Pubblicato il bando: domande entro le ore 13 del 9 maggio 2022.
Quest’anno saranno ammessi 30 progetti alla prima fase della competizione.
Ai vincitori contributi in denaro e assistenza per sviluppare il business.
Grazie al telescopio orbitale Chandra della NASA, un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell'Università di Bologna e dell'INAF ha individuato per la prima volta due coppie di cavità, o bolle, formate nel gas caldo di un ammasso di galassie, generate forse dall'azione di due buchi neri supermassicci uniti in un'orbita ravvicinata
Girifalco (CZ) 30 novembre 2021 -
Caro Tito, ti ricordi di Rosalba Petrilli, la giovane biologa appassionata di etno-botanica, cofondatrice e direttrice dell’Orto botanico comunale di Girifalco (CZ) suo paese natìo? Quella che collabora con l’Università di Bologna in alcuni studi di biologia applicata al DNA dei popoli?…. Ne avevamo trattato pure a proposito delle orchidee della dorsale jonica delle Serre in tre lettere (la n. 290 del 30 giugno 2020 – la 308 del 24 novembre 2020 e la 336 del 30 luglio 2021). - (IN allegato il Documento della Professoressa Petrilli)
Ritrovati in Sudafrica, si tratta della più antica testimonianza di batteri coinvolti nel ciclo del metano: la scoperta amplia le frontiere degli habitat che avrebbero potuto ospitare le prime forme di vita sul nostro pianeta, e potrebbe rivelarsi utile anche per la ricerca di tracce di vita su altri pianeti, a partire da Marte
Raccolto lo scorso giugno nel ceraseto sperimentale dell'azienda di Salvi Vivai a Runco di Portomaggiore (Ferrara), il frutto ha fatto registrare un peso di 26,45 grammi, guadagnandosi così un posto all'interno dei Guinness World Records
Risalente all'Età del Rame e datato a più di 5.000 anni fa, è stato ritrovato a 26 metri sotto il livello del suolo. Ora, un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna ne ha ricostruito la vicenda, risalendo all'origine delle lesioni visibili sulla sua superficie
Analizzando il DNA antico presente in feci sedimentarie risalenti a circa 50.000 anni fa, un gruppo internazionale di ricerca è riuscito ad individuare un nucleo di microrganismi che si ritrovano ancora oggi nell'intestino dell'uomo moderno: una scoperta che può rivelarsi utile per proteggere la biodiversità del nostro microbiota
Un gruppo internazionale di ricerca, che ha coinvolto anche l'Università di Bologna, ha messo a punto nuovi standard per le datazioni al radiocarbonio che permettono di datare reperti risalenti fino a 55.000 anni fa con una precisione fino ad oggi impensabile
Bologna 20 maggio 2020 - UniCredit conferma il proprio impegno nella gestione dell'emergenza legata alla diffusione epidemiologica del virus COVID-19. La banca ha deciso infatti di donare 50mila euro all’Università di Bologna per potenziare il laboratorio allestito dall’Ateneo per effettuare i test di sicurezza sulle mascherine.
L’Università di Bologna è l’università più antica al mondo. Da secoli l’Alma Mater Studiorum continua a rappresentare al meglio una delle più importanti istituzioni della cultura occidentale. Questa infatti vanta il tesoro di una tradizione secolare, ma anche una forte volontà di stare al passo con i tempi e di affrontare le più importanti sfide della cultura e dello sviluppo che oggi si presentano sul piano internazionale. Le ultime statistiche e gli ultimi studi di settore confermano uno scenario nettamente positivo per l’università di Bologna. Già a febbraio del 2019, secondo i dati del QS World University Rankings by Subject, l’Università di Bologna era l’unico ateneo del nostro paese che compariva nella top 100 mondiale per quelle che sono considerate le cinque macroaree del sapere, ovvero le scienze umanistiche, le scienze sociali, le scienze mediche, le scienze tecnologiche e le scienze naturali. In tutto il mondo solo 37 università sono riuscite ad ottenere un tale risultato e di queste, oltre l’Università di Bologna, solo altre 6 sono europee: cinque atenei britannici, vale a dire le Università di Cambridge, Edimburgo, Manchester,Oxford, UCL e il Politecnico di Zurigo in Svizzera. È stato premiato il forte impegno dell’Università di Bologna su formazione e ricerca, nonché sulla qualità dei servizi offerti agli studenti, in particolare la scelta di privilegiare lo sviluppo delle infrastrutture e l’internazionalizzazione dell’ateneo.
Sempre nel giugno dello stesso anno, è arrivato un nuovo studio del Ranking QS, che vede l’Università di Bologna al 177esimo posto nel QS World University Rankings. L’ateneo si conferma tra le migliori 200 università al mondo e passando dal 180esimo al 177esimo posto guadagna tre posizioni. Un avanzamento che non è da poco, soprattutto se consideriamo che dal 2017 l’Università di Bologna è salita di ben 31 posizioni nel ranking mondiale. Considerando che nel ranking sono conteggiati oltre 26.000 atenei, l’Alma Mater Studiorum rientra nell’1% delle migliori università del mondo. Per quello che riguarda la voce Academic Reputation l’ateneo bolognese ottiene il migliore risultato, aggiudicandosi un 74esimo posto su scala mondiale, confermando il ruolo centrale svolto dai ricercatori dell’università bolognese nel raggiungimento di questo traguardo.
La classifica viene svolta considerando diversi fattori, analizzando diverse caratteristiche di ogni ateneo, intervistando studenti e professori. È chiaro che la classifica non possa tenere conto di un’infinità di altre variabili e particolarità che rendono l’Alma Mater Studiorum un’istituzione unica e dalla storia memorabile. Si presume che l’università sia stata fondata nel 1088, da Irnerio, giurista, accademico e glossatore medievale. Inizialmente l’università di Bologna era nata come un’organizzazione libera e laica di studenti, i quali erano soliti raccogliere denaro per ricompensare i docenti dei loro insegnamenti. Nei primi tempi lasciavano ai docenti una libera offerta, nella convinzione che la scienza, dono di Dio, non potesse essere né venduta né comprata. Col tempo crebbe moltissimo il numero degli studenti e degli insegnanti, così, per dare continuità agli studi i professori vennero regolarmente stipendiati e il comune di Bologna si attivò in tal senso al fine di garantire il regolare svolgimento dell’attività accademica.
Inizialmente lo Studium bolognese richiamava giuristi che si occupavano di glossare il diritto latino, ma in breve tempo si erano aggiunti medici, astronomi, filosofi, retori, grammatici, logici, teologi e studiosi di greco e d’ebraico. Si recarono a Bologna personaggi del calibro di Pico della Mirandola ed Erasmo da Rotterdam, a Bologna Niccolò Copernico aveva fatto alcune delle sue prime importanti osservazioni astronomiche. Nei secoli si sono distinti grandi matematici come Scipione del Ferro, al quale si deve il primo metodo risolutivo per le equazioni di terzo grado e Gerolamo Cardano, padre dello studio della probabilità, studio che avrà importantissimi sviluppi che vanno dalla teoria del gioco rinascimentale all’informatica contemporanea. Sono rimasti alla storia grandi chirurghi come Gaspare Tagliacozzi, il primo a tentare già nel Cinquecento un intervento di rinoplastica, o medici come Marcello Malpighi, che con un pioneristico uso del microscopio già nel Seicento era arrivato a scoperte straordinarie sulla composizione del sangue e sulla circolazione di questo nel corpo umano. Non c’è bisogno di presentare scienziati come Luigi Galvani e Alessandro Volta, che con i loro studi sull’elettrotecnica hanno permesso uno slancio allo sviluppo tecnologico come mai nella storia. Tante anche le figure illustri della letteratura come Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli, da non dimenticare nemmeno una delle personalità più celebri della cultura italiana contemporanea, Umberto Eco, professore di ordinario di Semiotica generale all’Università di Bologna dal 1975.
L’Alma Mater è sempre stata all’avanguardia anche per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita accademica. Pare che già a cavallo tra il XII e il XIII secolo, Bettisia Gozzadini tenesse lezioni pubbliche in qualità di professoressa di diritto, non solo all’interno dell’ateo, ma anche nella pubblica piazza. Nel Settecento all’Università di Bologna si erano affermate studiose femminili di gran fama, una su tutte Laura Bassi, titolare della cattedra di filosofia nel 1732 e di fisica sperimentale nel 1749.
È difficile calcolare l’immenso lascito culturale dell’Università di Bologna nell’ambito di una classifica, ma è senza dubbio che l’Alma Mater Studiorum rappresenti una delle istituzioni più importanti della cultura mondiale. Il suo patrimonio è ancora vivo, resta comune e condiviso, e questa istituzione continua a trovare nuova linfa vitale nelle sfide del presente, guardando senza timore al futuro.