Parmigiano Reggiano, Nuova App creata dal Consorzio di tutela per accompagnare le visite in caseificio e i tour virtuali.
Reggio Emilia, 12 giugno 2015
Primo fra le Dop italiane e capofila di un turismo enogastronomico che può sensibilmente sviluppare la cultura del prodotto e le vendite in caseificio, il Parmigiano Reggiano ha una nuova App per farsi conoscere nel mondo e guidare consumatori e appassionati alla scoperta di tutti i processi produttivi e dei luoghi in cui nasce il prodotto.
La App "Parmigiano Reggiano Audioguida", sviluppata da Aicod Srl di Parma, è, come dice il nome, uno strumento di audioguida scaricabile gratuitamente da Google Play e Apple Store e disponibile in 11 lingue.
"Si tratta - spiega il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - di uno strumento particolarmente utile non solo per chi voglia addentrarsi nel processo produttivo del Parmigiano Reggiano stando comodamente a casa propria, ma soprattutto per quanti, visitando un caseificio, avessero bisogno di un ascolto in lingua diversa dall'italiano o dall'inglese (la lingua straniera meglio conosciuta dagli addetti) o ad individuare rapidamente i modi e i luoghi in cui avvengono le fasi raccolta del latte, la trasformazione, la salatura delle forme per immersione e, infine, la stagionatura".
L'App creata dal Consorzio, dunque, attraverso audio, testo e immagini ripercorre tutti i passaggi del processo di produzione, fino all'uso del prodotto come alimento a sè o come ingrediente.
"Questo strumento - sottolinea Deserti - è nato tenendo conto, ovviamente, delle nuove opportunità che nascono da Expo 2015 sul piano turistico, e in particolare quello enogastronomico per l'attrattività che il nostro Paese in tal senso vanta e per il tema dell'Esposizione, ma mira a valorizzare stabilmente con nuovi mezzi il lavoro dei 350 caseifici del Parmigiano Reggiano, puntando ad un aumento di quelle vendite dirette che rappresentano una risorsa importante per i produttori".
"Agevolare i consumatori nella conoscenza del prodotto e nelle visite in caseificio - conclude Deserti - contribuisce, peraltro, non solo a far toccare con mano le tante unicità e il carattere artigianale del Parmigiano Reggiano, ma anche a far conoscere di più e meglio i territori in cui il nostro formaggio nasce e, conseguentemente, a valorizzare le loro risorse ambientali, storiche e culturali, con positive ricadute economiche nelle comunità locali".
(Fonte CFPR)
+10% l'export in gennaio febbraio. In evidenza il traino degli Usa. La produzione, intanto, ad aprile è scesa dell'1,2%, con un saldo quadrimestrale pari a -1,9%
Reggio Emilia - E' una crescita pressoché senza precedenti quella che stanno registrando le esportazioni di Parmigiano Reggiano, che ha chiuso il primo bimestre 2015 con una crescita a doppia cifra: +10,1%
A trainare il boom delle esportazioni sono soprattutto gli Usa, con risultati che in gennaio e febbraio si sono attestati attorno al +11%.
"I flussi - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - sono buoni anche in Europa, che resta tuttora il principale mercato, tanto che a febbraio le esportazioni complessive intra ed extra-UE sono cresciute del 9,4%. Questi risultati hanno permesso di riassorbire ampiamente l'impatto, a volume, dell'Embargo Russo, ma auspichiamo che a breve l'azione diplomatica internazionale possa consentire la riapertura delle frontiere di questo importante mercato, cosa che porterebbe ad una ulteriore accelerazione delle performance estere del nostro prodotto".
Sempre nel primo bimestre 2015, anche le vendite di grattugiato registrano un significativo incremento, con un +9,8%.
"Un risultato - spiega Alai - particolarmente importante per il sistema Parmigiano Reggiano, soprattutto in considerazione del fatto che tutte le operazioni di confezionamento avvengono nel comprensorio di produzione, accorciando la filiera, rendendo più agevoli ed incisivi i controlli e le operazioni di vigilanza e generando nuovo valore nei territori cui il prodotto è storicamente legato".
Sul versante produttivo, intanto, prosegue il calo già manifestatosi all'inizio dell'anno: ad aprile, infatti, la produzione è scesa dell'1,2%, portando il dato quadrimestrale a -1,9%
"Nonostante la crescita del 5% registrata da inizio anno - prosegue Alai - le quotazioni si mantengono a livelli ancora del tutto insoddisfacenti, e in questo modo è divenuto il mercato - con tutte le negative conseguenze che questo comporta - il vero regolatore di quell'offerta che, al contrario, deve essere determinata con l'esercizio di un ruolo più attivo da parte dei produttori, così come è negli obiettivi dei piani di regolazione dell'offerta che abbiamo rivisto in occasione della recente assemblea e sui quali i caseifici dovranno esprimersi entro l'autunno".
Quanto alle prospettive, Alai vede ancora nelle esportazioni, associate proprio alla regolazione dell'offerta, il primo motore di sviluppo del sistema: "l'aumento continuo delle quantità esportate - spiega il presidente del Consorzio - rende evidente il fatto che in termini percentuali sarà difficile mantenere gli attuali ritmi, ma le nuove azioni avviate in Cina e in diversi Paesi dell'America Latina, unite agli incontri commerciali di cui siamo protagonisti nell'ambito di Expo, stanno già offrendo nuovi e incoraggianti segnali per il nostro prodotto".
(Fonte CFPR 20 maggio 2015)
Parmigiano Reggiano a EXPO: incontri a ritmo serrato con distribuzione e mass media e "lezioni" per contrastare le imitazioni.
Reggio Emilia, 08 maggio 2015 - Sono partiti a ritmo serrato, nell'ambito di Expo, gli incontri del Consorzio del Parmigiano Reggiano con il mondo della distribuzione e la stampa internazionale.
Sei, solo nel pomeriggio di mercoledì, gli incontri con importanti catene distributive, con una particolare presenza degli Stati Uniti (tre catene) e poi Australia, Canada e Giappone.
"Sono confronti importanti - sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti - sia perché corrispondono alla vera vocazione dell'Esposizione Universale come luogo d'incontro di esperienze, culture e operatori economici, sia perché coinvolgono Paesi e realtà distributive che mostrano un'attenzione crescente verso i prodotti naturali e Dop".
L'avvio degli incontri con le catene distributive precede di alcuni giorni quelli previsti con le delegazioni provenienti da decine di Paesi presenti ad Expo.
"Dal 25 maggio - spiega Deserti - avvieremo i confronti con le delegazioni di 45 nazioni, e nell'arco dei prossimi 6 mesi numerose hanno richiesto la visita in caseificio, potendo così apprezzare gli elementi di artigianalità e il profondo legame con il territorio che caratterizza il nostro prodotto e che rappresentano uno dei motivi di maggiore interesse e di sorpresa per chi proviene da realtà in cui il riconoscimento del valore delle produzioni Dop italiane può crescere ulteriormente proprio sulla base di questi elementi di originalità".
Numerosi, intanto, anche i giornalisti che, venendo in Italia per scoprire i padiglioni di Milano, chiedono di poter toccare con mano la produzione del Parmigiano Reggiano, universalmente riconosciuta come emblema della qualità casearia italiana. Per loro, il Consorzio ha messo a punto un format basato su un'immersione totale nel mondo del Parmigiano Reggiano che prevede la visita in caseificio, una seduta informativa sul prodotto, una degustazione guidata di tre stagionature e un focus specifico sulle imitazioni.
"La prima delegazione di giornalisti è arrivata lunedì - sottolinea il direttore del Consorzio - ed ha coinvolto 15 esponenti della stampa specializzata provenienti da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Giappone, Albania, Svezia, Irlanda, Finlandia e Belgio. Anche in quelli che realizzeremo nei prossimi giorni e mesi abbiamo previsto un approfondimento sulle imitazioni, perché ci troviamo di fronte a Paesi in cui non è sufficiente promuovere il nostro prodotto, ma occorre anche agire con ogni mezzo (dalla vigilanza all'informazione) a contrasto di fenomeni di imitazione talvolta neppure percepiti come tali dal consumatore straniero".
"Nell'ambito del semestre di Expo 2015 - conclude Deserti - vogliamo cogliere anche questa opportunità di informazione e chiarimento, perché se è vero che l'Esposizione non è il luogo in cui si effettuano vendite, è altrettanto vero che è il luogo ideale per promuovere la cultura di un prodotto, di un Paese e di un territorio, salvaguardandola e promuovendola nella sua unicità".