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I laghi a quota + 29% rispetto alla media e l’alta percentuale di acqua invasata restano per ora la grande "cassaforte" idrica dell'area padana.

Il Ministero dell’Agricoltura ha promosso il progetto della Bonifica Parmense. Da Parma a Colorno saranno realizzati ammodernamenti alle datate condotte che permetteranno di guadagnare circa il 40% di risorsa idrica in più a sostegno delle imprese agricole del territorio.

L’Osservatorio ufficiale del Ministero dell’Ambiente sul monitoraggio della scarsità idrica comunica le analisi di tutte le regioni e Arpa del comprensorio del Po dalla Valle d’Aosta alle Marche. Valori generali comunque sotto la media del periodo. Risorsa idrica in lento ma costante esaurimento. Prossimo incontro ufficiale previsto per il 7 Maggio .

Parma, 8 Aprile 2020 – Nel comprensorio del Distretto Idrografico del Po, ad oggi, non si manifesta un contesto diffuso di evidente scarsità idrica e questa situazione palesa che le ultime piogge cadute e le precipitazioni nevose – in progressivo scioglimento – hanno scongiurato, per ora, una ulteriore immediata emergenza dettata dalla siccità che in altre aree del nostro paese sta mettendo già in seria difficoltà tutto il comparto agricolo.

Ma il quadro delineato, temporaneamente non ancora preoccupante, potrebbe essere “a tempo” visto che per i prossimi 15 giorni non sono previste piogge di entità ragguardevole a rimpinguare falde e portate del Grande Fiume e dei suoi affluenti.

A conferma di questo macro-dato una serie di parametri ed analisi approfondite che l’Osservatorio Permanente dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero dell’Ambiente (l’organismo ufficiale del Ministero legittimato a raccogliere e comunicare lo scenario complessivo) ha esaminato negli ultimi giorni in collaborazione con tutte le regioni del Distretto (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Marche, Provincia Autonoma di Trento), con tutte le Agenzie preposte alla funzione di monitoraggio dei dati metereologici ARPA (Agenzie Regionali Protezione Ambientale).

L’attività dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po infatti sta procedendo regolarmente nei diversi settori operativi grazie all’avanzata tecnologia e all’impiego agile del proprio staff che continua ad lavorare in regime di smart working come da immediato provvedimento di riorganizzazione interna preso dal Segretario Generale dell’ente Meuccio Berselli subito dopo lo scoppio e la diffusione della pandemia Covid 19. Così, in collegamento con i 38 partners che hanno contribuito fattivamente alla fase di stesura del Bollettino Mensile Ufficiale ADBPO, si è svolto l’incontro a distanza sui livelli di risorsa idrica coordinato dall’ingegner Silvano Pecora – dirigente responsabile tecnico dell’Osservatorio ufficiale Permanente sulla Scarsità Idrica del Distretto Po.

I RISULTATI DEL BOLLETTINO IN NUMERI:
La situazione generale sul distretto si mantiene stazionaria con i valori di portata al di sotto delle medie di riferimento ed in lento e costante esaurimento, ma comunque superiori ai valori minimi storici. A Pontelagoscuro, sezione di chiusura del bacino, la portata attuale è di 920 m3/s, con una riduzione di circa 17-20% rispetto la media di periodo, confermando lo stato di “sofferenza” del bacino, dovuto alla carenza di piogge intense e allo scarso contributo della componente di parte emiliana. Le temperature risultano essere ovunque al di sopra delle medie stagionali (+ 3/5 gradi); la progressiva fusione del manto nevoso sosterrà parzialmente i valori di deflusso, rallentando la riduzione dei volumi transitati alle principali sezioni dell’asta Po dovuta all’assenza di precipitazioni. La prossima settimana (13-19 Aprile) potrebbe iniziare con un lieve peggioramento delle condizioni meteo, ma senza precipitazioni di rilievo. Le temperature in continua ascesa ed il soleggiamento sempre più intenso hanno accelerato negli ultimi giorni il processo di fusione delle nevi; su tutto l’arco alpino lo zero termico risulta essere al di sopra dei 2200-2400 m e raggiungerà quota 3000 m entro il weekend. Nonostante la rapida fusione in atto il manto nevoso, soprattutto oltre i 2000 metri, è ancora consistente, in particolar modo sul settore occidentale dell’arco alpino. Situazione diversa sull’Appennino Settentrionale, dove rimane solo un modesto manto nevoso oltre i 1800-2000 m.

I LIVELLI DEI LAGHI UFFICIALI AGGIORNATI:
La riserva dei grandi laghi regolati è lievemente al di sotto rispetto la media del periodo di riferimento, ma superiore agli anni critici. Alcuni scostamenti evidenti solo per i volumi invasati nel Lago di Como, Iseo che risultano inferiori sia rispetto alla media del periodo sia rispetto ai quantitativi alla stessa data del 2007. Tuttavia i totali attuali delle riserve idriche dei bacini dell’Adda e dell’Oglio risultano superiori sia alla media del periodo sia in comparazione ai quantitativi data 2007.

NOTA DEL SEGRETARIO GENERALE ADBPO MEUCCIO BERSELLI:
“L’analisi dei dati capillari ricevuti dai territori – ha evidenziato il Segretario Generale del Distretto del Po Meuccio Berselli – ha consentito ai nostri esperti di elaborare un monitoraggio fedele e condiviso che ci consegna una scarsità, per ora modesta, di risorsa idrica ma che, potenzialmente, potrebbe incrementare nelle prossime settimane. E’ per questa ragione che abbiamo fissato già un nuovo incontro per il prossimo 7 Maggio, data in cui sarà concreta una ulteriore analisi comprensiva dei primi rilevanti prelievi irrigui e del lento, ma costante esaurimento delle “scorte” immagazzinate grazie al contributo della neve. Nel complesso quindi manteniamo alta l’attenzione soprattutto in quelle micro-aree più sofferenti che mostrano già alcuni segni tangibili di scarsità di flussi. Voglio citare, per esempio, il caso del comprensorio sotteso al lago d’Idro in cui, per ragioni geomorfologiche del territorio oltre che meteorologiche, si fotografa una condizione già al limite”.

Grazie ai lavori full-time di manutenzione e potenziamento del canale l’irrigazione è anticipata di una decina di giorni sulla normale tabella di marcia a beneficio delle prime colture stagionali

Il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo ha messo in piena funzione tutti i suoi impianti di sollevamento riportando così a livelli “quasi estivi” le quote di risorsa idrica invasata e trasportata all’interno del grande canale che da Selvatonica di Bondeno dopo 133 km giunge a Rimini servendo tutto il comparto agricolo di Romagna e parte dell’Emilia Orientale.
Quest’anno le manutenzioni invernali sono state notevolmente impattanti e assai rilevanti per la stessa funzionalità dell’opera: infatti, oltre alle minuziose manutenzioni e i controlli di sicurezza su tutte le elettropompe (pratica assolutamente indispensabile per assicurare il regolare funzionamento estivo) é stato ricostruito integralmente un tratto di rivestimento di circa 1 chilometro. In aggiunta a questo restyling sono stati anche posizionati ulteriori presidi di risalita per chi, nonostante i divieti di accesso nelle piste che costeggiano il CER, cadessero nelle sue acque.
L’avvio dell’anno, come del resto già nel 2019, si è dimostrato estremamente siccitoso e l’assenza perdurante di precipitazioni unita alle anomale alte temperature rispetto alle medie consuete del periodo rischiavano di compromettere le primissime coltivazioni di bietola appena trapiantate, le semine di cipolla e le colture a foglia invernali. Questo scenario complessivamente critico, unitamente alle pressanti sollecitazioni degli imprenditori agricoli comprensibilmente preoccupati per l’andamento climatico della stagione, hanno spinto il CER ad una frenetica attività di velocizzazione di tutti i lavori di miglioria e manutenzione sul canale, con turni pressanti e raddoppiati, che hanno però consentito il provvidenziale avvio anticipato della pratica di distribuzione irrigua di una decina di giorni a beneficio dell’intero comparto.

Tecnicamente l’opera di manutenzione invernale - realizzata quest’anno e che proseguirà nei periodi di “ferma” anche nei prossimi cinque - impedisce e impedirà, di fatto, il prelievo delle acque dal Fiume Po, il CER quindi ha individuato una soluzione alternativa per ovviare alle richieste programmando nuove immissioni durante l’inverno, in condizioni di sostanziale emergenza, dai Canali dei Molini (derivanti dai torrenti Santerno e Senio) che, nonostante le modeste portate, hanno consentito di incrementare i livelli idrici in ampi tratti romagnoli a favore delle irrigazioni puntuali già da 15 giorni, specie nei territori sottesi da impianti in pressione. Questa operazione risponde alle attese del territorio ma si segnala che il
CER anche nei prossimi anni dovrà assolutamente effettuare importanti lavori di rafforzamento ed implementazione dell’impianto Palantone sul Po e dovrà ricostruire diversi chilometri di rivestimento nel tratto iniziale del canale.

Risulterà perciò impossibile riavviare gli impianti già prima del primo di Marzo. Il Consorzio CER, insieme ai consorzi di bonifica associati, forniranno in ogni caso agli interessati tutte le necessarie ed esaustive informazioni per pianificare le future semine in tempi utili.

 

Summit in bonifica con gli agricoltori a causa dell'emergenza anticipata. Presi alcuni provvedimenti straordinari in attesa delle piogge che non arrivano. (In allegato il documento pdf AVVIO IRRIGAZIONE)

REGGIO EMILIA – 15 Marzo 2019 – Incontro straordinario sull'emergenza idrica causata dalla eccezionale ondata di siccità nella sede del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale tra amministratori, dirigenti dell'ente e i rappresentanti delle associazioni agricole dei territori interessati nelle province di Reggio Emilia e Modena.

Al centro del focus, tra gli altri temi agroambientali affrontati, si è approfondito nel dettaglio l'anticipato avvio del servizio irriguo gestito dal Consorzio stesso a beneficio delle colture tipiche del comprensorio. I tecnici dell'Emilia Centrale hanno assicurato i rappresentati degli agricoltori che il servizio irriguo è già stato avviato in particolare nella zona dei prati stabili della Val d'Enza, dove, in questo particolare frangente, si registra la maggiore esigenza di acqua per l'utilizzo irriguo.

Oltre a questo rilevante provvedimento emergenziale in questi giorni è stata contestualmente attivata anche la derivazione dal Fiume Secchia, per la quale si è provveduto a tempo di record a sistemare l'invaso danneggiato dalla piena del 3 febbraio scorso.

Per quanto concerne le prese di risorsa idrica dal Fiume Po a Boretto invece saranno necessari ancora alcuni giorni prima dell'attivazione dell'impianto idrovoro a causa del fenomeno dell'insabbiamento dovuto alla minor portata nell'alveo del grande fiume padano.

Entro la fine del mese - in concomitanza con il previsto e significativo aumento delle esigenze irrigue per i nostri campi - il sistema andrà a regime in modo da soddisfare le richieste sperando naturalmente in qualche precipitazione che tarda troppo ad arrivare. Nel corso del summit all'Emilia Centrale sono stati inoltre presentati anche gli importanti interventi sulla rete irrigua essenziali per un'equilibrata e calibrata distribuzione dei flussi nei periodi di preponderante necessità collettiva: quello alla Botte Bentivoglio su alcuni impianti di sollevamento e sui altri canali principali per poter avviare regolarmente una stagione irrigua che si presenta lunga e particolarmente impegnativa, stante le portate " già estive" di Fiumi e Torrenti, lo scarso livello di grandi laghi alpini e la poca neve caduta in montagna.

Da più parti è stata infine manifestato l'auspicio che, a fronte di una situazione che già da ora si dimostra particolarmente difficile, i vincoli derivanti dalla normativa comunitaria sulle derivazioni da Fiumi e Torrenti vangano applicati tenendo conto della straordinarietà della situazione che si sta delineando.

 

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Tavolo di coordinamento con Provincia e Università di Parma per potenziare l'azione corale sul territorio e valorizzare la fase operativa di raccolta delle acque alla vigilia di una stagione che si presenta già particolarmente difficile per le imprese agricole

Parma (PR), 6 Marzo 2019 – Un inverno sostanzialmente privo di precipitazioni consistenti e un improvviso innalzamento delle temperature offrono un panorama sulla prossima stagione irrigua non certo agevole da affrontare per le imprese agricole del nostro territorio: l'acqua caduta a Febbraio è stata completamente riassorbita e le prime colture già sembrano faticare proprio per la parziale carenza di risorsa idrica. È proprio per questo che il Tavolo di coordinamento sulla siccità guidato dal Consorzio della Bonifica Parmense – insieme a Provincia di Parma e Università degli Studi di Parma – ha riunito nei giorni scorsi i suoi esperti.

Dopo aver analizzato le tematiche generali sopracitate l'incontro ha focalizzato l'attenzione sulle possibili e praticabili azioni potenziamento della raccolta della risorsa idrica per finalità irrigue. Dapprima si è provveduto al censimento mirato delle infrastrutture vocate a questo tipo di utilizzo, alla mappatura del territorio con monitoraggio delle aree di maggiore inefficienza (bacinizzazione delle ex-cave oasi naturalistica Cronovilla; implementazione delle portate dei pozzi Tortiano e Torrano). Nel quadro generale del "climate change", rappresentato nella fattispecie dalla scarsità di precipitazioni che colpisce il territorio ed in modalità quasi endemica proprio le aree padane dall'Appennino al Po, gli enti coinvolti – consapevoli che il protrarsi di questa situazione potrebbe determinare un significativo calo delle produzioni agroalimentari del parmense con conseguente danno economico soprattutto per i mercati di pomodoro e foraggio per Parmigiano Reggiano – offrono ancora una volta il loro contributo con finalità di tradurre fattivamente nei prossimi mesi le necessarie progettualità volte al contrasto degli effetti dello stress idrico.

Il tavolo ha visto, tra gli argomenti all'ordine del giorno, anche gli interventi di ricarica della falda; il miglioramento della qualità delle acque dei depuratori; e un approfondimento sulle modalità efficienti d'irrigazione per aspersione e scorrimento: possibile trasformazione delle casse di espansione dei torrenti Enza (sul quale è stata anche dedicata una sessione a parte in merito al fabbisogno irriguo del suo territorio), Parma e Baganza in serbatoi ad uso plurimo. Discussi anche i dati sulle siccità storiche e sulle proiezioni a scala locale determinate dal cambiamento climatico, oltre alla valutazione delle risorse idriche stesse e ai progetti in cantiere (tra cui il depuratore Monticelli). Spazio per una ulteriore sessione sulla servitù di allagamento, sul progetto "Faldanet" dei laboratori di ricerca agronomica del CER – Canale Emiliano Romagnolo e sulla realizzazione dei nuovi invasi di Medesano e Noceto.

Particolarmente apprezzato l'intervento sulla gestione dell'acqua di Sergio Vallesi – collaboratore di importanti atenei e centri ricerca inglesi – che ha trattato i molteplici temi della valorizzazione dei metodi di raccolta e conservazione naturali della risorsa idrica. Proprio il direttore generale del Consorzio Fabrizio Useri – coordinatore del Tavolo – si è soffermato sull'importanza dell'intervento di Vallesi che determina una diversa visione di lettura del territorio, agevolando il compito di riconoscere e potenziare sistemi naturali di stoccaggio e irrigazione (ecostrutture) integrate alle infrastrutture esistenti e programmate, utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions, NbS), per individuare le aree di maggiore inefficienza e opportunità di intervento mediante particolari tecniche di mappatura.

Il fabbisogno irriguo del comprensorio servito dal Torrente Enza è stato quantificato, al campo, in 54 milioni di metri cubi d'acqua all'anno a cui corrisponderebbe un prelievo dall'Enza di oltre 100 milioni di metri cubi di acqua.

Reggio Emilia – Lunedì 23 Aprile 2018 – Rilevante incontro tecnico nella sede del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale sul tema della carenza idrica in Val d'Enza e sulle opere da realizzare nel breve, medio e lungo termine per porre rimedio a tale situazione dai caratteri ormai diffusi e consolidati.

Il tavolo - a cui hanno partecipato le Associazioni degli agricoltori della provincia di Reggio Emilia ed i rappresentanti dei Consorzi Irrigui della Val d'Enza - è stato presieduto e coordinato dal Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Franco Zambelli che ha posto l'accento sul fabbisogno idrico-irriguo del comprensorio servito dal Torrente Enza, quantificato, al campo, in 54 milioni di metri cubi d'acqua all'anno, a cui corrisponderebbe un prelievo dall'Enza di oltre 100 milioni di metri cubi, tenuto conto delle fisiologiche perdite della rete di distribuzione irrigua, costituita in massima parte da canali in terra.

Si tratta di dati emersi sulla base dei fabbisogni idrici-irrigui indicati, coltura per coltura, dalla stessa Regione Emilia Romagna e a suo tempo comunicati al Tavolo Tecnico regionale.

Questi dati, unitamente allo scenario di altri possibili interventi alternativi al prelievo dall'Enza - quali il prelievo dalla falda e l'utilizzo di acqua depurata o di quella derivata dal Po - preventivamente concordati con il Consorzio della Bonifica Parmense - sono stati condivisi con i rappresentanti degli agricoltori che hanno partecipato alla riunione e quindi nuovamente trasmessi alla presidenza del Tavolo Tecnico appositamente costituito presso la Regione.

Sarà ovviamente compito del Tavolo Tecnico Regionale e degli Amministratori della Regione tradurre il contributo fornito dai Consorzi di Bonifica e dagli agricoltori nei provvedimenti di pianificazione degli interventi che saranno ritenuti più opportuni.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 17 - n° 23 21 gennaio 2018 -

Editoriale: -Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare - Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti. - LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV - More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus - Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni - Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA -

SOMMARIO Anno 17 - n° 03 21 gennaio 2018
1.1 editoriale
Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti.
3.1 imprese e competenze l'azienda presenta il proprio curriculum: la Conoscenza Condivisa entra in azienda e le persone sono felici
3.2 Allerta alimentare LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV
4.1 Sicurezza Alimentare More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus
4.2 Eventi Assemblea elettiva provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Reggio Emilia
5.1 Eventi formaggi Il Parmigiano Reggiano eletto miglior formaggio al mondo a latte crudo
5.2 Bonifica Emilia centrale Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria del Nord Italia: deliberato il programma triennale
7.2 MIPAAF Siccità in Italia, avviato un piano d'azione da parte del MIPAAF.
8.1 salute e benessere Bere vino prima di dormire aiuta a perdere peso.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Il 4 dicembre 2017 l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche ha confermato che il 2017 è stato l'anno più secco degli ultimi due secoli. Il mese peggiore è stato ottobre con precipitazioni ridotte del 79% rispetto alla media degli stessi mesi nel periodo 1971-2000, mentre novembre ha segnato una timida ripresa del 10%.

A fronte di questi dati, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha attivato un bando per migliorare le infrastrutture irrigue con una dotazione finanziaria di circa 600 milioni di euro, chiuso entro il 31 agosto 2017. A questo si aggiunge un investimento di 107 milioni di euro su 6 opere irrigue già cantierabili e i cui lavori partiranno nei primi mesi del 2018. Fonti: http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=5593  ; https://www.politicheagricole.it/  ; https://www.agriligurianet.it

Il Consorzio di Bonifica di Piacenza il 2 novembre 2017 ha terminato gli interventi urgenti per fronteggiare la grave siccità che negli ultimi mesi ha colpito pesantemente anche il nostro territorio e il mondo agricolo.

Piacenza, 22 novembre 2017

Il Consorzio, già da maggio, aveva predisposto un piano di interventi per un valore di 2.120.000 e ne aveva iniziata l'attuazione.
In seguito tale piano è stato finanziato dal "Piano per interventi urgenti" della Protezione Civile.
12 i macroprogetti, ognuno dei quali strutturato in molteplici azioni (lavori, servizi, forniture).
I cantieri hanno impegnato, in pianura e in montagna, tutto il personale tecnico del Consorzio di Bonifica (operai, tecnici specializzati, geometri, progettisti, ingegneri, geologi, architetti, ...). Inoltre hanno coinvolto 41 imprese alle quali il Consorzio ha affidato i lavori tramite gare d'appalto.
Le opere sono iniziate a maggio. In questi giorni il Consorzio è impegnato nella fase di rendicontazione.
Si è trattata di un'azione omogenea in diverse zone geografiche del territorio piacentino che ha interessato i comuni di Bobbio, Borgonovo, Castel San Giovanni, Castell'Arquato, Cortemaggiore, Fiorenzuola d'Arda, Alseno, Cadeo, Gossolengo, Vernasca, oltre interventi puntuali nei comuni montani.
La tipologia di interventi ha risposto in generale ad un bisogno immediato ma in certi casi, per esempio nel caso di sorgenti e pozzi, si è trattato di opere infrastrutturali che porteranno benefici anche negli anni futuri.
Ed è al futuro, oltre che al presente, che il Consorzio di Bonifica guarda, un futuro da costruire in sinergia con gli altri protagonisti coinvolti e le tante realtà interessate.
"Non è un problema di risorse idriche"- dice Fausto Zermani Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza- "ma di scelte e di vedute. Siamo ai piedi del bacino più piovoso d'Italia eppure abbiamo fatto esperienza di un grave periodo di siccità. C'è dunque necessità di stoccare l'acqua quando c'è per poterla utilizzare quando manca".
La risposta del Consorzio di Bonifica di Piacenza, in relazione a possibili scenari futuri che saranno di nuovo (visti i cambiamenti climatici ormai in atto) caratterizzati da impegnative fasi di siccità, è in un progetto legato alle infrastrutture. "Ripartiamo da ciò che è stato interrotto (opere, studi)" -prosegue Zermani- "e cerchiamo finalmente di avere un approccio risolutivo e pragmatico. L'approccio non è quello di fare a meno dell'acqua (cambiando colture per esempio) ma di utilizzarla in modo virtuoso. Ripartiamo dalle infrastrutture (che potranno anche produrre energia). L'acqua è sviluppo, benessere, progresso, felicità".

Gli interventi realizzati sono:

Montagna
Rifornimento con autobotti
3.746.000 sono stati i litri trasportati dalle autobotti per il rifornimento dei serbatoi rurali, dopo che le sorgenti erano andate quasi completamente esaurite. Dal mese di luglio sono stati 400 i viaggi effettuati per il trasporto dell'acqua.
Recupero perdite di fondo della diga di Mignano
Sono stati compiuti interventi finalizzati al recupero delle perdite di fondo della diga di Mignano (comune di Vernasca) mediante il rilancio dell'acqua (che diversamente sarebbe andata perduta) nella vasca di dissipazione della diga.
Nuove captazioni di sorgenti
Interventi finalizzati al ripristino delle sorgenti d'acqua.
Efficientamento del sistema di distribuzione idrica
Riparazioni, nuove pose o sostituzione di tubazioni per potenziare le condotte di distribuzione

Pianura
Realizzazione di nuovi pozzi
È stata terminata la perforazione di 2 pozzi in Val Trebbia (località Colonna e Molinazzo) e di 2 pozzi in Val d'Arda (località Chiavenna Landi e Dugara).
Rimessa in esercizio di pozzi
Sono stati rimessi in esercizio diversi pozzi da anni non utilizzati (perché non se ne era determinata la necessità).
Pozzi privati
Sono state attivate una serie di convenzioni con i proprietari di pozzi privati per poterne utilizzare la risorsa idrica.
Potenziamento rete distributiva idrica
Sono stati creati dei collegamenti temporanei per portare acqua a zone che ne erano prive. In alcuni casi si è provveduto a una serie di riparazioni di strutture lesionate a causa dell'intenso utilizzo che la siccità ha richiesto.

(Fonte: Consorzio Bonifica Piacenza)

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