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Per l'export di food made in Italy record storico nel 2015: 29,6 miliardi, Parma fa registrare un +3%, Emilia-Romagna al quinto posto per crescita. Dopo 9 anni, in ripresa anche i consumi interni. I dolci natalizi italiani 'volano' all'estero: + 10,2% in 1 anno.
Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare nei primi sei mesi del 2015, l'Emilia-Romagna si piazza al quinto posto con un più 4,7%, prima è la Toscana con +18,4%, seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%) e Piemonte (+5,1%). Questi dati emergano da un'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato che ha analizzato anche la dinamica dell'export del settore alimentare nelle 30 principali province italiane. Il record di crescita è per Napoli (+36,1%) e Bergamo (+26,1%). Sono quattro le città emiliano-romagnole che fanno registrare un segno positivo: Bologna al sesto posto con un +13,7%, Modena con +7,7%, Parma con +3% e Reggio Emilia con +0,8%. In negativo invece Ravenna con -8,1%.
«Queste sono certamente buone notizie per la nostra città e complessivamente per la regione, ma i risultati potrebbero essere migliori se ci fosse una maggior tutela del 'Made in Italy'. Basta pensare a quanto vale il giro d'affari degli alimenti che pur essendo non prodotti in Italia ingannano i consumatori con vari stratagemmi – afferma Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma. In ogni caso sono ripartiti i consumi interni e questo non può che far ben sperare per la ripresa».
Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall'Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. L'Italia è leader nell'Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei.
In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l'anno.
E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che a ottobre 2015, a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2%, i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell'1%, con una riduzione rispetto all'1,2% di ottobre 2014.
All'estero piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigiana italiana. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all'anno precedente.
Confartigianato ha stilato una classifica dei Paesi più 'golosi' di prodotti italiani: in testa c'è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Ma l'exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi.
Parma, 7 dicembre 2015
Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma
Per l'export di food made in Italy record storico nel 2015: 29,6 miliardi, Parma fa registrare un +3%, Emilia-Romagna al quinto posto per crescita. I dolci natalizi italiani "volano" all'estero: + 10,2% in 1 anno
Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare nei primi sei mesi del 2015, l'Emilia-Romagna si piazza al quinto posto con un più 4,7%, prima è la Toscana con +18,4%, seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%) e Piemonte (+5,1%). Questi dati emergano da un'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato che ha analizzato anche la dinamica dell'export del settore alimentare nelle 30 principali province italiane. Il record di crescita è per Napoli (+36,1%) e Bergamo (+26,1%). Sono quattro le città emiliano-romagnole che fanno registrare un segno positivo: Bologna al sesto posto con un +13,7%, Modena con +7,7%, Parma con +3% e Reggio Emilia con +0,8%. In negativo invece Ravenna con -8,1%.
«Queste sono certamente buone notizie per la nostra città e complessivamente per la regione, ma i risultati potrebbero essere migliori se ci fosse una maggior tutela del 'Made in Italy'. Basta pensare a quanto vale il giro d'affari degli alimenti che pur essendo non prodotti in Italia ingannano i consumatori con vari stratagemmi – afferma Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma. In ogni caso sono ripartiti i consumi interni e questo non può che far ben sperare per la ripresa».
Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall'Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. L'Italia è leader nell'Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei.
In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l'anno.
E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che a ottobre 2015, a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2%, i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell'1%, con una riduzione rispetto all'1,2% di ottobre 2014.
All'estero piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigiana italiana. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all'anno precedente.
Confartigianato ha stilato una classifica dei Paesi più 'golosi' di prodotti italiani: in testa c'è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Ma l'exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi.
(Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma - 7 dicembre 2015)
Gli Italiani spendono 10,2 miliardi per raccolta rifiuti: + 22,6% in 5 anni. L'Emilia Romagna è sopra la media al 9° posto della classifica delle regioni con le tariffe più alte. A Parma, l'aumento per gli artigiani, dal 2012 a oggi, è quasi del 20%. -
Parma, 3 dicembre 2015 -
In Italia le tariffe per la raccolta dei rifiuti corrono ben più dell'inflazione: secondo una rilevazione di Confartigianato, negli ultimi cinque anni sono aumentate del 22,6%, vale a dire il 14,6% in più rispetto al tasso di inflazione (+8%) e il 12,8% in più rispetto alla crescita media del costo di questo servizio (+9,8%) registrata nell'eurozona.
Confartigianato ha calcolato il costo del servizio d'igiene urbana per le tasche di famiglie e imprenditori che in media, nel 2014, hanno pagato 168,14 euro pro capite, per un totale di 10,2 miliardi. Ma con una vera e propria impennata negli anni 2012-2015 che si è tradotta in un rincaro del 12,5%, nove volte e mezzo in più della crescita del costo della vita (+1,6%) e con una differenza del 7,4% in più rispetto alla media dei rincari nell'Eurozona fermi al +5,1%.
L'Emilia-Romagna si piazza al 9° posto della classifica delle regioni con le tariffe più alte ed è sopra la media nazionale con 168,51 euro di spesa procapite.
L'ufficio studi Confartigianato Imprese Apla ha analizzato l'andamento delle tariffe, nel Comune di Parma, per categorie specifiche di attività artigianali come acconciatori ed estetiste, falegnami, idraulici, fabbri, elettricisti, carrozzieri, autoriparatori, elettrauto ma anche per le attività industriali con capannoni di produzione. Per ognuna di queste categorie, nel periodo 2012-2015, l'ufficio studi ha registrato un aumento del 19,84%.
«Ci stiamo domandando – ha dichiarato Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma - qual è l'azienda che in quattro anni ha aumentato i propri ricavi del 20%, tenuto conto del periodo di recessione vissuto. Ma il servizio di raccolta è stato così migliorato da giustificare un aumento del genere? Per non parlare del fatto che i rincari sono ancora meno giustificati a fronte delle promesse fatte in occasione della costruzione dell'inceneritore che, secondo le teorie di tutti gli enti coinvolti, avrebbe consentito una riduzione consistente delle tariffe. Infine e lo abbiamo più volte ribadito, bisogna chiedersi per quale servizio pagano le imprese, visto che gran parte dei rifiuti che producono vengono smaltiti attraverso canali diversi dal servizio messo a disposizione dal Comune».
(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)