Si accendono le speranze di cambiamento. Il Vitalizio Day è arrivato dopo interminabili 4 anni, 6 mesi e un giorno. Chissà che ora i parlamentari inizino a lavorare per il Paese. Ora che sono a posto. Resta da sistemare solo Matteo Renzi.
di Lamberto Colla Parma 24 settembre 2017 -
Chissà se finalmente sia giunto il momento per le forze politiche, tranquillizzate di avere messo al sicuro la "pensione" degli oltre 600 parlamentari di prima nomina e possano finalmente mettere in calendario delle azioni condivise per fare riprendere la nostra povera italietta.
Il 15 settembre 2017 è scattato il "Vitalizio day" per oltre 60% dei parlamentari italiani. Per la precisione sono ben 608 i parlamentari che si sono assicurati un pezzo di "vecchiaia", tra i quali anche il nutrito gruppo di "grillini" (88 deputati e 35 senatori) ma ancor più consistente è la compagine PD che conta di 209 deputati alla prima legislatura su 301 e 71 senatori su 113. Un elenco di neo eletti che raccoglie anche esponenti di Forza Italia, gruppo Misto, Scelta Civica e anche Sinistra Italiana e pure due alte cariche dello Stato: la Presidenta della Camera Laura Boldrini e il Presidente del Senato Pietro Grasso.
E' stata dura e lunga, ma se Dio vuole, 4 anni, 6 mesi e un giorno sono trascorsi e anche gli ultimi 608 avranno la pensione garantita.
Ci resta solo Matteo Renzi da mettere a posto. IL segretario onnipotente del PD e ex Primo Ministro italiano non parlamentare, ha trovato anch'egli la strada per tentare l'elezione e quindi la scalata alla pensione. "Mi candido al Senato nel collegio di Arezzo" ha sentenziato il Gianburrasca fiorentino, in occasione della presentazione del suo libro "Avanti", lo scorso 10 settembre proprio nel capoluogo toscano.
A parte il fatto che il collegio uninominale di Arezzo non esiste, ma piuttosto sarà quello della Toscana, Matteo Renzi, al quale probabilmente brucia ancora il defenestramento da Palazzo Chigi per effetto del Referendum Costituzionale, con la solita spavalderia guascona, in terra di Banca Etruria peraltro, ha strabordato con l'infelice frase "Non hanno voluto abolire il Senato? E allora io mi candido al Senato, ad Arezzo" come testimonia il video di "ArezzoNotizie.it" visibile a questo link.
Insomma, pare proprio che oramai ci siano tutti i presupposti per discutere sulla nuova legge elettorale (tant'è che il 21 settembre l'argomento era puntualmente in agenda parlamentare) e forse, udite udite, in primavera si tornerà alle urne per una parvenza di democrazia ritrovata.
Però, nel frattempo, pur di raggiungere il loro scopo personale, altri due anni sono stati perduti. Prima per la campagna elettorale referendaria (2016) e poi nel 2017 per le varie emergenze, migranti soprattutto, tralasciando i veri problemi del Paese, ormai ridotto a macerie, non solo a causa dei terremoti, ma per effetto di un'austerity programmata e varata dal prof. Monti, che ha portato a indebolire il sistema economico e sociale del Bel Paese.
Dove non è arrivata la longa manus della corruzione, le infrastrutture si stanno sgretolano per l'incuria e la mancata manutenzione.
L'ultimo caso in ordine di tempo è la chiusura del Traforo del Gran San Bernardo ma è d'attualità anche la rete viaria, che dovrebbe scavalcare il PO in zona emiliana, compromessa per l'inagibilità totale o parziale dei ponti (Colorno-Casalmaggiore completamente chiuso e altri con limitazioni, a traffico alternato o ridotto).
Per non parlare della ricostruzione delle zone terremotate (Amatrice & C.). Voci di corridoio, ma saranno le solite malelingue, lamentano che l'ex Commissario alla Ricostruzione Vasco Errani fosse ormai diventato ossessivo e incalzante nel tentativo di disporre di quei fondi stanziati dal Governo e ben poco elargiti per far fronte all'incarico per dare finalmente soddisfazione alle popolazioni del centro Italia.
Chissà che la tenace piacentina Paola De Micheli, subentrata a Errani alcuni giorni orsono, sia più seducente e riesca a ottenere quello che all'ex governatore dell'Emilia Romagna non è riuscito.
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