Breve pausa estiva ed è già il momento di tornare in pista per i protagonisti della Porsche Supercup 2017: dopo i test ufficiali di Monza di inizio agosto, il campionato monomarca della casa tedesca approda questo fine settimana in Belgio per il penultimo degli appuntamenti europei della stagione.
Saranno i 7.004 metri del circuito di Spa-Francorchamps ad infiammare nuovamente la lotta tra le oltre 25 Porsche 991 GT3 Cup attese al via, tra le quali spiccano i nomi degli alfieri Dinamic Motorsport: reduci da una parte centrale della stagione non facile ma comunque positiva, Mattia Drudi e Daniele Di Amato sono carichi per tenere alta la bandiera tricolore, con l'obiettivo di centrare quel podio che oramai, complice la sfortuna, è sfuggito per un soffio già in troppe occasioni; al loro fianco, fa il suo esordio nella Porsche Supercup 2017 Gianmarco Quaresmini, al volante della terza vettura schierata dal team reggiano, dopo i buoni riscontri ottenuti nelle prove di Monza ma, in primis, nella Porsche Carrera Cup Italia dove attualmente occupa il quinto posto assoluto.
Giuliano Bottazzi (Team Manager Dinamic Motorsport): "Spa è notoriamente una pista non facile, ma che sicuramente ci vedrà più competitivi, e qui sarà importante far bene dato che è uno degli appuntamenti in calendario con la doppia gara. Arriviamo da qualche gara sfortunata ma le prestazioni ci sono, come dimostrato nelle prove ufficiali e nei recenti test a Monza dove Mattia ha siglato il record del circuito; sicuramente sia lui che Daniele attaccheranno al 110%, e anche Gianmarco - che sarà al via della Supercup sia qui in Belgio che a Monza - ha tutte le carte in regola per un piazzamento nella Top 10. La grossa incognita sarà il meteo, sempre molto variabile a Spa, che potrebbe scombinare i piani da un minuto all'altro, e sarà fondamentale non farsi cogliere impreparati qualora dovesse piovere."
I piloti della Porsche Supercup, dopo le prove libere di venerdì 25 agosto, si sfideranno per la pole position sabato dalle 9:45 alle 10:15 mentre nel tardo pomeriggio, alle 18:45, scatterà Gara 1; domenica mattina sarà la volta di Gara 2, il cui semaforo verde è previsto per le ore 11:25. Entrambe le gare, che si correranno sulla distanza di 11 giri, saranno trasmesse in diretta televisiva su SKY Sport F1 e su Eurosport. Approfondimenti, news e live timing su www.racecam.de
Vettel e Raikkonen fanno doppietta. Hamilton quarto dietro a Bottas. La Ferrari festeggia una vittoria di squadra lanciando un segnale importante: il mondiale è possibile!
di Matteo Landi
Dopo la disfatta in terra inglese urgeva la riscossa. Doppietta, come a Monaco, su una pista che per tanti aspetti somiglia a quella del Principato. Dopo una qualifica dominata, Vettel e Raikkonen hanno tagliato il traguardo nell'ordine ma il risultato finale è frutto di un gioco di squadra che ha visto il finlandese vestire i panni dello scudiero del quattro volte campione del mondo tedesco, quest'ultimo alle prese per circa 40 giri con un problema allo sterzo che ha tenuto con il fiato sospeso l'intero box Ferrari.
Vettel parte in testa, domina, soffre e vince
Mentre le Mercedes si avvicinavano alle fuggitive Rosse, Vettel conduceva la sua monoposto tenendola lontana dai cordoli, per evitare che il problema allo sterzo si aggravasse. Raikkonen, alle sue spalle, si è quindi trovato nella più scomoda delle situazioni: da una parte non poter attaccare il suo compagno in lotta per il mondiale, dall'altra difendersi da Bottas, prima che il box Mercedes obbligasse il suo pilota a cedere la posizione ad Hamilton, quarto e poco incisivo fino a quel momento. Raikkonen non solo non ha ceduto un millimetro all'inglese, ma lo ha costretto alla resa finale, quando Hamilton consapevole del suo destino ha deciso di restituire il favore a Bottas. Il finlandese di casa Mercedes è andato quindi a festeggiare sul podio dopo una delle corse più strane della sua vita. Ma per la Ferrari poteva essere un dominio schiacciante.
Verstappen fa danni e viene penalizzato: che novità!
Al primo giro la safety car ha tenuto il gruppo compatto dopo che Verstappen ha colpito duramente il compagno Ricciardo, costringendolo al ritiro. L'olandese ha poi dovuto scontare una penalità di dieci secondi, escludendosi di fatto dalla lotta per la vittoria. Il destino gioca strani scherzi, dopo varie vicissitudini con i piloti Ferrari i commissari decidono di sanzionarlo quando danneggia il compagno di squadra. Doppia beffa quindi per la Red Bull che questo weekend ha schierato una vettura veramente veloce ma incapace di non andare oltre al quinto posto finale dell'indisciplinato olandese.
Ferrari, la riscossa dopo il duro lavoro
La Ferrari nei primi giri si è dimostrata imprendibile, ha capitalizzato il potenziale che quest'anno esprime sui tracciati lenti, evidenziando un carico aerodinamico delle sue vetture superiore alla concorrenza e senza il problema allo sterzo subito da Vettel avrebbe vinto la gara lasciando gli avversari a distacchi siderali. Com'è maturata tale superiorità? Prima del Gp d'Austria una richiesta di chiarimento della Mercedes aveva indotto la Federazione ad obbligare la Ferrari a modificare il fondo delle proprie monoposto. Sarà stato un caso ma proprio da quella gara le vetture di Maranello hanno mostrato prestazioni altalenanti. Fino al Gran Premio ungherese, in cui la squadra italiana ha nuovamente modificato, con successo, il fondo delle sue vetture. Una soddisfazione in più per gli uomini di Arrivabene, un segnale importante dato alla Mercedes che teme sempre più la squadra del Presidente Marchionne, finalmente festoso all'interno del box Rosso. Sotto al podio si è lasciato andare a dichiarazioni d'affetto anche nei confronti di Raikkonen, veramente in palla quest'oggi, e c'è da credere che la line-up Ferrari il prossimo anno non subirà cambiamenti, rimanendo cari al motto "squadra che vince non si cambia".
Alonso, il campione finalmente gioisce
Con i ferraristi ha gioito un altro grande di giornata, Fernando Alonso. Sesto al traguardo, al volante di una McLaren a suo agio sulla tortuosa pista magiara, ha messo in mostra la grinta dei giorni migliori, regalandosi addirittura il giro più veloce della corsa. Una piccola soddisfazione ma una vera impresa per questa McLaren. Adesso la Formula 1 va in vacanza, la rivedremo l'ultimo weekend di Agosto. Con questa vittoria Vettel porta a 14 punti il vantaggio su Hamilton, recuperando in parte quanto aveva perso nel fine settimana di Silverstone. Un mese per radunare tutte le forze residue e capitalizzarle prima del rush finale. Servirà la migliore Ferrari per tenere testa a questa Mercedes. Intanto Vettel e Raikkonen hanno dato un segnale di forza importante: il sogno iridato è possibile.
Incidenti, colpi bassi e sorpassi. E' successo di tutto sul cittadino azero. Si incendia la lotta mondiale fra Vettel ed Hamilton, con la complicità di maldestri commissari. Che Formula 1!
di Matteo Landi
Dagli abbracci, e dolci parole dei primi Gran Premi dell'anno, alle parole pesanti volate durante e dopo la gara azera. Da "che bello combattere per il mondiale con un campione vero come Vettel" a "Seb mi dimostri che è un uomo, faccia a faccia". Il rapporto fra Vettel ed Hamilton e le parole dell'inglese hanno avuto una brusca inversione di rotta. Non poteva essere altrimenti. Un rapporto di amicizia ad uso e consumo dei media, diventato finalmente quello che è, com'è naturale che sia quando due piloti con quel carisma si giocano un mondiale. A Baku è successo di tutto. Anche troppo. Dal rallentamento ingiustificato e pericoloso di Hamilton in regime di safety car - con conseguente lieve tamponamento di Vettel quando i due si trovavano in prima e seconda posizione - alla ruotata di Vettel inflitta al rivale dopo averlo affiancato chiedendogli spiegazioni. Un incidente senza conseguenze per entrambi, dettato dal nervosismo di Vettel, caduto nella trappola appena gettatagli da Hamilton. Difficile stabilire se il pilota Ferrari abbia volontariamente "speronato" il rivale, mentre gesticolava come un qualsiasi automobilista arrabbiato ad un incrocio.
Vettel perde la testa, ma i commissari vedono solo rosso
Ai commissari è sembrato un vero e proprio "fallo di reazione" ed al tedesco, dalle reazioni decisamente latine, è stato comminato uno stop and go di 10 secondi. Una penalità decisamente pesante, scarsamente utilizzata in tempi recenti, che però ci poteva stare. Peccato siano stati quegli stessi commissari, che hanno ritenuto pericoloso il comportamento di Vettel, a non pensare lo stesso dell'atteggiamento tenuto da Hamilton e che siano stati clementi persino con Bottas, reo di aver distrutto il fondo vettura e la gara di Raikkonen pochi metri dopo la partenza. Così le parole rilasciate da Arrivabene a fine gara "nel dubbio si penalizza sempre la Ferrari" sembrano molto più di uno sfogo dettato dalla delusione di una gara terminata con il quarto posto di Vettel ed il ritiro di Raikkonen, tartassato dalla sfortuna e costretto alla resa dopo varie vicissitudini. Tuttavia la squadra di Maranello dovrebbe gioire per i 2 punti guadagnati da Vettel su Hamilton, arrivato alle spalle del rivale dopo che il karma ha deciso di colmare la lacuna lasciata dai commissari, troppo benevoli nei suoi confronti: l'inglese ha rischiato di perdere la protezione-appoggio della testa ed è stato costretto ad un ulteriore pit stop.
Vince Ricciardo, Stroll a podio, Bottas secondo in volata. Che Gran Premio!
Safety car, bandiera rossa, incidenti, il Gran Premio di Azerbaijan ci ha riconsegnato la "magia" delle gare cittadine della Formula 1 che fu. Infuocando la battaglia mondiale Ferrari-Mercedes, messa quasi in secondo piano a vantaggio del primo podio di Stroll, fino ad ora sbeffeggiato da giornalisti ed addetti ai lavori, superato sul traguardo da Bottas, il quale dopo il contatto con Raikkonen si era addirittura ritrovato ultimo. Ma fra le litiganti Ferrari e Mercedes il terzo, Ricciardo, gode. Costretto ad una sosta ai box anticipata ha mantenuto i nervi saldi, è rimontato con tanto di triplo sorpasso ai danni delle due Williams e di Hulkenberg e mentre alle spalle i suoi colleghi se le davano di santa ragione ha tagliato il traguardo per primo consegnando un'insperata vittoria alla Red Bull, in un anno in cui la squadra austriaca sembra non trovare il bandolo della matassa della competitività. E dell'affidabilità, vedi il ritiro di Verstappen.
Force India: che duello in famiglia! McLaren a punti.
Dopo le incomprensioni dell'ultimo Gran Premio del Canada la coppia Force India è arrivata definitivamente allo scontro. Le capacità di Ocon sono ormai chiare a tutti, ma in futuro dovrà dosare la sua aggressività nei confronti del suo compagno di squadra: i due sono arrivati al contatto e Perez stretto al muro dal francese non ha potuto far altro che abbandonare la gara. Ocon è poi riuscito a risalire fino alla sesta posizione ma i punti conquistati dalla squadra indiana potevano essere di più. In mezzo a tanto clamore s'è fatto rivedere anche Fernando Alonso, capace di conquistare il nono posto ed i primi punti mondiali per la McLaren. Risultato magro se si pensa al blasone della squadra ma che rappresenta una piccola boccata d'ossigeno in un momento in cui fra la stessa McLaren ed la Honda non scorre più buon sangue. Chissà cosa riusciranno a fare su una pista più tradizionale, come quella che il Circus della massima Formula incontrerà fra due settimane in Austria. Sicuramente vivremo un'altra vicenda della lotta al vertice Ferrari-Mercedes giunta decisamente ai ferri corti.
Uno-due delle Ferrari con Vettel davanti a Raikkonen. I due ferraristi dominano in modo principesco nel giorno della debacle Mercedes. Ora Hamilton è a -25.
di Matteo Landi
Correva il 2001, e Michael Schumacher al volante della sua Ferrari tagliava per primo il traguardo del Gp di Monaco. Un bellissimo trionfo per la squadra di Maranello che colse addirittura una doppietta grazie al secondo posto di Barrichello. Poi il Principato di Monaco divenne stregato per le Rosse, fra incidenti clamorosi, come nel 2004 quando Schumi subì la tamponata di Montoya in regime di safety car, penalità inaudite, il colpito fu sempre il tedesco campionissimo della Ferrari al quale nel 2006 annullarono la pole position conquistata sul campo ritrovandosi costretto a partire ultimo, e qualche podio dal sapore di occasione persa, vedi l'edizione 2011 con Alonso ad un passo dalla vittoria e battuto da Vettel. 16 anni dopo l'ultima vittoria la Ferrari ritrova il gradino più alto del podio proprio con quest'ultimo dopo una gara alla....Mercedes.
Ferrari, che dominio!
Un weekend completamente dominato dai piloti di Maranello, che si sono contesi prima la pole position e poi la vittoria. Sabato Raikkonen ha ritrovato quella pole che gli mancava dal Gp di Francia del 2008, domenica Vettel ha chiuso il periodo nero della Ferrari nel Principato. Al via della gara il finlandese ha mantenuto la prima posizione davanti a Vettel e fino al primo ed unico pit stop le prime due posizioni sono rimaste invariate anche se il tedesco, con l'avanzare dei giri, si faceva sempre più pressante alle spalle del miglior Kimi Raikkonen degli ultimi anni. Veloce ed affidabile ha subìto prima la strategia Ferrari, che lo ha fermato ai box prima del compagno di Scuderia, poi il ritmo forsennato di Vettel, il quale dopo la sosta ai box è scappato dai radar dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Ma occhio a parlare di gioco di squadra, per altro eventualmente legittimo: normalmente chi si ferma prima trae un vantaggio, ma Montecarlo non è una pista normale (vedi il "traffico" dei doppiati e l'asfalto decisamente "gentile" con gli pneumatici) ed in questo caso è successo esattamente il contrario. Per la gioia di Ricciardo, terzo alla fine, il quale è riuscito a beffare Bottas e Verstappen, ed appunto Vettel che ha avuto la meglio su un Raikkonen visibilmente abbacchiato a fine gara. Una vittoria avrebbe significato molto per il finlandese, a secco da Marzo 2013. Tuttavia, se Kimi continuerà ad avere questo rendimento, siamo certi che tornerà presto ad assaporare il sapore del successo. Dal canto suo Vettel non ha rubato niente ed anzi ha mostrato un rendimento perfetto in una domenica, per lui, perfetta. La Ferrari è tornata principesca!
Mercedes, che batosta!
Non hanno gioito in Mercedes. Bottas ha dato il massimo e nonostante non abbia commesso errori non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza finale, soffrendo il passo lungo della propria monoposto parsa a disagio nelle strette stradine del cittadino monegasco. Peggio è andata ad Hamilton, solo settimo al traguardo dopo una delle sue peggiori qualifiche di sempre: impreciso, nervoso ed anche sfortunato, vedi una bandiera gialla proprio durante il suo ultimo giro veloce, poi abortito. Promosso di una posizione, 13esimo in griglia di partenza, solo grazie alla penalità inflitta al rientrante Button. Il rientrante pensionato, autore per altro di una gara decisamente negativa terminata anzitempo con il ritiro, lascerà ad Alonso una vettura con una power unit quasi fresca, viste le sostituzioni delle componenti operate dai suoi meccanici.
Alonso, niente Monaco. Per lui c'è Indianapolis
Lo spagnolo ha deciso con il coraggio del campione di affrontare la 500 miglia di Indianapolis sacrificando la presenza al Gran Premio di Monaco. Ad esser maligni potremmo dire che tutto sommato non sa quel che trova in America, ma sicuramente sa quel, poco, che lascia in Europa. Perchè la McLaren è una nave che sta affondando. Schettino o eroe dei due mondi? In ogni caso un grande in bocca al lupo a Fernando perchè servono gli attributi per disputare una delle gare più pericolose del pianeta con alle spalle solo pochi chilometri al volante della Dallara che piloterà.
Debacle Mercedes, Red Bull è la sfidante della Rossa
In concomitanza con una Mercedes che soffre ed un Hamilton vittima sì della sfortuna, ma per una volta anche di inusuale arrendevolezza, si è quindi rivista una buona Red Bull. Di questa Montecarlo Ricciardo conserverà il trofeo riservato al terzo classificato ma anche il ricordo di una gara in cui non ha mai mollato, sembrando a tratti anche capace di attaccare le due Ferrari. La safety car entrata in pista nel finale ha dato una speranza in più all'australiano ma niente ha potuto contro i due alfieri della Rossa. La Ferrari ha così finalmente rotto l'incantesimo del Principato ed adesso può veramente sognare. Vettel alla sesta vittoria in Rosso consolida la sua leadership iridata. Chi l'avrebbe mai detto pochi mesi fa? Se è un sogno non svegliatevi.
Bottas nega la doppietta alla Ferrari che si conferma al vertice. Prima vittoria del finlandese che umilia Hamilton. Vettel e Raikkonen bravi ma non basta.
di Matteo Landi
Un sabato da leoni, di quelli che alla Ferrari non capitavano da tempo, dal Gran Premio di Francia del 2008 per l'esattezza. Vettel non conquistava una pole position dal Settembre del 2015 e Raikkonen staccato di pochi millesimi dal compagno di squadra era finalmente tornato ai livelli che gli competono. Due piloti gasati da una vettura finalmente velocissima anche sul giro secco, dopo che Vettel aveva già dimostrato quanto lo fosse sulla distanza con due vittorie su tre gran premi disputati. Ma Vettel e Raikkonen non avevano ancora fatto i conti con Bottas. Il finlandese dopo un inizio di stagione in cui ha mostrato solo a tratti di valere il sedile che occupa, condito da una bella pole position ma anche da un imbarazzante testacoda in Cina, aveva l'occasione di prendersi la rivincita su una pista in cui ha sempre ben figurato nei suoi anni in Williams. E così dopo la terza posizione conquistata in qualifica, ben mezzo secondo più veloce del compagno Hamilton, Bottas ha rotto i sogni ferraristi quando allo spegnersi dei semafori è balzato addirittura in testa alla gara, beffando i piloti della squadra di Maranello. Con la Ferrari nei panni della....Mercedes 2017 vista nelle prime tre gare: veloce in qualifica ma meno incisiva in gara. Vettel ha poi compiuto un'esaltante rimonta nell'ultima parte di gara, arrivando a lottare per la vittoria, finita però nelle mani di Bottas.
Bottas, un'attesa quasi infinita
81 Gran Premi dopo il suo debutto nella massima formula il finlandese corona finalmente il suo sogno ed ora che ha la chance di correre con una vettura da vertice punta direttamente al bottino grosso, il titolo mondiale. In barba a chi lo vedeva come destinato al ruolo di gregario di Hamilton. E' ancora presto per dire se la carriera di Bottas prenderà le sembianze di quella di Rosberg, di certo il tre volte campione del mondo Hamilton inizierà a vedere il compagno di squadra sotto un altro aspetto. I 40 secondi di distacco rimediati dal vincitore bruciano ad Hamilton più del podio lasciato ai due piloti Ferrari Vettel e Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. E sono forse più difficili da digerire dei 13 punti di distacco che adesso separano l'inglese dal leader del mondiale Vettel.
Hamilton, e quel Bottas che sa di Rosberg
Una rondine non fa primavera e sicuramente fra due settimane in Spagna Hamilton tornerà fra i protagonisti ma il weekend russo ha messo in evidenza tutte le crepe caratteriali del forte pilota inglese, incapace di accettare la superiorità mostrata una tantum dal compagno Bottas. Continui team radio hanno animato la gara di Hamilton, parzialmente rallentato da temperature della power unit ai limiti della norma, innervosito dal distacco che progressivamente lo allontanava dai primi tre. Imparare a perdere lo consacrerà definitivamente fra i grandi di questo sport, non solo a livello statistico e prestazionale ma anche umano.
Raikkonen di nuovo sul podio. Vettel quasi perfetto
In alto è tornato Kimi Raikkonen. In gara, dopo la pole position sfiorata, ha persino conquistato il giro più veloce, vera specialità della casa se si pensa che nella classifica di tutti i tempi è secondo solo a Michael Schumacher. Gli è mancata tuttavia la costanza del compagno di squadra Vettel il quale è stato quasi perfetto per tutto il weekend. Il tedesco avrebbe probabilmente vinto se in partenza non si fosse rivelato meno incisivo di Bottas, ma forse questa domenica niente avrebbe potuto ostacolare la prima vittoria di quest'ultimo, un vero maestro del circuito di Sochi. Per la Ferrari il bicchiere è quindi mezzo pieno: la velocità mostrata in prova ed in gara è sicuramente più positiva rispetto alla sconfitta rimediata più dal pilota Bottas che dalla Mercedes.
McLaren-Honda, la crisi infinita
Chi ha veramente deluso, ancora una volta, è la McLaren. Neanche partita con Alonso, 14esima con Vandoorne. Ormai letteralmente fagocitata dalla grave crisi Honda, incapace di puntare alla zona punti, relegata a quelle posizioni che generalmente occupano team con un budget infinitamente inferiore a quello del binomio anglo-nipponico. Alonso, a secco di titoli mondiali dopo i due conquistati nel 2005 e 2006, sta bruciando gli ultimi anni di una carriera che avrebbe potuto essere più gloriosa se il suo limpido talento fosse stato accompagnato da più saggezza. Fra due domeniche i tifosi spagnoli saranno in grado di addolcirgli l'amarezza della lotta di centro classifica. Su una pista, quella di Barcellona, che siamo certi regalerà ancora spettacolo nella lotta al vertice fra Ferrari e Mercedes.
Vettel torna sul podio, Raikkonen quarto. Monza in festa. E' grande Ferrari ma non abbastanza per battere le Mercedes. Vince Rosberg ed Hamilton è secondo.
di Matteo Landi 4 settembre 2016 - Fare meglio era difficile, anzi impossibile. La Ferrari torna sul podio dopo quattro gare a secco. A fine corsa una marea rossa festeggia il terzo posto di Vettel come fosse una vittoria ed applaude il vincitore Rosberg, che si improvvisa vocalist intonando il famoso motivetto che festeggiò la nazionale italiana di calcio campione del mondo nel 2006. Una gran festa. Grazie Monza e grazie ai tifosi Ferrari, sportivi come non mai.
Per l'Autodromo non ci poteva essere modo migliore per festeggiare il raggiunto accordo fra Ecclestone e le istituzioni che dà a Monza il privilegio di ospitare nei prossimi tre anni il Gp d'Italia. Grazie alla Ferrari, che ritrova la forza per tornare seconda forza del mondiale, stavolta la Red Bull non è mai stata una seria minaccia.
Vettel: stavolta non sbaglia e torna a sorridere
Vettel, dopo l'errore commesso a Spa, torna il pilota consistente e veloce che conosciamo, ma Raikkonen, giunto ottimo quarto, quando è sembrato nelle condizioni di poter attaccare il compagno ha desistito privilegiando l'interesse della squadra al suo, ancora una volta. La gara del finlandese assume ancor più valore se si considera che già dopo pochi km aveva ricevuto dal suo box l'ordine di prendere margine da Vettel, in quanto la temperatura funzionale del suo motore era già prossima ai limiti di guardia. La squadra di Maranello dimostra che se ha un weekend "lineare", senza incidenti, può recitare stabilmente il ruolo di seconda forza del mondiale. A più non può aspirare. Non con questa Mercedes, capace di un'altra doppietta. Rosberg ed Hamilton pur correndo con gomme più dure rispetto ai ferraristi, in virtù di una strategia basata su una sola sosta a differenza delle due di Vettel e Raikkonen, non hanno di fatto mai avuto rivali. Solo nel finale le due rosse si sono dimostrate più veloci delle rivali ma il distacco accumulato nei primi due terzi di gara era troppo importante. Gli obiettivi della squadra di Maranello sono ormai falliti, come dichiarato dallo stesso Marchionne, ma resta da raggiungere e superare la Red Bull, seconda nel mondiale costruttori. Per farlo i due ferraristi dovranno accumulare nelle ultime sette gare 12 punti più di Riccardo e Verstappen, traguardo non impossibile.
Red Bull dietro le Ferrari
A Monza Ricciardo ha conquistato la quinta posizione finale, ottima se si considera il deficit di potenza che la power unit paga nei confronti dei rivali. L'altro alfiere della Red Bull, Verstappen, dopo i disastri del Belgio è sembrato solo una copia sbiadita del vincitore del Gp di Spagna. Tanto fumo e niente arrosto per il giovane pilota ultimamente al centro delle critiche per il suo atteggiamento spregiudicato in pista e per il comportamento arrogante tenuto fuori dall'abitacolo. Serve un bagno d'umiltà perchè il talento c'è, eccome.
Hamilton, troppi errori. Ne approfitta Rosberg. Mondiale vivo
Se da una parte il mondiale vede la lotta Ferrari-Red Bull, dall'altra quella dei due piloti Mercedes, ora divisi da due punti in classifica, unici in grado di competere per il bottino grosso. Dopo la superiorità mostrata sabato da Hamilton, il pilota inglese sembrava avere già in pugno la terza vittoria consecutiva a Monza. Così sarebbe stato se non avesse avuto una terribile indecisione in partenza che lo ha addirittura relegato quinto al termine del primo giro. Grazie ad un mezzo veloce in tutte le condizioni ha approfittato della strategia su una sosta ai box per risalire la china, ma varie sbavature non gli hanno permesso di ricucire il divario che ormai si era creato con il compagno di squadra. Rosberg ha così potuto festeggiare la seconda vittoria consecutiva ed adesso la lotta per il mondiale è più viva che mai.
Massa e Button: la vecchia guardia che se ne va
Non è riuscito a ripetere il podio dello scorso anno Felipe Massa. Il brasiliano ha annunciato il ritiro dalla Formula 1 al termine della stagione. Per farlo ha scelto lo stesso luogo in cui Michael Schumacher annunciò il suo (primo) ritiro nel 2006 lasciando proprio a Massa la possibilità di correre ancora con la Ferrari che già aveva ingaggiato Raikkonen per la stagione successiva. Dà così l'addio alla Formula 1 uno dei piloti più "fedeli" al marchio Ferrari, secondo solo a Schumacher come numero di gare disputate al volante della Rossa. Sempre nella cornice brianzola Button ha rivelato che dal prossimo anno non sarà più pilota titolare McLaren a vantaggio del promettente belga Vandoorne, già a punti quest'anno nella sua unica partecipazione. Un altro della vecchia guardia che dice addio alle corse. A meno di ripensamenti, la storia insegna.
Se l'autunno equivale, nel motorsport europeo, al termine della stagione agonistica, per Hexathron Racing Systems i mesi di ottobre e novembre saranno incentrati sul fiore all'occhiello della proposta formativa della realtà diretta da Marco Calovolo.
Scatterà infatti martedì 18 ottobre il nuovo corso Race Engineering, che nelle passate edizioni ha riscosso un importante successo, ed ora arricchito da nuove lezioni e attività che ampliano e innalzano la qualità delle oltre 56 ore di lezione (previste sempre in due giorni consecutivi, martedì e mercoledì).
Confermata l'esperienza in pista sulle Lotus Elise Cup PB-R che danno vita alla Lotus Cup Italia, così come la lezione insieme ad un pilota professionista (nell'ultima edizione con un Marco Bonanomi letteralmente subissato di domande) e quella presso Autotecnica Motori e al volante del simulatore targato ARC-Team Engineering, in questa edizione i partecipanti avranno altresì l'opportunità di toccare con mano cos'è un team e come lavora, grazie alla collaborazione con Ebimotors, che permetterà agli allievi di vivere prima la realtà dell'officina per poi spostarsi in pista durante una vera giornata dei test.
Confermata la squadra di docenti che, oltre al già citato Marco Calovolo, annovera tra le proprie fila gli ing. Turrata, Soro, Curti e Stanzani (Delegato Tecnico ACI Sport), Stefano d'Aste (pilota professionista e promotore Lotus Cup Italia) e Fabio Magnani (voce di Eurosport Italia).
Marco Calovolo (CEO Hexathron Racing Systems): "Come di consueto la parte centrale dell'anno ci ha assorbito al 110% con il lavoro in pista, che quest'anno ci ha visti impegnati su diversi fronti tra i quali WTCC, BTCC, China Touring Car Championship, Lotus Cup Italia e Mondiale Rallycross, solo per citarne alcuni, ma questo non ci ha assolutamente distolto dalla volontà di continuare a condividere il nostro knowledge e la nostra esperienza diretta attraverso il Corso Race Engineering, decidendo così di collocarlo in un periodo dell'anno più idoneo. Dopo le novità introdotte nella scorsa edizione, anche in questa abbiamo deciso di offrire ancora qualcosa in più con nuove importanti collaborazioni che permetteranno ai partecipanti di avere un bagaglio di insegnamenti ed esperienze di primo livello per poter poi proseguire la propria carriera lavorativa nel motorsport con una formazione che va ben oltre la teoria e i semplici numeri con cui di solito ha a che fare un ingegnere di pista."
Ulteriori dettagli e modulo di iscrizione sono disponibili nella pagina dedicata sul sito www.hexathron.com
(Marco Calovolo)
Vittoria della Mercedes. Vettel si scontra con Raikkonen: sesto e nono all'arrivo. Verstappen è ormai un pericolo: qualcuno lo fermi.
di Matteo Landi - Dopo quasi un mese di pausa torna il mondiale di Formula 1. Torna soprattutto alla vittoria Rosberg che si porta a soli nove punti dal capoclassifica Hamilton. La scossa di cui aveva bisogno il campionato per restare vivo. L'inglese, dopo essere scattato in ultima fila causa penalità per la sostituzione di varie componenti della power unit, ha limitato i danni con un terzo posto finale che gli ha permesso di lasciare il Belgio con il sorriso: 15 punti preziosi conquistati e nuove componenti della power unit ora a disposizione fino al termine della stagione. Così tante che avrebbe dovuto scontare ben 55 posizioni di penalità in griglia, ma non essendo la pena cumulabile l'inglese si è accomodato in ultima fila consapevole della velocità del mezzo che ha a disposizione e della rassicurante situazione di poter disporre di power unit fresche per finire il campionato.
Hamilton: penalizzato e felice
Quando la Federazione Internazionale modificò il regolamento per venire incontro a Honda e Renault, afflitte costantemente da problemi di affidabilità ai loro motori, non avevano evidentemente considerato che qualche furbo avrebbe potuto sfruttare a suo favore tale modifica. Per Hamilton si è trattata tuttavia di una gara più facile del previsto visto che dopo pochi giri si trovava già in quinta posizione. Di questo deve ringraziare Vettel e Magnussen.
Vettel: errore imperdonabile. Harakiri Ferrari
Il tedesco, dopo essersi mosso bene dalla quarta posizione in griglia, alla prima curva ha commesso un terribile errore di valutazione andando a colpire Raikkonen che a sua volta è carambolato contro Verstappen: gara compromessa per tutti e tre con il finlandese costretto addirittura all'ultima posizione dopo aver percorso un giro con la vettura danneggiata prima della doverosa sosta ai box, mentre Vettel e Verstappen sono comunque sprofondati nella pancia del gruppo. Raikkonen ormai doppiato non avrebbe avuto possibilità di rimonta se Magnussen non avesse perso la sua Renault finendo rovinosamente contro le barriere al Radillon. Nessuna conseguenza per il pilota ma la gara è stata interrotta dai commissari per permettere il ripristino degli standard di sicurezza necessari per correre. Per i ferraristi è stata una gara di rimonta terminata con Vettel sesto e Raikkonen nono ma avrebbero potuto concludere in una posizione migliore se non avessero incontrato l'ostinazione ma soprattutto la scorrettezza di Verstappen.
Verstappen: o si calma o qualcuno deve fermarlo
In Formula 1 si corre ormai con due regolamenti diversi: uno riguarda 21 piloti, l'altro lo deve osservare il giovane olandese ed è composto da molte meno pagine. Consapevole di questo Verstappen ha pensato bene di spingere fuori pista Perez e Raikkonen, rei di aver tentato di superarlo. Inoltre ha cambiato pericolosamente traiettoria davanti a Raikkonen quando quest'ultimo aveva già iniziato la sua manovra di sorpasso. Il tutto a più di 300 km/h. La Formula 1 con l'olandese ha trovato la nuova star, ma proteggerlo oltre modo come sta accadendo potrebbe rivelarsi deleterio per l'immagine della categoria oltre che pericoloso per l'incolumità degli altri piloti. A fine gara, dopo essere giunto 11esimo, Verstappen non solo non si è scusato con gli avversari ma ha dichiarato di aver agito volontariamente in maniera "dura" contro i piloti Ferrari, colpevoli di avergli rovinato la gara con l'incidente alla prima curva. Il responsabile di quest'ultimo scontro è sicuramente Vettel, ma le parole del giovane olandese dovrebbero far riflettere i piani alti della Formula 1.
Ferrari, tempi duri. Red Bull: Ricciardo fa il caposquadra.
Riflessione, ma di diverso stampo, che invece è già iniziata in casa Ferrari: stavolta a Maranello disponevano di una vettura potenzialmente performante, come dimostrano i tempi ottenuti in qualifica. Peccato che il potenziale ancora una volta sia rimasto inespresso in gara. La causa è da ricercarsi stavolta nell'errore di Vettel, il quale effettivamente non sta rendendo come nella sua stagione di debutto in Rosso, quando le sue prestazioni riportavano alla mente addirittura quelle di un altro tedesco nel 1996 debuttante con la stessa squadra, Michael Schumacher. Lo scorso anno la Ferrari aveva in Vettel il faro che gli illuminava la strada verso la vittoria, capace di sfruttare al massimo il rendimento della sua vettura e talvolta di andare oltre.
Quella che stiamo vedendo in questo 2016 non sembra essere la migliore versione dello stesso pilota, ma si spera che già dal prossimo Gran Premio, a Monza, ci possa far ricredere. Meno scalpore ma di sostanza è stata la gara di Ricciardo: l'australiano ha raggiunto il traguardo in seconda posizione, l'unico in grado di non sfigurare nei confronti del vincitore Rosberg e di resistere alla rimonta di Hamilton. Con questo risultato rafforza la terza posizione nel mondiale. Non male per chi sembrava destinato a subire irrimediabilmente l'arrivo in squadra di Verstappen.
Uno splendido esemplare di Lancia Lambda del 1928, di proprietà del Museo Nicolis di Verona e prima vettura al mondo di serie realizzata con telaio a struttura portante.
È una delle 107 "signore a quattro ruote" partita ieri mattina da piazza della Pilotta, a Parma, per la sesta edizione del "Terre di Canossa International Classic Car Challenge", gara di regolarità promossa da Scuderia Tricolore ed inserita nell'ambito delle iniziative di "Aspettando Mille Miglia", messe a punto da Comune e Fiere di Parma sempre più in sinergia con il territorio con l'obiettivo di esaltarne le eccellenze che sa esprimere.
16 le nazioni in gara con 29 case automobilistiche presenti, per una competizione che percorre le incantevoli strade di Emilia, Liguria e Toscana: 605 km di tracciato, alla scoperta di quei luoghi cari a Matilde di Canossa e con arrivo finale previsto per domani pomeriggio a Reggio Emilia.
Tra quelle partecipanti, alcune guidate da veri e propri top driver, sono tre le auto più antiche: una Bentley 3 Litre, una Amilcar CGSS ed una Lancia Lambda, tutte immatricolate fra il 1925 ed il 1927. Da segnalare pure la nuovissima Ferrari F12 TDF realizzata in serie limitata.
Partita per la prima volta da Parma, il "Terre di Canossa International Classic Car Challenge" abbina passione, competizione, turismo e piacere della buona tavola, con incontri conviviali.
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Ennesimo dominio delle due Mercedes. Vettel perfetto, Raikkonen e la Ferrari no. Troppi errori per puntare in alto.
di Matteo Landi Parma, 22 giugno 2015 -
Dopo i progressi dimostrati dalla Ferrari nella prima parte di stagione, 6 podii su 7 gare ed il ritorno alla vittoria dopo un 2014 a bocca asciutta, l'obiettivo della squadra di Maranello era quello di avvicinarsi alle prestazioni Mercedes approfittando di loro eventuali errori per poter vincere ancora.
Invece, arrivati ad un passo dal bottino grosso la Ferrari si scopre col fiatone. In Canada Kimi Raikkonen commette lo stesso errore dell'anno precedente e perde un podio ampiamente alla portata. In Austria il finlandese si qualifica 18esimo, partendo 14esimo grazie a penalità altrui, ed al primo giro, vittima di un terribile incidente con Fernando Alonso, termina il suo weekend nero. Per entrambi l'unica gioia della domenica è quella di esserne usciti senza un graffio.
E' facile additare tutte le disgrazie Ferrari al pilota che nel 2007 ha portato la squadra italiana al suo ultimo mondiale. Andando ad analizzare meglio le circostanze si evince che la pessima qualifica deriva da una mancata comunicazione fra il box ed il pilota finlandese, convinto di avere ancora tempo sufficiente per un altro giro veloce. In merito all'incidente, invece, non è ancora chiaro se Alonso abbia colpito la Ferrari di Raikkonen, facendolo sbandare, prima di franargli addosso o se l'incidente derivi da un altro errore del finlandese: le immagini della camera car del ferrarista e l'assenza totale di quelle della vettura dell'asturiano non chiariscono le idee.
Vettel, l'unico a non sbagliare
Tuttavia il fine settimana degli "orrori" Ferrari non si esaurisce con il ritiro di Raikkonen. Vettel dopo aver conquistato un'ottima terza posizione in qualifica, nonostante un venerdì passato per lo più come spettatore ai box a causa di problemi tecnici alla sua vettura, era riuscito nella prima parte di gara a non perdere troppo terreno dalle due Mercedes consapevole che con le gomme meno soffici nella seconda parte di gara avrebbe potuto dire la sua. Peccato che, al cambio gomme, si sia conclusa la serie di errori del box Ferrari: problema nel fissaggio della posteriore destra e più di dieci secondi gettati al vento. Il tedesco, perfetto alla guida della sua auto, ha visto così mutare il suo obiettivo dalla caccia alle Mercedes alla rincorsa del podio senza riuscire a centrarlo, finendo quarto dietro la Williams di Felipe Massa, velocissima e inattaccabile in rettilineo.
Massa torna sul podio, ma quanti dubbi sulla power unit Mercedes!
Il brasiliano, al primo podio stagionale, è stato autore di un'ottima gara, ma restano dei dubbi sulle recenti modifiche apportate alle power unit Mercedes: se gli aggiornamenti erano necessari ai fini dell'affidabilità, come dichiarato dalla casa tedesca, senza intaccare i "gettoni" di modifiche consentite dalla Federazione a fini prestazionali, come si spiega il ritorno alle posizioni che contano di Williams, Force India e Lotus, guarda caso tutte motorizzate Mercedes? Le difficoltà di Vettel nell'avvicinare in rettilineo la vettura di Massa, nonostante l'ala posteriore "aperta", non fanno che aumentare i dubbi.
Mercedes ancora imprendibile
Le certezze arrivano invece dalla squadra Mercedes: un'altra sonante doppietta con Rosberg vincitore pronto ad approfittare della domenica no del compagno di squadra. Hamilton non è riuscito a sfruttare al meglio la pole position, venendo subito sopravanzato da Rosberg e perdendo progressivamente terreno durante i 71 giri di gara, con l'aggravante della penalità di 5 secondi sul tempo finale per avere oltrepassato la linea bianca in uscita dal pit stop. Una distrazione che riporta Hamilton sulla terra e tiene vive le speranze mondiali di Rosberg.
McLaren-Honda: il dramma non ha fine
E' senza speranza invece la McLaren Honda: partiti in fondo allo schieramento Alonso e Button hanno compiuto entrambi pochi km. Alonso, franato addosso a Raikkonen, è parso rassegnato all'attuale situazione McLaren, Button, ritiratosi al decimo giro, trova conforto nel duello velocistico (per modo di dire) con lo spagnolo in cui, contro tutti i pronostici, non sta affatto sfigurando. Nella sua lunga carriera l'inglese ha saputo spesso far ricredere molti giornalisti ed addetti ai lavori dando del filo da torcere a compagni esperti come Barrichello e particolarmente veloci come Hamilton ed adesso Alonso.
Hulkenberg, Maldonado e Verstappen: punti che valgono oro
Carriera ancora breve ma con un successo in più quella di Nico Hulkenberg. Il pilota della Force India, fresco vincitore della 24 ore di Le Mans, sulla spinta emotiva del prestigioso successo, ha raccolto un sesto posto e otto punti importantissimi per la sua squadra. Ottima anche la prova di Maldonado: con la sua Lotus è giunto settimo al traguardo dopo una bella lotta con Verstappen, Toro Rosso, al limite della correttezza nella sua difesa ma buon ottavo all'arrivo.
Red Bull: poca gloria sulla pista di casa, dietro anche a Toro Rosso
La piccola scuderia faentina sta spesso battendo la sorella maggiore Red Bull: nobile decaduta, sulla pista di casa e di sua proprietà ha colto solamente la decima piazza con Ricciardo. Sul risultato finale hanno inciso le dieci posizioni di penalità in griglia per entrambe le vetture austriache a causa dell'utilizzo del quinto motore Renault della stagione a fronte dei quattro permessi dal regolamento. Ancora problemi di affidabilità alla power unit francese che si vanno a sommare alle scarse prestazioni. Fra due settimane a Silverstone, circuito forse più congeniale alle caratteristiche della loro vettura, la Red Bull avrà l'occasione per dimostrare se vi è una totale responsabilità Renault per gli scarsi risultati ottenuti o se, oltre a prendersela con la casa francese, dovrà fare una profonda riflessione. Così come, già da adesso, dovranno fare in Ferrari: ora la vettura è abbastanza veloce da poter i più occasioni impensierire la dominatrice Mercedes, quel che manca è il sangue freddo. Gli errori ed i problemi di affidabilità avuti negli ultimi due appuntamenti del mondiale non dovranno più ripetersi altrimenti, invece di puntare al successo, dovranno guardarsi le spalle.