Il fotografo Erberto Zani ha ricevuto il primo premio ai Chromatic Awards 2018 nella categoria "Street".

Realizzata in una strada di Dacca, in Bangladesh, l'immagine descrive il lavoro di asciugatura e raccolta di centinaia di pezzi di pelle. Una volta ripuliti, verranno utilizzati nella creazione di portafogli, cinture, scarpe e venduti in tutto il mondo.

Chromatic Awards è una competizione internazionale di fotografia a colori che raduna partecipanti da tutto il mondo, selezionati e premiati da una giuria composta da editori, curatori di gallerie, agenti e fotografi. 20 le categorie a cui è possibile partecipare: ambiente, astratto, architettura, città, concettuale, cultura, moda, fine art, paesaggio, natura, nudo, persone, fotogiornalismo, foto-manipolazione, ritratto, sport, still life, street, viaggio, animali e natura selvaggia.
Le foto vincitrici delle varie categorie verranno raccolte nel prestigioso catalogo annuale.

https://chromaticawards.com/winners-gallery/chromatic-awards-2018/professional/street/gold-award

1st_place-chromatic_awards_2018_copia_2_1.jpgErberto Zani (Italy, 1978) is a documentary photographer, journalist and photo books designer, based between Parma (Italy) and Basel (Switzerland). Since 1998 he worked as photographer in advertisement sector. Freelance since 2008, most of his works are focused on documentary-humanitarian themes. He cooperates with companies, magazines and No Profit Organizations, for photographs and editorial projects. Available for assignments internationally.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Martedì, 16 Ottobre 2018 16:14

Un Quartetto per Rossini

Un Quartetto per Rossini Venerdì 19 Ottobre 2018 ore 18 Quadreria di Palazzo Magnani. Sala dei Carracci |Via Zamboni 20, Bologna

Nel contesto delle numerosissime iniziative a festeggiamento dell'anno rossiniano, la Fondazione Zucchelli vuole celebrare nel prestigioso contesto della Sala carraccesca della Quadreria di Palazzo Magnani , non solamente lo stretto rapporto che legò il grande Maestro a Carlo Zucchelli (1793-1879), "antenato" della Fondazione omonima, ma anche la celebrazione delle Vincitrici del Premio Zucchelli 2018 all'eccellenza, conferito a due allieve del Conservatorio di Musica GIovan Battista Martini di Bologna, che si esibiranno in concerto in questa occasione.

Nel contesto delle numerosissime iniziative a festeggiamento dell'anno rossiniano, la Fondazione Zucchelli vuole celebrare nel prestigioso contesto della Sala carraccesca della Quadreria di Palazzo Magnani , non solamente lo stretto rapporto che legò il grande Maestro a Carlo Zucchelli (1793-1879), "antenato" della Fondazione omonima, ma anche la celebrazione delle Vincitrici del Premio Zucchelli 2018 all'eccellenza, conferito a due allieve del Conservatorio di Musica GIovan Battista Martini di Bologna, che si esibiranno in concerto in questa occasione.

Un Quartetto per Rossini
§ Carlo Zucchelli e Samuel Ramey, primi bassi tra viaggi e calunnie
Seconda conferenza a cura di Piero Mioli con letture di Jadranka Bentini
§ Concerto delle Vincitrici del Premio Zucchelli al Talento 2018
Valentina Gnudi flauto e Livia Liverani arpa

Venerdì 19 Ottobre 2018 ore 18.00
Quadreria di Palazzo Magnani | Sala dei Carracci |Via Zamboni 20, Bologna
per gentile concessione di Fondazione del Monte di Bologna e UniCredit

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti, dalle ore 17.30 alle ore 17.55 | senza prenotazione | Dalle ore 17 la Quadreria sarà gentilmente aperta al pubblico

Inserito nel progetto: L'inquilino di Strada Maggiore e Piazza Rossini, Il Maestro a Bologna nel 150° dalla scomparsa a cura del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini con il patrocinio dal Comune di Bologna.

Dopo la prima delle due conferenze del musicologo bolognese Piero Mioli, che, presso Zu.Art di Fondazione Zucchelli, ha visto a confronto due grandi artiste legate al belcanto e a Rossini, Maria Callas e la recentemente scomparsa Montserrat Caballé, avrà luogo il secondo appuntamento della rassegna con proiezioni video da concerti che hanno visto protagonista il famoso basso americano Samuel Ramey: da: Semiramide e da Il viaggio a Reims.
Le letture saranno a cura di Jadranka Bentini, presidente del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di Bologna, da : Il dì già cade e Ah, perché la conobbi?

Come da introduzione del Maestro Mioli "Punto di riferimento sarà la figura di Carlo Zucchelli, insigne cantante del primo Ottocento esperto di vocalità classico-rossiniana, che lungamente ha vissuto a Bologna e titolare dell'omonima Fondazione ...: un suo "erede" moderno è il basso americano Samuel Ramey, che si ascolterà e vedrà in alcune delle interpretazioni più pregevoli".

Seguirà il Concerto delle Vincitrici del Premio Zucchelli al Talento 2018: Valentina Gnudi flauto e Livia Liverani arpa, che si esibiranno con repertorio: da Gaetano Donizetti: Larghetto, da Larghetto e Allegro | da Fryderyk Chopin: Variazioni su La Cenerentola di Rossini | da Muzio Clementi: Sonata per arpa sola | da Jacques Ibert: Entr'acte | da Claude Debussy: Syrinx | da Nino Rota : Sonata per flauto e arpa - I movimento, Allegro molto moderato.

PIERO MIOLI, si è laureato in Storia della Musica e perfezionato in Filologia classica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna. Ha insegnato Storia della Musica nei conservatori di Verona e di Parma, e dal 1988 già insegnante di Storia e Storiografia della Musica ed Estetica Musicale presso il Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di Bologna. È consigliere d'arte dell'Accademia Filarmonica di Bologna, membro del comitato di redazione della rivista Nuova informazione bibliografica, de il Mulino, presidente e direttore artistico della Cappella musicale arcivescovile della Basilica dei Servi di Bologna, presidente onorario dell'associazione culturale Il saggiatore musicale. Collabora con alcuni teatri e diverse riviste e associazioni culturali. Tiene corsi presso l'Università Primo Levi e l'istituto Carlo Tincani di Bologna. È consulente musicale dell'editore Mursia (Milano), saggista, recensore bibliografico, divulgatore e conferenziere.

JADRANKA BENTINI, è presidente del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di Bologna e membro del CdA di Fondazione Zucchelli. Laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Bologna dal 1976 è stata iscritta nel ruolo degli storici dell'arte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E' stata direttore della Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti a Ferrara, direttore della Pinacoteca Nazionale di Ferrara, direttore della Galleria Estense di Modena, per tre mandati consecutivi membro del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto per i Beni Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Nel 1989 viene nominata primo dirigente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e assume poi il ruolo di Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico, Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia e in seguito di Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna e Rimini; diviene direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna e in seguito del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. Nel 2005 diventa professore a contratto presso l'Università degli Studi di Bologna. E' presidente dell'associazione Italia Nostra, sezione di Bologna, è autrice di articoli, saggi, pubblicazioni e cataloghi a carattere scientifico connessi alla storia dell'arte e al patrimonio artistico nazionale e ha curato numerose mostre in Italia e all'estero per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Ministero per gli Affari Esteri.

VALENTINA GNUDI, inizia il suo percorso musicale col Maestro Ivano Melato, già primo flauto del Teatro Comunale di Bologna; entra nel Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna sotto la guida dei Maestri Annamaria Morini e in seguito Pietro Visomara. Tra il 2013 e il 2018 frequenta il liceo musicale Lucio Dalla di Bologna. Dopo un percorso formativo con l'Orchestra Giovanissimi di Bologna, è oggi primo flauto dell'Orchestra del Conservatorio.

LIVIA LIVERANI, Livia Liverani ha studiato pianoforte presso il Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro dove in seguito frequenta il corso preaccademico di arpa. Sta conseguendo la laurea di primo livello di arpa presso il Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna.

Tornerà a splendere il tesoro nascosto scoperto in una stanza al piano terra dell'ex Palazzo ducale durante gli ultimi lavori di restauro e recupero della sede della Prefettura. Il progetto di recupero di un affresco raffigurante la Madonna della Ghiara - grazie a un contributo di 50.000 euro stanziato dalla Provincia di Reggio Emilia (proprietaria di Palazzo Allende) anche come partecipazione al prossimo quarto centenario della Ghiara per la traslazione dell'immagine sacra della Madonna di Reggio e della prima santa Messa nella Basilica del 12 maggio 1619 - è stato annunciato questa sera dal presidente Giammaria Manghi. Insieme al prefetto Maria Forte, il presidente Manghi ha infatti illustrato, proprio durante la sagra della Giareda, l'avvio del restauro della cappella affrescata scoperta in un archivio della Prefettura con parte dei fondi destinati alla manutenzione del patrimonio immobiliare grazie all'avanzo di gestione ottenuto con l'ultimo Bilancio consuntivo.

"La Provincia ha deciso di intraprendere un cammino che in qualche mese potrebbe davvero offrire un bel regalo alla città e a tutti i reggiani in occasione dei 400 anni della Basilica che saranno celebrati a partire dal prossimo aprile – ha detto il presidente Giammaria Manghi - L'affresco pare in effetti di pregio ed anche contestualizzato, come i primi saggi effettuati dalla Sovrintendenza hanno disvelato, in una cornice che accresce l'importanza di questa scoperta". "Contiamo di aprire a tutti i reggiani questa cappella con l'affresco restaurato in occasione delle prossime celebrazioni", ha confermato il prefetto Maria Forte.

Sull'importanza artistica di questa scoperta si è soffermata l'architetto Maria Cristina Costa, dopo aver dato atto alla Provincia "non solo del grande lavoro svolto da funzionari e responsabili, ma anche dell'ammirevole atto di coraggio compiuto finanziando, di questi tempi, una attività culturale".
"Pur non essendo ancora stato studiato da un esperto, l'affresco appare di notevole pregio per le proporzioni, la posa e soprattutto il viso e le mani della Madonna, di notevolissima fattura – ha spiegato l' architetto Costa - Durante il restauro un esperto critico potrà avanzare un nome, speriamo prestigioso, per un'attribuzione, ma è comunque già ora possibile ipotizzare una datazione cinquecentesca per quest'opera che, quantunque "ammalorato", sa trasmettere un forte coinvolgimento".

A "giustificare ampiamente l'opera di restauro", ha aggiunto l'architetto Costa, "è il confronto con il disegno originale di Lelio Orsi, l'insigne pittore novellarese cui si deve, nel 1569, l'ideazione dell'immagine conservata presso il Museo della Basilica, poi tradotto da Giovanni Bianchi detto il Bertone nell'affresco oggi venerato in Ghiara". Il soggetto dell'affresco scoperto in Prefettura - in una stanza al piano terra del corpo centrale dell'ex Palazzo ducale, affacciata sul cortile centrale dell'importante complesso monumentale - è infatti lo stesso del disegno di Lelio Orsi e dell'affresco del Bertone: la Beata Vergine seduta su di un sasso, piegata con le mani giunte in devota preghiera verso il Bambino, seduto alla sua destra con le braccia aperte e lo sguardo sorridente verso la Madre.
"Così come non è casuale che questo affresco sia stato realizzato proprio di fronte alla Basilica", ha concluso l'architetto Costa che si è anche commossa nel sottolineare "la peculiarità di queste tre Madonne col Bambino che, uniche in tutta la storia dell'arte, mostrano, e soprattutto trasmettono, questo profondo e toccante rapporto: da un lato il presentimento di ciò che sarà, dall'altro l'abbandono totale in fiducia della Madre".

"Proprio nell'atteggiamento del viso e delle mani, in questo affresco vedo molto di quel genio per creatività e tecnica di disegno che era Lelio Orsi, un artista che purtroppo non ha ancora ottenuto la fama che merita", ha aggiunto invitando poi Andrea Caramaschi, che ha eseguito i primi saggi di restauro, a illustrare lo sfondo dell'affresco "che pure promette di risultare di grande valore".

 

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Sottoscritta dal Comune e dagli Archivi Notarili del Ministero. Via libera al progetto di ampliamento con contributi di UniCredit, Fondazione Cassa e Unesco

Via libera alla riqualificazione e all'ampliamento della sede espositiva dei Musei del Duomo, nel cuore del sito Unesco di Modena, sulla base del progetto presentato nei mesi scorsi. È il senso della convenzione tra Comune e ministero della Giustizia sottoscritta giovedì 30 agosto dal sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e dal direttore generale dell'Amministrazione degli Archivi Notarili Renato Romano.

Il documento, in coerenza con il principio di leale cooperazione istituzionale, consente di dare attuazione al protocollo dello scorso anno prevedendo il trasferimento in comodato della gestione della sede museale (quella attuale e i nuovi spazi di ampliamento) dall'Amministrazione degli Archivi Notarili al Comune in accordo con la Basilica Metropolitana, superando la precedente locazione. Nello stesso tempo, il Comune concede in uso agli Archivi Notarili un deposito di circa 600 metri quadri per la documentazione, già individuato nell'area della stazione ferroviaria di piazza Manzoni.

Con la firma della convenzione, quindi, si può procedere all'allargamento degli spazi museali negli ambienti del piano soprastante il Museo del Tesoro, da anni inutilizzati, in un'area di 443 metri quadri. Per gli interventi di ristrutturazione dei nuovi locali, insieme ad altri lavori di riqualificazione previsti nell'edificio e agli allestimenti museali, sono previsti contributi di UniCredit per 498 mila euro, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per 200 mila euro e del Coordinamento Unesco dei Musei civici per 140 mila euro, attingendo alle risorse dei progetti finanziati dalla legge 77 del 2006, nell'ambito del Piano triennale di gestione del sito Unesco in corso di definizione.

La Fondazione, inoltre, interviene anche con un contributo di 200 mila euro per la ristrutturazione del deposito messo a disposizione degli Archivi Notarili.

La convenzione è stata sottoscritta, per presa visione, anche da monsignor Luigi Biagini per la Basilica Metropolitana, dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli e da Giuseppe Zanardi, dirigente Area Manager Corporate Modena UniCredit. Erano presenti anche la direttrice del Musei civici Francesca Piccinini, coordinatrice del sito Unesco, e i rappresentanti dell'amministrazione degli Archivi Notarili Roberto Lemma, Filomena Chirulli e Margherita Regini.

Il progetto di ampliamento e sviluppo dei Musei del Duomo è stato curato dall'architetto Elena Silvestri e va a integrare l'intervento sull'accesso all'istituto culturale realizzato lo scorso anno per offrire un servizio più efficace a visitatori e turisti nell'ambito della promozione e della valorizzazione del sito Unesco.

L'allestimento del progetto prevede anche un percorso multimediale che potrà raccontare la storia artistica e architettonica del Duomo e la sua interazione con la storia cittadina. Una sala tematica mostrerà, inoltre, la collezione di 20 arazzi della Basilica, capolavori fiamminghi della metà del Cinquecento. Sempre con tecniche multimediali che utilizzano la realtà aumentata e l'interattività multisensoriale sarà possibile illustrare il contenuto delle immagini, le tecniche di realizzazione e restauro, il quadro di riferimento storico e geografico.

Un intervento di riqualificazione è previsto anche per il cortile sul quale si affaccia il Museo Lapidario: rinnovo della pavimentazione; nuove sedute in pietra, nuova illuminazione, restauro dell'inferriata e risistemazione del verde. L'obiettivo è creare un luogo di accoglienza delle comitive turistiche e delle scolaresche ma anche uno spazio aperto alla città, sede di attività ed eventi culturali

I Musei del Duomo fanno parte dal 2015 del sistema del Biglietto unico del sito Unesco, insieme alla Ghirlandina, alle Sale storiche del Palazzo municipale e all'Acetaia comunale. In tre anni i visitatori sono passati da circa 8.500 a oltre 14 mila a fine 2017, considerando anche i laboratori didattici.

 

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Incontri "Nel segno dell'Arte" alla Quadreria di Palazzo Magnani. Si è svolto ieri l'ultimo appuntamento con l'iniziativa curata dalla società editrice il Mulino e inserita nell'ambito del progetto artistico della Quadreria realizzato da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e UniCredit per riscoprire la storica dimora di via Zamboni.

Quarto e ultimo appuntamento "Nel segno dell'Arte", l'iniziativa nata dalla sinergia tra la società editrice il Mulino, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e UniCredit per illustrare alcune delle opere di maggior pregio ospitate a Palazzo Magnani, in via Zamboni 20 a Bologna.

Ieri pomeriggio, giovedì 7 giugno, l'appuntamento con la cultura a Palazzo Magnani è stato condotto dallo storico dell'arte, già Soprintendente per il Polo museale di Roma, Claudio Strinati che ha illustrato agli ospiti Il mito greco e le origini di Roma, attraverso alcuni particolari del ciclo carraccesco contenuti nella storica dimora bolognese.

Strinati.jpgL'incontro rientra tra le iniziative realizzate nell'ambito del progetto artistico della Quadreria di Palazzo Magnani, a cura della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di UniCredit.

Claudio Strinati è storico dell'arte, già Soprintendente per il Polo museale di Roma. Ha ideato e organizzato importanti mostre in Italia e all'estero. Come divulgatore di storia dell'arte ha condotto trasmissioni televisive e collaborato con quotidiani e riviste. Esperto di pittura e scultura del Rinascimento e del Seicento, è esperto anche nel campo musicale. Ha collaborato con il Dizionario Biografico degli Italiani edito dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tra le sue pubblicazioni, Andrea del Sarto: un San Sebastiano ritrovato (Gangemi, 2013) e Il mestiere dell'artista: dal Trecento al Seicento, (Sellerio, 2014).

Lunedì, 21 Maggio 2018 06:24

Lucca - trionfo per "Omaggio a Frida"

Un Trionfo per la mostra "Omaggio a Frida" a cura di Amedeo Fusco e Vittorio Tosto all'Orto Botanico di Lucca. Una location affascinante nella parte sotterranea delle mura della Città, che ha visto la straordinaria affluenza di migliaia di visitatori già durante i primi giorni dall'inaugurazione.

E' raro vedere tante persone frequentare una mostra d'arte. Occorre ricordare che Omaggio a Frida è la prima dedicata alla memoria della straordinaria artista Messicana, che ormai da circa due anni sta facendo il tour dell'Italia.

Frida è oramai diventata un'icona dei nostri tempi; la sua forza e la sua voglia di lottare nonostante le tante avversità che la vita spesso ci riserva, sono ciò che principalmente traspare dalle opere dei 75 artisti provenienti da diverse regioni italiane ed anche dall'estero, anche dal Messico .. e sono:
Xavier Yarto, Michelangelo Lacagnina, Nara Kirakosyan, Pasquale Vulcano, Francesca Barnini, Emanuele Bellio, Katia Buffolo, Patrizia Villani, Roberto Trucco, Annalisa Cavallo, Sergio Cimbali, Manuela Distefano , Luca Ceccanti, Marcello Di Pierro, Francesca Burrascano, Gianfranco Brusegan, Ubaldo Petroni, Simona Benedetti, Lucio Morando, Fabrizio Viola, Mariella Mascaro, Silvana Occhipinti, Isabella Maria B, Maddalena Pumpo, Barbara Guarini, Angelo Mangione, Orlando Tocco, Carmelo Carrubba, Maria Nencioni, Beatrice Nicosia, Manola Caribotti, Paola Ummarino, Laura Longhitano, Giorgio Trucco, Paolo Cutrano, Dania Minotti, Piera Narducci , Maria Rosa Beghelli, Maria Pia Mucci, Maura Pusceddu, Raquel della Pina, Lina Mariolu, Barbara Puglisi, Bernardetta Olla, Adriana Schembari, Reyna Zapata, Ombretta Montanelli, Matteo Caramaschi, Ale Arreola De Calderoni, Alessio Schiavon, Angelo Criscione, Lorella Calisi, Mariagrazia Impagnatiello, Agostino Viviani, Mariagrazia Diquattro, Cristina Cateni, Maria Occhipinti, Paola Abbruzzese , Salvo Distefano, Paola Galli, Miria Nardini, Laura Girardello, Giovanni Peroncini, Annarita Camassa, Federica Furci, Maria Ana Deimichei, Francesco Santucci, Domynat Natale, Nina, Stefano Lorandi , Silvano Ruffini, Demmy Avanzi, Claudia Colnago , Angela Giovanetti, Pierluigi Biagioni, Sara Ghedin.

La mostra, organizzata dal Centro di Aggregazione Culturale in collaborazione con il comune di Lucca e con il patrocinio dell' Ambasciata del Messico in Italia sta riscuotendo un importante successo anche nel web e sui social.

" Questi sono i momenti in cui le nostre anime si devono aprire, questi sono i luoghi dove dobbiamo cercare di essere noi stessi – ha spiegato il curatore e presentatore Amedeo Fusco durante il discorso inaugurale- Questo è ciò che ha fatto ogni artista, creando in piena libertà, in ogni opera c'è un segnale del messaggio di Frida, ma allo stesso tempo la personalità ed il linguaggio di ogni singolo artista".

Sempre durante l'inaugurazione è intervenuto il sindaco della città di Lucca Alessandro Tambellini che, entusiasta, si è complimentato con i curatori e ha voluto ricordare ciò che Frida ha rappresentato e continua a rappresentare soprattutto nei confronti della donna: " Ogni opera è un momento di attenzione su un particolare problema. È importante per ognuno di noi osservare queste opere e meditarle per trarre quegli insegnamenti dell'animo che ci sono così necessari soprattutto nel nostro tempo". – Infine Vittorio Tosto ha ringraziato tutti i presenti sottolineando: " Mi inorgoglisce he la mia prima mostra da curatore viene realizzata in una location di questa rara bellezza con delle opere dedicate ad un personaggio che io definisco ancora tutto da scoprire. E sono molto sodisfatto di essere riuscito a portare l'opera di questi artisti nella mia città adottiva."

All'inaugurazione erano presenti anche il consigliere Lucio Pagliaro, la presidente della commissione cultura, Maria Teresa Leone e diversi artisti. L'ormai autorevole tour di Omaggio a Frida lascia la Citta di Lucca e giunge a Ragusa , li dove l'idea è nata: nel Centro di Aggregazione Culturale dall'1 al 10 giugno.

(Nella foto: Vittorio Tosto - Alessandro Tambellini e Amedeo Fusco)

Il riconoscimento, consegnato dall'assessore regionale al Turismo dell'Emilia-Romagna, Andrea Corsini, arriva nella quinta edizione del Soundtrack Stars Award, manifestazione che premia la migliore colonna sonora tra i film in concorso. Quest'anno in giuria anche la cantante Paola Turci

Bologna – Al musicista romagnolo Andrea Guerra va il premio alla carriera, per la sua attività di compositore di colonne sonore di film. Il riconoscimento è arrivato dalla giuria della quinta edizione del Soundtrack Stars Award, premio collaterale della 74a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. A premiare il musicista e compositore di Santarcangelo di Romagna, è stato l'assessore regionale al Turismo dell'Emilia-Romagna, Andrea Corsini, durante una cerimonia svoltasi questo pomeriggio all'Hotel Excelsior del Lido di Venezia.

"E' con grande piacere- ha detto l'assessore Corsini- che consegno ad Andrea Guerra questo riconoscimento. Un artista della nostra terra, la cui carriera è stata segnata da importanti traguardi da un punto di vista artistico e che oggi viene premiata nell'ambito della prestigiosa Venezia74"

Il Soundtrack Stars Award valuta la migliore colonna sonora tra le opere in selezione ufficiale alla Mostra del cinema di Venezia, il film e l'artista che più avranno valorizzato la colonna sonora tra i titoli in concorso. La giuria, guidata quest'anno dal presidente Sngci, Laura Delli Colli, era formata da Antonella Nesi (Adnkronos), Stefania Ulivi (Corriere della Sera e Corriere.it) e Giuseppe Fantasia (Huffington Post): giurata d'eccezione la cantante Paola Turci.
Soundtrack Stars Award, nato da un'idea dell'agenzia Free Event, punta a valorizzare, da quest'anno insieme al Sngci e in collaborazione con Siae, il ruolo della musica nel mondo del cinema: l'edizione 2017 della manifestazione è stata sostenuta da By Creation e Garvan.

Andrea Guerra
Nato nell'ottobre del 1961 a Santarcangelo di Romagna, Andrea Guerra ha studiato composizione e arrangiamento a Bologna con il maestro Ettore Ballotta. Dopo essersi trasferito a Roma, Guerra ha iniziato la sua carriera componendo musica per documentari naturalistici. Guerra, che scrive anche colonne sonore per numerose serie e miniserie televisive, ha composto più di cento colonne sonore per film di vario genere, lavorando con registi quali Ettore Scola, Rob Marshall, Terry George, Griffin Dunne, Maneesh Sharma, Zhang Yuan, Gabriele Muccino. Ha collaborato anche con Ferzan Ozpetek, Giuseppe Bertolucci, Riccardo Milani, Roberto Faenza ed Emanuele Crialese.

Nel palmares un David di Donatello per la colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek La Finestra di Fronte (2003): l'album della colonna sonora ha venduto più di 75 mila copie ed è diventata Disco d'oro, mentre il singolo "Gocce di memoria", scritto da Guerra e cantato da Giorgia, è stato una hit di successo in Italia, vendendo più di 120 mila copie e diventando Disco di platino. Guerra ha inoltre vinto due Italian Music Award, uno per la miglior composizione e un altro per il miglior arrangiamento.

Diretta Rai e 12 mila paganti per lo spettacolo in occasione del decimo anniversario della morte del grande tenore. Sul palco tutto il "mondo" del tenore, dagli amici artisti delle varie edizioni del Pavarotti & Friends al premio Nobel Rigoberta Menchu. In platea la moglie Nicoletta con la figlia Alice e la nipote Caterina.

20170906-ArenaDi Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi - Modena 6 settembre 2017  – C'era tutto il mondo di Luciano Pavarotti all'Arena di Verona per lo spettacolo in onore del tenore modenese, di cui proprio ieri, 6 settembre, è ricorso il decimo anniversario della morte.

Un ricordo, quello di Luciano Pavarotti, ancora vivo e indelebile nei ricordi di chi lo ha conosciuto, ha avuto l'onore di lavorare con lui e di condividere le emozioni del palcoscenico, ma anche di chi lo avuto come maestro, come mentore e come benefattore.

Leit motiv della serata i duetti. Con i grandi nomi della lirica, con le giovani promesse del bel canto e con le stelle del Pop italiano, che hanno cantato "virtualmente" con il tenore, alternando la loro voce alla sua, forte, potente e inconfondibile. Perché Pavarotti, proprio attraverso i "duetti" era riuscito nell'impresa di fare uscire la lirica dai teatri, dove era appannaggio della stretta cerchia di melomani, e l'ha portata al grande pubblico, prendendo a braccetto il Pop e sublimandolo nelle indimenticabili edizioni del Pavarotti & Friends.


Esordiscono sul palcoscenico dell'Arena i ragazzi de Il Volo, con la soprano Angela Gheorghiu con Granada. L'attacco è timido, ma poi il trio si riprende. Carlo Conti introduce il primo collegamento esterno, quello con il regista Ron Howard, direttamente dal set del prossimo episodio di Star Wars.

L'indimenticabile Richie Conningham di Happy Days parla a ruota libera e contagia con il suo entusiasmo. Sta girando il documentario sulla vita di Luciano Pavarottti e traspare la sua affascinazione per il personaggio.

Altro momento di grande emozione, il ritorno dei Tre Tenori. Josè Carreras e Placido Domingo si esibiscono insieme alla voce di Pavarotti in . Josè Carreras e Placido Domingo si esibiscono insieme alla voce di Pavarotti in My Way, rievocando il successo di Los Angeles del 1994. "Luciano Pavarotti è stato un grande ed indimenticabile amico di vita e professionale. Ricordo quella straordinaria serata, alle terme di Caracalla, con i tre tenori, ha segnato una svolta nel mondo della lirica", ha detto del Maestro Placido Domingo emozionato.

È poi il turno di Zucchero, che ricorda la lunga amicizia con il tenore, nata quando il cantante di Reggio Emilia ebbe l'ardire di telefonare al Maestro per proporgli quel Miserere registrato con la voce di un giovanissimo Andrea Bocelli, che diede origine alle undici fortunate edizioni del Pavarotti & Friends. E proprio di Miserere, preceduto da Così celeste è il duetto virtuale con Pavarotti che emoziona l'Arena.

Torna in scena la lirica pura, con la voce potente di Vittorio Grigolo che si esibisce in Lucean le stelle dalla Tosca di Puccini, e con Domingo e Carreras, che insieme alla Gheorghiu intonano Non ti scordar di me.
Un emozionatissimo Eros Ramazzotti fa una piccola gaffes e confonde Pavarotti con Jovanotti, ma ci pensa Carlo Conti a correggere il tiro, con i nervi saldi di chi sa che sta conducendo una serata ricca di emozioni. "Questo è un pezzo molto importante della mia carriera, quando il Maestro Pavarotti la scelse per fare il duetto mi rese non felice... di più", ha detto Ramazzotti introducendo il duetto virtuale con Pavarotti di Se bastasse una canzone, "Rifarla adesso mi viene il groppo in gola".Secondo collegamento esterno, a metà serata, con Andrea Bocelli, che da una terrazza romana intona Ah, mes amis da La fille di Régiment.

Scorrono le immagini della scuola che Luciano Pavarotti ha contribuito ad aprire in Guatemala per i bambini vittime della guerra, mentre sul palco sale Rigoberta Menchu, Premio Nobel per la Pace 1992, che lo ricorda come "uomo straordinario, grandissimo, che ha amato tantissimo i bambin e che ha fatto tanto per loro". Parole semplici, ma che vengono dal cuore, che ricordano l'impegno e la generosità di Luciano Pavarotti per le cause umanitarie, alle quali il Maestro si è dedicato con impegno. I bambini guatemaltechi si sono esibiti con lui nell'edizione 1999 del Pavarotti & Friends. "Ora sono grandi, e insieme a tutto il Guatemala, lo ricordano con affetto. Pavarotti è vivo in tutto il mondo", ha concluso la Menchu.
Un'eterea Giorgia intona Imagine, ricordando l'emozione degli esordi e i consigli del tenore. Sul palco sale poi Alessandro Del Piero, indimenticato capitano della Juventus, squadra del cuore di Luciano Pavarotti. Placido Domingo dirige l'amico Josè Carreras in Passione. Da brividi il duetto di Massimo Ranieri con la soprano Angela Gheorghiu in Te voglio bene assaje.

20170906-DSC00051Bravissima Fiorella Mannoia, che accompagnata al flauto da Andrea Griminelli, pupillo del Maestro, ripropone il duetto in Caruso dell'edizione 2001 del Pavarotti & Friends e ricorda: "Nelle prove lo sentii cantare e la sua voce mi sembrava normale. Sul palco, durante il concerto, rimasi stupita: non potevo creder a una voce così potente. Aveva una potenza impressionante, davvero divina".

Tocca a Nek, al secolo Filippo Neviani, da Sassuolo, interpretare l'Ave Maria scritta dallo stesso Luciano Pavarotti. Nonostante l'emozione, supera brillantemente la prova, complice la dolcezza del flauto di Griminelli.

Nel preludio del gran finale, torna in scena la lirica, che in questo concerto dell'anniversario ha forse messo in ombra il Pop, a sottolineare quando Luciano Pavarotti, nonostante le sue incursioni nella canzone commerciale, sia sempre rimasto in fondo, il più grande tenore del Novecento, la voce divina in grado di radunare 500 mila spettatori a Central Park nel concerto a ingresso gratuito del 1993, come ricordato del video dove Angela Buttiglione decanta durante il TG della sera lo straordinario successo dell'evento.

Ancora lirica "pura", dicevamo, con Francesco Meli, che libera le potenti corde vocali in Una furtiva lagrima da L'elisir d'amore di Donizetti. I giovani Cantanti della Fondazione Pavarotti salgono sul palco e incantano il pubblico dell'Arena con Libiamo ne'lieti calici dalla Traviata di Verdi. Sale poi sul palco Nicoletta Mantovani, con le piccole donna amate da Luciano, la figlia più piccola, Alice, e l'unica nipote Caterina, figlia di Cristina Pavarotti. Siamo alle battute finali, mentre si avvicina la mezzanotte. Sul palco salgono i 2cellos che si esibiscono nel medley di La donna è mobile e O sole mio, e Fabio Armiliato, con la romanza di Ruggero Leoncavallo Mattinata.

Nel finale, il maestro Nicola Piovani dirige Vittorio Grigolo nell'inedito Luciano, una romanza dedicata a Pavarotti e commissionata dalla famiglia per omaggiare il grande tenore. E siamo tutti d'accordo con il Maestro Piovani quando ricorda la voce di Pavarotti come "quella scintilla emotiva che confina con l'eternità".

(Con Galleria Immagini)

Dal 1° al 30 settembre l'Emilia Romagna in gara per la sesta edizione nazionale di Wiki Loves Monuments - 794 i monumenti e siti d'arte locali fotografabili - Parallelamente in avvio un contest speciale nato dalla collaborazione tra Apt, Polo Museale dell'Emilia Romagna d'Arte e Mibact regionale, che mette al centro dell'obiettivo eccellenze artistiche regionali tra Bologna, Ravenna e Ferrara

Da un lato il territorio, con le sue bellezze artistiche uniche, dall'altro, sempre più folta, la community, di fotografi professionisti, fotoamatori e Instagramers: così la rete e le piattaforme social cambiano e rinnovano la promozione turistica veicolata sempre più attraverso le immagini.

E' proprio in questo contesto che l'Emilia Romagna diffonde parte del suo patrimonio artistico attraverso Wiki Loves Monuments il più grande concorso fotografico digitale al mondo. Promosso da Wikipedia, tra i dieci siti attualmente più visitato al mondo, e coordinato da Wikimedia Italia, il contest coinvolge cittadini e turisti nella preziosa attività di documentazione in rete delle ricchezze culturali, storiche per renderle patrimonio condivisibile, comune e universale. Per partecipare, ai fotoreporter basterà caricare le immagini tra il 1° e il 30 settembre sul sito del concorso (http://wikilovesmonuments.wikimedia.it).

È possibile competere solo con immagini di monumenti "liberati" cioè resi fotografabili per il contest, sono ritenute valide ai fini del concorso anche immagini scattati in precedenza. Tutte le fotografie caricate verranno rilasciate con licenza libera e saranno pubblicate su Wikimedia Commons, il grande database multimediale di Wikipedia.

Sono in tutto 794 quest'anno (la lista completa su http://wikilovesmonuments.wikimedia.it/wlm2017-liste-monumenti-ed-elenco-enti/emilia-romagna/  ) grazie all'adesione di 102 enti al progetto di promozione digitale tra comuni (72), province (3), consorzi (2), Fondazioni (5), parrocchie e Diocesi (4), ed altre istituzioni private come musei e castelli, comunità e gallerie, hotel, ville e stabilimenti termali. Inoltre va segnalata anche la partecipazione del Polo Museale regionale che con Apt Servizi e Mibact regionale, parallelamente al concorso nazionale darà vita ad un contest nel contest di respiro regionale "Occhio digitale sul Polo Museale dell'Emilia Romagna". Con l'obiettivo di coinvolgere i partecipanti nell'attività di reportage fotografico e di promozione in rete dei gioielli artistici e culturali selezionati (Palazzo Pepoli Campogrande, Palazzo di Teodorico e Museo Nazionale di Archeologia) l'Emilia Romagna mette in calendario nel mese di settembre anche tre passeggiate fotografiche rispettivamente domenica 3 settembre a Bologna, sabato 9 settembre a Ravenna e infine domenica 17 settembre a Ferrara.

(Per maggiori info http://www.travelemiliaromagna.it/wiki-loves-monuments-occhio-digitale-inemiliaromagna/ )

Nelle precedenti edizioni nazionali di Wiki Loves Monuments l'Emilia Romagna ha contribuito a documentare le ricchezza del patrimonio artistico del Paese con 14.591 fotografie e si è distinta con 17 piazzamenti nazionali e 2 internazionali. A stabilire i vincitori del concorso la giuria di qualità istituita da Wikipedia Italia e la lista completa delle immagini regionali sarà poi consultabili su http://photo.aptservizi.com/ .

Ecco l'elenco completo delle istituzioni pubbliche e private partecipanti a Wiki Loves Monuments 2017:

Comuni: Anzola dell'Emilia, Bagno di Romagna, Bentivoglio, Bertinoro, Bologna, Borghi, Brisighella, Budrio, Calderara di Reno, Campagnola nell'Emilia, Casalgrande, Casola Valsenio, Castel Maggiore, Castel San Pietro Terme, Castello d'Argile, Castelvetro di Modena, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cavriago, Cento, Cesena, Cesenatico, Colorno, Comacchio, Cotignola, Crevalcore, Dozza, Faenza, Ferrara, Fiorano Modenese, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Gatteo, Imola, Longiano, Lugo, Massa Lombarda, Meldola, Modena, Modigliana, Molinella, Mondaino, Nonantola, Parma, Pavullo nel Frignano, Pennabilli, Piacenza, Pianello Val Tidone, Pieve di Cento, Premilcuore, Ravenna, Reggio Emilia, Reggiolo, Rimini, Riolo Terme, Sala Bolognese, San Felice sul Panaro, San Leo, San Mauro Pascoli, San Pietro in Casale, San Secondo Parmense, Santa Sofia, Sarsina, Savignano sul Rubicone, Scandiano, Sestola, Travo, Verghereto, Vernasca, Vezzano sul Crostolo, Voghiera e Zola Predosa
Diocesi: Fidenza, Ravenna-Cervia e Piacenza-Bobbio
Fondazioni: Casa di Enzo Ferrari, Cassa di Risparmio di Modena, Vignola, RavennAntica, Tito Balestra
Province: Ferrara, Parma e Reggio Emilia
Castelli: Agazzano, Felino e Sarmato

E ancora:

Complesso Monumentale della Pilotta
Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia
Consorzio Bonifica di Piacenza
Consorzio Chiusa Casalecchio
Famiglia Isolani
Fattoria Paradiso
Galleria Ricci Oddi
Grand Hotel Terme della Fratta
MAR
Museo di Saludecio e Beato Amato
Museo Orsi Coppini
Parrocchia di Badia Cavana
Polo Museale dell'Emilia Romagna
Terme di Riolo
Villa Caula
Villa Rovere

(a seguire galleria immagine)

Cittadellarte chiama "manifattura Urbana" per coordinare a Parma la visione di Michelangelo Pistoletto. "Il Terzo Paradiso" sarà esposto dal 2 Aprile al 15 Maggio in P.le della Pace nell'ambito del Festival della Creatività Contemporanea "Parma 360"

Milano, 9 Febbraio 2016 – Sarà coordinato ufficialmente da laboratorio "Cittadellarte" e Manifattura Urbana "Il Terzo Paradiso", opera che verrà esposta a Parma, in Piazzale della Pace, dal 2 Aprile al 15 Maggio 2016: lo hanno comunicato i rappresentanti delle due associazioni – il Direttore di Cittadellarte Paolo Naldini e la Vice Presidente di Manifattura Urbana Giulia D'Ambrosio – durante la conferenza stampa al Teatro Agorà della Triennale di Milano, nell'ambito della presentazione del calendario del Festival della Creatività Contemporanea "Parma 360" organizzato da 360° Creativity Events, Art Company, Made in Art, Kontainer, con la coorganizzazione del Comune di Parma.
Naldini ha raccontato la visione del Maestro Michelangelo Olivero Pistoletto, Direttore Artistico di Cittadellarte, soffermandosi sul significato dei tre cerchi, riconfigurazione del segno matematico dell'infinito.

Con il "Nuovo Segno d'Infinito" si vuole indicare la fusione tra il primo paradiso (in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura) e il secondo paradiso (sviluppato dall'intelligenza umana attraverso un processo fatto di bisogni, prodotti, comodità e piaceri del tutto artificiali e che ha raggiunto oggi proporzioni globalizzanti). Per scongiurare il pericolo di una tragica collisione tra le due sfere – naturale e artificiale – Pistoletto restituisce vita alla Terra, congiuntamente all'impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l'effettiva riuscita di tale obiettivo.

Le ragioni per cui Cittadellarte ritiene la creatività e la competenza di Manifattura Urbana fondamentali per la riuscita del progetto sono state illustrate Giulia D'Ambrosio: per tradurre in realtà la simbolica visione dell'artista biellese, Manifattura Urbana realizzerà un'opera costituita da pallet e dalla struttura ricca di elementi naturali. Ognuna di queste porzioni, che potrà anche essere affidata alla fantasia di studenti, associazioni o altre realtà (che sceglieranno la tipologia di verde o la seduta da inserire) saranno poi sapientemente disposte dai ragazzi di Manifattura Urbana, creando una vera e propria opera d'arte di agricoltura urbana.

(galleria immagini a seguire)