Roma, 17 Luglio 2019 - "Al ragionamento proposto dal Sindaco di Bergamo Gori, va aggiunto che, in realtà, l'intesa prevedeva che fosse garantita una presenza del gioco pubblico, ridotta, ma capillare, con l'adeguamento da parte di Regioni ed enti locali per la rimozione dell'effetto espulsivo. La sua inattuazione è pertanto un favore servito sul piatto d'argento all'illegalità. Prevedere un dimezzamento dell'offerta pubblica, come auspicato da Gori, senza rimuovere gli errori tecnici delle leggi regionali attuali, che di fatto la annientano, significa confermare l'apertura delle porte ad offerte parallele e illegali, per la soddisfazione di una domanda di gioco che comunque esiste e sempre esisterà. La vera sfida e' rimuove gli errori tecnici, diradare l'offerta pubblica, assicurando la sua presenza capillare, qualificare con sapienza l'offerta, attraverso prodotti regolari e ben controllati e qualificare la domanda di gioco con ogni mezzo di informazione e dissuasione" -
Così Geronimo Cardia, Avvocato, dottore commercialista e revisore contabile - commentando le ultime dichiarazioni del Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, alla presentazione di Anci Lombardia dell'applicativo Smart messo a punto dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che permetterà anche di verificare gli orari in cui le Vlt sono in funzione.
L'allarme Piemonte di ACADI – Associazione Concessionari di Giochi Pubblici – affiliata a Confcommercio Imprese per l'Italia
ACADI porta all'attenzione dei candidati al Consiglio della Regione Piemonte l'allarme delle conseguenze sul territorio dell'effetto espulsivo del gioco regolamentato e l'esigenza di un intervento immediato.
Le conseguenze della proibizione sulla sostanziale totalità del territorio si registrano sul piano della diffusione dell'offerta illegale, della perdita di gettito erariale della cancellazione di posti di lavoro e di aziende sane.
Il tutto in un contesto in cui la misura del distanziometro in sé è indimostrato sia efficace ed in cui la proibizione sulla sostanziale totalità del territorio – provocata in concreto dall'errore tecnico che vizia il distanziometro - è unanimemente considerata inefficace (sia sul piano della prevenzione, sia sul piano curativo) nonché addirittura dannosa per le conseguenze sulla compulsività dei giocatori problematici e patologici.
Cardia (ACADI) lancia l'allarme delle conseguenze dell'effetto espulsivo e dunque del proibizionismo in concreto inflitto al gioco pubblico sulla sostanziale totalità del territorio del Piemonte che si completerà il 20 maggio 2019 con l'entrata in vigore della Legge Regionale anche per gli apparecchi installati nelle sale, dopo che stessa sorte è toccata nel novembre 2017 a Bar, Tabacchi ed esercizi generalisti.
ACADI – Associazione Concessionari di Giochi Pubblici – affiliata a Confcommercio Imprese per l'Italia, con le filiere dei propri associati rappresenta oltre il 70% del sistema di controllo del gioco pubblico e regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all'anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti pari a circa 18,5 miliardi di euro.
L'allarme è lanciato all'attenzione dei candidati al Consiglio Regionale del Piemonte affinché valutino un intervento immediato per scongiurare le conseguenze ampiamente previste e prevedibili sul piano della diffusione dell'offerta illegale, della perdita di gettito erariale, della cancellazione di posti di lavoro e di aziende sane.
Peraltro, da un lato, la misura del distanziometro in sé è indimostrato sia efficace e, dall'altro, la proibizione sulla sostanziale totalità del territorio - provocata in concreto dall'errore tecnico che vizia il distanziometro - è unanimemente considerata inefficace (sia sul piano della prevenzione, sia sul piano curativo) nonché addirittura dannosa per le conseguenze sulla compulsività dei giocatori problematici e patologici.
La pretesa e non dimostrata tutela degli utenti porterà, in poche settimane, alla perdita di migliaia di posti di lavoro di persone altamente formate e specializzate, con significativa percentuale di lavoro femminile e under 35, capaci di gestire i prodotti di gioco regolamentati in un contesto sicuro e severamente verificato.
Conseguenza inevitabile di ciò sarà la sostanziale espulsione dal territorio dei punti vendita e delle aziende selezionate per gestire l'offerta di gioco con vincite in denaro tramite le reti telematiche pubbliche.
ACADI ricorda che la finalità primaria del gioco regolamentato è quella della tutela del consumo di gioco con approccio responsabile ed in quadro di pubblica fede e sicurezza pubblica, ma soprattutto, in questo momento storico, di gestione delle soluzioni di prevenzione delle dipendenze centrate sulle persone, superando un controproducente accanimento avente ad oggetto proprio i luoghi di gioco autorizzati.
Sulla base di queste premesse, ACADI si augura che i candidati di tutti i movimenti politici approfondiscano adeguatamente i rischi esistenti con la desertificazione dell'offerta di gioco pubblico assicurata dal sistema concessorio e con la perdita delle professionalità dei lavoratori del settore in Piemonte.
Acadi fornisce il proprio punto di vista al Comune di Livorno sul Regolamento in materia di gioco su distanze e orari.
Di seguito la lettera con la quale ACADI, Associazione Concessionari di Giochi Pubblici, ha dato riscontro al Comune di Livorno sulla bozza di regolamento in materia di gioco, con distanze e orari, che le è stato sottoposto in visione e del quale si è discusso nell'assemblea pubblica dell'8 febbraio e nella riunione del 18 febbraio.
"La scrivente A.C.A.D.I. - Associazione Concessionari di Giochi Pubblici - ha come associati: Admiral Gaming Network S.r.l., Cirsa Italia S.p.A., Gamenet S.p.A., HBG Connex S.p.A., Lottomatica Videolot Rete S.p.A., NTS Network S.p.A. e Snaitech S.p.A. Essi rappresentano oltre il 70% del sistema di controllo del gioco pubblico e regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all'anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti pari a circa 18,5 miliardi di euro all'anno.
Relativamente all'introduzione di criteri di distanze minime da luoghi sensibili, per l'apertura e al trasferimento di centri scommesse e spazi per il gioco con vincita in denaro, si sottolinea che l'art. 5 della bozza di Regolamento, pur facendo diretto riferimento al corrispondente art. 4 della L.R. Toscana 57/2013, è concepito in mancanza delle necessarie e preliminari verifiche tecniche sul territorio della città.
Infatti, la concreta applicazione di un "distanziometro" di ben 500 metri da una tale pluralità di luoghi sensibili, come quelli individuati, può essere attuata sul territorio livornese solo previa attenta e specifica verifica tecnica (mediante mappatura del territorio) finalizzata ad accertare se il combinato disposto della pluralità delle categorie dei luoghi sensibili, la loro collocazione sul territorio comunale e la notevole distanza da rispettare, non costituisca, con le regole urbanistiche vigenti, una vera e propria "espulsione" del gioco lecito dall'intero territorio livornese, costituendo come tale un errore tecnico che inficerebbe la tenuta del Regolamento stesso.
Pertanto l'Associazione chiede che il Comune di Livorno, prima dell'approvazione del Regolamento, effettui una valutazione peritale tecnica preventiva finalizzata a verificare:
(i) l'applicazione concreta sul territorio del Comune (a) dei luoghi sensibili esistenti, (b) del raggio di interdizione ad ognuno relativo e (c) delle aree di divieto così determinate;
(ii) l'analisi delle norme urbanistiche sui territori residuali rispetto ai divieti del punto (i) in merito all'insediabilità delle realtà destinatarie del divieto;
(iii) l'analisi di insediabilità effettiva sui territori residuali rispetto ai divieti di cui al punto (i) e (ii), indicando espressamente quale sia la percentuale residuale di insediabilità rispetto al territorio comunale.
Tutto ciò al fine di prevenire il cosiddetto "Effetto Espulsivo", e quindi l'espulsione dell'offerta pubblica di gioco, l'invasione dell'offerta illegale, la chiusura di imprese sane del comparto e la perdita delle relative forze occupazionali anche evitando ipotesi di danno erariale per la perdita di gettito e per le istanze risarcitorie che potranno essere valutate all'esito della eventuale dichiarazione di illegittimità del Regolamento. In proposito si richiamano l'annullamento del Regolamento del Comune di Bologna (Consiglio di Stato, sent. nn. 578 e 579 del 2016) e l'analisi peritale che il Consiglio di Stato ha ordinato al Comune di Domodossola per le stesse problematiche (Consiglio di Stato, ord. n. 3624 del 2018).
Si precisa peraltro che studi scientifici mettono in risalto la non adeguatezza, se non la dannosità, della misura totalmente interdittiva del gioco pubblico tale da rendere regolamenti siffatti contro lo scopo della stessa norma istitutiva (studi che, su richiesta, l'Associazione è disponibile ad inviare).
Con riferimento alla disciplina delle fasce di funzionamento degli apparecchi da gioco con vincita in denaro, si segnala sin d'ora che il potere di adozione di un'apposita ordinanza sindacale, allo stato della normativa e giurisprudenza applicabile, deve necessariamente soggiacere a una approfondita istruttoria dell'esigenza di tutela della salute pubblica nello specifico territorio livornese. Istruttoria, anch'essa da redigere preventivamente rispetto all'adozione del regolamento.
Inoltre, ai sensi di quanto prescritto dall'Intesa adottata in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni, le fasce ore di interruzione consentite non potranno essere superiori a 6 complessive al giorno, da definire previa intesa con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al fine di consentire un'applicazione omogenea di tali limiti sul territorio nazionale e anche ai fini del futuro monitoraggio telematico del loro rispetto".
Il gioco, per sua definizione, è un momento di svago, di divertimento e perché no, un momento onirico, dove le tensioni quotidiane, per qualche istante, minuto o ora, a seconda del tipo di intrattenimento, vengono accantonate e il sogno si sostituisce alla realtà.
Di Lamberto Colla Parma 21 febbraio 2019 - La passione per il gioco ha origini lontanissime e già gli antichi egizi, i greci e infine i romani hanno lasciato tracce importanti dell'antesignano della tombola o dell'ancor più moderno Bingo. La ricerca della "fortuna" e della "buona sorte" si perde nella notte dei tempi e il più noto tra i giochi, il "lotto", ha nella sua genesi proprio la parola "Sorte", di derivazione transalpina "LOT", e il conseguente verbo "lotir", ovvero dividere o assegnare a sorte.
L'idea di abbinare il gioco a dei "lotti" sembra essere nata ad Amersfoort (paese vicino a Amsterdam), nel 1500, ad opera di cittadini che, sfruttando questa passione, assegnavano proprietà non altrimenti divisibili ed era noto come "Lotto di Olanda".
In Italia il gioco del lotto invece si fa risalire Genova (1617) come "Il Gioco del Seminario", con il quale si "scommetteva" sui numeri, che ogni sei mesi venivano estratti dal "seminario" (una specie di urna che conteneva i numeri) e ai quali corrispondevano i nomi dei 5 tra i 120 membri dei "Serenissimi Collegi" che semestralmente venivano rinnovati. Una pratica che divenne così famosa da venire infine regolamentata, distaccata dal rinnovo del collegio, moltiplicata la frequenza di estrazione, ovviamente tassata e prese il nome di "Lotto della Zitella" perché ai 90 numeri che nel frattempo erano stati introdotti, veniva assegnato il nome di fanciulle indigeti che, in caso di vincita, avrebbero ricevuto un lauto guadagno da utilizzare per dote. Una modalità di gioco che da Genova venne esportato sia a Napoli che a Venezia con analogo successo.
Interessante la parte che riguarda lo Stato Pontificio. Osteggiato da Papa Benedetto XIV il quale nel 1728 arrivò a minacciare la scomunica per i giocatori del "lotto", mentre con Clemente XII, solo tre anni dopo, il gioco tornò ad essere un sostegno insperato per le giovani indigenti e dal 1785 Pio VI destinò le vincite alle Opere Pie. Il 23 settembre 1863 la gestione del "lotto Genovese" passò al giovane Regno d'Italia confermandosi una consistente voce positiva di bilancio.
Insomma, come si è potuto osservare attraverso questi brevi richiami storici, con il gioco, sin dalle origini è nato anche il problema della sua regolamentazione, in grado di garantire, oltre ai sempre appetitosi introiti statali, la trasparenza e l'accesso corretto al gioco e cercando di evitare gli eccessi sotto ogni forma che ne potevano derivare. Problemi che, nella peggiore dei casi, travolgono tutto il nucleo familiare senza lasciare scampo alle relazioni familiari, sociali e alle riserve economiche di tutto il nucleo familiare.
Sulla base di spinte emotive, e soprattutto in forza della modernizzazione, rapida e tecnologica dei giochi e in mancanza di una precisa norma nazionale, negli ultimi anni, si è assistito al proliferare di miriadi di regolamenti locali. Dai Comuni alle Regioni, gli Enti locali hanno tentato di porre rimedio al difetto normativo introducendo regolamenti per di più di natura "protezionistica".
"Oggi assistiamo, infatti, commenta Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'economia e alle finanze nei governi Letta e Renzi, al proliferare di regolamenti locali, per lo più restrittive nei confronti del gioco. Ed è proprio l'assenza di un quadro regolatorio a livello nazionale che ha legittimato gli interventi locali, basati fondamentalmente sui "distanziometri" e sulle limitazioni agli orari di apertura delle sale".
Proprio al fine di fare chiarezza, disegnando una mappa delle norme che in tal senso hanno proliferato sul territorio nazionale, Geronimo Cardia, presidente di ACADI, ha pubblicato il libro "La Questione Territoriale -Il Proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale". Un testo che tenta di fare intravedere le strade da imboccare per giungere alla definizione di un quadro nazionale proprio attraverso la lettura delle varie disposizioni locali.
Sulla medesima linea è la dichiarazione che il Presidente di ACADI (Associazione dei Concessionari di Giochi Pubblici indipendente, senza scopo di lucro, fondata nel 2006, alla quale aderiscono Admiral Gaming Network S.r.l. - Cirsa Italia S.p.A. - Gamenet S.p.A. - HBG Connex S.p.A. - Lottomatica Videolot Rete S.p.A. - NTS Network S.p.A. - Snaitech S.p.A) ha esposto alla Commissione del Senato della Repubblica pochi giorno orsono.
Per meglio centrare il nucleo del problema a seguire riportiamo una nota rilasciata, a favore di Gazzetta dell'Emilia & dintorni, da Geronimo Cardia, nella speranza di contribuire positivamente a una più equilibrata informazione in merito a un argomento tanto delicato dal punto di vista sociale, quanto importante per le implicazioni industriali e economiche.
"ACADI, l'associazione concessionari di giochi pubblici, i cui associati contribuiscono ogni anno col 70% del gettito erariale generato dal comparto pari complessivamente a circa 10 miliardi di Euro, ha già giudicato molto negativamente la decisione del Governo di incrementare in pochi mesi per ben tre volte consecutive il prelievo fiscale diretto sui giochi regolamentati.
Numerosi sono stati gli aumenti di tassazione imposti al comparto del gioco pubblico che si sono susseguiti nel tempo, dal rilascio delle concessioni. Per le AWP si è passati dal 13, 50% del 2004 al 21,60% di oggi. Per le VLT dal 2% del 2010 a quasi l'8% di oggi.
Lo stesso Rapporto dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio "Focus tematico n. 6 - La fiscalità nel settore dei giochi" del maggio 2018 denunzia che "Gli aumenti delle aliquote a fronte di una domanda di giochi che mostra generalmente una elevata elasticità al prezzo e, soprattutto, la riduzione dei punti di vendita potrebbero comportare una significativa flessione della raccolta complessiva, indebolendo la stabilità economica della filiera e causando una riduzione delle entrate erariali. La corrente sostenibilità economica del comparto deriva da investimenti passati, intrapresi sulla base di condizioni fiscali più convenienti." Ebbene si consideri che tale scenario è formulato addirittura prima dei tre ulteriori aumenti del prelievo sulla tipologia di apparecchi AWP, dei due su quella VLT e di quello sulle scommesse e sui giochi online, imposti con il Decreto Dignità di agosto, con la Legge di stabilità 2019 di dicembre e con il Decreto Quota Cento e Reddito di Cittadinanza di questi giorni.
Non solo, tale scenario prescinde anche dalle conseguenze delle misure imposte da Regioni e Comuni che, vietando la distribuzione del gioco pubblico dalla sostanziale totalità del territorio, determinano la marginalizzazione se non l'effetto espulsivo dell'offerta legale. Si tratta di misure che, oltre a non essere armonizzate tra di loro e con la normativa nazionale, oltre a non essere riconosciute come efficaci per la prevenzione dalle più recenti ricerche epidemiologiche pubbliche (Istituto Superiore di Sanità, CNR altri studi scientifici), determinano il venir meno dell'offerta pubblica su intere aree di territorio del relativo gettito erariale (oltre che di numerosi posti di lavoro). Vi sono già, negli ultimi mesi, segnali degli effetti di riduzione della raccolta di gioco con apparecchi da intrattenimento (base imponibile del prelievo) e solo il reiterato aumento delle aliquote di prelievo garantisce stabilità di gettito (modificando tuttavia le condizioni di esercizio delle concessioni, il loro equilibrio e la sostenibilità degli investimenti imposti dalle stesse concessioni).
Ma la continuità di gettito erariale sarà ancor più difficile da mantenere nei prossimi mesi quando importanti riduzioni della rete distributiva in concessione saranno provocate dalle misure espulsive regionali in Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, aggiungendosi a quelle già in essere in Piemonte che peraltro espellerà anche dalle sale il gioco pubblico con gli apparecchi a partire da maggio 2019.
Si deve quindi evidenziare che gli aumenti di tassazione già rilevati dall'UPB e quelli plurimi recenti, da un lato, e l'espulsione del gioco pubblico da intere aree regionali, dall'altro, oltre ad indebolire il controllo pubblico del gioco fino ad eliminarlo da intere aree, oltre a non rappresentare un'autentica misura di tutela per l'utente, rappresentano un rischio concreto di espansione dell'offerta illegale e di seria instabilità delle entrate per la copertura delle iniziative di Governo dichiarate nel Dl 4/2019.
Così continuando, senza un adeguato presidio del settore del gioco in denaro tramite le reti in concessione, il Paese sarà costretto ad una nuova stagione di illegalità, di assenza di tutela dei consumatori e di mancanza di una concreta possibilità di prevenzione delle dipendenze direttamente nelle reti di vendita legali. Il tutto senza agire in concreto sulla rilevante problematica del gioco compulsivo, da un lato, e distruggendo economia legale con la chiusura di imprese sane ed oggi al servizio dello Stato e con la perdita di molte decine di migliaia di posti di lavoro, dall'altro, facendo poi venir meno entrate erariali sino ad oggi dichiarate strutturali ed attese dal provvedimento oggi in discussione."
(Geronimo Cardia)
In allegato il testo integrale della Commissione al Senato -
Il futuro più immediato del gioco d'azzardo nel nostro Paese rischia di essere messo a repentaglio, almeno in misura parziale, dagli effetti del decreto dignita, che favorisce l'accumularsi di nubi oscure e incognite sul settore del gambling. Un settore che, a dir la verità, conosce una notevole crescita che non dà segnali di volersi arrestare, e che - forse proprio per questo motivo - viene osteggiato in tutti i modi dal governo guidato dai 5 Stelle e dalla Lega. La mission dell'esecutivo, infatti, sembra quella di voler ridurre i flussi di gioco, anche con l'intento di contenere i casi di dipendenza. Sembra che il progetto sia quello di puntare sul gioco come passatempo, un intrattenimento a cui dedicarsi con attenzione, senza pensare che - invece - si sta parlando di un ambito industriale di tutto rispetto, con numeri da capogiro e, soprattutto, migliaia di posti di lavoro coinvolti.
Le rilevazioni più recenti in proposito dimostrano come l'azzardo al giorno d'oggi rientri tra i settori italiani più produttivi: nel 2017 lo Stato ha ottenuto entrate per 10 miliardi e 300 milioni di euro grazie a questo settore. Ciò, però, non è bastato a Palazzo Chigi, che con il decreto dignità ha inteso assestare un duro colpo agli affari delle imprese coinvolte. Il decreto dignità, che ha visto Luigi Di Maio come primo firmatario, oltre a occuparsi di fiscalità, di contratti a tempo determinato e di delocalizzazioni coinvolge in maniera evidente il gioco d'azzardo.
In virtù di tale decreto, a partire dal prossimo mese di agosto, e dunque a un anno di distanza da quando la legge sarà entrata in vigore, impone il divieto di pubblicità per l'azzardo. Coloro che dovessero non rispettare le norme andrebbero incontro a una multa del valore del 20% dell'accordo. Lo stesso decreto prevede un forte aumento delle misure di prelievo erariale relativo alle videolottery e alle slot, vale a dire gli apparecchi della rete fisica. Già dall'inizio di quest'anno, inoltre, è attivo il divieto di sponsorizzazioni per il gioco d'azzardo. Come è facile intuire, per effetto di tutti questi provvedimenti l'anno che è da poco iniziato non sarà facile per il settore, anche perché ci si dovrà preoccupare di ricucire i rapporti con il governo. Non bisogna mai dimenticare che la sicurezza e la salute dei giocatori sono obiettivi condivisi da tutte le parti in causa. Eppure ci sono delle sfide che non si possono sottovalutare: da un lato la salvaguardia dei posti di lavoro, dall'altro lato la riduzione dei flussi di gioco, che comunque - secondo le previsioni - si dovrebbe palesare solo sul lungo termine.
Ma quali sono i provvedimenti relativi al gioco d'azzardo? In primo luogo, una tassazione al 25% che colpirà molti fornitori di giochi online come NetBet. Appare ormai chiaro come la Rete costituisca un terreno di conquista importante in questo settore, soprattutto in considerazione dei margini di crescita che è lecito attendersi: basti pensare che nel giro di un paio di anni, tra il 2015 e il 2017, si è assistito a una crescita del mercato di quasi il 60%. Anche per i giochi diversi dall'ippica è in programma una tassazione inedita: per gli eventi virtuali sarà del 25%, per l'online sarà del 24% e per l'offline sarà del 20%.
Per le videolottery è previsto un incremento del prelievo erariale pari all'1.25%, che cresce di un decimo di punto percentuale nel caso delle slot machine fisiche. In questo modo il Tesoro potrà usufruire ogni anno di 450 milioni di euro in cassa in più, tenendo presente che la rete fisica dei dispositivi di gioco allo stato attuale copre più o meno la metà dell'indotto complessivo.
Una variazione ulteriore ha a che fare con le percentuali di ritorno del giocatore, vale a dire la quantità di denaro che viene restituita dagli apparecchi ai vincitori, in proporzione al totale delle somme che vengono giocate. Ebbene, nel caso delle videolottery si passa all'84%, mentre con le slot si arriva al 68%. Per le slot si tratta di una percentuale a dir poco disincentivante, che si inserisce alla perfezione nel piano di rimuovere, entro la fine del prossimo anno, tutti gli apparecchi di questo tipo. Infine, da notare che sono state prorogate le concessioni per il Super Enalotto, per il Bingo e per le scommesse.
Il governo Conte ha presentato un nuovo testo finalizzato al contrasto della ludopatia, ma allo stesso tempo finalizzata ad accrescere il prelievo erariale dal settore dei Giochi
Il Governo Conte fa sentire, ancora una volta, la sua voce nell’ambito del gioco d’azzardo italiano. Dopo il Decreto Dignità voluto dal Ministro pentastellato Luigi Di Maio, che ha reso fuori legge qualsiasi sponsorizzazione o pubblicità di bookmakers di scommesse sportive, anche le leggi sul reddito di cittadinanza e sulla famosa quota 100 prevedono disposizioni in materia di gioco.
Il testo, arrivato in Senato, è stato assegnato ai lavori della commissione Lavoro e Previdenza Sociale e prevede alcune norme di contrasto alla ludopatia. La card sul reddito di cittadinanza, ad esempio, non si potrà usare per scommettere, con il divieto “di utilizzo del beneficio economico per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità”, stando a quanto recita il testo in Gazzetta Ufficiale. Tutela del giocatore e contrasto al gioco illegale sono le due direttrici lungo le quali si articola il lavoro del governo, che punta ad inasprire le pene per l’esercizio abusivo, con pene da 6 mesi a 3 anni di reclusione e multe da 20.000 a 50.000 euro, e a rafforzare l’autorità dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Importanti novità si avranno anche sul Preu, il Prelievo Erariale Unico sulle giocate. Previsto un ulteriore aumento: da 1.35 a 2.00%. Una rettifica che ha fatto infuriare i rappresentanti del settore, tra tutti il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, che ha sottolineato come la sua associazione porti alle casse statali oltre il 70% del sistema di controllo del gioco regolamentato in Italia generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all'anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti con il gioco pubblico, vale a dire circa 18,5 miliardi di euro. “Questi aumenti non possono essere paragonati a semplici aumenti di tariffe – continua - ma vanno a incidere sul margine, questo fa la differenza e determina la non stabilità del sistema”.
Critiche alla misura sono arrivate anche da Lottomatica, per bocca di Alberto Giorgetti, preoccupato sul condizionamento che gli aspetti di carattere industriale potranno avere sul mercato dopo queste misure.
Intanto aumentano anche i corrispettivi per il rilascio di titoli autorizzatori per gli apparecchi da intrattenimento, con la previsione di un versamento una tantum. Il testo in studio in commissione passa dai 100 € previsti all’origine al doppio preciso, 200 € per ogni singola macchina.
Misure che possono generare un vero e proprio terremoto nel gambling italiano. Con rischi ancora inaspettati. Lottomatica infatti ricorda come il settore dia lavoro a 120mila lavoratori, compresi la filiera e i punti vendita. Il manganello proibizionista rischia di fare vittime anche in Italia. Serve collaborazione, confronto e progettazione mirata. Prima che sia troppo tardi.
102 miliardi di euro di raccolta nel 2017, giocatori (inclusi quelli occasionali) giunti a superare i 17 milioni e comparto mobile capace di incrementare il suo giro di affari del 50% negli ultimi 12 mesi: sono questi i numeri che dipingono l'industria italiana dell'azzardo.
Scommesse sportive, slot machine, tornei di poker e casinò game vari, ovvero i tipici intrattenimenti con puntate e premi in denaro, attraggono un pubblico sempre più numeroso, generando un giro di affari in costante crescita, nonché generose entrate per le casse dello Stato e, a onor del vero, anche numeri non trascurabili sul fronte dell'occupazione.
Eppure, il tema del gioco d'azzardo continua a dividere, contrapponendo sostenitori e oppositori, soprattutto in relazione al dilagare delle ludopatie, ovvero le varie forme di dipendenza dal gioco, aumentate in modo ragguardevole anche a causa del boom della disoccupazione e delle difficoltà economiche durante gli anni della recessione.
A maggio del 2018, l'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa pubblicava un report esaustivo relativo allo stato dell'industria del gioco italiana. Oltre al già citato aumento della raccolta e dei giocatori, lo studio indicava come passatempi più diffusi e apprezzati i tradizionali Gratta&Vinci, Lotto e Superenalotto (sebbene leggermente in flessione rispetto al passato), sottolineando una spesa mensile pro capite pari, mediamente, a 10 euro. Ben diversa la situazione dei giocatori problematici, cresciuti soprattutto nelle regioni del Meridione, che in quasi il 15% dei casi spendono più di 200 euro al mese.
Positivi, anche se naturalmente sempre in chiaroscuro, i dati relativi al rapporto dei più giovani con l'azzardo: nel 2017 il numero degli under 18 dediti, anche occasionalmente, all'azzardo, si attestava all'incirca sul milione, comunque in contrazione rispetto agli 1,4 milioni del 2010. Tra i ragazzi, diminuiscono anche quelli affetti da ludopatie (8,7% nel 2009 contro l'attuale 7,1%), tranne che al sud, dove invece si registra la tendenza opposta.
Il settore dell'online è quello caratterizzato dalla maggiore vitalità nell'ambito dell'industria dell'azzardo: l'Osservatorio sul Gioco Online del Politecnico di Milano, in un recente studio relativo al 2017, riportava come il numero degli appassionati di betting e gambling online in Italia avesse raggiunto i 2,2 milioni di utenti, per una raccolta parti ad oltre 1,38 miliardi di euro (con un incremento sull'annata precedente pari al 34%). Più nello specifico, è il gioco mobile, ovvero quello che avviene tramite smartphone e tablet e grazie ad apposite app, a registrare il successo maggiore, con un incremento della quota di mercato pari addirittura al 50% nei 12 mesi considerati.
Paradossalmente, nonostante la relativa semplicità di accesso, il mondo dell'azzardo online negli ultimi anni è riuscito ad adottare soluzioni sempre più complete ed efficaci per la tutela dei consumatori e la prevenzione dei comportamenti a rischio, attraverso un percorso portato avanti dall'ADM (l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), congiuntamente con i big player del settore.
L'offerta online è in primis sicura: la vigilanza dell'ADM e delle forze dell'ordine e la compliance dei gestori autorizzati favorisce lo sviluppo di un'offerta legale, che rispetta le normative vigenti in Italia offrendo ai giocatori intrattenimenti equi e basati totalmente sul caso.
Il contrasto ai portali di gioco irregolari, da un lato, e l'incremento dei requisiti di sicurezza e di trasparenza (a livello di regolamenti, possibilità di vincita, validità dei bonus, ecc.) richiesti per il rilascio della concessione sono solo due dei principali fattori che garantiscono la possibilità di divertirsi e sfidare la sorte sul web senza temere di incappare in truffe o furti di dati (avendo l'accortezza di scegliere solo operatori con logo ADM).
Notevoli i passi in avanti compiuti dai gestori regolari nella valorizzazione dell'offerta legale: portali di betting sportivo e casinò online offrono un ventaglio di eventi e di possibilità di intrattenimento davvero per tutti i gusti, proponendo formule di gioco innovative, come quella delle scommesse o del casinò live (cioè in diretta), ma anche ricchissime selezioni di passatempi a tema, come accade nel caso delle slot declinate in stile fantasy, movie, avventura, animali, horror, ecc..
Le piattaforme dedicate al gioco online certificate ADM predispongono un'ampia serie di valide strategie per la promozione del gioco responsabile e la prevenzione di quello patologico. Gli utenti hanno infatti accesso a guide, servizi di assistenza e persino test di autovalutazione del rapporto con il gioco.
In più, tutti i gestori impongono l'obbligo di fissare un limite massimo di versamento settimanale, da specificare in fase di registrazione, pena l'impossibilità di attivare il proprio conto gioco e di accedere a scommesse o casinò game con puntate in denaro. A questo strumento, definito di autolimitazione, se ne aggiunge un altro, altrettanto utile, detto di autoesclusione. In sostanza, in qualsiasi momento è possibile chiedere la sospensione del proprio conto gioco e account, optando per uno stop temporaneo oppure definitivo.
Grazie all'integrazione del database dell'ACG (cioè l'Anagrafe Centralizzata dei Conti Gioco) con il RUA (il Registro Unico degli Autoesclusi), lanciato proprio nei primi mesi del 2018, inoltrando la richiesta di autoesclusione presso un gestore, automaticamente questa viene estesa a tutti i conti gioco collegati al soggetto, che in più non potrà attivarne di nuovi presso ulteriori operatori.
Il gioco online è riuscito efficacemente a contrapporsi anche al problema dell'accesso al gioco da parte dei minori. L'apertura del conto gioco è riservata esclusivamente ai maggiorenni e per completare la registrazione è obbligatoriamente richiesto l'invio della scansione di un documento di identità. Quindi, all'operatore spetta il compito di effettuare le verifiche del caso, incrociando i dati anche con quelli registrati presso l'ACG e, eventualmente, bloccare l'account qualora emergessero false dichiarazioni.
Il comparto del gioco online sta delineando la strada per un nuovo approccio all'azzardo, da un lato offrendo una vasta gamma di intrattenimenti sempre più stimolanti e coinvolgenti, ma dall'altro mettendo appunto validi meccanismi di difesa e autoregolazione del consumatore.
Gioco d'azzardo. Venturi: "Stiamo ascoltando i lavoratori ma dalla Regione non c'è, né ci sarà alcun passo indietro: la lotta alle ludopatie per noi viene prima di ogni cosa"
Dopo l'incontro con i sindacati e il direttore generale dell'assessorato alle Politiche per la salute, l'assessore ribadisce: "Confermato il divieto di aprire esercizi entro 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali e centri di aggregazione giovanile, così come quello di doversi spostare per quelli che vi si trovano ora, oppure di eliminare le slot machine"
Bologna – "Abbiamo ascoltato i lavoratori, le loro preoccupazioni, così come comprendiamo le esigenze delle imprese, ma la lotta alle ludopatie per noi viene prima di ogni altra cosa. Per quanto riguarda la Regione, deve essere chiaro che non c'è, né ci sarà alcun passo indietro nella lotta al gioco d'azzardo che abbiamo messo nero su bianco nella nostra legge regionale. Con i sindacati si è trattato di un primo incontro. Se davvero, e speriamo non sia così, si porrà un problema di perdita di posti di lavoro, non ci tireremo indietro nel trovare soluzioni condivise, a maggior ragione nel momento in cui come Giunta regionale abbiamo fatto del lavoro e della tutela dell'occupazione la priorità del nostro mandato. Un impegno che anche in questo caso non verrà certo meno". Così l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, in merito a notizie di stampa relative all'incontro avvenuto fra i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucus-Uil con il direttore generale dell'assessorato regionale, Licia Petropulacos.
"Nessuna ci sarà alcuna retromarcia rispetto ai divieti che abbiamo introdotto con la normativa regionale- prosegue Venturi- e quindi entro 500 metri da scuole, ospedali e centri di aggregazione giovanile non è più possibile aprire nuove Sale bingo e Sale scommesse, né installare nuove macchinette negli esercizi pubblici. Così come tutte le Sale Bingo e Videolottery che attualmente sono entro il limite dei 500 dovranno spostare la propria sede, o eliminare le slot machine, entro sei mesi dal momento in cui i Comuni avranno portato a termine la mappatura dei luoghi sensibili sul territorio. Noi stiamo facendo la nostra parte con serietà e decisione- chiude l'assessore- senza per questo, lo ribadisco, sottrarci all'ascolto dei lavoratori, ai quali assicuriamo altrettanto impegno nel trovare una soluzione a problemi che approfondiremo e affronteremo con loro".
Come uscire dalla dipendenza dal gioco: se ne parla a San Secondo. Il 22 febbraio, alla Casa della Salute, all'incontro di educazione sanitaria dell'AUSL
La dipendenza da gioco d'azzardo definita "l'eroina del nuovo millennio" è una malattia che riguarda sempre più persone. E i danni che provoca non ricadono solo sui singoli, ma anche su familiari e amici. Per questo è importante riconoscere i sintomi e sapere a chi rivolgersi, per chiedere aiuto. Solo nel 2016, sono state 93 le persone seguite dai servizi dell'AUSL per uscire dalla dipendenza, di cui 33 nuovi casi.
Si parlerà di questa patologia e di come guarire il 22 febbraio alla Casa della Salute di San Secondo.
All'incontro di educazione sanitaria "Il tè del giovedì", con inizio alle 17, intervengono le professioniste dell'AUSL Simonetta Gariboldi, psichiatra, Nadia Cantarelli, educatrice e Donatella Anelli, assistente sociale, insieme a Gianandrea Borelli psicologo del Centro per le Famiglie di Fidenza e ai Volontari dello sportello d'ascolto "Giocatori Anonimi" di Parma.
E' un'iniziativa dell'AUSL di Parma. L'ingresso è libero e la cittadinanza è invitata a partecipare. Come d'abitudine sarà offerto il tè.
QUANDO IL GIOCO DIVENTA UNA DIPENDENZA
Se giochi spesso d'azzardo, se ti capita di giocare somme superiori a quello che ti puoi permettere, se torni a giocare nel tentativo di rifarti delle perdite, se nascondi agli altri la frequenza e l'entità delle giocate e se non riesci a smettere anche se vorresti, allora per te il gioco non è più un divertimento, ma una dipendenza. Il gioco d'azzardo patologico è una malattia che si può curare. Rivolgiti con fiducia ai Servizi per le dipendenze dell'AUSL. L'accesso è libero, gratuito ed è garantita la massima riservatezza.
Info su sedi e orari sono disponibili sul sito www.ausl.pr.it
(Foto: Dipinto - Caravaggio - Giocatori d'Azzardo)