Agenzia delle Entrate, Gdf, Anci e Ifel hanno firmato il nuovo protocollo d'intesa per una più efficace partecipazione dei Comuni all'accertamento.
Roma 8 febbraio 2018 - Segnalazioni qualificate, formazione mirata con l'utilizzo delle best practice e delle nuove tecnologie, rafforzamento della rete dei referenti a livello territoriale che lavoreranno in sinergia in ogni fase del processo, coordinamento e indirizzo strategico-operativo da parte del gruppo di lavoro: sono questi i punti chiave del nuovo Protocollo d'intesa triennale firmato oggi da Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Ifel (Istituto per la finanza e l'economia locale) con l'obiettivo condiviso di dare una nuova spinta alla partecipazione degli Enti locali all'accertamento dei tributi erariali, consolidando i risultati già raggiunti fino a oggi e implementando strumenti e azioni che possano favorirla e accelerarla nei prossimi anni.
Qualità delle segnalazioni - Qualità è una delle parole chiave del nuovo patto a quattro antievasione.
Un obiettivo che dovrà essere raggiunto in primis con un adeguato piano formativo che interesserà tutti gli attori del processo, con la definizione di una check list di fatti, elementi e informazioni che aiutino a predisporre segnalazioni qualificate direttamente utilizzabili e, soprattutto, con la diffusione e l'implementazione delle best practice, cioè delle buone pratiche individuate sul territorio, al fine di migliorare le procedure di selezione e di analisi per una corretta elaborazione dei profili e dei comportamenti a rischio, ovvero, potenzialmente elusivi o evasivi.
Altra leva fondamentale sarà costituita dal rafforzamento del team antievasione, un gruppo di lavoro costituito da esperti di tutti gli Enti firmatari, specializzati nei processi di verifica e accertamento comunale ed erariale, di banche dati e informatica, che contribuirà, con incontri periodici dedicati, a definire le linee guida e le strategie operative per realizzare gli obiettivi dell'intesa. Sinergia tra gli attori - La seconda parola chiave è sinergia: al centro della nuova intesa un posto di rilievo spetta sicuramente alla rete dei referenti, fondamentale per il coordinamento delle attività a livello territoriale, per la conoscenza e il corretto utilizzo del patrimonio informativo a disposizione degli Enti locali, per la conduzione dei piani specifici di formazione, per lo sviluppo di processi di analisi del rischio mediante l'incrocio delle banche dati a disposizione nonché per un costante confronto sullo stato di lavorazione delle segnalazioni al fine di migliorarne, progressivamente, la qualità.
Fabio Fecci, Sindaco di Noceto, Vice-Presidente Vicario, esercita da oggi la funzione di Presidente ANCI Emilia-Romagna fino alla convocazione dell'assemblea regionale
Daniele Manca, al termine di due mandati come Sindaco di Imola, ha rassegnato le sue dimissioni che sono operative da oggi. Conseguentemente, come prevede lo Statuto di ANCI Emilia-Romagna, decade dalla funzione di presidente della nostra Associazione. A norma di statuto le funzioni di Presidente di ANCI Emilia-Romagna saranno svolte da Fabio Fecci, Sindaco di Noceto e attuale Vice-Presidente Vicario, fino alla convocazione dell'assemblea regionale dei Sindaci dell'Emilia-Romagna che eleggerà il nuovo Presidente. Questo affiancherà il Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza, che rimarranno in carica nella loro composizione attuale fino alla scadenza congressuale ordinaria prevista per il 2019.
Daniele Manca ha svolto la funzione di Presidente di ANCI Emilia-Romagna dal 2010: otto anni nei quali ha svolto questo incarico con grande efficacia, garantendo al contempo la conduzione unitaria dell'Associazione, come è stato sottolineato nel corso dell'ultima riunione del Consiglio regionale svoltasi l'11 gennaio scorso.
La prossima assemblea dei Sindaci dell'Emilia-Romagna che eleggerà il nuovo presidente sarà anche l'occasione per ringraziare Manca di questo lavoro svolto. Oggi i nostri auguri di buon lavoro vanno al Sindaco Fabio Fecci per i prossimi impegni che lo attendono.
Un geologo in ogni comune, percorsi di formazione del personale, strutturazione interna. All'Assemblea Nazionale ANCI di Vicenza, FABIO FECCI - Vice Presidente Vicario di ANCI Emilia-Romagna e Sindaco di Noceto (PR) – fa il punto su alcuni nodi delicati nel percorso di riordino della legge delega e su alcune proposte dell'associazione
Con la riforma degli assetti istituzionali contenuta nella Legge Delega 30/2017 di riordino in materia di Protezione civile, si stanno modificando compiti e responsabilità – civili, penali e amministrative - degli organi locali di governo del territorio, a partire dalla presa in carico degli allerta meteo da parte delle istituzioni locali.
Di fatto il riordino introduce, oltre ai Sindaci quali Autorità locali di protezione civile, altre tre autorità: quella nazionale del Presidente del Consiglio, quella regionale e quella territoriale. E' evidente come occorra estrema chiarezza e precisione nel definire i ruoli, compiti e relative responsabilità di ciascuna. E questa definizione è particolarmente rilevante per gran parte dei territori dell'Emilia-Romagna, caratterizzati da un'elevata vulnerabilità ad eventi catastrofici naturali (terremoti, frane, alluvioni, mareggiate) e interessati da una crescente frequenza di fenomeni metereologici estremi conseguente ai cambiamenti climatici in atto.
ANCI Emilia Romagna – segnala Fabio Fecci - ha contribuito attivamente al dibattito politico, tecnico e parlamentare sulla Legge Delega 30/2017 che finalmente ha posto le basi per la riforma della protezione civile. Adesso occorre massima attenzione e condivisione sui Decreti Legislativi attuativi, perché serve che l'intero sistema sia concorde e convinto dell'assetto e delle relative responsabilità che si andranno a definire. Su questo tema, ANCI Emilia Romagna ha predisposto un primo studio quale contributo alla riflessione già inviato al Nazionale e avviato un percorso di riflessione interno ai Comuni e Unioni dell'Emilia Romagna, i cui risultati metteremo a disposizione di Regione, volontariato, ANCI Nazionale e Dipartimento nei prossimi giorni.
Per questo motivo ANCI ER, mentre partecipa con particolare attenzione al percorso nazionale, ha avviato diverse azioni che mirano a rafforzare le competenze presenti sui territori comunali. Tra queste:
• una convenzione pluriennale con l'Agenzia regionale di Protezione Civile, che ha già consentito di migliorare il funzionamento del sistema regionale di Protezione Civile e di portare soccorso in altri territori nazionali colpiti da calamità. Tra gli obiettivi della convenzione: chiarire, valorizzare e rafforzare il ruolo del Sindaco e del Comune quali primo presidio territoriale. Compiti, responsabilità e risorse dovranno essere esplicitate in modo netto e inequivocabile. Infine: definire e valorizzare - nel contesto dell'Ordinamento degli Enti Locali e del sistema di protezione civile - lo status di "operatore di protezione civile" all'interno del personale dei Comuni e sviluppare un piano formativo permanente e omogeneo sul territorio nazionale per la formazione continua di tali figure professionali prevedendo anche modalità di reclutamento dedicate.
• un protocollo di intesa con l'Ordine dei Geologi: una professionalità ritenuta strategica per potenziare la fase di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi. Quattro i punti principali del documento: prevedere la presenza di almeno un geologo in tutti i Comuni o Unioni comunali (il censimento è in corso in questi mesi), creare presidi geologici territoriali, formare i tecnici comunali e garantire un supporto per la predisposizione di bandi per incarichi professionali di tipo geologico.
Come ANCI Emilia-Romagna – sintetizza Fecci - abbiamo chiarissimo il livello di responsabilità dei sindaci nel campo della Protezione Civile, per le quali servono conoscenze adeguate e oggi – complice anche il cambiamento climatico - la percezione è alta come mai.
Abbiamo mandato diverse proposte al nazionale nell'ambito del percorso di formazione della nuova legge, e come associazione abbiamo fatto alcune scelte di 'strategia', investendo ad esempio sul ruolo del geologo come figura tecnica a supporto del sindaco e del personale dell'amministrazione locale, soprattutto in fase di prevenzione. Ieri (12/10 ndr) abbiamo presentato e consegnato il testo dell'Accordo quadro al Presidente di ANCI nazionale Decaro, e lo consegneremo al gruppo di lavoro dedicato alla Protezione Civile di ANCI, nel caso altre strutture regionali siano interessate a percorrere la stessa strada.
(In allegato il protocollo d'intesa tra ANCI ER e Ordine Geologi )
Da Noceto arriva la diffida alla chiusura dell'ufficio postale di Costamezzana. Per il Sindaco di Noceto e vice presidente ANCI emilia Romagna, Fabio Fecci, non esistono le condizioni per la chiusura e chiede a Poste Italiane una nota di dettaglio riguardo ai criteri utilizzati per il riordino.
di LGC - Parma 13 agosto 2015 - -
Dal prossimo 7 settembre chiuderanno 9 uffici postali e altri 3 saranno oggetto di processi riorganizzativi in provincia di Parma.
Il progetto di riordino avviato dall'azienda Poste Italiane Spa coinvolge tutta la penisola e si inquadra in un'ottica riorganizzativa globale.
Una decisione che però non è andata giù a molti primi cittadini delle amministrazioni interessate dal riordino e, almeno per i 9 amministratori parmensi, non viene esclusa la possibilità di ricorrere al TAR come già accaduto in Friuli dove, è decisione di poche ore fa, il Tribunale Amministrativo friulano ha bocciato la chiusura di due uffici postali accogliendo il ricorso del comune di Buja.
Con questa sentenza il TAR ha di fatto ribadito che il servizio postale è un servizio di interesse pubblico, ancorché gestito da soggetto privato, e conferma la natura giuridica del Comune quale espressione di una collettività.
Il 20 luglio scorso, i sindaci dei comuni parmensi interessati, Fabio Fecci (Noceto), Fausto Ralli (Bore), Francesco Peschiera (Calestano), Paolo Bianchi (Collecchio), Giordano Bricoli (Langhirano), Emanuela Grenti (Taro), Romeo Azzali (Mezzani), Luigi Buriola – (Montechiarugolo), Emanuele Pedrazzi (Pellegrino), Cristina Merusi (Sala Baganza), Nicola Bernardi (Sissa Trecasali), Alessandro Fadda (Torrile), avevano predisposto un documento congiunto nel quale si sottolineava come "il provvedimento di Poste Italiane che ha semplicemente differito al 7 settembre le annunciate chiusure del 13 aprile non tenga in nessun conto i diritti dei cittadini, con particolare riferimento alle fasce più deboli, ma si ispiri sostanzialmente a pure logiche di profitto, dimenticando la fondamentale valenza sociale del servizio peraltro alimentato anche da fondi statali".
La posizione condivisa dai Sindaci parmensi è stata unanime e così riassumibile:
1. Richiesta a Poste Italiane affinché faccia chiarezza sui criteri applicati nella pianificazione del piano di razionalizzazione degli Uffici Postali differito al prossimo 7 settembre, al fine di verificare la loro corretta applicazione in ordine ai singoli territori interessati rispetto alle norme di settore
2. Appello al Prefetto di Parma affinché, nel suo ruolo istituzionale, si attivi nei confronti di Poste Italiane al fine delle verifiche di cui al punto precedente e supporti l'azione dei Sindaci.
3. Incarico ad un legale per avanzare ricorso al TAR da farsi in maniera congiunta da parte dei Sindaci dei territori interessati
4. Appello affinché il problema venga portato avanti anche sul necessario piano politico: deve concretizzarsi la trattativa fra Poste Italiane, Regioni e Governo, soggetto del quale non è ammissibile la latitanza ed al quale si chiede una chiara presa di posizione.
Il 7 di settembre, giorno stabilito per dare seguito al piano organizzativo già previsto per lo scorso 13 aprile e sospeso in forza delle imminenti elezioni amministrative, si avvicina senza che le amministrazioni locali abbiano potuto "accedere a un effettivo tavolo di confronto con Poste Italiane S.p.a.", e il Sindaco di Noceto Fabio Fecci lo scorso 7 agosto ha predisposto una "diffida a non porre in essere alcuna iniziativa di chiusura dello sportello postale di Costamezzana (PR)".
"Non ho assolutamente intenzione di calare le brache, sottolinea Fecci raggiunto telefonicamente, a meno che non me le facciano calare di forza".
La posizione del Sindaco e di tutta la amministrazione nocetana è chiara e contesta all'azienda detentrice del servizio postale l'adozione di dati relativi al censimento 2001 invece dei più recenti del 2011 e invita Poste Italiane a un confronto non escludendo il suo impegno "condiviso con ANCI Emilia Romagna, a promuovere ogni più opportuna iniziativa di carattere politico ed anche in sede giudiziale affinché l'erogazione dei fondi (270 milioni di euro annui, ndr) sia vincolata al mantenimento dei servizi attualmente erogati e/o comunque affinché la rendicontazione dell'utilizzo dei fondi pubblici avvenga nell'ambito dei capitoli del bilancio aziendale separati rispetto ai settori di attività nei quali oggi Poste Italiane spa, si pone a tutti gli effetti come operatore di libero mercato e concorrente diretto delle imprese private".
A conferma della sensibile differenza risultante dal confronto dei dati tra i due censimenti, nella diffida (vedi allegato e documento consultabile anche dal Blog di Fabio Fecci) vengono specificamente documentate le risultanze della verifica predisposta dall'ufficio anagrafe/tecnico.
"La percentuale di popolazione, si legge nella diffida, di più di 65 anni è passata dal 18,7% del 2001 al 20,8% del 2011".
Nello specifico, nelle frazioni di Costamezzana, Borghetto e Cella l'incremento della popolazione è stato del 18% passando da 1449 (2001) residenti a 1711 nell'anno 2011 mentre la popolazione superiore a 65 anni residente nell'intero territorio comunale ammonta a 2717 unità e i cittadini stranieri ammontano a 1368.
Ora, sulla scia dell'iniziativa di Fabio Fecci, non si esclude che altre amministrazioni seguano l'esempio e altre diffide giungano sulle scrivanie delle dirigenze di Poste Italiane Spa, del Ministero dello Sviluppo economico, del Prefetto di Parma, dei Presidenti ANCI nazionale e regionale.
(In allegato la diffida scaricabile in formato pdf)
di Redazione -
Reggio Emilia, 27 Aprile 2013 - -
Il nome di Graziano Delrio, negli ultimi 30 giorni , torna sempre più spesso agli onori della cronaca.