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Domenica, 19 Giugno 2016 12:19

Mutuo mon amour!

Tutti pazzi per il mutuo. Soprattutto dopo una vita di tribolazioni e sofferenze ecco che un mutuo ventennale che grava sulla coscienza al tramonto della vita è ciò al quale tutti ambiscono.

di Lamberto Colla Parma, 19 giugno 2016.
Non si può dire che i nostro politici manchino di fantasia e tantomeno di gusto sadico.

La soluzione proposta per aumentare la flessibilità in uscita dal lavoro è sicuramente originale, finanziariamente favorevole e economicamente sostenibile dallo Stato.

Se il ragioniere del governo, Ministro Pier Carlo Padoan, si sente di licenziare la proposta, allora nulla da eccepire sul piano tecnico.

Ma...

Ancora una volta si è affrontato un tema delicato e destinato a categorie deboli, seppure dall'apertura della crisi a oggi la categoria dei pensionati sembra essere diventate una categoria forte sulla quale fanno affidamento, in famiglia i figli disoccupati e lo Stato per fare cassa, con un approccio ragionieristico e non politico né sociale.

La legge Fornero non si tocca, si critica ma, a quanto pare, non si tocca.
Si toccano invece quei lavoratori, a fine carriera, che per proprie ragioni o a causa di crisi aziendale sono costretti a abbandonare anzitempo il lavoro.
Quella classi '51-'55, talmente abituate a soffrire con i mutui, quello della prima casa e poi quello che si sono trovati a dover onorare in subordine ai figli rimasti impanati a metà del guado per l'improvvisa e perdurante crisi, che sarebbero disponibili a anticipare l'età pensionabile di tre anni, accettando un assegno ridotto e per di più con un mutuo ventennale al ragionevole tasso del 15% garantito da un premio assicurativo.

La proposta governativa è di fatto una sorta di "mutuo subrime", o di credito al consumo, che oggi si vorrebbe applicare alle pensioni.
Una scommessa sul futuro; così come fu una scommessa persa l'emissione di quella massa di prodotti derivati, poi rivelatisi tossici, che hanno messo in crisi il sistema economico occidentale in men che non si dica e databile in quell'anno funesto che fu il 2008.

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E' quello che tutti desiderano!
Un provvedimento che, a dire del governo, servirà anche a creare posti di lavoro per i giovani.

Ma dove? Se una azienda è in crisi e i lavoratori più anziani e con maggiore esperienza, dovessero accettare il male minore e raccogliere il salvagente "buco" del governo, quali posti di lavoro verranno occupati dai giovani?
No, ancora una volta non ci siamo.

Una offerta improponibile e irricevibile che offende il cittadino e il lavoratore, che non apre sbocchi di lavoro ai giovani e tende a aumentare la fascia di soggetti prossimi alla soglia di povertà, se non subito entro pochi anni dal pensionamento anticipato.

Una risposta al problema certamente originale e fantasiosa ma molto pericolosa. Ipotecare il futuro stipulando un prestito in banca per andare in pensione prima non è una risposta intelligente al problema e metterebbe ancor più a rischio la sostenibilità sociale.

Personalmente dico: meglio la galera che un cappio al collo.

Il Manifesto (Quotidiano Comunista) l'ha definita una operazione che trasforma il Welfare in Bankfare.

Che sia una manovra "renziana" per creare un governo di larghe intese facendo avvicinare l'estrema destra con l'estrema sinistra del Parlamento?

C'è qualcosa di sgranato, direbbero i nostri vecchi traducendo in italiano una tipica frase parmigiana, "A ghé quel ed sgrané!"

 

Foto-da-galera-

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 25 Ottobre 2015 11:18

Bonus Bebé, come ottenerlo.

Il 10 aprile 2015 è stato approvato il DPCM che regolamenta l'operatività relativa al cosiddetto "bonus bebè" introdotto dalla Legge di Stabilità 2015. Si tratta di un beneficio consistente in un aiuto economico rivolto ai neo genitori, che in presenza di determinate condizioni, possono ottenere l'erogazione dall'INPS di un assegno mensile di € 80,00 che in alcuni casi può anche raddoppiare.

Di CafParma 25 ottobre 2015 -

Chi ne può beneficiare
L'assegno, corrisposto dall'INPS per un totale massimo di 36 mensilità, viene riconosciuto per ogni figlio nato/adottato/in affido preadottivo avvenuto tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e può essere richiesto dai genitori italiani, da quelli con cittadinanza europea o extracomunitaria. In questi due ultimi casi è necessaria la residenza in Italia e, ove previsto, il possesso del permesso di soggiorno.

L'assegno annuo è pari a:
- 960 euro (ovvero 80 euro al mese per 12 mesi) nel caso in cui l'indicatore ISEE non sia superiore a 25.000 euro annui;
- 1.920 euro (ovvero 160 euro al mese per 12 mesi) nel caso di indicatore ISEE non superiore a 7.000,00 euro annui.

Durata del contributo
Il "bonus bebè" può essere riconosciuto per un massimo di 3 anni, ovvero fino al compimento del terzo compleanno ( nei casi di adozione o di affido fino al terzo anno a partire da quando il bambino è entrato a far parte della famiglia). Per fare un esempio, per i nati/adottati/in affido del 31 dicembre 2017, si può arrivare ad ottenere l'assegno mensile fino al termine dell'anno 31 dicembre 2020 (36 mesi).

ATTENZIONE: le somme destinate al finanziamento del bonus bebè sono ad esaurimento. Quindi qualora l'INPS riscontri più richieste rispetto alle somme disponibili, le domande non verranno più accettate fino a quando non saranno rideterminati gli importi annui dell'assegno e i valori ISEE per l'accesso al beneficio.
Modalità operative

I soggetti interessati devono prestare particolare attenzione agli adempimenti procedurali, in quanto questi non si esauriscono con la mera presentazione della domanda in forma telematica all'INPS.

Nello specifico prima di fare richiesta del bonus, i neo genitori devono provvedere a richiedere una Dichiarazione Sostituiva Unica (DSU) direttamente all'INPS o tramite un CAF, le cui finalità sono riportate nella Circolare n. 93 dell'8 maggio 2015 emessa dall'istituto di previdenza.

La DSU è la dichiarazione necessaria per calcolare l'ISEE (indicatore della Situazione Economica Equivalente) ai fini dell'accesso alle prestazioni sociali agevolate. L'ISEE raccoglie, quindi, le informazioni reddituali, del patrimonio mobiliare e immobiliare riferite al nucleo familiare del neonato, conseguentemente, lo stato di famiglia da prendere a base per il calcolo ISEE è quello riferito alla data di ingresso del nuovo componente nel nucleo familiare.
Dopo aver ottenuto la DSU, i genitori possono provvedere a richiedere l'assegno previa presentazione di domanda telematica all'INPS.

La domanda deve essere presentata personalmente dal genitore all'INPS entro 90 giorni dalla nascita del bambino o dall'ingresso in famiglia a seguito di adozione o di affidamento preadottivo esclusivamente tramite:
- patronato
- sito dell'Inps (attraverso il seguente percorso: Servizi per il cittadino - autenticazione con PIN (Dispositivo fornito dalla stessa INPS) - invio domande di prestazione a sostegno del reddito - assegno di natalità - bonus bebè.

ATTENZIONE: La richiamata circolare n. 93 dell'INPS, precisa che in base alla vigente normativa dell'ISEE, quest'ultima ha un termine di validità "fissa", ovvero tutte le dichiarazioni ISEE presentate nel corso del 2015 scadono il giorno 15 gennaio di ogni anno successivo, pertanto, al fine di poter continuare a beneficiare del bonus ed assicurarsi così la continuazione dell'erogazione dell'assegno, sarà necessario presentare una nuova DSU. Una volta ottenuta la DSU aggiornata, e, rinviata la domanda all'INPS, l'erogazione dell'assegno mensile, riprenderà con il pagamento anche degli eventuali arretrati dovuti a condizione, ovviamente, che la nuova DSU rispetti i limiti ISEE sopra menzionati.

Decadenza dal diritto
Oltre alla condizione legata al requisito ISEE, il bonus bebè può essere "revocato" nei seguenti casi:
- Decesso del figlio;
- Revoca dell'adozione;
- Decadenza dall'esercizio della responsabilità genitoriale;
- Affidamento del figlio a terzi;
- Affidamento esclusivo del figlio al genitore che non ha presentato la domanda.

I genitori hanno pertanto l'obbligo di comunicare immediatamente all'INPS le cause di decadenza, pena la restituzione delle somme indebitamente corrisposte e percepite.
Al fine di una più immediata comprensione del procedimento di richiesta del bonus è la stessa circolare INPS, n. 93 che riporta a titolo esemplificativo il caso di: un figlio nato nel mese di ottobre 2015. Come detto sopra, il richiedente l'erogazione dell'assegno deve provvedere a farsi rilasciare preventivamente la DSU e successivamente effettuare la richiesta all'INPS entro i 90 giorni dalla nascita Come già specificato, la DSU ha una scadenza fissa valida fino al 15 gennaio 2016. Se la nuova DSU viene presentata il giorno 20 marzo 2016, il pagamento mensile dell'assegno è sospeso per i mesi di febbraio/marzo 2016. Ad aprile del 2016, se il valore dell'indicatore ISEE non è superiore ad euro 25.000 e non sono intervenute cause di decadenza (in quest'ultimo caso devono essere immediatamente comunicate all'INPS), l'assegno riprende ad essere corrisposto anche per le mensilità sospese di febbraio e marzo 2016.

Attingendo alla Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASpI) è possibile ottenere la liquidazione anticipata in un'unica soluzione degli importi non ancora percepiti delle prestazioni ASpI e mini ASpI al fine dello svolgimento di attività di lavoro autonomo.

di LGC Parma 31 Luglio 2014 -
La crisi può cadere come un macigno sulla stabilità economica e sociale delle famiglie. Un cataclisma emotivo che travolge il singolo individuo e inesorabilmente si ripercuote sui rapporti familiari. Ma non tutto è perduto e il licenziamento può diventare una occasione di rinnovamento. Si sa che dalle difficoltà molto spesso vengono recuperate risorse inaspettate in grado di valorizzare le competenze acquisite e maturate alle dipendenze di quella o quell'altra impresa. Skills, molto spesso, di pregio che possono trovare mercato nell'autoimprenditoria singola o cooperativa.
A tale proposito, opportunità ancora poco nota, esiste la possibilità offerta dall'INPS di riconoscere l'anticipazione della liquidazione in caso di avviamento di lavori autonomi. La Circolare 145 del 9/10/2013 dell'INPS il cui oggetto recita "Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASpI). Decreto attuativo dell'articolo 2, comma 19 della Legge 28 giugno 2012 n. 92. Liquidazione anticipata in un'unica soluzione degli importi non ancora percepiti delle prestazioni ASpI e mini ASpI al fine dello svolgimento di attività di lavoro autonomo. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti" ben spiega le caratteristiche e le modalità di accesso a questa opportunità.
L'anticipazione ASpI è quindi un'indennità in sperimentazione per il triennio 2013-2015 che, come dice il testo sul sito dell'INPS spetta ai lavoratori dipendenti che siano beneficiari di indennità ASpI o mini ASpI e intendano avviare un'attività di lavoro autonomo o avviare un'attività di auto impresa o di micro impresa o associarsi in cooperativa in conformità alla normativa vigente o che intendono sviluppare a tempo pieno un'attività autonoma già iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente
E' consigliabile, per non rimanere incastrati nelle pieghe burocratiche, affidarsi a un patronato per il disbrigo della domanda e ottenere nel minor tempo possibile l'accredito sul conto corrente della somma dovuta.
Per la sede di lavoro nessun problema. Molto attraenti sono le offerte di servizi proposte dai Business Center ormai presenti in molte città. Uffici temporanei all'interno dei quali collocare l'attività di free lance attivabile in pochi minuti a costi accessibili bypassando tutte le procedure burocratiche per l'apertura di una sede. Elettricità, wi.fi., mobilio, gestione rifiuti, sicurezza e molto altro fanno parte, molto spesso, del pacchetto di servizi compresi nel canone di locazione.
Quindi nessuno scoramento, le soluzioni per proseguire e sviluppare la propria attività lavorativa esistono così come esistono società di servizi che affiancano le nuove imprese nelle fasi di start up. L'importante è avere fiducia, determinazione e impostare un business plan realizzabile.

Pubblicato in Lavoro Emilia
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