Lunedì, 07 Aprile 2025 05:48

L’immortalità delle cose di Raffaele Crispo ed Elvis Ronzoni In evidenza

Scritto da Raffaele Crispo e Elvis Ronzoni

Dal 5 aprile è possibile ammirare presso la sede provvisoria della Fondazione Bernardo Bertolucci in piazzale della Pace un’interessantissima mostra che ci aiuta ad apprezzare e conoscere meglio il Maestro Bertolucci raccontandoci frammenti della sua vita e cose inedite per molti di noi.

Grazie alla Presidente della Fondazione, Valentina Ricciardelli e alla curatrice della mostra Maria Vittoria Baravelli si può fare un viaggio nel tempo attraverso dieci oggetti appartenuti al grande regista che vengono esaltati dalle fotografie di Manfredi Gioacchini rendendoli immortali.

Entrando nelle sale arredate ed allestite con mobilia ed oggetti appartenuti all’artista le emozioni crescono e il pensiero corre ai suoi film e alla sua vita, così intensa, magica e cinematografica. Gli arredi e le suppellettili provengono dalla casa abitata da Bernardo con la moglie Clare Peploe a Roma dagli anni 70 fino al 2018 e raccontano usi, costumi, relazioni e peregrinazioni nel mondo del regista de L’ultimo Imperatore.

Ci sono gli Oscar, la Palma d’Oro, il Leone d’Oro, la Stella della Walk of Fame e tanti, tantissimi oggetti che ricordano la grandezza e i momenti salienti della vita del cineasta di origine parmigiana.

Sono “cose” che fanno sognare, che sono la testimonianza di una vita e che hanno un valore per ciò che rappresentano, per il significato che hanno e per i ricordi a cui rimandano.

Molteplici le emozioni che si provano così come le curiosità, tra cui una scritta: “ricorda di ricordarti di dimenticare” che Bertolucci aveva fatto sua e che ci fa capire molto del suo pensiero e del suo stile.

Passeggiando tra i tavoli e le sedie, tra le scrivanie e le poltrone, tra i quadri e le lampade si scorge la sua idea di bellezza che non è affatto convenzionale né rapportabile al comune senso del bello ed elegante ma che ha il pregio di mostrare uno stile unico che dà valore ai ricordi e che conferisce agli oggetti il compito di tramandare ai posteri un modo di pensare e di vivere.

Ci sono alcuni dei suoi Buddha e un posacenere con elefante, un piccolo Mao un portacappelli cinese, e tanti oggetti che aveva in casa per ricordare a sé stesso persone incontrate ed esperienze fatte.

Ci sono anche i mirini che lo accompagnavano in tutti i suoi set e il suo famoso Panama dal quale era inseparabile. Tra le suppellettili più curiosi c’è senz’altro una manina di terracotta che nessuno dei famigliari ricorda ove fosse stata acquistata o chi gliela avesse regalata, di certo campeggiava all’ingresso della casa di via della Lungara ed era tra gli oggetti più cari all’artista.

Scopriamo così che Bernardo non fu solo un gran regista ed un fine sceneggiatore ma anche un uomo che aveva trasformato la sua vita in un capolavoro mettendoci sempre tanto coraggio e tanta innovazione non temendo mai di essere scandaloso.

Con questa mostra, che è visitabile su prenotazione fino al 10 giugno, Parma gli rende omaggio e crea le basi per un’esposizione più vasta e permanente che sarà allestita nei prossimi anni presso il complesso di San Paolo. La nostra città è onorata di avere avuto tra i suoi figli Attilio, Bernardo e Giuseppe Bertolucci e tutti noi dobbiamo essere orgogliosi di vivere in una terra che ha generato persone così talentuose e geniali.

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