi diventata mia moglie, a Calestano, in Appennino. L’interesse per la pietra lavorata è nato quando, dal momento che mi appassionava il patrimonio lapideo che andavo scoprendo in quei luoghi, proposi ad un centro di formazione un corso dove apprendere la tecnica della lavorazione della pietra. Avrei insegnato disegno e mi sarei dovuto occupare, per le lezioni pratiche, di convincere alcuni degli ultimi scalpellini in Val Baganza a svelare a me e ai corsisti i loro segreti. Due di loro acconsentirono; facemmo il corso e ora eccomi qua.
Un tempo il suono degli scalpellini risuonava per le valli, ora è un “mestiere dimenticato”.
Oggi come oggi non è possibile ne’ auspicabile far rinascere tal quale questo mestiere. Lo rendono impossibile la spietata concorrenza delle macchine e la globalizzazione della manodopera. Sapere lavorare la pietra può forse integrare una sopravvivenza resiliente che lontano da app e capitali è tesa solo a coltivare passioni antiche legate alle tradizioni. Mi piace considerarmi oggi uno “scalpellino” intendendo con questo nome, dal momento che siamo tutti scalpellini, fare riferimento a figure che spaziano dall’artigiano al divulgatore, dallo scienziato all’artista, che percepiscono l’intima conoscenza della pietra come ossatura del paesaggio naturale e antropico per creare cultura, turismo, divulgazione scientifica in Appennino."

Per maggiori informazioni il sito di Paolo Sacchi

https://www.chicoalpaso.com 

http://siamotuttiscalpellini.it

La pagina Facebook Siamo tutti scalpellini

https://www.facebook.com/Siamo-tutti-scalpellini-1057606531021249/ 

 

Pubblicato in Lavoro Parma
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